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Lettere da Babbo Natale
Dalla prima lettera scritta al figlio maggiore di Tolkien nel 1920 all'ultima, toccante, del 1943, per la figlia, questo libro raccoglie tutte quelle lettere e tutti quei disegni bellissimi in un'unica incantevole edizione.«Miei cari ragazzi, quest'anno tremo più del solito. Colpa dell'Orso Bianco del Nord! È stata la più grande esplosione del mondo e il fuoco d'artificio più incredibile che si sia mai visto. Il Polo Nord è diventato tutto nero!»Ogni dicembre ai figli di J.R.R Tolkien arrivava una busta affrancata dal Polo Nord. All'interno, una lettera dalla calligrafia filiforme e uno splendido disegno colorato. Erano le lettere scritte da Babbo Natale, che narravano straordinari racconti della vita al Polo Nord: le renne che si sono liberate sparpagliando i regali dappertutto; l'Orso Bianco combinaguai che si è arrampicato sul palo del Polo Nord ed è caduto dal tetto direttamente nella sala da pranzo di Babbo Natale; la Luna rottasi in quattro pezzi e l'Uomo che ci abitava caduto nel retro del giardino; le guerre con le moleste orde di goblin che vivono nei sotterranei della casa! -
Vino al vino
Figura eccezionale nella storia culturale del novecento, Soldati racconta i suoi tre viaggi compiuti attraverso l'Italia alla ricerca dei vini genuini, alcuni famosi, altri noti, altri ancora no. Ma non si tratta di una semplice guida enologica: è un libro che parla di paesaggi, di uomini, di case, ville e castelli incontrati e amorevolmente scrutati in un itinerario alla ricerca di una civiltà autentica, legata alla terra e al clima, che ha nel vino uno dei suoi prodotti più sinceri, frutto dell'equilibrio tra natura e cultura. Dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia e alla Sardegna, l'autore si addentra nella provincia italiana alla ricerca del ''vino prelibato, che schiva ogni pubblicità'', che ''vuole essere scoperto e conosciuto in solitudine, o nella religiosa compagnia di pochi amici''. Pur non essendo un enologo professionista, come tiene più volte a ricordare, Soldati considera ciascun vino dotato di una sua unicità, si impegna a comprenderlo e ne apparecchia un ritratto per i lettori, quasi si trattasse di una persona. -
L' attore
Romanzo Premio Campiello 1970, amatissimo dal pubblico e ampiamente lodato dalla critica, ''L'attore'' è senza dubbio l'opera di maggior successo di SoldatirnAl centro della vicenda, realistica e allo stesso tempo singolare e imprevedibile, è Enzo Melchiorri, vecchio caratterista senza lavoro alle prese con i debiti causati dal vizio del gioco della moglie Licia. Implicato in una serie di ricatti, si rivolge a un vecchio amico regista sperando grazie a lui di trovare un impiego. La trama, ricca di personaggi inquietanti, tra cui la domestica Giovanna e un faccendiere determinato ad allontanare i due vecchi amici, getta luce su un interno famigliare avvolto in una rete ambigua di inganni e seduzioni, sacrifici e tormenti. Tra una villetta liberty di Bordighera, i casinò della Costa Azzurra e la Roma delle classi abbienti e della burocrazia Rai, la narrazione miscela con sapienza azione e suspense, regalandoci una vivace descrizione dell'Italia del boom, di una borghesia in declino e in mutazione. -
I piaceri della cantina
Un bouquet di stili e sapori, di luoghi e personaggi ritratti dalla sapiente scrittura di uno dei più grandi autori americani contemporanei.rnrn«Una delle tante virtù di McInerney come scrittore di vino è che sembra non seguire altro percorso se non quello della massima ricerca di piacere pochi libri sul vino sono così piacevoli da leggere» – The New York TimesrnrnFin dal suo esordio con la dirompente prosa di ""Le mille luci di New York"""", Jay McInerney ha ricevuto molti riconoscimenti. Tra essi c'è anche quello di """"miglior scrittore di vini"""" da parte della rivista """"Salon"""". Le sue recensioni enologiche sono state definite «brillanti, acute, comiche e spesso sfacciatamente provocatorie». Sul """"New York Times"""" hanno scritto: «I giudizi sui vini di McInerney sono attenti, pieni di aneddoti sfiziosi e impeccabili citazioni letterarie». """"I piaceri della cantina"""" raccoglie i testi, scritti nell'arco di oltre cinque anni, che testimoniano il continuo viaggio dell'autore alla ricerca di novità, di classici, di sorprese, solleticando sia il palato sia la curiosità dei lettori. Una guida indispensabile e sfaccettata alle infinite varietà di vino che presenta. Riesling dei Finger Lakes, Armagnac di Gascony, Amarone della Valpolicella, le bottiglie ideali da degustare con il cioccolato, sono solo alcuni esempi delle delizie che si assaporano nella raccolta."" -
Grandi problemi risolti in piccoli spazi. Codicillo dell'essenzialismo
Anche se il premio Nobel è previsto per le scoperte scientifiche e non per quelle filosofiche, dice Sossio Giametta, quelle filosofiche ci sono. Molte sono sparse con naturalezza in questo librettornAl pari delle scoperte scientifiche, quelle filosofiche hanno bisogno, per essere esposte, di poche pagine. Ma questo dipende dal fatto che quando si colpisce il bersaglio non c'è bisogno di descrivervi intorno ampi giri, di tracciare arditi arabeschi e di intrecciare strutture acrobatiche nel tentativo impossibile di recuperare con la complessità ciò a cui solo con la semplicità della ''profunda claritas'' si può accedere.rnIl male, la morale, la natura, il bene, il libero arbitrio, la logica, la religione, l'immortalità e altri problemi millenari vengono in questo libro risolti con lo stile chiaro ed essenziale che è magistralmente analizzato dal postfatore Marco Lanterna. -
Le differenze topiche. Testo latino a fronte
"Le differenze topiche"""" è l'ultima monografia logica di Severino Boezio (ca 480-524 d.C.) scritta intorno al 522 d.C., poco prima della sua carcerazione e morte. L'opera, composta in quattro libri, illustra l'arte di risolvere ogni genere di questione mediante il ricorso a principi e schemi universali del ragionamento, chiamati """"luoghi"""", in grado di racchiudere e contenere entro se stessi lo sviluppo di tutte le argomentazioni poste a servizio di qualsiasi ambito disciplinare. Boezio ereditava tale insegnamento dalla tradizione greca e dalla tradizione latina: l'una risalente ai """"Topica"""" di Aristotele mediata attraverso Temistio e di natura eminentemente dialettica, l'altra proveniente dai """"Topica"""" di Cicerone e di natura prevalentemente retorica. Alla luce delle divergenze riscontrate, Boezio intraprese la stesura del trattato su """"Le differenze topiche"""" proprio allo scopo di mostrare la possibile via di conciliazione tra queste due tradizioni filosofiche e trasmettere una visione unitaria della materia. Ciò non poteva, tuttavia, avvenire senza che a nascere fosse al tempo stesso qualcosa di nuovo. Era, infatti, inevitabile che ad essere trasmessi fossero non soltanto due distinti insegnamenti, ma che ad emergere fosse anche l'originalità propria con cui Boezio operò la loro sintesi. Infine, il quarto libro, interamente dedicato alla retorica, conserva il dato più originale dell'opera, laddove il filosofo romano ha definitivamente riformato il modo di concepire quest'arte, fondando teoreticamente la direzione verso cui la retorica, insieme alla dialettica, deve guardare per realizzare se stessa e raggiungere il proprio fine: la ricerca della verità.rnL'arte dell'argomentazione contenuta nel trattato su """"Le differenze topiche"""" rappresenta lo snodo principale di trasmissione della dialettica aristotelica al Medioevo latino e rende quest'opera una tappa essenziale per chiunque voglia comprendere gli sviluppi della logica europea attraverso il Medioevo e il Rinascimento." -
Logica ed esistenza. Testo francese a fronte
"Logique et existence"""" si interroga sui rapporti strutturali tra la """"Fenomenologia dello spirito"""" e la """"Scienza della logica"""" hegeliane, offrendo una panoramica complessiva dell'opera di Hegel a partire da alcuni snodi cruciali della riflessione del filosofo di Stoccarda. Affrontando il problema della controversa questione del rapporto tra eternità e tempo, l'analisi hyppoliteana lascia emergere, in modo quasi schivo, alcune questioni centrali che verranno fatte proprie dalla speculazione di Foucault, Deleuze e Derrida: la questione del rapporto tra genesi e struttura e tra esperienza e trascendentale, il tema della desoggettivizzazione del pensiero, il tentativo di pensare la differenza senza subordinarla all'identità." -
Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare
Raccontando anni di esperienza come consulente e il suo passaggio da una timidezza riluttante a una timidezza orgogliosa, Susan Cain accende un riflettore sugli introversi che sono fra di noi, spiegandone la forza e il ruolo nella nostra società. Ne nasce un libro unico, diventato un caso editoriale negli Stati Uniti e in tutto il mondornIl mondo è pieno di introversi: li vediamo, anche se non li sentiamo. A volte ci disturbano, con la loro reticenza. Altre volte ci affaticano, perché cedono sempre il passo a noi. Altre volte ancora li apprezziamo, perché sembrano innocui. Sono almeno un terzo delle persone che conosciamo: sono quelli che preferiscono ascoltare, invece che parlare; che preferiscono leggere invece che fare vita sociale; quelli che creano e inventano, ma che non ostentano la loro opinione. A molti di loro dobbiamo alcuni dei più grandi progressi dell'umanità: dalla teoria della gravità all'invenzione del computer, da Harry Potter a Google. Ma come trovano spazio gli introversi in una società che sembra premiare solo le personalità estroverse, competitive ed egocentriche? -
Hollywood trema
«Los Angeles: arrivi spregiudicato, riparti pregiudicato», dice James Ellroy. Ed è una Città degli angeli crudele e corrotta a fare da sfondo a questi racconti che contengono i temi più importanti dell'opera letteraria del re del noirrnC'è il mondo maledetto del giornalismo d'assalto, del divismo che brucia i più fragili, degli abusi di droghe e di sesso. Ellroy tratta in modo magistrale la materia incandescente del male e della violenza anche a partire dalla propria esperienza autobiografica: in ''L'assassinio di mia madre'' riprende il fascicolo dell'indagine sull'omicidio della madre, lo studia attentamente, osservando con cura le foto, anche le più orribili e impressionanti. In ''Dubbio letale'', un uomo viene ucciso durante una rapina in un negozio e un giovane afroamericano viene condannato alla pena di morte sulla base di una sola testimonianza oculare. Partendo dai dubbi di uno dei giurati, Ellroy costruisce un'investigazione parallela che ci conduce nel profondo orrore di un omicidio. O ancora, in ''Sesso, lusso e soldi'' l'autore ripercorre in modo personale quel ''gigantesco romanzo russo ambientato a Los Angeles'' che fu il caso O.J. Simpson. Nel ritmo incalzante e nella prosa asciutta di queste storie sempre in bilico tra realtà e finzione il lettore viene precipitato sulla scena del crimine, fra omicidi irrisolti e sogni infranti, ossessioni che vengono dal passato e incubi che vivono nel presente. -
Per una rivoluzione italiana
Questo libro pone delle domande apparentemente banali, come sempre appaiono le grandi questioni: viviamo davvero in una democrazia? I politici ci rappresentano davvero? Lo Stato pensa davvero al bene dei cittadini? La risposta degli autori è sempre no, il cittadino non possiede, in realtà, nessun potere, per cui l'intero progetto della vita sociale deve essere ripensato da un ''laboratorio per la rivoluzione'' composto da studiosi che sostituiscano i politici. Pubblicato per la prima volta nel 1996, questo dialogo si mostra oggi in tutta la sua preveggenza, anticipando fatti come la nascita del MoVimento 5 Stelle, spronandoci a ripensare questioni cruciali come la cultura, i flussi migratori, la scuola e i mass media attraverso una difficile ma necessaria operazione di ''dissolvimento dell'ovvio''. -
La grande caccia allo squalo
In questo libro Hunter Thompson affronta i temi a lui più cari: lo sport e la politica. E come al solito l'argomento trattato è un pretesto per affrontare questioni più ampie e dilungarsi sulle proprie esperienze personali ''La grande caccia allo squalo'', che dà il titolo al volume, è l'articolo di Thompson che più si avvicina al celebre ''Paura e disgusto a Las Vegas'': Hunter viene inviato da ''Playboy'' in Messico per documentare un torneo di pesca d'altura, ma decide di abbandonare l'incarico e di darsi alla festa. E di rientrare negli Stati Uniti con un grosso quantitativo di droga che in qualche modo deve superare la dogana. Dal Super Bowl a Muhammad Ali, allo scandalo Watergate, il libro raccoglie molti degli articoli di Thompson, dai primissimi a quelli sportivi, da quelli politici della maturità ad altri di vero e proprio commento culturale. Pubblicati negli anni Settanta su ''Rolling Stones'', su ''Playboy'' e sul ''New York Times'' sono un indispensabile compendio di gonzo journalism e lo sfolgorante esempio della lucida follia del suo irriverente inventore. -
Fiabe centimetropolitane
Surreale è tutto ciò che non potrebbe mai succedere. Ma se poi succedesse lo stesso? A questa domanda Elio ha sempre cercato di rispondere, con le sue canzoni e ogni altro mezzo, costruendo castelli di ipotesi in aria che acquistavano realtà via via che sollevavano pinnacoli immaginari: oggi nessuno più dubita dell'esistenza di un vitello dai piedi di balsa. Trenta secoli di buon senso ci hanno fatto credere che una fiaba con animali, da Esopo in poi, sia solo un modo cifrato di parlare della realtà: la cosiddetta allegoria. Ma c'è ben altro nel dare la parola alle bestie. Una minaccia per l'ordine delle cose, e una speranza di riscatto per tutti gli universi paralleli. Se poi la fiaba finisce nel mirino alieno di uno scrittore (e scrittore Elio lo è sempre stato, almeno da quando lo è diventato) per il quale il surreale non ha niente di irreale, allora le storie si tendono al verosimile, le bestie non spacciano più pillole di velato buon senso, ma si limitano a vivere la loro vita quietamente assurda infischiandosene di noi lettori stupiti ed esilarati, e la lettura si trasforma in una specie di iniziazione. La zoologia del pianeta Elio non contiene solo giraffe, pettirossi e grillitalpa, ma opera innesti nei regni cosiddetti naturali, e genera alberi antropomorfi, nobiluomini di cristallo e di cotone, autoarticolati ambiziosi, ammaestratori di cozze, coccodrilli idrosolubili e via surrealizzando. Si ride molto, ma anche per difendersi, giacché sotto sotto serpeggia la stessa inquietudine che circola nei capolavori di Lewis Carroll: che il surreale sia soltanto il reale di qualcun altro. (Davide Tortorella) -
I giganti silenziosi. Gli alberi monumento delle città italiane
Gli alberi più antichi delle nostre città hanno uno strano destino: li sfioriamo, li guardiamo ogni giorno, ma difficilmente i nostri occhi vanno oltre. Eppure sono le creature più longeve della Terra: quando nasciamo sono già lì e con buona probabilità ci sopravviveranno. Testimoni muti delle epoche, assistono apparentemente impassibili ai cambiamenti ambientali e allo scorrere delle nostre vite. Alcuni di loro hanno fisionomie e storie eccezionali, sono individui unici e riconoscibili. Tiziano Fratus, appassionato e scrupoloso cercatore di alberi, col piglio rigoroso del naturalista e il suo inconfondibile afflato poetico, ci offre un viaggio inedito attraverso le città d'Italia in cui è possibile incontrare questi immensi eremiti secolari e ci invita a guardarli con attenzione, ad ascoltarli. Torino, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari sono solo alcune delle tappe di questo itinerario che attraverso apposite mappe e un ricco apparato di immagini mostra il lato più ancestrale dei luoghi che pensiamo di conoscere meglio, in cui le storie dei giganti arborei si intrecciano a quelle degli umani. -
Privati abissi
Un racconto disincantato di desiderio e perdita di due belli e dannati in fuga dal loro mondo agiato, vittime degli oscuri abissi del cuore umano.rnrnVincitore del Premio Bagutta 2012rn«Quattro amici e un preziosissimo toro da monta: una farsesca epopea che approda al teatrino off nascosto nel Fontanone del Gianicolo. Tutto sembra precipitare, fino a quando arriva un capriccioso miliardario...» - Robinson, La Repubblicarnrnrn«Un romanzo il cui impianto è creato non tanto da azioni e colpi di scena ma dalle atmosfere, e le atmosfere sono create dallo stile» – Paolo Di StefanornrnQuesto romanzo è la storia di un giocatore di professione col cuore in dissesto che trascorre le sue giornate invernali in un casinò su una costa fuori stagione ricostruendo, in una lontana estate romana, la tormentata storia d'amore di due giovani rappresentanti di un mondo dorato e cosmopolita che, sul finire degli anni sessanta, avevano trovato nella Capitale un'ultima, accogliente spiaggia per le loro esistenze al limite. Esponente di una grande dinastia industriale lui e bellissima ereditiera lei oppressa da un pesante segreto familiare, i due scivolano in un precipitoso matrimonio cercando reciproca salvezza ma solo per perdersi e inseguirsi in un gioco estenuante e disperato fino all'imprevedibile epilogo. Sullo sfondo di una Roma indimenticabile, febbricitanti capitali europee e le sponde di un lago notturno, i due danno vita a un disincantato racconto di desiderio e perdita di due belli e dannati in fuga dal loro mondo agiato, vittime degli oscuri abissi del cuore umano. -
L'arte del macello. Come Joseph Lister cambiò il mondo raccapricciante della medicina vittoriana
Come Joseph Lister cambiò il mondo raccappricciante della medicina vittorianarnrn«In ""L'arte del macello"""" Lindsey Fitzharris diventa il nostro Dante e ci conduce attraverso il macabro inferno della chirurgia del XIX secolo per raccontarci la storia di Joseph Lister, l'uomo che risolse uno degli enigmi più spaventosi della medicina» – Erik Larsonrnrn«Brillante e avvincente. È la storia di uno dei grandi della medicina e del trionfo del metodo scientifico e della tenacia più ostinata sull'ignoranza dogmatica» – Henry MashrnrnTeatri anatomici stipati di studenti e curiosi, il tavolo operatorio incrostato del sangue di interventi passati, il lezzo inconfondibile di carne putrefatta: nel XIX secolo assistere a un'operazione chirurgica non era cosa per deboli di stomaco. """"L'arte del macello"""" rievoca un periodo della storia della medicina in cui anche una ferita lieve poteva portare a una morte orribile. I chirurghi, elogiati per la forza bruta e la velocità di esecuzione, raramente si lavavano le mani, il camice o ripulivano gli strumenti. Ancor più delle patologie dei pazienti, a essere mortali erano le infezioni postoperatorie, che i medici non sapevano sconfiggere. In un tempo in cui la chirurgia non avrebbe potuto essere più pericolosa, un giovane chirurgo quacchero di nome Joseph Lister osò sfidare i contemporanei affermando che i germi erano la causa di ogni infezione e che potevano essere trattati con un antisettico. E così facendo cambiò per sempre la storia della medicina, portandoci dritti nel mondo moderno."" -
Quaderni neri 1942-1948. Note I-V
Con questo volume si pubblica la seconda serie di quelli che Heidegger stesso definì ""Quaderni neri"""", i quali presentano una forma che, secondo le sue caratteristiche, risulta oltremodo singolare non solo per Heidegger, bensì in generale per la filosofia del XX secolo. Questi manoscritti, in cui si alternano osservazioni sugli eventi del tempo, discussioni filosofiche, meditazioni sull’arte e sulla poesia come pure autoriflessioni poetiche, offrono una tessitura di pensiero impressionante. Il presente volume è il primo di due nei quali vedono la luce le """"Note I-X"""". Raccoglie le """"Note I-V"""" e contiene anche quel """"Quaderno nero"""" che fino a poco tempo fa ancora si riteneva disperso. Il primo quaderno del volume comincia nel 1942, l’ultimo si conclude nel 1948. Le """"Note I-V"""" mostrano come il pensiero di Heidegger di una storia dell’essere incominci a sbiadire in favore di un pensiero del Geviert, della """"quadratura"""". Tuttavia proseguono le problematiche interpretazioni dell’ebraismo nel quadro del tramonto spirituale dei tedeschi che già affioravano nelle """"Riflessioni"""". Il dopoguerra è vissuto come un tradimento del proprio compito da parte dei tedeschi, del compito cioè di fondare l’""""altro inizio"""" della storia dell’essere. In relazione a ciò, Heidegger comincia a elaborare non solo il fallimento dei propri progetti di politica universitaria del 1933-1934, bensì anche la sua interdizione all’insegnamento, ufficializzata nel 1946. Con la pubblicazione del primo volume delle """"Note"""" si rende disponibile un’altra porzione del manoscritto che, compilato dall’inizio degli anni trenta fino all’inizio degli anni settanta, rende manifesto il """"cammino di pensiero"""" di Heidegger attraverso gli scossoni del secolo."" -
Capitale e disuguaglianza. Cronache dal mondo
Capitale, disuguaglianza, sicurezza, Europa: quattro parole chiave per comprendere il mondo di oggi spiegate da una rockstar dell'economiarnrnCapitale, disuguaglianza, sicurezza, Europa: quattro parole chiave per comprendere il mondo di oggi spiegate attraverso gli articoli che Thomas Piketty - economista francese diventato una star del dibattito economico dopo la pubblicazione del ""Capitale nel XXI secolo"""" - ha scritto su """"Libération"""" e poi su """"Le Monde"""". Con variazioni infinite tra paese e paese, la disuguaglianza moderna combina elementi antichi, fondati su rapporti di dominio puro e semplice e su discriminazioni razziali e sociali, ed elementi più nuovi, direttamente legati al capitalismo contemporaneo. Solo una vera lotta alle disuguaglianze su scala globale potrà condurre a uno sviluppo sociale equo, presupposto per garantire quella sicurezza che oggi più che mai sentiamo quotidianamente minata. L'Europa è chiamata a un ruolo centrale in questa battaglia, ma saprà interpretarlo solo rifondando democraticamente le sue istituzioni e rilanciando il suo modello di integrazione."" -
Atlante delle isole del Mediterraneo. Storie, navigazioni, arcipelaghi di uno scrittore marinaio
«Perché l'isola che non c'è al contrario esiste eccome, ed è possibilmente bella e vera»rnrnll Mediterraneo è un mistero. Vi aleggiano personaggi oscuri, salvifici, pericolosi, presenze ineffabili in grado di attrarre flotte di girovaghi, pirati turchi inseguiti dagli acerrimi nemici genovesi, anonimi piloti inabissatisi nei pressi dell'isola di Alborán, vichinghi giunti navigando il Dnepr e il Mar Nero, eremiti superstiti e dimenticati. Un arabesco di storie che da geografia disegnata su un foglio diventa manuale di esistenza, mappa alla ricerca geosofica del senso. Seguendo le sue rotte potremmo sconvolgere le categorie della conoscenza, finendo col misurare la terra col canto, tracciare i confini con i colori delle spezie, usare i ricordi per contare le miglia, o le idee per riempire il volume delle cose. E allora le carte mostrebbero ben altro dal semplice profilo delle coste. Semmai il comune dolore e l'ebbra euforia che condividiamo con chi crediamo diverso da noi, solo perché abita sull'altra sponda di questo mare. Quella che sta lì, di fronte a noi, e che ancora non conosciamo. -
Che profumo quei libri. La biblioteca ideale di un figlio del Novecento
L'autobiografia sentimentale del più appassionato bibliofilo italiano, che si racconta attraverso la sua personalissima – e talvolta spudorata – biblioteca del Novecento.rnrn«Storie antiche, di altri tempi, del Novecento. Nessuna nuvola virtuale, nessun catalogo immateriale riuscirà a replicarne le emozioni» – Pierluigi Battistarnrn«Si prenda una qualsiasi pagina di Mughini e la si ficchi nelle antologie per mostrare alle nuove generazioni come l'italiano si possa scaldare, martellare, curvare, e strappare alla ruggine» – Camillo LagonernrnUn libro in onore dei libri, quelli di carta. Libri come cavalieri, che vanno alla carica, disperata e inane, contro il fuoco battente dell'artiglieria digitale. Fragili creature da pochi centimetri di larghezza, ma che non per questo hanno un'aria meno imponente nel loro osare contro un nemico ben equipaggiato. Giampiero Mughini ha scelto alcuni dei libri a lui più cari fra quelli della sua collezione dedicata al Novecento italiano, non necessariamente i più famosi e riconosciuti, anzi spesso i più obliqui, azzardati e trascurati dal grande pubblico. Quei libri, che Mughini mette in vetrina come una mostra o racconta come in una telecronaca sportiva, sono descritti minuziosamente nella veste e nelle caratteristiche che ebbero quando apparvero in prima edizione, perché quello è il momento in cui un libro arrischia la sua avventura nel mondo. Tutti insieme compongono una biblioteca ""ideale"""" non nel senso oggettivo del termine, bensì arbitraria e soggettiva e talvolta spudorata, modellata dai capricci della memoria e a volte dalle sue malizie."" -
A tutto volume. Una storia epica dello stile, del suono e della rivoluzione della chitarra elettrica
Un libro che attraverso dodici chitarre, vere pietre miliari, fa rivivere la storia di uno strumento iconico e del gruppo di innovatori che ha trasformato un'idea in una rivoluzionernrn«Sono me stesso solo quando ho una chitarra tra le mani» – George Harrisonrnrn«Ogni chitarrista vorrà leggere questo libro due volte. Ma tutti gli amanti della musica troveranno qui un racconto elettrizzante che si intreccia alla storia della cultura, della musica, alla politica, a storia d'impresa e di scoperte tecnologiche» – Wall Street Journalrnrn«Una storia completa e approfondita della chitarra elettrica è qualcosa di indispensabile che ho a lungo desiderato e aspettato. E finalmente è arrivata» – Billy GibbsonsrnrnPer generazioni la chitarra elettrica è stata un simbolo universale di libertà, ribellione e edonismo. Attraverso dodici chitarre, vere pietre miliari, ""A tutto volume"""" fa rivivere la storia di questo strumento iconico, di come un gruppo di innovatori ha trasformato un'idea in una rivoluzione. Come Leo Fender, che non sapeva suonare neanche una nota, ma che ha contribuito a far diventare la chitarra quella macchina del suono esplosiva che è oggi. La chitarra si è colorata nel tempo di un significato politico e culturale dirompente: elemento essenziale nella battaglia per l'uguaglianza razziale nell'industria dell'intrattenimento, fu anche specchio dell'ascesa degli adolescenti come forza sociale, nonché un pilastro del suono e dell'etica punk. Per chiudere il cerchio, si passa poi ai giganti contemporanei come Jack White dei White Stripes, Annie Clark (aka St. Vincent) e Dan Auerbach dei Black Keys, che hanno riportato sotto i riflettori alcuni dei primi, leggendari modelli di chitarra elettrica.""