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La cabbalà in Italia (1280-1510)
Il nucleo del volume è costituito da una serie di conferenze sull'evoluzione della cabala in Italia dalle sue origini all'età del Rinascimento, presentate in inglese all'Università di Milano nel 1994. In vista della loro traduzione le lezioni originali sono state rivedute e aggiornate sulla base della copiosa bibliografia degli ultimi anni relativa alla mistica e al pensiero filosofico degli ebrei italiani. I capitoli e le appendici che arricchiscono il saggio trattano di singole personalità, di correnti mistiche, di scuole di pensiero sviluppatesi in Italia, a confronto con le contemporanee tendenze del pensiero filosofico ebraico e cristiano nella nostra penisola, ma anche con le tradizioni mistiche e speculative ebraiche dell'Europa occidentale, dell'impero bizantino e del Vicino Oriente, influenti sulla formazione della cabala italiana. Corredano l'opera numerosi indici tematici che permettono di rintracciare la varietà di fonti primarie utilizzate dai cabalisti italiani e di ricondursi alla bibliografia accademica contemporanea. -
Una città dai molti giorni
Nella Gerusalemme del mandato britannico si incontrano e si intersecano le vicende di due famiglie: i Barzel, di origine ashkenazita, e gli Amarillo, di origine sefardita. Con loro gli amici musulmani Faiza e Suvchi Bey. Passioni nascono e crescono, alcune solide e durature, alcune comicamente folli, altre soffocate sul nascere, altre ancora con derive inaspettate: l'enigmatico triangolo amoroso: Matti, Sara, Elias. Sullo sfondo, i drammatici eventi storici di una città bella e struggente, oscura e luminosa, Gerusalemme: una città ""piccola come il palmo di una mano"""". Una città che, come dice il dottor Barzel, """"qualunque cosa se ne pensi, ti sorprende sempre""""."" -
L' epistolario di Mosheh Hayyim Luzzatto
L'""epistolario Luzzatto"""" è stato più volte utilizzato per ricostruire le vicende di Mosheh Hayyim Luzzatto (Padova 1707 - Acco 1746), in particolare la controversia sulle opere cabbalistiche che in meno di un decennio interessò tutta la diaspora europea, ma non è mai stato oggetto di uno studio specifico. Scopo di questo studio è quello di riportare brevi note biografiche sui corrispondenti e su coloro che vi vengono menzionati e di descrivere in sintesi il contenuto delle 141 lettere e dei 26 documenti relativi al ventennio 1727-46, riportando interamente i testi più interessanti, che costituiscono una fonte primaria per la ricostruzione di una querelle che condizionò uno dei più geniali e brillanti intelletti del giudaismo italiano al bivio fra l'età medievale e quella moderna."" -
Giorni alle spalle
Gerusalemme: Miriam Weissbach, studiosa di alberi genealogici di famiglie ebraiche, trova per caso in una biblioteca una rivista aperta sulle pagine del racconto di una scrittrice olandese. Vi si narra del matrimonio di Bettie, sorella dell'autrice, con un ragazzo tedesco, Hans Ruppin, nell'Olanda occupata del '42. I nomi di Bettie e Hans, deportati pochi mesi dopo, compaiono anche in uno degli alberi genealogici della Weissbach, che decide allora di scrivere all'autrice del racconto. Comincia così la storia dell'incredibile incontro, a decenni di distanza, tra la scrittrice ed Eva Ruppin, sorella di Hans. Nessuna delle due, uniche sopravvissute di famiglie sterminate nei campi di concentramento, aveva mai saputo dell'esistenza dell'altra. Per entrambe inizia un viaggio nella memoria, doloroso e difficile, che però alla fine le avvicinerà in un'esperienza di condivisione profonda. -
Un rabbino tunisino nei ghetti del Regno di Sardegna 1818-1830. Gli ebrei non lo gradiscono ma la corte lo protegge
Dopo la caduta di Napoleone le risorte monarchie imposero agli ebrei molte delle passate restrizioni. Nel 1818 Abraham Belaiss Naskar, un erudito rabbino, costretto a fuggire da Tunisi, sua città natale, probabilmente per atti di disonestà, arrivò nel Regno di Sardegna dopo peregrinazioni presso varie corti europee. Fu un personaggio stravagante, che con odi encomiastiche e comportamenti da cortigiano seppe conquistarsi il favore dei sovrani, ma suscitò la diffidenza degli ebrei piemontesi. Parlava solo ebraico o arabo, ma Vittorio Emanuele I nel 1820 lo impose come rabbino a Nizza Marittima, con il sottinteso incarico di sorvegliare gli ebrei di quella città, sospettati di simpatie per le idee della Rivoluzione. Dopo anni di contrasti, nel 1826 fu costretto ad abbandonare Nizza. Rimasto in Piemonte fino al 1830, dopo soggiorni in Olanda e Francia si stabilì a Londra, dove morì ottantenne nel 1853. -
Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen
Reduce dalla deportazione ad Auschwitz e Ravensbrück, l'undicenne Ceija Stojka giunse nel campo di concentramento di Bergen-Belsen al principio del 1945. Vi sarebbe rimasta - insieme alla madre e ad altri parenti - fino all'aprile dello stesso anno, quando il lager venne liberato dai soldati dell'esercito britannico. Di lì a poco poté intraprendere il lungo viaggio per tornare nella sua città, Vienna. Dopo oltre mezzo secolo, l'ormai settantenne Ceija Stojka ricorda i mesi trascorsi a Bergen-Belsen. Descrive senza enfasi la spaventosa quotidianità - l'onnipresenza della morte, il tormento della fame, le violenze subite, la ferma volontà di sopravvivere - e ce ne restituisce un'immagine vivida. Pur avendo visto di quali crudeltà gli esseri umani sono capaci, le parole di Ceija Stojka non tradiscono odio né amarezza. Da esse traspare piuttosto un ostinato interrogarsi su un aspetto: come hanno potuto, tanti uomini, mettersi così ciecamente nelle mani di un altro uomo, di un regime sanguinario? Il suo racconto non fornisce risposte al riguardo ma trae esplicitamente origine da una impellente necessità: ricordare per combattere la sopraffazione e l'oblio, poiché ciò che è stato può ripetersi. -
Victoria
Questa saga familiare è ambientata nei cortili della Bagdad ebraica negli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale. Lotte di potere, intrighi, seduzione e tradimenti, streghe e spiriti fatti di carne e sangue. Al centro del romanzo Victoria, la figlia del capo tribù, schiava dei bisogni della sua famiglia come tutte le donne del cortile. È stata innamorata di Rafael fin dall'infanzia, e la sua storia, raccontata a distanza di anni e generazioni in una vecchia casa in Israele, è la storia di una relazione passionale, piena di bugie e umiliazioni, di speranze e di un testardo infinito amore. -
Biblioteca italo-ebraica. Bibliografia per la storia degli ebrei in Italia. 1996-2005
La presente bibliografia ""Biblioteca Italo-Ebraica"""" contiene l'elenco delle pubblicazioni sull'argomento relative agli anni 1996-2005. Le pubblicazioni riguardano gli studi sull'attività culturale, sociale ed economica degli ebrei italiani, nonché gli studi sulle istituzioni comunitarie, sulle confraternite, sulle scuole e così via. Vengono anche riportati gli studi sui rapporti con la società circostante, lo stato giuridico degli ebrei, le persecuzioni e i ghetti. Il periodo storico interessato alla ricerca abbraccia tutto l'arco della storia ebraico-italiana dall'epoca romana ai nostri giorni, comprese l'Emancipazione e la Shoà."" -
I corvi
Al centro di questo romanzo, opera prima della scrittrice israeliana Avirama Golan, si dipanano due storie, apparentemente slegate nel tempo e nello spazio. Da una parte la storia di Jenia, nata in Polonia nel 1919 e immigrata in Israele, alle prese con le inquietudini e i problemi dei suoi due figli che servono entrambi nell'esercito. Dall'altra, la storia di Didi, nata in un kibbutz, donna indipendente e sognatrice alle prese con la crisi di un matrimonio agli sgoccioli e con le bizze di una figlia ribelle. Cosa hanno in comune queste due donne? -
Morte o battesimo. Una storia dei marrani
Questo saggio, rispetto alle opere che trattano dei marrani, gli ebrei costretti al battesimo dall'Inquisizione spagnola, contiene importanti elementi di novità, tali da far vedere la storia dei marrani sotto una luce del tutto diversa. Il lungo lavoro di ricerca compiuto da Heymann negli archivi lo portò a constatare l'importanza che nella storia marrana aveva avuto più che l'elemento religioso - come sempre si pensava - quello socioeconomico e ad attribuire all'Inquisizione spagnola peculiarità che la differenziano dagli altri tribunali ecclesiastici. Con accuratezza da storico, ma anche con calore e con commossa partecipazione, l'autore ricostruisce le vicende che portarono questi forzati del battesimo a cercare terre più libere dove, spesso, poterono ritornare alla fede dei loro padri. -
Venezia 1516, affittasi monolocale zona ghetto. Con DVD
All'interno di una pittoresca Venezia del Cinquecento nata dalla fantasia di Emanuele Luzzati, fra giochi verbali e metamorfosi improvvise, Eugenio de' Giorgi, nel ruolo di affabulatore-cantastorie, accompagna gli spettatori alla scoperta delle avventure ora tristi, ora comiche, ora grottesche di alcuni personaggi legati alla storia del Ghetto di Venezia. In una giullarata divertente e provocatoria vengono così rappresentati, con l'uso del grammelot e alla maniera dei comici dell'arte, senza dimenticare i toni e i colori dello humour yiddish, due temi di grande rilievo storico e sociale, quelli della segregazione e della persecuzione degli ebrei, con un approccio però sostanzialmente nuovo rispetto alla memoria tragica dell'Olocausto, pur senza ignorare l'ancora immanente gravita dell'antisemitismo. -
Rinnovamento ebraico
Il volume pubblicato in esilio nel novembre del 1933, offre un'analisi lucida della situazione politica e sociale dell'ebraismo e delle sue prospettive di rinnovamento alla luce della cesura storica costituita dall'avvento del nazismo. Tramontata l'illusione di un'assimilazione nella cultura tedesca, gli ebrei devono, secondo l'autore, ricostituire un'identità non solo culturale, ma di popolo, e rivendicare così i loro diritti e doveri in quanto minoranza. La nuova forma di identità collettiva auspicata dall'autore comprende dunque la sfera politica, economica e culturale. Riconoscendo l'importanza di un'azione pratica che accompagni la riflessione teorica sul problema dell'ebraismo, il saggio rivendica la necessità di un territorio in cui gli ebrei possano insediarsi. -
Leo Strauss lettore di Hermann Cohen
Questo lavoro presenta un'analisi dell'influenza di Hermann Cohen sul pensiero di Leo Strauss, conosciuto ancora oggi soprattutto come un filosofo politico. Grazie a tale analisi è possibile mettere a fuoco la formazione filosofica di Strauss, le sue fonti d'ispirazione e le intenzioni che mossero originariamente la sua riflessione. Il legame con Cohen mostra, infatti, l'importanza che per Strauss ebbe il contesto ebraico nel quale egli inserì inizialmente la sua attività di studioso e insegnante, in quanto membro a Berlino della ""Akademie fur die Wissenschaft des Judentums"""" e a Francoforte del """"Lehrhaus"""" fondato da Franz Rosenzweig. È a partire da una riflessione sui problemi dell'ebraismo moderno che Strauss ebbe modo di meditare su una situazione culturale e politica che era quella dell'umanità occidentale nel periodo di crisi della liberaldemocrazia e dell'ascesa di movimenti anti-razionalistici sul piano filosofico, e totalitari sul piano politico. Strauss, durante tutto l'arco della sua vita, è tornato in diverse occasioni a commentare i saggi di Cohen. In particolare egli si è soffermato, sin dall'inizio, sull'interpretazione coheniana di Spinoza, su quella di Maimonide e delle fonti antiche Platone e Aristotele, e infine, sull'opera postuma Religione della ragione dalle fonti dell'ebraismo, per la quale egli ha scritto anche un saggio introduttivo in occasione della traduzione inglese dell'opera."" -
Il ritorno alla vita e il problema della testimonianza
In questo volume si raccolgono studi e riflessioni concernenti la galassia della Shoah considerata sia dal punto di vista del ritorno alla vita dei deportati, sia dal punto di vista della testimonianza di questa drammatica esperienza. La testimonianza è così indagata nei suoi molteplici aspetti: come fonte per la ricostruzione storica, documentazione di un'esperienza esistenziale estrema, strumento per la conoscenza e lo studio della Shoah. Indagando questi diversi aspetti emerge il rapporto profondo, ma anche conflittuale, che può instaurarsi tra la memoria e la storia, nella convinzione che dai vissuti occorra poi pervenire ad un approfondimento critico della conoscenza storica. In secondo luogo, il volume affronta il problema del ritorno alla vita dei sopravvissuti alla Shoah, prendendo in considerazione, in particolare, alcuni casi nazionali: dall'Unione Sovietica alla Polonia, dalla Germania all'Italia, precisando anche il ruolo dei sopravvissuti nella nascita di Israele. La considerazione di questi diversi temi consente di enucleare una serie di problemi aperti sui quali la riflessione storica, culturale e filosofica contemporanea sta approfondendo la percezione del paradigma dell'annientamento nazista. -
La voce del deserto
Cornice di questo romanzo è Gerusalemme, la città dai mille volti e le mille identità. E in questa città che la protagonista cerca di ricostruire la propria identità ebraica che durante l'infanzia in Germania le è stata dolorosamente tenuta nascosta. Ma una profonda irrequietezza, soprattutto sentimentale, la porta prima ad unirsi a un giovane di un kibbutz, poi a sposare un vecchio amico d'infanzia che si rivelerà in seguito antisemita, infine ad innamorarsi di un uomo molto più giovane di lei, che spacciatosi inizialmente per armeno, poi risulterà essere arabo, lasciando nella protagonista il tremendo sospetto di essere stata inconsapevolmente coinvolta in una rete di progetti terroristici. -
Sull'antisemitismo. Con un'antologia di testi antiebraici
La prima edizione di questo libro uscì nel 1964 (""L'antisemitismo moderno"""", Universale Cappelli), quando il tema era appena tornato alla ribalta con il processo ad Adolf Eichmann, con le innovative decisioni del Concilio Vaticano II e con le nuove ricerche di Renzo De Felice, che ne scrisse la prefazione (qui riprodotta). Il libro voleva rispondere al bisogno di una più diffusa informazione sul tema e contribuire a sradicare le argomentazioni dell'antisemitismo; per questo fu strutturato in modo da legare un'ampia introduzione a una antologia delle voci più significative dell'antisemitismo."" -
Fumo e profumo. Prose, poesie. Con una scelta di poesie di Zelda tradotte dall'ebraico
Una raccolta di poesie distinta da una singolare caratteristica: il ricorso, dettato dall'anima, non da scelte editoriali, a un'alternanza di poesia, prosa e traduzioni che in realtà costituiscono un'unica ""confessione"""". Ciò che subito abbaglia (anche il buio abbaglia) il lettore di questo libro, in cui le versioni dalla poetessa israeliana Zelda e dal poeta ebreo medievale Eliezer bar Judah di Worms, e le pagine in prosa che danno il titolo al volume, si fondono con la parte poetica creando un'atmosfera di dolcezza, profumata ora di malinconia, ora di angoscia. Ed è proprio il profumo - a cui la scrittrice dedica una profonda riflessione - a suscitare nel lettore un sentimento di condivisione, non solo estetica ma psicologica, e anche una timidezza per essere entrato così profondamente nel cuore dell'autrice."" -
L' ebreo e l'ebraismo nell'opera di Rembrandt
Come rappresentò Rembrandt l'ebreo e l'ebraismo? Perché mutò la propria visione nel corso del tempo? Che differenza c'era fra l'ebraismo sefardita e quello ashkenazita nell'Amsterdam di metà Seicento? A tutte queste domande fornisce risposte esaurienti la tesi di laurea del 1924 di Netty Reiling, una giovane studentessa ebrea tedesca che di lì a poco avrebbe assunto lo pseudonimo di Anna Seghers, la grande e celebre scrittrice comunista. Ricorrendo al metodo comparativo, l'autrice ci consegna un minuzioso lavoro critico di storia dell'arte condito da una teoria estetica molto attenta al rapporto fra realtà immaginata e realtà effettiva. -
Conseguenze tardive
Se gran parte della letteratura tedesca ed europea del secondo dopoguerra è in qualche modo segnata dalla cesura culturale simboleggiata da Auschwitz - nei temi del disagio della civiltà, della mancanza di parola, del vuoto esistenziale o del sentimento del nulla che la caratterizzano - l'opera di Grete Weil, invece, affronta e tratta direttamente il ""morbo Auschwitz"""", ben lungi da definirsi solamente """"influenzata"""" da esso. L'autrice fa della deportazione e dello sterminio degli ebrei, della condizione di vittima e delle conseguenze di quel morbo il tema unico della sua opera. Nel 1992 esce """"Conseguenze tardive"""", una raccolta di cinque racconti e un testo di riflessione finale di particolare interesse poiché conclude l'opera narrativa di Grete Weil di cui rappresenta il testamento letterario. Allo stesso tempo esso costituisce il punto di arrivo della riflessione di tutta una vita sulle """"conseguenze tardive"""" del trauma di Auschwitz, che riguardano non solo le vittime sopravvissute, protagoniste dei racconti, ma si estendono anche ad aspetti più generali della società europea contemporanea che fu teatro dei crimini nazisti."" -
Ebrei e società in Sardegna nel XV secolo. Fonti archivistiche e nuovi spunti di ricerca
Frutto di una lunga ricerca archivistica, il volume costituisce il completamento di una precedente monografia sulla storia degli ebrei in Sardegna nel XIV secolo, pubblicata dall'autrice nel 1992. L'edizione di 1.047 documenti relativi alla presenza ebraica in terra sarda nel secolo XV e nei primi decenni del XVI, più precisamente negli anni 1407-1536, costituisce la parte preponderante di questo lavoro che si apre con un breve saggio che illustra le fasi della ricerca, soffermandosi, dapprima, sulle varie tipologie e le differenti modalità di conservazione delle fonti documentarie indagate. L'indagine archivistica ha infatti interessato gli stessi istituti in cui era stata svolta la ricerca relativa al Trecento, ma la creazione di nuove magistrature locali nei primi anni del Quattrocento e i differenti sistemi di conservazione archivistica hanno influito notevolmente sui risultati di questo nuovo lavoro, dandogli connotati diversi in relazione, soprattutto, alla differente tipologia dei documenti e, di conseguenza, ai loro contenuti. La documentazione trecentesca, costituita nella quasi totalità da atti pubblici, aveva a suo tempo restituito soprattutto informazioni di ambito socio-istituzionale. La documentazione successiva si presenta, invece, più varia ed ha arricchito le conoscenze in nuovi ambiti, maggiormente in quelli demografico, economico e sociale sui quali l'autrice si sofferma nella seconda parte dell'introduzione.