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L' ebraismo nella vita quotidiana
"Le difficoltà che una persona estranea al mondo ebraico trova nel penetrare a pieno l'Ebraismo ed a comprenderne tutte le forme di espressione è da collegare soprattutto alla varietà ed alla molteplicità dei suoi aspetti. L'affermazione secondo cui l'Ebraismo equivale ad uno stile o ad un sistema di vita si riferisce giustamente al valore pragmatico della dottrina ebraica che permea ed investe ogni aspetto della vita sia dell'individuo che della società. Questa asserzione evidenzia la complessità dell'Ebraismo che è altrettanto vario come la vita nei suoi tanti aspetti. Ripercorrere i vari modi di espressione dell'Ebraismo, modi che ritrovano la loro fonte nella Torà, la Parola divina, così come avviene nell'opera di Ernest Gugenheim, significa al tempo stesso individuare i motivi fondamentali da cui l'ebreo di ogni epoca e condizione ha ricavato il sostegno spirituale e lo stimolo per la propria religiosità."""" (dalla Prefazione di Elio Toaff)." -
La festa non è la vostra
"Arrivarono i tedeschi. Ordinarono a tutti gli ebrei di andare al tempio, e gli ebrei ci andarono. Ordinarono di portare fuori i rotoli della Torà. E gli ebrei li portarono fuori. Ordinarono di accendere un falò in piazza, e gli ebrei lo accesero. Ordinarono di buttare i rotoli nel fuoco. E nessun ebreo si mosse. Allora i tedeschi fucilarono cento ebrei, e ordinarono di buttare i rotoli nel fuoco. E nessun ebreo... Allora i tedeschi fucilarono altri cento ebrei, e ordinarono... E nessun ebreo... Allora i tedeschi fucilarono tutti gli ebrei, e alla fine dovettero buttarceli da soli, i rotoli.""""" -
Invito alla lettura della Torà
L'uomo è il risultato di una scelta di Dio o quello di una lenta evoluzione? Ma in questo caso, perché solo l'uomo si è evoluto mentre tutti gli altri animali sono rimasti allo stadio iniziale, privo di coscienza? La colpa commessa nel Gan Eden mangiando del frutto proibito, che però Dio aveva posto proprio ""in mezzo"""" al giardino, e il conseguente allontanamento dal Paradiso terrestre come e con quanta severità devono essere valutati? Quali sono i compiti e le mete dell'uomo sulla terra? Questi e numerosi altri interrogativi sempre attuali, sempre pressanti, si pone questo nuovo commento della Torà che non vuole essere un testo di arida dottrina, anche se tiene presente la saggezza e le risposte dei Maestri del passato, ma che, con uno stile semplice e piano, costruisce paralleli che rendono l'insegnamento di ieri estremamente attuale e moderno. Invito alla lettura della Torà costituisce effettivamente un invito rivolto al lettore perché rifletta sui problemi della vita e sull'eterna validità di un Libro che, stilato migliaia di anni fa, continua ad essere fonte inesauribile di insegnamenti e di meditazione."" -
Saggezza della cabbalà
Il termine ebraico qabbalah, che nel linguaggio talmudico significa semplicemente «tradizione», è utilizzato per definire la mistica ebraica e le tradizioni esoteriche dell'ebraismo. La Cabbalà è «la saggezza di ciò che è nascosto», e i cabbalisti, «gli uomini dell'interiorità», perseguono instancabilmente la loro ricerca della luce e della verità nascoste in tutto ciò che esiste al fine di trasmettere a coloro che ne sono degni quel poco che può essere trasmesso. Questo libro di uno dei più prestigiosi studiosi contemporanei offre una magistrale introduzione allo studio della Cabbalà, al suo pensiero etico e alla sua attualità nel mondo di oggi. -
L' ultima lettera per Tibor
Una delicata storia d'amore si intreccia drammaticamente alla storia della Rivoluzione ungherese del '56. Filo conduttore del racconto è l'ultima lettera che Chiara scrisse, nel 1956, a Tibor, il giovane ungherese di cui era innamorata. La lettera, che non giunse mai a destinazione, verrà resa a Chiara, da un messo dell'ambasciata ungherese, solo dodici anni dopo. Rileggendola, Chiara rivive il passato e trascina il lettore in un' atmosfera carica di tensione che, attraverso una progressiva introduzione al clima politico dell'epoca, sfocerà nella Rivoluzione. In un crescendo, ritmato dalle trasmissioni radio che invocano l'aiuto dell'Occidente al popolo in rivolta contro l'occupazione sovietica, si giunge alla fuga di Chiara da Budapest. -
A Sion e a Gerusalemme. Viaggio in Terra Santa (1521-1523)
Il volume contiene la traduzione del diario di viaggio redatto da un noto cabbalista italiano, rabbi Moseh Basola, che si recò in Oriente tra il 1521 e il 1523, eseguita sulla base del testo ebraico recentemente edito da Avraham David. La traduzione, ad opera di Alessandra Veronese, è corredata da un'introduzione dello stesso David e da un ricco apparato di note. Si tratta della prima traduzione italiana di quest'opera, che, come altre redatte tra XV e XVI secolo da ebrei provenienti dalla nostra penisola, fornisce non solo un piacevole resoconto di viaggio anche per il lettore odierno ma anche una serie di informazioni di grande interesse per coloro che studiano le condizioni della Terra d'Israele tra la fine del Medioevo e la prima età moderna. -
Tracce. Racconti intorno alla Shoà
Anche in questo libro Ida Fink ci porta nella Polonia occupata dai nazisti e ci parla con incredibile tenerezza dei suoi ebrei, che lottano fmo all'ultimo per non essere uccisi o deportati nei campi della morte. E i sopravvissuti, come la stessa Fink, non si rassegnano e cercano di sapere dove e come sono finiti i loro cari, nella disperata speranza di poterne ritrovare qualcuno in vita. E si sforzano di ricordare com'erano prima della catastrofe perché qualcosa di loro resista all'oblio, e continui a vivere, a vivere, malgrado tutto. -
Ebraismo e rapporti con le culture del Mediterraneo nei secoli XVIII-XX. Atti del Convegno (Cagliari, 12-13 aprile 2002)
La prima parte del libro, ""L'ebraismo e le culture del Mediterraneo"""", approfondisce i rapporti tra le comunità ebraiche della Turchia dopo la prima guerra mondiale, delle colonie italiane nel Mediterraneo, Libia e Rodi, e le altre culture con le quali ebbero contatti. La seconda parte, """"L 'ebraismo e la Sardegna"""", getta luce sulle presenze ebraiche nell'isola a partire dal XVIII secolo, attraverso l'ausilio di documenti in gran parte inediti. Vengono infine messi in luce gli effetti delle leggi razziali del fascismo sulla piccola comunità ebraica sarda e, in particolare, su alcuni docenti delle università di Cagliari e Sassari che furono costretti a lasciare le loro cattedra."" -
Il mio piccolo padre ebreo
La vita di un uomo come tanti, un pacifico ebreo tedesco, dotato di sentimenti patriottici e di rispetto per le leggi del suo paese, viene totalmente sconvolta dall'avvento del nazismo. Costretto a emigrare prima in Svizzera, poi in America, e a rifarsi faticosamente una vita, quando, dopo la guerra, tornerà in Germania sentirà con dolore di non aver ritrovato la sua patria. Con una totale assenza di sentimentalismo, ma con profonda commozione e con fine intuito psicologico, l'autrice, sua figlia, descrive il cammino di questo ""piccolo uomo"""" dai tempi della normalità, riempita di lavoro, di affetti, di impegno politico, alla tragedia della persecuzione, alla difficile, penosa vita in esilio e infine all'effimera felicità del ritorno."" -
Zakhor. Rivista di storia degli ebrei d'Italia (2004). Vol. 7: Ebrei: demografia e storia.
Il settimo numero di ""Zakhor"""" è dedicato agli aspetti demografici e storici della presenza ebraica nella penisola, dal mondo contemporaneo e attuale risalendo indietro nel tempo alle radici di problematiche e aspetti di vita nei ghetti di Venezia e di Torino. Il volume contiene saggi di: S. Della Pergola, E. Sonnino, L. Allegra, G. Favero e E. Trivellato, A. di Leone Leoni, M. Davide e altri."" -
Il tuo viso cantava
Di tutte le cose che gli uomini sentono il bisogno di dire, sentire, comprendere, l'amore è la più essenziale. Malattia che consuma con la fiamma del desiderio, sogno nostalgico di un paradiso perduto, timore, speranza, devozione, angoscia: sempre l'amore risveglia l'anima ed è la fonte della più grande poesia. Questi versi parlano il linguaggio del vero amore, di emozioni, idee e sentimenti profondi, contrastanti, vitali. Sono versi che cantano l'amore paterno, l'amore erotico, l'amore spirituale e trascendente per il mondo in cui viviamo e per il mondo diverso che sogniamo. -
Il Vangelo: un documento ebraico
In questo saggio, pubblicato nel 1938, in piena dittatura hitleriana, Leo Baeck si pone un doppio obiettivo: reinserire i Vangeli nel loro contesto originale ebraico e rivendicare per le parole e le gesta di Gesù l'autentica tradizione ebraica. Baeck sostiene che l'insegnamento di Gesù, prendendo come base i Vangeli originali, non conteneva alcuna messa in discussione fondamentale dell'ebraismo, ma che fu soprattutto Paolo il responsabile della deriva antiebraica della Chiesa primitiva, colui che incarnò lo spirito pagano al punto da far trionfare il pagano-cristianesimo sul giudeo-cristianesimo. Il saggio è preceduto da un'introduzione di Maurice-Ruben Hayoun che inquadra tutta l'opera di Leo Baeck nel contesto del pensiero ebraico-tedesco. -
Dalle Alpi al Mar Rosso
Il ragazzino polacco Marek Herman sfugge miracolosamente alle retate degli invasori nazisti, che sterminano la sua intera famiglia, e dimostrando un eccezionale coraggio impara ben presto la difficile arte della sopravvivenza nella Polonia occupata. Si unisce poi a un gruppo di soldati italiani che tornano in Italia e parteciperà, poco più alto del suo fucile, a importanti operazioni partigiane nel Canavese. Dopo la guerra e il ritorno in una Polonia sconvolta e ancora contagiata dal virus antisemita, intraprende la lunga strada verso una nuova patria e verso il recupero di una nuova identità nazionale ebraica in Terra d'Israele. Ma lo attenderà ancora una guerra, quella di Indipendenza del 1948... -
Tempi bui. Un'infanzia braccata
"Tempi bui"""" è un libro atipico nel panorama della memorialistica sulla Shoà, e non solo perché Michal Glowinski è uno studioso della teoria e della storia della letteratura, ma perché prima che un libro di ricordi è un tentativo di analizzare gli eventi, gli stati d'animo e le reazioni psichiche che quelle sconvolgenti vicende hanno provocato nell'animo di un bambino. Non è però un diario, ma lo sforzo di un adulto di raccontare le ferite e i traumi, le umiliazioni, le paure e gli odi, tutto ciò che in lui è rimasto dell'esperienza di quel bambino. Un testo in cui la riflessione spesso prevale sulla narrazione, e l'analisi degli strani meccanismi della memoria supera la necessità narrativa di colmarne le lacune per dare completezza al racconto." -
Il quartetto Rosendorf
Tel Aviv 1936. Kurt Rosendorf, fuggito dalla Germania nazista, approda nella Palestina sotto il Mandato britannico per suonare il violino nella neonata orchestra filarmonica della Terra d'Israele. Costretto ad abbandonare patria, moglie [cristiana] e figlia, Rosendorf, per sfuggire allo sconforto della sua vita sradicata, forma un quartetto d'archi perché solo nella musica da camera potrà ritrovare un senso alla sua esistenza. Sceglie, come secondo violino, Konrad Friedmann, giovane, ingenuo e fervente sionista; come viola, Eva Staubenfeld, donna bellissima ma cinica e fredda, avvolta da un passato enigmatico; come violoncello, Bernard Litowsky, uomo infantile e volgare, ma anche audace e divertente. -
La parola di Hurbinek. Morte di Primo Levi
Perché, l'11 aprile 1987, Primo Levi decise di togliersi la vita? Come mai la parola dello scrittore - che proprio nel valore etico della testimonianza, nell'imperativa necessità di raccontare ""ciò che è stato"""" aveva trovato il senso ultimo dell'intera propria esistenza - si interruppe in modo drammatico? Quel suicidio va letto come una contraddizione del messaggio di Levi, o ne costituisce parte integrante? Va collegato alla depressione di cui lo scrittore soffriva, o al riemergere dei fantasmi di Auschwitz? Intorno a tali interrogativi si snoda l'investigazione di Lucrezi, che cerca di ricostruire il significato di una morte che proietta la sua ombra scura, all'indietro, su tutte le pagine lasciateci dal grande testimone della Shoah."" -
Lacci d'amore
In questo romanzo autobiografico, Be'er porta alla luce i segreti, i tabù e le inconfessate sofferenze della sua famiglia. Una madre ossessivamente protettiva e ambiziosa nei suoi confronti e un padre frustrato e debole che trova il suo unico conforto nel canto sinagogale costituiscono il nido nel quale cresce e si forma il giovane Be'er. È Batei Ungarin, il quartiere ortodosso di Gerusalemme, a fare da sfondo al viaggio interiore dell'autore, che analizza senza compromessi i complessi rapporti con i genitori. -
Zakhor. Rivista di storia degli ebrei d'Italia (2005). Vol. 8: Rabbini e maestri dell'ebraismo italiano.
L'ottavo numero di ""Zakhor. Rivista di storia degli ebrei d'Italia"""" è dedicato al ruolo di maestri e rabbini nel contesto ebraico italiano di varie epoche. Dalle decisioni rabbiniche nella Ferrara del '700 ai rabbini militari che prestarono la loro opera durante la Grande Guerra, ai Maestri che guidavano la comunità ebraica di Roma nel passaggio dal ghetto all'emancipazione e all'inserimento nella società nazionale e civile. Il volume contiene saggi di D. Malkiel, M. Toscano, G.D. Segni, O. Meron e altri."" -
Il mio primo Sony
Yotam, 10 anni, obeso e con difficoltà di coordinazione, trascorre la vita collegato al suo registratore Sony come a ""una flebo"""". Registra la vita degli adulti, genitori, nonni e amici di famiglia, mettendone a nudo con innocenza ma anche con ironia, che spesso diventa sarcasmo tagliente, le debolezze, le ipocrisie, le sottili crudeltà; ma anche la grande capacità di amare e di capire. Il libro, opera del poeta, scrittore e sceneggiatore Benny Barbash (1951), è uno dei libri più venduti in Israele."" -
Tre discorsi sull'ebraismo
Gershom Scholem (1897-1982) è una delle massime figure nel campo degli studi ebraici, in particolare della mistica. Nel volume sono raccolte tre conferenze risalenti agli anni '70. Nelle prime due lo studioso cerca di definire i concetti di ebraismo e di ebreo alla luce di avvenimenti epocali: uno tragico, la Shoà, e uno rivoluzionario, la creazione dello Stato d'Israele. Nel testo più ampio, che deriva da un intervento al convegno The Jewish Tradition and Experience, tenutosi a Santa Barbara nel 1973, Scholem appunta la sua attenzione principalmente sul rapporto tra tradizione e secolarizzazione.