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La farmacia di Platone
"A me sembra che vi siano almeno tre ragioni per ritornare ancora su queste pagine, per leggere o rileggere ancora questo saggio scritto quaranta anni fa e che può ormai essere considerato un classico della filosofia contemporanea. Innanzitutto esso è senza alcun dubbio un esempio magistrale di lettura e interrogazione di un testo filosofico; anche se al termine della lettura si arrivasse a non condividere alcuna delle tesi interpretative proposte dal filosofo francese, non si può non riconoscere il rigore, l'acribia e la fecondità di questo modo di leggere, sollecitare la riflessione altrui e praticare la filosofia che non cade mai nell'ingenua sterilità, di intendere il pensiero e l'atto stesso del pensare come un campo di battaglia sul quale confliggono tesi opposte. In secondo luogo il saggio di Derrida è un'analisi serrata di un punto centrale del pensiero platonico che tuttavia alcuni hanno finito per ridurre alla semplice contrapposizione tra oralità e scrittura. La posta in gioco nella riflessione che Platone articola a proposito del mito del dio Theut e dell'invenzione della scrittura va ben al di là della difesa di un particolare mezzo espressivo, l'oralità, coinvolgendo invece la natura del pensiero e l'atto stesso di pensare. In terzo luogo questo saggio del '68 resta centrale anche all'interno dell'amplissima produzione derridiana di cui l'insistenza sul concetto di indecidibilità è senza alcun dubbio uno dei tratti costanti e costitutivi"""". (Dall'Introduzione di Silvano Petrosino)" -
Leopardi, la malinconia
Questo non è un libro specialistico ma, semplicemente, speciale. Non rientra nei normali canoni della critica letteraria e rileggendolo a vent'anni dalla prima edizione ci si rende conto che non è invecchiato. Soprattutto in Italia, non è mai morta la diffidenza nei confronti di ciò che, in senso largo, è definibile come biografico. Ebbene, questo libro indaga a fondo proprio sugli intrecci di vissuto e opera, nella convinzione che soltanto così si può condurre un'esplorazione il più possibile convincente di un universo inventivo come quello di Giacomo Leopardi, unico in Italia ad essere stato insieme grande poeta e grande pensatore. Inoltre, questo libro è speciale perché vuole aprire nuovi orizzonti interpretativi a partire appunto dalla stretta connessione tra elementi del vissuto e dati della scrittura, forma e contenuti, nel loro incontro e nel loro intreccio, in cui formano un tutto solidale dove vita e opera cooperano alla costituzione di uno degli universi poetici più ricchi e intensi della nostra letteratura. -
L' arte di costruire le città. L'urbanistica secondo i suoi fondamenti artistici
Considerato già un ""classico"""" dieci anni dopo la pubblicazione, poi soggetto a polemiche e dimenticanze, riproponiamo un testo pioniere del XIX secolo. Oggi che un nuovo interesse si è acceso attorno a quella cerniera fra Otto e Novecento in cui per tanta parte ancora affondano le nostre radici, Camillo Sitte, accanto a Semper e Viollet-le-Duc, occupa nel campo che gli è proprio, una posizione di rilievo. In connessione con lo sviluppo della critica alla monotonia delle architetture urbane, con il precisarsi di ideali e ideologie di rinascita dei centri storici, il contributo dell'architetto viennese alla trasformazione dell'immagine della città può rivelarsi una lettura significativa per l'operatore come per lo storico o il semplice curioso."" -
Il nono libro dei ritratti di santi
"Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino"""". È con questo giudizio che papa Benedetto XVI ha voluto concludere la sua prima lettera enciclica """"Deus Caritas est"""". In questo libro l'autore offre una esemplificazione di questo """"duplice movimento"""" dell'amore. Due principi (Elisabetta d'Ungheria, Viadimir Ghika), un soldato (Lorenzo della Risurrezione), un professore universitario (Federico Ozanam), un'educatrice (Elisabetta Anna Seton), una suora della carità (Caterina Labouré), una fanciulla (Laura Vicuña), due protagonisti della vita sociale e politica (Dorothy Day e Giorgio La Pira) rappresentano un campionario storico molto variegato, ma tutti hanno assecondato lo stesso duplice """"movimento"""": quello dell'amore di Cristo che li affascinava e li attraeva (un vero irmamoramento) e quello dell'amore del prossimo al quale si sentivano interiormente destinati. Diversi erano i poveri - incontrati nella spianata di un castello medievale, o nelle carceri di regime, o alle porte di un convento, o in un corteo di operai -, ma identica fu la passione (come quella di Cristo, che fu un intreccio di operosa attività e di patimento salvifico e di indicibile trasporto d'amore) vissuta dai santi." -
La scena umana. Grazie a Derrida e Levinas
Costruito attorno al rapporto che per più di trent'anni ha visto coinvolti, tra obiezioni e critiche talvolta severe ma soprattutto attraverso una sorprendente solidarietà, Derrida e Lévinas, il presente lavoro si concentra sul soggetto umano della cui esperienza si propone di evidenziare i tratti essenziali. Evitando da una parte il tono apocalittico di molto anti-umanesimo contemporaneo che spesso si è compiaciuto di celebrare l'era delle fini (morte di Dio, fine della verità, della storia, del soggetto ecc.), ma d'altra parte prendendo anche le distanze da quella facile retorica umanistica che spesso si è accontentata di ripetere le parole d'ordine dell'Anima, dello Spirito, della Persona, il testo di Petrosino arriva a delineare un'originale antropologia filosofica all'interno della quale la scena umana emerge come quella di un dramma irriducibile tra la pulsione a distruggere e la chiamata ad accogliere. -
Dallo «Zhuangzi» la condotta della vita. Il volo nell'azzurro infinito
Insieme al Tao Te King, attribuito a Laozi, e al Liezi, lo Zhuangzi è uno dei tre grandi classici del taoismo. La sua influenza sulla poesia e sulla letteratura, sulla pittura e sulle altre arti, sullo spirito e sul comportamento cinesi è stata immensa. Non solo: nella marcia forzata e convergente delle civiltà, lo Zhuangzi appartiene a ciò che possiamo chiamare le opere rappresentative del patrimonio comune dell'umanità. Il primo capitolo, che viene qui presentato, espone in modo superbo quella che è la realtà ultima del reale in noi e attorno a noi: il suo movimento proprio, naturale, spontaneo. La vera poesia di queste pagine non sta nel ricordare leggende magnifiche che descrivono la cosmologia o le leggi dell'universo; è lo stesso immenso dispiegarsi del movimento universale che ci solleva e ci trasporta con sé. -
Il problema della genesi nella filosofia di Husserl
Ecco la prima opera di Jacques Derrida. Scritta nel 1953-54, quando era studente di Filosofia all'École Normale Supérieure di Parigi, propone una lettura dell'opera di Husserl che assume come filo conduttore il tema della genesi. Si trattava allora di analizzare le difficoltà e i rimaneggiamenti provocati nel pensiero del fondatore della fenomenologia dalla presa in considerazione del tempo, del divenire e della storia, tanto nella costituzione del soggetto trascendentale quanto nella produzione intenzionale del senso dei suoi oggetti, e in particolare degli oggetti scientifici. Oltre a permetterci di ricostruire aspetti filosofici e persino filosofico-politici della Francia del tempo, quest'opera annuncia anche la problematica e lo stile delle questioni ""decostruttrici"""" che Derrida svilupperà nelle sue numerose opere tra il 1962 e il 1990."" -
L' abolizione dell'uomo
Clive Staples Lewis ci offre in questo volume un brillante, ma anche agghiacciante saggio sulla capacità dell'uomo di distruggere la propria umanità. Sono riflessioni e immaginazioni, visioni di un futuro prossimo e discussioni sul presente. Leggendolo, sembra a tratti di ritrovarsi in uno dei capolavori di fiction di cui è maestro; alcuni critici hanno addirittura sostenuto che questo saggio ne costituisca l'indispensabile controparte. Si tratta difatti di una realtà di condizionamento dell'umano, di svuotamento della sua intelligenza e della sua creatività sperimentabile da chiunque, in cui però la fantasia dell'autore entra prorompente a descrivere, come in un racconto, tutte le conseguenze attuali, possibili e perfino quelle che a volte si ha cura di definire come impossibili. -
Dalla mia vita. Autobiografia dell'età giovanile
Interrotto quando aveva 24 anni, il racconto autobiografico di Adrienne von Speyr contiene già tutto l'essenziale. Come scrive Hans Urs von Balthasar, ""nella sua autobiografia, si vedono quasi a ogni pagina crescere uniti organicamente i due grandi interessi della sua vita: il suo ethos medico e il suo ethos cristiano"""". Nata nella Svizzera francese all'inizio del XX secolo, la sua vita fu specialmente illuminata dalla carità efficace e silenziosa della nonna materna e dall'austera ma benevola personalità del padre, medico interamente dedito alla professione. La morte prematura di costui rischiò però di far saltare il progetto di Adrienne di seguirne le orme. La mamma e lo zio non erano favorevoli a una professione che richiede una lunga preparazione e si addiceva, a loro avviso, esclusivamente agli uomini; inoltre la malattia ai polmoni che la colpì sembrò porre termine alle sue aspirazioni. Ogni ostacolo venne tuttavia superato e l'ingresso in ospedale costituì per lei l'approdo e insieme il punto di avvio di una vita di servizio. Un'opera incompleta, dicevamo, che lascia al lettore il compito di approfondire, di andare oltre, per cogliere l'essenziale della parola che ci viene trasmessa. Adrienne von Speyr non chiede di meglio in queste pagine che ci introducono nei vertici della spiritualità e della letteratura."" -
Meditazione e preghiere
"Le meditazioni e preghiere comprese in questo volume furono stese di getto da Newman in varie occasioni, per tener traccia scritta dei propri pensieri. In quanto tali, non hanno molto dell'elaborata struttura concettuale e dimostrativa e dell'elevata veste stilistica proprie delle opere destinate al pubblico dei suoi molti lettori. Ma, proprio per la loro forma semplice, immediata e intensamente personale, esse mostrano con ancor maggiore evidenza taluni aspetti salienti della personalità di Newman: l'intuizione profonda e penetrante dei principi chiave della realtà e della vita cristiana; la sincerità dell'adesione a essi, al di là di ogni possibile autoillusione dell'intelligenza e della volontà; la piena conformità a quella 'luce amorevole' che già da anglicano invocava e a cui fu sempre fedele in un lineare itinerario di vita che fu anche nascosto martirio dell'animo. [...] Pubblicate postume nel 1893 da William Neville, discepolo e confratello di Newman, le 'Meditations and Devotions' ebbero nel tempo numerose edizioni. Questa, curata da Meriol Trevor nel 1964, si distingue per alcune modifiche all'ordine interno dei testi, giudicate confacenti alla loro migliore comprensione."""" (Luca Orbetello)" -
La natura del gotico
L'opera di Ruskin cadde in un momento in cui l'architettura e le arti figurative attraversavano una crisi di identità e il contrasto fra neo-medievalismo e relativismo eclettico toccava le punte più infuocate. La natura del gotico è uno dei più significativi documenti di quel periodo, in quanto digressione teorica, fino ad allora inedita in Italia, contenuta nel celebre libro Le Pietre di Venezia. Nel venir meno del valore assoluto di ogni riferimento alla tradizione, l'autore propone la forza di un modello mai prima esplorato: il Gotico, come orizzonte figurativo e normativo. Molti sono gli elementi di interesse di questo breve capitolo, in cui si vanno elaborando categorie che per l'architettura moderna almeno in parte definiranno, nel momento delle scelte, il crinale di rottura con il passato. Un discorso su struttura e ornato condotto con una tensione ben lontana dal prudente e indifferenziato eclettismo di tanta cultura architettonica ottocentesca; una profonda nozione di imperfezione che, vista come sigillo del pensiero originale, si oppone alla classica perfectio: ciò che è pienamente umano è sforzo orientato, errore possibile, intriso di senso. L'identificazione di classicità e ""macchina"""", confermata dalla totalità del lavoro servile nel mondo antico, introduce poi al tema della moralità, così vivo anche nell'architettura contemporanea."" -
Soggettività e denaro. Logica di un inganno
"Non si riesce a comprendere nulla della natura del denaro e delle mirabolanti capovolte che l'uomo compie attorno ad esso se non si passa dal modo d'essere di un soggetto che desidera ciò di cui non ha bisogno e che manca di ciò rispetto a cui non ha mai un sapere chiaro e distinto"""". Attraverso la lettura di Kafka, Kojève, Simmel, Heidegger, Lacan, Lévinas, una folgorante analisi delle ragioni che portano il soggetto a trasformare un mero strumento in quel fantasma vorace di fronte al quale ogni identità evapora e ogni volto si sfigura. Uno strumento utile per comprendere e smascherare l'inganno per eccellenza del nostro tempo." -
Dall'arte di nutrire la vita. Gli esercizi del palo eretto
"Un libro semplice, dedicato al Qi Gong, l'antica Pratica cinese del Soffio Vitale. Una pubblicazione attuale e precisa. Uno svolgimento sapientemente bilanciato tra una parte introduttiva e una specifica parte dinamica. Numerosi metodi ed esercizi pratici, ben spiegati e illustrati, arricchiti di puntuali valutazioni circa i significati funzionali ed energetici, seguono a un prezioso profilo storico della disciplina cinese del Qi Gong e a una fattiva disamina dei fondamenti di fisiologia energetica tradizionale e di pratica energetica. Dovunque si riconosce la mano esperta di chi davvero respira e si alimenta di questa disciplina. Un testo che sa riunire teoria e pratica, informazione generale e precisa descrizione delle singole pratiche, e lo fa in modo naturale. Un'opportunità volta al neofita come a chi già muove i suoi passi. Non resta che leggere, comprendere, praticare e fare esperienza, ricordando comunque come praticare in ogni caso significhi praticare se stessi. Armonizzare il corpo, armonizzare il respiro, armonizzare la mente, e riunire e armonizzare se stessi e l'altro da sé. Praticare per vivere meglio le proprie giornate, per fuggire dallo stress quotidiano, per stare bene, per stare meglio. Praticare per comprendere e per comprendersi, per maturare, per curare se stessi e per prendersi cura del proprio prossimo. Soprattutto, prima durante e dopo ogni altra considerazione, praticare per manifestare se stessi."""" (dalla prefazione di Carlo Moiraghi)" -
San Giovanni. Esposizione contemplativa del suo vangelo. Vol. 1: Il Verbo si fa carne.
Sulla terra l'ordine e l'amore sono rappresentati da Pietro e Giovanni, dall'istituzione e dal carisma; essi devono perciò essere uniti in analogia all'unità che hanno in Dio, perché la Chiesa sia veramente cattolica, aperta a tutti. È il pensiero dominante di questo libro ricco di spunti sempre nuovi che tengono avvinta l'attenzione del lettore. Convertitasi nel 1940, la dottoressa svizzera Adrienne von Speyr ha lasciato una mole impressionante di opere teologiche. Accolte inizialmente più per curiosità che per convinzione, esse si sono in seguito imposte all'attenzione dei teologi e della Chiesa tutta. Il Commento al Vangelo di Giovanni è senza dubbio la sua opera maggiore. Senza pretese specialistiche, ma con la sapienza di chi è abituato a lasciarsi prendere dalla Parola, la von Speyr espone il Vangelo passo per passo al fine di sottomettervisi, non per dominarlo. «Quando Dio Padre, Figlio, Spirito Santo abita un cielo che Lui Solo conosce, allora l'amore e l'ordine sono una cosa sola, non c'è possibilità di distinguerli perché l'amore è ordine e l'ordine amore. Ognuna delle tre persone della Trinità ama gli altri a partire da un ordinato amore divino». -
Il libro dell'Agnello. Sulla rivelazione di Giovanni
«Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli»: là dove falliscono sistemi e ideologie solo l'Agnello - l'Agnello che è stato immolato e che sembra soccombere dinanzi alle forze del mondo - è in grado di dare un senso all'universo e alla storia, lottando contro il male fino alla vittoria finale. In questo agile commento all'Apocalisse di Giovanni (preceduto dal testo dell'ultimo libro della Bibbia cristiana), uno dei più importanti teologi del XX secolo ci offre un'interpretazione delle «cose ultime» in cui la centralità di Gesù Cristo risalta attraverso le ricche immagini della rivelazione giovannea, tutte armonicamente tendenti a Dio e alla sua manifestazione; una liturgia celeste dove il male è destinato all'autodissoluzione, grazie a quella forma assoluta di amore che è il giudizio divino. L'autore mette così in luce la perennità e attualità del Libro dell'Agnello, che anche nella nostra epoca non può che essere segno di speranza e profezia della vita nuova che è stata promessa agli uomini in Cristo. -
I simboli cinesi di vita e di morte
"Il drappo funerario, detto di Mawangdui, è dispiegato davanti a noi. È un oggetto superbo. Il colore sontuoso, reso più sorprendente e misterioso dai duemila anni di permanenza sotto terra, si estende sulla seta bruna. Grazie all'intreccio di animali fantastici, alla nettezza, all'eleganza e al vigore dei personaggi, alla nobiltà degli atteggiamenti, alla bellezza dei tratti dei contorni, alla fermezza del disegno calligrafico, alla sicurezza delle tecniche utilizzate e allo stato eccezionale di conservazione, noi abbiamo un oggetto d'arte di prima qualità e un inesauribile documento di informazioni per la storia e per l'archeologia. Ci viene offerta una sintesi potente e semplice della vita, così come poteva essere rappresentata con immagini, all'epoca dell'instaurazione dell'Impero, iniziato dai Qin (221 a.C.) e affermatosi con gli Han (206 a.C.-220 d.C). Coloro che, come noi si appassionano a un'interpretazione rigorosa, certo, ma ricca ed elevata della vita, studieranno con attenzione questo incontro con la mitologia, il ritualismo e il pensiero riguardanti il percorso dell'uomo attraverso l'universo, che questo drappo funerario mette sotto i nostri occhi. Vi è di che sognare, di che pensare, vi è materiale da meditare e su cui ragionare; materiale che ci ammaestra su quello che è la vita e sui «passaggi» che occorre affrontare per realizzarne al meglio l'immensa proposta."""" (Dall'Introduzione)" -
La donna e la salvezza del mondo
«L'uomo e la donna sono creati per una reciprocità comunionale e Dio, quando parla, non li separa. E Satana invece che li separa, quando si rivolge alla donna sola (comportandosi così, dice Evdokimov, proprio perché è la donna che è religiosamente determinante). Da qui nasce poi un vero e proprio «scisma ontologico» e da ultimo l'opposizione del maschile e del femminile. Se Dio dice dolorosamente ad Adamo: ""Dove sei?"""", l'uomo e la donna continueranno sempre e tragicamente, ma anche con una nostalgia paradisiaca, a porsi reciprocamente la stessa domanda. Pavel Evdokimov evoca a grandi linee, nel corso della storia, questa guerra tra il maschile e il femminile, con l'alternarsi del matriarcato e del patriarcato. Il movimento contemporaneo di liberazione della donna si dirige a tentoni verso un rinnovato incontro dell'uomo e della donna. Ma la donna è tentata dall'esclusione dell'uomo, da atteggiamenti viriloidi. La libertà della donna, al pari di quella dell'uomo, ha bisogno di essere salvata. Essa esige che si esplorino degli aspetti che troppo a lungo sono rimasti solamente impliciti nel cristianesimo». (dalla prefazione di Olivier Clément)"" -
La semantica dell'azione. Nuova ediz.
La posizione filosofica di Ricoeur ormai non costituisce più una novità. Questo libro si sofferma sul suo contributo all'elaborazione di una filosofia dell'azione e quindi di un'etica radicata nella storia, saldamente fondata sullo statuto ontologico della persona umana. Tale aspetto del suo impegno speculativo è tanto più attuale ed importante in quanto ha preso forma in un momento in cui sembrava che la riflessione sull'azione e quindi sui valori dovesse diventare un capitolo non più della riflessione filosofica, ma della ricerca sociologica o psicologica. È appunto in quest'ordine di considerazioni che risiede l'interesse della presente opera. Nel suo aspetto più immediato può sembrare centrata esclusivamente sul confronto tra l'analisi linguistica e la fenomenologia. Tuttavia non si limita a definire i termini di questo confronto; delinea piuttosto un itinerario di ricerca che percorre i momenti speculativamente più rilevanti di una fenomenologia della volontà che, pur costituendo il presupposto dell'analisi linguistica, non ha tuttavia in se stessa la ragione ultima del proprio essere. Perciò perviene al riconoscimento dell'esigenza di una fondazione originaria, rispetto alla quale il discorso dell'azione, da descrittivo ed analitico, si trasforma in costitutivo e dialettico, cioè in discorso dell'azione sensata, in etica. -
Difficile libertà. Nuova ediz.
I saggi che compongono questo libro, selezionati dallo stesso autore, si insinuano nel cuore di quell'insistita domanda sulla propria origine e sul senso di un possibile dialogo con il mondo che le principali confessioni dell'Occidente continuano -talvolta drammaticamente - a modulare. Composti a partire dagli anni '50 fino all'inizio degli anni 70, si accordano con sorprendente precisione all'insieme di movimenti, rivoluzioni, promesse di cambiamento e delusioni che hanno attraversato il ventennio europeo uscito dalla guerra. Lévinas prende parte al dibattito con l'autorevolezza della plurimillenaria tradizione di cui è stato uno dei più felici e discreti interpreti: i maestri della tradizione talmudica insieme ad alcune grandi voci della contemporaneità filosofica come quella di Rosenzweig vengono interrogati su questioni di rovente attualità - l'uscita da Auschwitz e il dialogo interreligioso con il cristianesimo e l'islam; il rapporto con il comunismo e la conquista della luna; la polemica con gli autori cristiani e il futuro del giudaismo -, senza censure e senza illusioni sulla complessità che le sostiene e che reclama analisi altrettanto complesse. -
Gli stati di vita del cristiano. Nuova ediz.
La storia cristiana è la storia di coloro che hanno accolto l'invito a seguire Cristo secondo una molteplicità di applicazioni che testimonia della grande creatività della vocazione cristiana. Hanno avuto così origine gli ordini religiosi, le congregazioni, le associazioni, gli istituti, le confraternite. Tuttavia l'accelerazione temporale, tipica della nostra epoca, ha fatto emergere la relatività delle applicazioni rispetto alla centralità della vocazione. Ma come incarnare la vocazione cristiana ai nostri giorni? Il grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar ha cercato di rispondere con la vita e le opere (di cui la presente rappresenta la riflessione più matura) a questo interrogativo. Per Balthasar le forme, o stati di vita cristiana, sono sostanzialmente due: quella del cristiano chiamato alla santità nella vita familiare e quella della particolare sequela secondo i consigli di povertà, castità e obbedienza. In un periodo in cui la riflessione sulla vita cristiana e religiosa si limita molte volte all'impegno sociale o alla veste da indossare, un'opera che va al cuore della vocazione cristiana.