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Dopo il 1564. L'eredità di Michelangelo a Roma nel tardo Cinquecento. Ediz. italiana e inglese
Questo volume si propone di ripercorrere il destino dell'eredità di Michelangelo a Roma dopo la sua morte, fino agli inizi del Seicento, attraverso affondi monografici e spaccati trasversali dedicati alla letteratura artistica, alla pittura, alla scultura e alla grafica romana del periodo. S'illuminano così le vicende personali di Giovanni De' Vecchi, Cavalier d'Arpino, Nicolas Cordier, Giacomo del Duca, Camillo Mariani, i fratelli Giovanni e Cherubino Alberti e Antonio Lafréry, che con la loro opera garantirono nella Roma di secondo Cinquecento una sponda di continuità e sopravvivenza al lascito di Michelangelo, prima del suo pieno recupero nel Seicento da parte di Annibale Carracci e Gian Lorenzo Bernini. -
Guttuso inquietudine di un realismo. Ediz. illustrata
Nella prestigiosa sede del Palazzo del Quirinale, si inaugura una mostra dedicata alla visione religiosa del grande pittore Renato Guttuso. Il percorso espositivo attraverso opere eccezionali quali La Crocefissione, Spes contra spem, Il Legno della Croce e molte altre permette di approfondire questo tema attraverso le opere del Maestro. La mostra di ispirazione religiosa, offre un'inedita prospettiva, per penetrare più a fondo le opere dell'artista ed è stata intitolata ""Inquietudine di un realismo"""", per aderire a quanto affermato dall'artista stesso sul tema."" -
La Chiesa e il Convento della Trinità dei Monti. Ediz. multilingue
Il volume è stato ideato a conclusione di un ventennio di ricerche e di opere di restauro e di valorizzazione messe in atto nel convento e nella chiesa romana della Trinità dei Monti, per iniziativa dei Pieux Etablissements de la France à Rome et à Lorette, d'intesa con l'Ambasciata di Francia e sotto la supervisione del Ministère francais de la Culture e le Soprintendenze del MiBACT e del Polo Museale Romano. Dopo il catalogo della mostra ""La Trinitè-des-monts redècouverte"""" (sempre per i tipi di De Luca Editori d'Arte), con questo nuovo progetto editoriale si è voluto, dunque, fare il punto sulle conoscenze storico-artistiche e architettoniche della Trinità dei Monti, ripercorrendo le tappe più significative di un entusiasmante vicenda lunga più di cinque secoli, aggiornata attraverso importanti e inedite acquisizioni scientifiche."" -
Confucio. La morale della Cina
Alla fine del '500 un gesuita spinto dalla necessità di descrivere al re di Spagna quell'immenso e sconosciuto paese, quale era l'impero cinese decide di tradurre in spagnolo i Quattro classici di Confucio. Nasce così la prima traduzione al mondo del vademecum della burocrazia cinese. Su quei libri si è modellato tutto il lontano mondo orientale. È un piccolo gioiello, un degno regalo per il più potente imperatore d'occidente che ora noi ripubblichiamo nella sua prima edizione italiana. -
Roma Rinascente. La città antica tra Quirinale e Pincio. Ediz. a colori
Dove sorge ora il nuovo Palazzo della Rinascente, uno spaccato di Roma antica nella valle tra Quirinale e Pincio dalla fine dell'età repubblicana all'età tardoantica. Un paesaggio percorso dalla via Salaria vetus, fiancheggiata da monumenti funerari. Il passaggio dell'Acquedotto Vergine e di un secondo acquedotto finora ignoto, destinati a rifornire il Campo Marzio. L'urbanizzazione di età imperiale, quando gli spazi vengono occupati da caseggiati a carattere abitativo e commerciale, tra cui si inseriscono successivamente una residenza di lusso e un impianto termale. In ultimo il progressivo abbandono dell'area, a partire dalla fine dell'Impero. Tutto questo è raccontato nel volume ""Roma Rinascente"""", dove la storia della città inizia con il paesaggio naturale e attraverso lo scavo archeologico, lo studio dei reperti, il restauro e la valorizzazione dell'Acquedotto Vergine porta alla restituzione di un contesto urbano di straordinario interesse."" -
Palazzo Torlonia
Quello che a Roma occupa l'isolato fra via dei Condotti, via Bocca di Leone, via Borgognona e via dei Mario de' Fiori, conosciuto come Palazzo Torlonia, è un edificio di cui fino ad oggi si sapeva poco. Alla sua origine, poco dopo la metà del Seicento, c'è la figura di un formidabile finanziere portoghese, Francesco Nunez Sanchez che si trasferì giovanissimo in Italia e assunse un ruolo importante nei rapporti finanziari tra Roma e Lisbona. Per sé, divenuto Marchese, e la sua numerosa famiglia commissionò a metà Seicento ad Giovanni Antonio de Rossi il palazzo che occupa la metà dell'isolato e che ancora oggi porta sulle sue volte le decorazioni di Giovanni Francesco Grimaldi e di Giacinto Calandrucci che esprimono il fasto ornamentale della Roma barocca in una sequenza magnifica di sale. Passate dagli epigoni di quella dinastia marchionale a Luciano Bonaparte le stesse stanze ospitarono una leggendaria collezione di dipinti, seppure solo per breve tempo, prima che l'irrequieto Luciano cedesse l'intero isolato, ormai interamente unificato sotto la sua proprietà, al fratello Gerolamo. Nel quarto decennio dell'Ottocento la dimora venne acquisita dal primogenito di uno degli uomini più ricchi di Europa: Marino Torlonia fece nuovamente risplendere le antiche strutture barocche rispettandone gli affreschi ma introducendo una nuova generazione di pittori che resero il palazzo un centro aggiornato alle nuove tendenze artistiche. Da allora ad oggi i Torlonia, Principi di Civitella Cesi, sono rimasti custodi di questo straordinario e finora segreto tesoro dell'arte romana fra Barocco e modernità. -
Il presepe. Religiosità e tradizione popolare
Il presepe monumentale conservato nelle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma ha uno stretto legame con la storia del nostro Paese: fu infatti raccolto dall'etnologo Lamberto Loria, cui era stata affidata la cura della grande Mostra di etnografia italiana svoltasi a Roma nel 1911 nell'ambito della ""Mostra internazionale"""" organizzata per celebrare il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Le figure in catalogo, che rappresentano gli usi e costumi delle diverse regioni d'Italia, sono opera di importanti maestri napoletani del XVIII e XIX secolo e ci mostrano personaggi caratteristici di classi sociali e realtà diverse, occidentali e orientali, cristiani e gentili."" -
La grande guerra. L'Italia e il Levante. Catalogo della mostra (Roma, marzo 2017). Ediz. a colori
Cosa hanno in comune i destini di Mosul e di Aleppo, i bombardamenti in Siria dei nostri giorni con l’impresa italiana di Tripoli del 1911 e l’occupazione del Dodecaneso l’anno dopo, con la danza rebetika nata a Smirne, con la fuga dei greci da questa città in fiamme nel 1922, con la regia nave Etna che nel marzo 1920 soccorse in Crimea, per trasportarli altrove, i russi “bianchi” in fuga dalla rivoluzione “rossa”? Intende spiegarlo la mostra “La grande Guerra. L’Italia e il Levante” la cui inaugurazione è prevista per il 6 aprile 2017 presso l’Archivio centrale dello Stato. Si tratta di un contributo alle celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale. Essa ha quale cardine fondamentale la politica italiana nel Mediterraneo centro-orientale dalla guerra di Libia alla pace di Losanna del 1923, con cui si conclude definitivamente la guerra dell’Intesa con la Turchia. Si evidenziano i rapporti con le grandi potenze per la spartizione dell’impero ottomano, il ruolo della Grecia e quello dei popoli che facevano parte del variegato scenario medio orientale: curdi, siriani, armeni, arabi, turchi solo per citarne alcuni, con i loro riti, religioni ed usi che tanto fascino hanno esercitato su generazioni di viaggiatori. Temi i cui risvolti, come ben si comprende, riempiono la nostra attualità. -
Paesaggio e veduta. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e altre raccolte. Catalogo della mostra (Cavallino, 25 novembre 2017-25 febbraio 2018). Ediz. a colori
Il catalogo presenta un'accurata selezione di dipinti eseguiti da alcuni tra i massimi paesaggisti e vedutisti attivi in Italia tra XVII e metà XIX secolo, in buona parte inediti o poco noti, che illustrano paesaggi ideali, paesaggi naturali e vedute di città, tra località caratteristiche e piazze celebri. Il catalogo è incentrato sui principali centri del vedutismo legati al fenomeno del Grand Tour, cioè Roma e Venezia, ma sono presenti anche vedute di altre famose località connesse al viaggio in Italia, come Napoli, Palermo, Tivoli e Ariccia. I dipinti provengono in parte da collezioni pubbliche, come Palazzo Chigi in Ariccia, il Museo di Roma e l'Accademia Nazionale di San Luca, mentre un importante nucleo si trova in collezione privata inglese e molte opere sono esposte per la prima volta in Italia. Sono presenti opere di Agostino Tassi, Filippo Napoletano, Pietro da Cortona, Jean Lemaire, Gaspard Dughet, Pandolfo Reschi, Gaspare Van Wittel, Marco Ricci, Adrien Manglard, Antonio Canal detto ""Canaletto"""", Michele Marieschi, Francesco Guardi, Ippolito Caffi e tanti altri, fornendo, anche attraverso l'attiva presenza di specialisti stranieri, un quadro ampio della pittura italiana di paesaggio e veduta fino alla metà del XIX secolo. Ideale e reale sono i termini entro cui si muove la pittura di paesaggio tra Seicento e Settecento, spesso visti dalla critica in opposizione, come se si trattasse di due filoni ben distinti e paralleli. In realtà una spinta fortemente idealizzante caratterizza tutta la pittura italiana in questi secoli, anche quando si tratta di scorci apparentemente coerenti con il vero. La pittura di veduta, cioè la rappresentazioni obiettiva di spazi urbani o urbanizzati, basata su una puntuale aderenza allo stato effettivo dei luoghi, che ha in Vanvitelli un precursore, dai due centri principali di irradiazione e propulsione ha conosciuto poi un'espansione internazionale. La veduta diventa """"capriccio"""", cioè rimontaggio in contesti immaginari di architetture, ruderi o monumenti reali, seguendo spunti presenti nei dipinti di Lorrain, nell'opera di prospettici come Viviano Codazzi e poi nel '700 specialisti come Giovanni Paolo Panini."" -
L'attrice ideale. Marta Abba nella vita e nell'arte di Luigi Pirandello. Ediz. a colori
Musa amatissima di Luigi Pirandello, Marta Abba (1900-1988) è l’interprete ideale del suo teatro d’avanguardia. Di bellezza statuaria, l’affascinante venticinquenne folgora il Maestro quasi sessantenne che fa di lei una stella di prima grandezza. Da una recente donazione degli Eredi Abba all’Istituto di Studi Pirandelliani riemergono documenti sconosciuti insieme con una straordinaria quantità di fotografie, di cui numerose inedite. Con il presente volume si rendono pubblici questi rari documenti di Archivio e si ripubblica nella sua versione integrale del 1936 lo scritto autobiografico di Marta Abba, La mia vita di attrice. -
Benvenuto Ferrazzi. La mia vita da bohemien. Dal socialismo umanitario al neorealismo cinematografico, uno spaccato sociale e culturale dell'Italia degli inizi del secolo ventesimo
Benvenuto Ferrazzi (1892-1969) è stato un artista controverso e la sorte critica della sua opera segnata da contraddizioni. L’autobiografia è il racconto di un eccentrico testimone dei grandi eventi sociali, economici ed artistici della sua epoca, partecipe della sofferenza del prossimo e della lotta per la sopravvivenza in una grande città in fermento da poco divenuta Capitale. Roma infatti è il teatro privilegiato della trasformazione storico-economica e sociale di un’epoca descritta nell’arco di cinquant’anni che cita nomi, fatti e luoghi visti attraverso gli occhi del popolo. La storia è quella italiana della Grande Guerra, la marcia su Roma, il rinnovamento urbanistico, le esposizioni del Ventennio, la Seconda Guerra Mondiale e il bombardamento di San Lorenzo. Sfilano donne e uomini di malaffare, anarchici, regicidi, figure caritatevoli, frati, chiostri conventuali, osterie, stamberghe, case chiuse, accademie e atelier d’artisti. Attraverso le centinaia di esperienze narrate e le brevi cronache riportate Benvenuto rappresenta ambiti e situazioni estreme e umanamente molto crude. Si para davanti al lettore una carrellata di scene picaresche e di macchiette così come di personaggi eccellenti quali la Regina Madre in visita a Roma, e ancora Mussolini, Ettore Petrolini, Trilussa, Giulio Aristide Sartorio, Paolo Mussini, Alberto e Anton Giulio Bragaglia, Ferruccio Ferrazzi, Enrico Prampolini, Cipriano Efisio Oppo, Angelo Zanelli, Vincenzo Jerace, Ercole Rosa, Massimo Bontempelli, Federico Hermanin, Antonio Muñoz, Filippo Tommaso Marinetti e molti altri. -
La Galleria L'Obelisco. Surrealismo e arte fantastica (1943-1954). Ediz. illustrata
Questa ricerca prende in esame il primo decennio di attività di Irene Brin e Gaspero del Corso come galleristi e mercanti d'arte alla libreria-galleria La Margherita, tra il 1943 e il 1946, e alla Galleria L'Obelisco successivamente. L'ipotesi di fondo risiede nel tentativo di evidenziare il loro pioneristico apporto alla diffusione del Surrealismo in Italia, paese in cui l'interesse per il movimento fu tardivo e sporadico. Parallelamente ai surrealisti di chiara fama come Salvator Dalì, René Magritte, Sebastian Matta e Yves Tanguy, per i quali i del Corso organizzeranno le prime mostre in Italia, venne messa in atto la promozione di quegli artisti, non solo italiani che, sulla scia di Giorgio de Chirico, Leonor Fini e Fabrizio Clerici, diedero vita a delle significative varianti linguistiche del Surrealismo che andranno denominandosi di volta in volta come ""arte fantastica"""", """"post-surrealismo"""", """"neoromanticismo"""". Tra questi due poli, in un orizzonte di riferimento che considera, oltre alla programmazione espositiva della galleria, il milieu culturale, il dibattito critico, nonché alcune vicende personali che legano tra loro i protagonisti di questa storia, si snoda l'intero percorso del libro."" -
La collezione Hager-Sportelli. Un dono per Palazzo Sforza Cesarini di Genzano di Roma. Ediz. illustrata
La prestigiosa donazione di 114 dipinti, disegni, sculture e incisioni provenienti dalla collezione personale dello storico dell'arte Hellmut Hager e della moglie Maria Antonietta Sportelli al Comune di Genzano di Roma ha trovato la sua sede naturale nel restaurato Palazzo Sforza Cesarini, punto di riferimento culturale per il territorio. Si presenta in questo volume il catalogo ragionato della raccolta Hager-Sportelli, un insieme raffinato di opere d'arte che spaziano tra Barocco, secolo dei Lumi, Otto e Novecento, snodandosi attraverso le stanze del piano nobile dell'elegante dimora, in dialogo costante con il paesaggio circostante, segnato dallo specchio del Lago di Nemi e dal giardino romantico che lo costeggia. Quattro saggi di Adriano Amendola, curatore del catalogo e della collezione, Maria Celeste Cola, Alessandro Agresti e Antonello Ricco conducono il lettore alla scoperta della collezione, in origine arredo della dimora romana di uno studioso che ha segnato gli studi storico artistici del secolo scorso con fondamentali contributi critici, legati soprattutto all'epoca barocca e alla sua architettura. Strumento imprescindibile per la conoscenza del patrimonio di Palazzo Sforza Cesarini, il catalogo permette finalmente di apprezzare appieno e ripercorrere la storia delle opere che compongono la raccolta, di artisti celebri come Guercino, Placido Costanzi, Lorenzo de Caro, Pacecco De Rosa, Johannes Lingelbach, Girolamo Pesci, Antonio Zanchi, o poco conosciuti come Luigi Pansieri, la cui ritrovata sensibile copia del ritratto della pittrice Elisabeth Vigée Le Brun è stata scelta come immagine di apertura per ricordare la presenza della nobildonna artista a Genzano di Roma. -
Misurare la Terra. Un'epigrafe napoleonica dai Musei Vaticani al Mausoleo di Cecilia Metella. Ediz. illustrata
Il fortunato ritrovamento di una preziosa epigrafe geodetica napoleonica nei depositi dei Musei Vaticani, un tempo collocata sul fronte del Mausoleo di Cecilia Metella, ha dato origine a un progetto espositivo incentrato sul prestigioso monumento in epoca moderna. Il complesso di Cecilia Metella connota in modo forte e visibile il paesaggio della Campagna Romana e costituisce un palinsesto che, dal periodo augusteo, si spinge fino all'epoca moderna, quando il mausoleo è preso come punto di riferimento spaziale per la costruzione della cartografia dallo Stato Pontificio, fino al Regno d'Italia, e per le misurazioni del Meridiano Terrestre. La mostra, che si articola tra Cecilia Metella e la vicina villa di Capo di Bove, analizza il connubio tra scienza, arte e archeologia, fornendo nuove e inedite chiavi interpretative per comprendere i molteplici valori culturali di un complesso monumentale unico nel suo genere, nel volgere del periodo storico che va dalla metà del secolo XVIII alla metà del XIX. -
L' ideale cooperativo di F. W. Raiffeisen (1818-1888) e la sua prima diffusione
Un saggio di facile lettura e grande interesse sull'operato di Friedrich Wilhelm Raiffeisen, padre fondatore delle Associazioni Casse di Prestito in Germania e ispiratore del movimento della cooperazione creditizia in tutta Europa. Gli autori illustrano la genesi delle Società di Mutuo Soccorso, la vita e le opere dell'economista tedesco, la diffusione del ""Sistema Raiffeisen"""" in Italia e, in particolare, nel Trentino grazie all'impegno di don Silvio Lorenzoni e don Lorenzo Guetti."" -
Pedalando senza fretta. Ciclovie dei Navigli lombardi
Sette itinerari cicloturistici che si snodano lungo i Navigli, dall'Est all'Ovest della Lombardia. Per ogni percorso preziosi appunti di viaggio e suggerimenti per scoprire un ""mondo inaspettato"""", proprio fuori casa, con accattivanti sorprese. Buona pedalata dunque alla scoperta del Naviglio Grande Bresciano, del Canale Vacchelli e del Naviglio Civico di Cremona, del Canale della Muzza, del Naviglio Martesana, del Canale Villoresi, del Naviglio Pavese e del Naviglio Grande. In ogni capitolo: il tracciato dell'itinerario, indicazioni tecniche, cosa sapere, cosa vedere, cosa gustare, curiosità, informazioni."" -
Una storia italiana
Enrico Gariboldi ripercorre la propria vita attraverso una storia in cui le vicende personali di un 'uomo qualunque' s'intrecciano e si fondono agli eventi della Grande Storia, quella che ha visto protagonista l'Italia dall'entrata in guerra e dalla fine del fascismo ai cosiddetti Anni di Piombo e oltre. Pagine indimenticabili: di guerra, di bombe che rintronavano nelle cantine di una Milano distrutta, di amori consumati nei campi d'erba medica e nei bordelli, di ebrei deportati, di notti in carcere, di attentati e rappresaglie, di morti vere o soltanto sfiorate. E poi la miseria, le macerie, ma anche tanta voglia di aiutarsi e risollevarsi, per rinascere e andare avanti, col sogno di costruire un mondo migliore per le generazioni future. Qualcosa è andato storto però, se, come illustri studiosi ci raccontano, quello stesso mondo ricostruito tra nemmeno cent'anni potrebbe autodistruggersi... Un libro autentico, importante da un punto di vista antropologico e documentaristico prima che narrativo. Un'opera originale, che ci spiega come, malgrado la guerra e la povertà, sia facile, per un uomo di quasi novant'anni, guardare al passato con nostalgia e al futuro con timore e amarezza. -
Angeli
Colline, trentatré anni, celibe, efficiente commessa in un negozio di ferramenta, 120 chili di peso, volto sfigurato, narra la sua vita quotidiana: il lavoro al negozio, nel silenzio dei tanto amati attrezzi da bricolage, una famiglia da andare a trovare ogni tanto e con la quale non esistono più legami, gli psicofarmaci, la terapia psicologica di gruppo, la visita obbligatoria dall'ispettore giudiziario, le preghiere in cattedrale, il progetto di avere un angelo tutto per sé, mai abbandonato malgrado gli anni di carcere scontati dopo una condanna per rapimento e aggressione sessuale su minore. In Colline convivono davvero più persone, perché a narrare la storia è un ""io"""", che non sempre coincide con """"Colline"""", ma anche """"Lynn"""" e """"Mathilde"""". L'io/Colline è la protagonista del presente, Lynn è il passato, l'adolescenza nel mondo della moda in cui era una sensuale modella, mentre Mathilde sarà la falsa identità telefonica, inventata dalla protagonista per ingannare e rapire dei ragazzini e infine circuire David, colui che dovrà diventare """"angelo senza sesso"""". Architetta così un piano perfetto per catturarlo."" -
La via tracciata
Alfonso Heredia è un fotoreporter che sta attraversando un brutto momento economico e personale. Quasi per caso mette le mani su un antico libro con strane frasi in caratteri gotici, e quando legge sul giornale della morte del Papa si rende conto che il testo aveva rivelato le circostanze della morte del Santo Padre. Nell'esaminare il libro scopre più da vicino che è un necrologio agghiacciante su personaggi di tutti i ceti e nazionalità con le previsioni delle loro morti fino alla fine dell'anno. Angosciato dal dilemma se usarle per fini filantropici, impedendo la morte delle persone coinvolte, o egoistici, trovandosi sul luogo delle morti per realizzare dei veri scoop fotografici, Alfonso deve decidere che fare di quelle rivelazioni sorprendenti che molti sarebbero disposti a sottrargli a ogni costo. -
Il telefono. Ediz. a colori
Drin drin. Il telefono inizia a squillare e squilla e squilla! Drin drin. E non smette più di squillare. rn«Nel divertente libro di Cukovskij ogni doppia pagina ospita una frase in caratteri grandi e un animale in primo piano, che pare voglia uscire» - La LetturarnrnIl tormentato, sfortunato eroe riceve dai suoi amici animali richieste su richieste: la colomba vuole dei guanti, il coccodrillo chiede deliziose scarpe da mangiare! E la scimmia, l'orso, la cicogna, il maialino... tutti cercano cose assurde. Non c'è pace per il narratore fino a quando, esausto, va a salvare un ippopotamo bloccato nel fango. Una brillante e ritmica poesia nonsense piena di colori, scritta da uno degli autori più amati dai bambini russi. L'elevata energia visiva interagisce perfettamente con il movimento ribelle del testo. Età di lettura: da 4 anni.