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L'orribile bruto
«L'orribile bruto» è a suo modo un viaggio che si compie nella vicenda umana di un ambiente, la boxe, piuttosto ambiguo. Jack London era un grande appassionato, praticante e cronista di boxe. London riesce sempre a prendere un argomento per il bavero e a plasmarlo al punto da rendere avvincente la storia, e a utilizzare un argomento come metafora più vasta, rivolgendo sempre il suo sguardo attento e appassionato verso il vero problema: la società umana schiava dell'avidità e di un'attitudine predatoria insaziabile. -
Vivo vedo
Vsevolod Nekrasov è una figura chiave della storia della letteratura non ufficiale sovietica. I suoi testi hanno contribuito all'evoluzione della poesia minimale, della poesia visiva e sonora, e in generale delle tendenze sperimentali della nuova poesia russa. Un percorso rigoroso che si sviluppa in molteplici direzioni, includendo in sé lirica e invettiva, e in ogni verso il tentativo di scavare nelle pieghe del linguaggio. -
Il centro del mondo
Sette sezioni per concentrare un'esperienza ultradecennale. Una scrittura sempre tesa a un equilibrio emozionale e narrativo, nella quale i frammenti vengono a ricomporsi in un continuum fatto di presenze e assenze. Un percorso che scava nella memoria individuale e collettiva. Questo è «Il centro del mondo»: un lacerarsi e un ritrovarsi tra luoghi elettivi e rimembranze, tra affetti familiari e relazioni sociali, in un costante dialogo tra intimità e paesaggio irpino. E i ritmi, come in una partitura jazz, variano continuamente, dando senso alle sincopi dei brevissimi ""Lampioni"""" come ai suoni prolungati da """"Le stanze nascoste"""" sino alla chiusa di """"A margine."""""" -
Edward W. Said. Letteratura, umanesimo e critica del potere
Edward W. Said è considerato, ormai unanimemente, uno degli intellettuali più importanti del secolo scorso. La sua ricezione nel nostro Paese è però contrassegnata sovente da luoghi comuni e da facilitazioni storiografiche. Questo volume restituisce la ricchezza dell'avventura intellettuale del grande studioso palestinese, tracciando traiettorie, postulando sinergie e puntando l'attenzione sulla dimensione interdisciplinare del suo lascito. Ne emerge il ritratto di uno degli ultimi umanisti, la cui vocazione critica e oppositiva si lega a doppio filo al rilancio di una prospettiva politica che guarda alla risoluzione dei conflitti nel rispetto delle identità sociali. La letteratura è, in questa direzione, uno strumento di comprensione e lotta culturale: lo spazio in cui convergono interessi, strategie, volontà, mistificazioni, che il critico ha il dovere di smascherare e rigettare nell'arena del dibattito pubblico. -
Il giovane De Martino. Storia di un dramma dimenticato
Ernesto De Martino (1908-1965), il maggior antropologo del Novecento italiano, si è sempre percepito come “uomo atipico”, figlio della crisi, refrattario, perciò, a ogni norma classificatoria intesa a neutralizzare le contraddizioni della sua esistenza e della sua epoca. In questo libro, l'autrice ricostruisce l'intreccio contraddittorio e fecondo di esperienza storica della crisi europea ed esperienza della crisi personale che costituisce il nucleo profondo del pensiero demartiniano, attraverso un'accurata ricerca sul periodo della travagliata formazione del giovane De Martino fino alla composizione de ""Il mondo magico"""". Emerge così un passato in parte rimosso dal suo stesso protagonista, segnato dal tormentato rapporto con Vittorio Macchioro, cui è restituita la giusta centralità grazie al recupero della parte ancora inedita del carteggio tra i due studiosi, e percorso dal tentativo di rispondere alla crisi dell'Occidente attraverso il recupero storico e conoscitivo della forza rigenerativa e salvifica della religione e del magismo."" -
Anelli di fumo
Nell'Italia degli anni della Lunga crisi, tra Roma e Milano, un gruppo di trentacinquenni cerca uno spazio e un senso in una società che troppo spesso li sputa fuori come «Anelli di fumo»: belli e curati ma destinati a dissolversi in fretta. I nostri antieroi, sia etero che gay, si raccontano prima individualmente, poi collettivamente, nel cuore della “fumeria”: la casa della festa d'addio di Ivan e Valentina. Qui le storie di tutti si fondono in un racconto generazionale che parla ai cervelli e agli stomaci in fuga da un'Italia sempre più Paese per vecchi. E nel finale il romanzo sociale si tinge di noir: alla festa, un regalo speciale metterà in crisi gli amici e imprimerà una svolta inaspettata... -
Oh Lady Gaga
L'Apocalisse, smettiamola di rappresentarla in modo apocalittico: plumbee atmosfere, uomini talpa, macerie, roghi e rottami. L'apocalisse, il suo day after, è invece la Gerusalemme celeste realizzata. Il Dio è venuto, e ogni cosa è compiuta alla perfezione e per l'eternità. In Lady Gaga la Diva appare come un arcangelo per un'annunciazione o come una Beatrice dantesca. In Io e altre persone socievoli che stanno dove stanno al Centro Commerciale Shop&Play Megacoitone. L'Io è involucro robotico con scadenza ma con possibilità di cambiare fattezze secondo il gusto del momento. In Protocolli e galateo magistrali ecco l'intero mondo Universo esistente lindo lindo, verde, ordinato, luminoso dove ci si nutre solo di escrementi, si beve solo urina; e le conversazioni vertono su tatuaggi e flogosi anali. In vescovo Conte una regione intera con la sua cittadella medievale rifondata come polivalente parco dove rievocazione storica rito religioso e show televisivo si mescolano insieme all'insegna del business sacrosanto. -
Trans
Il romanzo è la storia, senza spazio né tempo, di Wu Tse, un uomo in fuga dalla povertà e dalla dittatura; è la sconfitta di un Ulisse contemporaneo che, dopo essere approdato in lidi misteriosi e avervi superato prove ai limiti dell'assurdo, non fa ritorno in patria ma continua a vagare, schiacciato in quella che sembra una condanna all'eterna clandestinità, mosso dalla folle speranza di ritrovare l'amore della sua vita. Un mondo in cui non c'è divisione tra buoni e cattivi ma solo tra fortunati e meno fortunati, in cui anche i crimini sono giustificati e lo stesso protagonista compie atti di una violenza inaudita, mentre cresce in noi la sensazione di leggere non la vicenda di un singolo ma la storia di tutti i clandestini, di tutti gli apolidi, di tutti i diseredati della terra. -
La notte di Auschwitz. La concezione del male nei testi letterari di Elie Wiesel
Nel 1945 l'umanità scopre un volto del male che fino ad allora nella storia non si era mostrato: Auschwitz. Poste di fronte a quest'evento, la ragione e la filosofia sembrano aver smarrito le loro risorse per comprendere e interpretare una realtà che appare radicalmente nuova e smisurata. Un'indicazione viene invece dalla letteratura. Dopo l'esperienza di internato in quel campo della morte, infatti, il premio Nobel per la pace Elie Wiesel decide di scrivere racconti, cronache e commenti. Per testimoniare, per tentare di capire, per guardare la storia dal mondo sicuro dell'immaginazione e della creatività. E per permettere la sopravvivenza a se stesso, alla sua generazione e a quelle successive. Proprio all'interno della ricchissima produzione letteraria di Wiesel quest'agevole opera individua spunti e tracce per una riflessione profonda e intensa sul male a partire dalla novità che l'evento di Auschwitz costituisce. Perché incontrare l'orrore è l'unico modo per saperlo riconoscere e poterlo affrontare quando di nuovo si ripresenti, magari in forme diverse ma non meno terribili. -
Ritorno dall'esilio
La selezione di poesie è rappresentativa dell'evoluzione di Denisa Comanescu nel contesto della poesia europea degli ultimi decenni. Già tradotto in forma di volume in Spagna e Svezia, le poesie sono scritte in una voce distinta, con spiccata originalità, e riaffermano la dichiarazione poetica di una poetessa romena ben consolidata e raffinata. -
Grani di felicità
La presente raccolta è costituita da un'ampia scelta di liriche curata dall'autrice stessa. Le poesie qui presentate si riferiscono ad un lungo arco di tempo che va dal 1975 al 2014. Miller è cultrice del genere breve. Le liriche, tutte composte in versi regolari e con un uso costante della rima, si presentano come annotazioni, pensieri, frammenti narrativi, quasi appunti diaristici, per lo più caratterizzati da toni e atmosfere intimistiche, ma sostenuti sempre da un costante pathos civile. Dedicati ora a momenti della propria biografia, ora a sentimenti e impressioni legate alla storia e alla vita russa, i singoli testi, molti dei quali ora appaiono con regolarità sul blog dell'autrice prima di essere riproposti in singole raccolte poetiche, appaiono come singoli foglietti d'appunti collocati in fila indiana, carte sparse nel tempo, legate tra loro dalla genuina originalità delle scelte lessicali, d'intonazione e figurali. -
Il chiaro dell'ombra
Ne «Il chiaro dell'ombra» di Massimo Dalle Luche l'esperienza della separazione, sia questa vissuta nell'ambito della dinamica amorosa che nella dimensione intermedia tra la veglia e il sogno, porta a compimento quella “discesa alle Madri” ove, come ha scritto Giovanni della Croce, “la più aspra conquista” è un'inevitabile “opera di buio”. Ne risulta una visione del mondo solo apparentemente negativa se è vero che, come recitano i versi del testo introduttivo della raccolta, “c'è una conoscenza dell'oscuro / che conduce a un poco /di splendore”. -
Le felicità possibili
«Le felicità possibili» sono una raccolta di 30 racconti brevi e 30 immagini che invitano alla ricerca della felicità qui ed ora, con leggerezza, verso temi quali il contatto e il rispetto della natura, la cultura bene comune, la tolleranza, la creatività, l'armonia mente-corpo-ambiente-altre persone, il valore conoscitivo dell'istinto, l'alimentazione consapevole, le pari opportunità. -
Soul trip Friuli. Concept album in 43 tracce
Quarantatrè racconti brevi o brevissimi per raccontare un Friuli sconosciuto, a metà tra le descrizioni meditative di Italo Calvino e le Epifanie di Joyce: piccoli eventi, dove fiorisce un amichevole fanciullesco perturbante, dove all'evidenza logica delle cose si sostituisce una diversa evidenza “che non è altro”, ha scritto il filosofo della epoché, “che il vissuto della verità”. -
Sisifo sconfitto
Questi poemi in versi liberi e a tratti visionari costruiscono una vera storia, di epica quotidiana, fatti di madri, padri, fratelli, amici morti o sopravvissuti alle intemperie della vita. Qui Marco Mazzoni con un lessico immediato ma imprevedibile ci porta agli albori dei gesti, dei pensieri, delle cose nominate per quelle che sono. «Sisifo sconfitto» è un romanzo a forma di poema in cui l'epopea tutta contemporanea della sopravvivenza si incontra e a volte si scontra con le sconfitte personali che assurgono a motivo d'orgoglio e sofferenza. Nei versi di Mazzoni, il silenzio di cui si racconta è azione: attività di ogni momento dell'esistenza dei protagonisti e del poeta stesso; e quindi il silenzio allegorizzato è un silenzio di lotta. -
Identità e desiderio. La teoria mimetica e la letteratura italiana
«Identità» e «desiderio», insegna Girard, sono i due poli attraverso cui ciascun autore, e ciascuno di noi, cerca di costruire il percorso esistenziale dei propri personaggi e di sé stesso. Questo volume rappresenta il primo tentativo in Italia di richiamare l'attenzione su un paradigma critico poco frequentato dall'analisi corrente: la letteratura italiana rimane una delle letterature più feconde per descrivere le figure del desiderio imitativo, o i meccanismi sociali e storici di carattere persecutorio, nonché i residui del sacro nella cultura moderna. In questo senso, la teoria mimetica, intesa come paradigma non riduttivo di critica letteraria, ci consente di riconsiderare, con nuovi argomenti, la centralità e l'importanza della nostra tradizione nel più ampio contesto della letteratura Occidentale. Molti autori canonici della nostra tradizione, anche quelli di cui si può pensare che “tutto” sia stato ormai detto – Dante, Boccaccio, Machiavelli, Tasso, Manzoni, Svevo e Pasolini – trovano qui, rivisitati alla luce della teoria mimetica, una nuova e stimolante definizione esegetica. Un libro che non mancherà di essere adottato presso i dipartimenti di Lettere e le scuole superiori. -
La corda sensibile
Lei si chiama Anna ed è sposata con Alberto. Lui la ama. Le ricorda che è sua, che ha bisogno di lui: se solo lasciasse la presa Anna si sbriciolerebbe sull'asfalto dei suoi fallimenti. Lui sa come metterla di fronte alle sue paure, ai suoi segreti inconfessabili, alle sue ansie strutturali. Lo fa per lei. È bravo in questo e lei è brava a sua volta. Anna è laureata in psicologia, ma ha un lavoro precario in un call center. Suo padre glielo rinfaccia sempre. Che quella laurea non le è servita a niente. Al lavoro ci va volentieri. Se non ha lividi sulla faccia. Il più delle volte Alberto la risparmia e la prende a calci nello stomaco. L'importante per lei è che non si veda niente. Non è abituata a condividere il suo segreto nemmeno per nasconderlo. Nessuno deve immaginare la sua colpa, la sua vergogna. -
Questa è la casetta Chalet Stella
Un intreccio di storie, “vere non fiction” come annuncia la voce narrante onnisciente; vere come sono vere senz'altro le parole evangeliche nel Discorso della montagna o le immagini dei nostri sogni. Storie dei Due Pellegrini che compiono un lungo viaggio verso il mare e il loro destino; del Maestro che vive nella dimensione dell'attesa e contempla il mondo col suo sguardo sospeso; di Concetta che, ridotta a cosa orrenda dalla malattia, è accolta come manifestazione del sacro; del Nonno Putativo, per scelta operaio del più basso livello, fedele per sempre alla beatrice della sua giovinezza. E poi lo scenario delle Alpi - la loro geologia e i loro paesaggi - e un racconto di Aimee Bender e quadri di Monet, Pisanello, Gottlak, Van Gogh e forse Edward Hopper. -
Epilogo inatteso
Con il pretesto di descriverci personaggi abbastanza singolari, Giorgio Jellici abborda alcuni temi di base come l'arte (Montparnasse 17), il rapporto con la natura (La couleuvre), la professione e l'amicizia (Lo scavapozzi), i luoghi amati (Amapolas), l'Obra della Shoah (Epilogo inatteso), la caducità della vita (L'Andé e Emile Delaunay), l'esistenza di Dio (Augustì). Il racconto corre dalla Boemia alla Francia profonda, dal Trentino a Barcellona, ma non è un racconto di viaggi, né di avventure. Il tema di Jellici, in fondo, è sempre lo stesso: l'uomo e i suoi sentimenti. -
L'inquisitore e i portatori di luce
Nel 1341, nei Pirenei ha luogo un massacro di eretici catari. Il giovane domenicano Eymerich vi assiste. Resta impressionato dall’uccisione di una bambina, e dalla bambola di questa, che brucia nell’erba. Il suo maestro, l’inquisitore Dalmau, lo esorta all’impassibilità. Ventun anni dopo, nel 1362, Eymerich ha rinunciato alle proprie funzioni e si è ritirato nel convento domenicano di Gerona. Viene richiamato in servizio da un messaggio del papa. Deve indagare sull’assassinio di alcuni inquisitori avvenuto a Cahors, nelle regioni della Francia occupate dagli inglesi.