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Lombroso
Se Jane Austen non lo avesse già utilizzato, il titolo Orgoglio e pregiudizio sarebbe perfetto per raccontare la vita di Cesare Lombroso, una favola nera ambientata ai tempi dell'unificazione d'Italia, tra briganti, folli, cretini, delinquenti, malattie terribili, guaritori, patologi, medium e spiritisti. La storia di Lombroso è la novella macabra di un uomo votato alla scienza, che collezionò teschi di pazzi e criminali e dissezionò cadaveri, alla disperata ricerca di quei caratteri primitivi che avrebbero dimostrato l'ineluttabilità dell'essere delinquente, un tema a cui si dedicò instancabilmente oscillando sul labile confine tra genio e follia. La sua è una storia che potrebbe essere scaturita dalla penna di Mary Shelley o di Edgar Allan Poe, una vicenda così mirabolante, avventurosa e ricca di aneddoti che si stenta a credere alla sua veridicità. Quella di Cesare Lombroso fu un'esistenza votata al progresso scientifico, cullata dal miraggio del positivismo, che lo portò a pensare che tutto potesse essere misurato, catalogato e controllato. Le sue teorie oggi sono state confutate ma rappresentano comunque una base di studio e importanti spunti di riflessione sull'etica della scienza e la metodologia della ricerca. Partendo fantasticamente dai ricordi confusi che affiorano nella testa di Cesare Lombroso conservata sotto formalina, Stefano Bessoni costruisce un ritratto personale del padre della criminologia moderna, figura assai controversa che ancora oggi suscita feroci dibattiti. Nel racconto e nelle illustrazioni, l'autore dimostra la sua fascinazione per il personaggio ma ne critica le posizioni bigotte, razziste e intransigenti, che nel tempo sono diventate terreno fertile per tante discriminazioni, fornendo uno spunto di riflessione su una storia stupefacente e poco conosciuta ambientata in un'Italia neanche troppo lontana dai nostri giorni. -
La giungla in casa
Divertitevi a girovagare per l'appartamento e lo studio di Hilton Carter, e una serie di altri spazi lussureggianti, stracolmi di splendide piante verdi, e imparate tutto ciò che vi serve per creare la vostra personalissima giungla urbana. Proprietario di oltre 200 esemplari, Hilton ha le idee chiare riguardo all'importanza delle piante in casa - oltre che per la loro bellezza, per i benefici che apportano alla salute dei suoi abitanti: ""Avere delle piante non solo porta un tocco di vita in casa, ma contribuisce al ricambio d'aria nei vari ambienti. E, ovviamente, è un elemento di design fondamentale quando si arreda. A mio avviso, inoltre, non basta aggiungere piante verdi a caso: io cerco sempre le varietà giuste, perché mi piace vedere foglie di colori e texture diverse raggruppate insieme. Provate a prendere un Ficus lyrata e sistemarlo tra una Strelitzia reginae e una Monstera deliciosa... wow!"""". Pagina dopo pagina, acquisirete il bagaglio di competenze necessarie per prendervi cura delle vostre piante e imparerete dove collocarle, come propagarle, come trovare il giusto vaso e tanto altro ancora. Cosa più importante, imparerete come sistemarle in casa per farle apparire al meglio. Combinate foglie di forme e dimensioni diverse per ottenere risultati stupefacenti, provate a propagare le vostre succulente per talea, allestite un angolino di tillandsie... non c'è limite alla creatività!"" -
Giovanna Garzoni. Un voto d'amore
Un giorno Giovanna fece un voto, una promessa d’amore eterno. Pose sul capo uno spesso scialle nero, indossò una veste semplice e casta e si diede inrnsposa all’Arte. Per sempre. Posò gli occhi sui finissimi dettagli di fiori e piante e si dispose a ricrearli nella pittura. Ne assaporò la dolcezza, affinò lo sguardornper scoprire i loro segreti. In essi riconobbe il fremito della vita e la sua caducità. Finché, inebriandosi di bellezza e di profumi, scivolò con loro nel lentornappassire del tempo. Ma alla natura lasciò un omaggio destinato a durare in eterno.rnGiovanna Garzoni fu una pittrice e miniaturista vissuta nel XVII secolo. A parte le numerose opere che ci ha lasciato, sulla sua vita abbiamo solo poche ernincerte notizie. Nacque probabilmente nel 1600 ad Ascoli Piceno e, ancora bambina, fu iniziata al disegno dallo zio materno. A Venezia sposò il pittorernTiberio Tinelli nel 1622 ma il matrimonio fu sciolto dopo appena due anni, probabilmente a causa di un voto di castità pronunciato dalla sposa. Ormai liberarndi dedicarsi completamente all’arte, frequentò una scuola di calligrafia e poi iniziò a viaggiare per l’Italia, miniando ritratti e nature morte per committentirnillustri. A Firenze lavorò per i Medici e realizzò l’erbario figurato che la consacrò definitivamente come pittrice. Nel 1651 si trasferì a Roma dove, ormai ricca ernonorata, portò avanti la sua attività artistica. Come Maria Sibylla Merian e altre pittrici coeve, ci ha lasciato una ricca opera capace di coniugare arte ernscienza con uno stile nitido e preciso e una grande attenzione per il dettaglio.rnNel quadro della vita di Giovanna Garzoni, Anna Paolini trae ispirazione soprattutto dal voto di castità che la porta a separarsi dal marito per consacrarsirnall’arte. Attingendo alla simbologia religiosa, la rappresenta come una sposa mistica in completa simbiosi con la natura e la ritrae in tavole dalle tinte vivernche omaggiano il suo stile, caratterizzato da un’attenta osservazione della natura e da una personale interpretazione della luce e del dosaggio dei colori.rnDopo La magia della crisalide, dedicato a Maria Sibylla Merian, con questo volume #logosedizioni prosegue un percorso di approfondimento dedicato arngrandi artiste della storia, donne rivoluzionarie che rifiutarono di sacrificare il proprio talento ai doveri della famiglia e alle convenzioni sociali scegliendo conrnpervicacia di portare avanti le proprie idee, convinzioni e passioni. -
Atti della gloriosa compagnia dei martiri
Con ""Atti della gloriosa compagnia dei martiri"""" Arispe torna ad affrontare un tema religioso dalla forte carica iconografica. Pedro e Marcellino, Paolo di Tarso, Pantaleone di Nicomedia, Caterina d'Alessandria... sono santi e martiri antichi quelli che si susseguono pagina dopo pagina, tutti vissuti entro i primi anni del IV secolo d.C., nei tempi oscuri in cui la religione cristiana era considerata un'eresia da condannare e perseguitare e la morte in suo nome era vista come l'acme di una fede incrollabile che tutto può superare e sopportare. Nel nuovo volume di Nicolás Arispe, ogni santo è affiancato da un testo che ne racconta la storia con un stile impersonale, quasi asettico, ma che al tempo stesso si lancia in metafore azzardate, richiami del tutto soggettivi partoriti dalla mente dell'autore: la testa mozzata di San Quintino di Vermand si inabissa cullata dai versi di Melville (Sink, sink, oh corpse, still sink / Far down in the bottomless sea, / Where the unknown forms do prowl, / Down, down in the bottomless sea); il terribile supplizio di San Bartolomeo è paragonato allo scuoiamento da vivo dello zio Liu nel romanzo Sorgo Rosso di Mo Yan. I corpi scultorei sono definiti nei loro volumi da un chiaroscuro preciso e a tratti aggressivo, che fa emergere mani intrecciate, membra contorte e volti straziati dal dolore, senza tuttavia lasciar mai affiorare un'ombra di dubbio negli sguardi fissi rivolti all'Altissimo o negli occhi accecati dal rapimento mistico. Come già in Lasciate ogni pensiero o voi ch'intrate, Arispe riprende uno stile grafico medievale, in linea con la tradizione iconografica con cui si confronta. Le tavole appaiono a tratti opprimenti, con scene cariche, affollate di mostri o gravate da un cielo incombente e altre volte raggiungono il massimo dell'essenzialità, raffigurando i santi soli con la loro fede. Un libro originale capace di fondere alto e basso, sordido e mistico, icone antiche e riferimenti culturali moderni in un'ermeneutica del martirio e del castigo."" -
Fineliner. Tecniche, consigli e ispirazioni per disegnare con l'inchiostro
Non sempre è necessario possedere strumenti costosi e sfoggiare grandi abilità per comporre un'opera d'arte capace di emozionare e meravigliare il pubblico. A volte bastano semplici linee nere su sfondo bianco, come ci mostra Liam Carver nel volume ""Fineliner"""". Con le sue 85 splendide opere a inchiostro eseguite da artisti contemporanei di tutto il mondo, questo libro offre un ventaglio eterogeneo di esempi e stili da cui trarre spunto. La natura selvaggia, i paesaggi mozzafiato e la bellezza del cosmo vengono immortalati con tratti talvolta delicati, talvolta decisi, spiritosi o elaborati, mostrando l'efficacia di questo strumento a chiunque desideri ritrarre i soggetti più disparati, dare sfogo alla fantasia o semplicemente esprimere la propria personalità. Prendete in mano un taccuino e un fineliner, liberate l'immaginazione e lasciatevi ispirare! Volete ottenere disegni ricchi didettagli con una semplice penna a inchiostro? Mettere in pratica con successo tratteggio e puntinatura? Le brevi presentazioni che accompagnano le immagine vi forniranno preziose informazioni sullo stile, le tecniche e gli strumenti impiegati, nonché diversi consigli utili per riuscire a riprodurle. Grazie all'indice per immagini, inoltre, sarà facilissimo ritrovare un'opera che vi ha particolarmente colpiti. Una guida dedicata agli artisti, ma anche agli amanti dell'arte."" -
Impossibile
Toribio ha due anni e mezzo e i suoi genitori gli vogliono molto bene, ma certi giorni accudirlo sembra proprio una missione impossibile. Arrivano a sera esausti e sognano il giorno in cui smetterà di fare i capricci per il bagnetto, per il pranzo, per il pisolino, il giorno in cui tutto sarà più facile e potranno tornare ad avere una vita propria, dormire di notte e mangiare in tutta tranquillità. Finché, sfogliando il giornale, trovano un annuncio che li riempie di speranza: la signora Meridiana promette di risolvere qualunque tipo di problema (""C'è sempre una soluzione""""). Decidono di fissare un appuntamento seduta stante. Partendo come sempre da una situazione quotidiana che verrà stravolta in un finale sorprendente, Isol ci coinvolge in un divertente racconto in cui testo e immagini si completano a vicenda per narrare le diverse fasi che si trova ad affrontare qualsiasi genitore alle prese con un bambino piccolo, pieno di energia e curiosità. Età di lettura: da 5 anni."" -
Merlino contro Babbo Natale. Merlino. Vol. 2
In certi casi basta un nome per richiamare alla mente mille e mille leggende: è quanto accade quando si evoca il mago Merlino, personaggio centrale del ciclo bretone e della leggenda arturiana. Dell’infanzia di questo potente incantatore, tuttavia, non si sa granché. Per fortuna, Joann Sfar e José Luis Munuera hanno colmato il vuoto, divertendosi a immaginarlo in una veste buffa, gioiosa e iconoclasta. Scopriamo così che, prima di diventare mago a tutti gli effetti, Merlino aveva due allegri compagni che rispondono ai nomi di Tartina (un orco che ha smesso di mangiare bambini ma è ancora piuttosto ingordo, decisamente brutto e dotato di un QI a una cifra) e Salciccia (un maiale parlante, ovviamente: che cosa vi aspettavate, eh?). Con loro, ha vissuto avventure incredibili ed esilaranti! Questo secondo volume di Merlino si apre in una sera di Natale di tanti anni fa, quando anche Babbo Natale era ancora un ragazzino. Terrorizzato dall’orco Tartina, il povero piccino – sceso a casa dei tre amici per consegnare i doni e ivi imprigionato grazie a una serie di trappole saggiamente predisposte – non smette di perdere conoscenza. Per tirarlo un po’ su, Merlino gli prepara una pozione magica, ma il risultato è alquanto strano: intanto la preparazione manca di sale, e come se non bastasse trasforma il piccolo e tenero Babbo Natale in un mostro orribile e gigantesco, affamato di carne di bambino. La soluzione sembra a portata di mano: Tartina tracanna il resto della pozione, per diventare ancora più grosso e cattivo, e affrontare il nuovo Babbo diventato malvagio. Ahinoi, qualcosa va storto: la pozione sembra funzionare un po’ come pare a lei! Tra orripilanti ritrovi di orchi, inattese trasformazioni e un assaggio di turbocapitalismo, alla fine – ma solo alla fine – tutto si risolverà per il meglio, e Babbo Natale riceverà in dono le sue renne e un’armata di devoti elfi pronti ad aiutarlo in ogni occasione! Età di lettura: da 8 anni. -
Società segrete e culti oscuri. La storia di sette e confraternite nei secoli
Una sorprendente storia delle organizzazioni segrete più pericolose. Società segrete e culti oscuri è un inquietante viaggio nel misterioso mondo dei movimenti più pericolosi e riservati della storia. Dalle sette religiose in attesa della fine del mondo alle moderne organizzazioni criminali che operano al di fuori dei confini della legge, il volume fa luce sui gruppi che vogliono rimanere nell'ombra. Che cosa ha portato gli uomini a riunirsi in segreto fin dalla notte dei tempi, nascondendo le loro attività agli altri? Partendo dall'Età del ferro, il volume traccia una storia ricca di sacrifici umani, omicidi politici, sacerdoti zelanti e profeti mistici. Dagli ordini clandestini ai deliranti culti assassini, l'autore prende in esame tutti i tipi di organizzazioni segrete, siano esse confinate ai margini della società o insediate nei centri di potere. In queste pagine, scopriremo culti apocalittici come i Taiping, le cui credenze scatenarono una rivoluzione nella Cina imperiale, le agghiaccianti attività dei culti assassini, come la Famiglia di Manson, e degli ordini che impongono il suicidio ai propri membri. Infine, uno sguardo alle società segrete contemporanee ci svelerà che queste organizzazioni sono tutt'altro che un ricordo del passato. Ricco di illustrazioni e di scioccanti aneddoti, il volume è un'occasione per venire finalmente a conoscenza di ciò che si muove nell'ombra. -
Malattie terribili e atroci cure. La storia della medicina attraverso i secoli
La lunga notte della medicina in tutti i suoi raccapriccianti dettagli. Malattie terribili e atroci cure ripercorre la battaglia ingaggiata dal genere umano contro la malattia dal Medioevo fino al XX secolo. Il libro spazia dalla descrizione dei disturbi più comuni alle epidemie più letali. Parassiti, pustole e bubboni, cancrene e diarree infestano le sue pagine, condite di vividi dettagli. Non di rado, in passato, le cure si rivelavano devastanti quanto la malattia che avrebbero dovuto curare. I medici spesso dimostravano un'agghiacciante e creativa incompetenza, cimentandosi in interventi dentistici catastrofici o improvvisando lobotomie con un rompighiaccio. In queste pagine, troverete alcune delle cure più disastrose degli annali della storia della medicina: dalle lancette alle sanguisughe, dal riposo forzato ai rimedi fecali. Le malattie si sono ritagliate un ruolo fondamentale nella storia umana; basti pensare all'effetto sconvolgente di morbillo e vaiolo sulle popolazioni native americane, o al ruolo determinante giocato dal tifo nella disfatta napoleonica. Gli aneddoti non mancano, dalla vicenda dell'untrice Mary Mallon a quella della vacca Blossom, salvatrice dell'umanità. Questo studio, ricco di sorprendenti illustrazioni mediche, vi catturerà con il suo fascino morboso sin dalla prima pagina, spingendovi a correre in cerca del disinfettante. -
La veille eternelle. Catacombes des Capucines de Palerme-Die Ewige Wacht. Die Kapuzinerkatakomben von Palermo. Ediz. bilingue
Il lettore viene accompagnato a scendere i gradini che conducono alle catacombe e, oltrepassato il cancello, eccole: le mummie. Riposano in piedi nelle nicchie bianche, nei loro antichi abiti, e assomigliano a una versione macabra delle vecchie foto in bianco e nero, in cui uomini con grandi baffi e donne con grandi sottane se ne stavano in posa, impalati come manichini. Tra queste spicca la piccola Rosalia, dolcemente adagiata nella sua minuscola bara: il suo volto è sereno, la pelle appare morbida e distesa, e le lunghe ciocche di capelli biondi raccolte in un fiocco giallo le donano un'incredibile sensazione di vita. Se Rosalia Lombardo è stata imbalsamata, come altri corpi presenti nelle Catacombe, la maggior parte delle salme ha invece subìto un processo di mummificazione naturale - vale a dire senza che fossero eliminati viscere e cervello oppure iniettati particolari liquidi conservanti. La mummificazione è una tradizione antichissima in Europa, che in Sicilia ha preso particolarmente piede, e le Catacombe di Palermo rimangono l'espressione più straordinaria di questa tradizione, in ragione del numero di corpi conservati al loro interno (1252 corpi e 600 bare in legno, alcune delle quali vuote, secondo un recente censimento). Pagina dopo pagina, il libro si offre come una guida storica e storicoartistica alla più grande collezione di mummie spontanee e artificiali al mondo. I Frati Cappuccini si stabilirono a Palermo, presso la chiesa di Santa Maria della Pace, nel 1534. Inizialmente furono gli unici a essere sepolti in loco anche se, più che una vera e propria sepoltura, si trattava piuttosto di una fossa comune, o ""carnaia"""", com'era chiamata al tempo: i corpi venivano calati dall'alto avvolti in un lenzuolo, e adagiati in questa fossa sotterranea che si apriva, come una grossa cisterna, sotto l'altare di Sant'Anna. Dato che la comunità dei Cappuccini a Palermo stava crescendo, per motivi di salubrità e questioni di spazio c'era bisogno di un cimitero più grande. Così qualche tempo prima del 1599 vennero avviati degli scavi per costruire un luogo di sepoltura sotterraneo, dove per prima cosa sarebbero stati spostati i resti umani contenuti nella vecchia """"carnaia"""" ormai stracolma. Ma, una volta aperta la pietra che sigillava la fossa comune, ecco la sorpresa: quarantacinque cadaveri, buttati là sotto - senza casse e sovrapposti gli uni agli altri - furono ritrovati praticamente intatti. Il fatto aveva senza dubbio un che di prodigioso, e si decise pertanto di esporre quaranta di queste salme nel nuovo vano scavato nella terra, collocandole tutte attorno alle pareti, e ponendo un'effigie della Madonna in una nicchia al centro. Le cinque salme incorrotte che non trovarono spazio lì dentro probabilmente ritornarono nella fossa comune. La notizia dei corpi ritrovati intatti portò una certa fama al convento: a poco a poco, i Cappuccini cominciarono ad accogliere un numero sempre maggiore di salme di """"secolari"""" finché, nel 1783, decisero di concedere la sepoltura a chiunque ne facesse richiesta. Da allora il cimitero conventuale divenne una specie di zona franca, sempre esplicitamente escluso da tutte le leggi civili... -
Il bacio
In un bel palazzo in cima alla montagna più alta che domina la città, vive il giovane erede al trono, insieme alla regina madre e al gattino reale. La regina ha ormai governato per tanti, troppi anni, e non vede l'ora che il figlio si sposi per potergli finalmente passare la corona e le molte incombenze del regno. Purtroppo, però, il suo rampollo non è molto interessato né alle nozze né tantomeno alle principesse. Sotto i suoi occhi sfilano innumerevoli pretendenti ma nessuna sembra in grado di toccare il suo cuore. Finché viene annunciata la principessa Madeleine insieme a suo fratello, il principe Lee. E allora sì... inaspettatamente... scocca il colpo di fulmine! Il principe ha finalmente trovato l'amore e tutta la corte si appresta a festeggiare... Età di lettura: da 8 anni. -
La forza della gazzella
Gli animali vivono in pace nella giungla di Congolandia: il serpente gioca con l'elefante attorcigliandosi attorno alle sue zampe, la giraffa fa trotterellare sul suo dorso i cuccioli del leopardo e re Leone I non ha alcun motivo per arrabbiarsi, nemmeno con suo figlio, Leoncino. Un giorno, però, questo clima gioioso e sereno viene turbato dall'arrivo di una tigre feroce che semina il terrore fra tutti gli animali. Nessuno sembra sopravvivere al suo passaggio. Leone I è fuori di sé, non riesce nemmeno più a tenere la corona dritta sulla testa, ma decide comunque che bisogna fare qualcosa e raduna in assemblea la comunità sconvolta. La decisione è unanime: bisogna sbarazzarsi di quella bestia straniera che non ha pietà nemmeno per i cuccioli! Un coraggioso gruppo di volontari parte per la missione: Leoncino con le sue zanne forti e affilate, l'astuto serpente, il leopardo maestro di agguati e l'elefante con la sua possente proboscide. Ma tutte queste qualità non bastano a sconfiggere la tigre, che a uno a uno ricaccia indietro i suoi assalitori. Gli animali si vedono ormai senza speranze, tanto più che ora, dal fondo della radura, si è fatta avanti, con la sua voce dolce, la gazzella. È proprio il colmo: cosa potrà mai fare l'animale più debole della giungla contro la terribile tigre? Leggendo questa fiaba è facile riconoscersi nelle dinamiche di gruppo che tutti noi viviamo, in cui la forza e la prestanza fisica sembrano essere l'unico modo di affrontare le situazioni difficili e per chi è diverso non è sempre facile far emergere le proprie qualità. Qui, però, la perseveranza premia chi decide di farsi strada fra gli stereotipi e adottare una strategia nuova: quella della gentilezza, dell'ascolto e della comprensione dell'altro. Età di lettura: da 6 anni. -
Il lupo in mutanda
A strapiombo sulla foresta, vive il lupo. Ha un ululato che mette i brividi, la pelliccia ispida, il muso lunghissimo, le zanne appuntite e lo sguardo assassino. Le sue malefatte sono scritte a lettere cubitali sulle prime pagine di tutti i giornali. Ma per fortuna gli animali hanno preso le dovute precauzioni: ovunque si vendono allarmi, trappole e recinzioni anti-lupo e si organizzano corsi di karate fatti apposta per difendersi da lui. E, grazie alla brigata anti-lupo, il popolo della foresta può dormire sonni tranquilli! A un tratto, tra gli alberi riecheggia un grido di allarme: eccolo che arriva! Ovunque si scatena il panico e gli animali, atterriti, fuggono nelle loro tane. Eppure… quella che si ritrovano davanti non è la bestia tremenda che immaginavano: non ha lo sguardo assassino! Ma soprattutto… come si fa ad aver paura di un lupo che indossa una mutanda? Questo libro, a metà tra il fumetto e l’albo illustrato, inaugura la serie in quattro volumi dedicata al più simpatico e inoffensivo dei lupi. Con un testo intelligente e buffe immagini ricchissime di dettagli, si propone di aiutare i bambini a confrontarsi con il tema della paura e al tempo stesso di far riflettere gli adulti sui meccanismi perversi delle nostre società, che tendono a trovare la propria ragion d’essere nell’individuazione di un nemico comune. Età fi lettura: da 6 anni. -
Congelano di brutto. Il lupo in mutanda. Vol. 2
Nella foresta l'inverno è arrivato, portando con sé la neve e un freddo tremendo. Per fortuna gli animali sanno come prepararsi alla nuova stagione: alcuni si rifugiano al calduccio dentro casa, altri si imbacuccano per bene per sciare o giocare nella neve, altri ancora si ristorano con una fonduta di formaggio calda e filante. Gli affari vanno a gonfie vele: il freddo, si sa, fa venir fame e così, oltre ai piumini, si vendono più formaggi, più pane e nocciole. Ma non per tutti le cose vanno bene. Vi ricordate il lupo? Un tempo considerato il terrore della foresta (v. Il lupo in mutanda 1), aveva alla fine fatto amicizia con gli altri animali rivelandosi gentile, innocuo e simpatico. Ma se si fossero tutti sbagliati? Se dietro la sua maschera bonaria, il lupo fosse davvero malvagio? Da qualche tempo, infatti, non sembra più lui: a chiunque gli chieda come sta, risponde con uno sguardo cupo e minaccioso: “Non va”, e poi aggiunge: “Congelano”. Ma chi, o cosa, potrà mai congelare? Lui di certo non dovrebbe patire il freddo perché indossa la sua mutanda (che sembra davvero molto calda). Forse ha freddo ai piedi? Gli si congelano le orecchie? Gli animali fanno varie ipotesi e cercano le soluzioni, regalando al lupo prima un paio di calzettoni e poi un berretto. Ma niente da fare: lui continua a fare la faccia torva e a ripetere: “Congelano”. Per di più, gli animali incaricati di consegnargli i doni spariscono nel nulla e comincia a circolare la voce che lui se li sia mangiati. Così gli abitanti della foresta, guidati dalla brigata anti-lupo, fanno irruzione a casa sua dove scopriranno però una realtà molto diversa da quella che temevano, e impareranno una nuova lezione. Età di lettura: da 6 anni. -
Furiosi e veloci. Il lupo in mutanda. Ediz. a colori. Vol. 3
Nella foresta tutti gli animali sono in fibrillazione! Le bandierine sventolano tra ramo e ramo, i pompon sono pronti, il baracchino “nocciolina” lavora a pieno ritmo, scorrono fiumi di succo di luppolo. Sta per iniziare l’attesissima corsa “Furiosi e veloci”! La folla armata di striscioni non vede l’ora di fare il tifo per i propri beniamini. Eppure c’è qualcuno che non condivide l’entusiasmo generale e ha pensato bene di imbrattare tutti i manifesti con le scritte: Schifo! Troppo schifo!. Nemmeno la brigata anti-lupo – che, non avendo molto da fare da quando si è scoperto che il lupo è gentile, è diventata anche brigata anti-graffiti – è in grado di risolvere la situazione! A quanto pare, il misterioso vandalo è ferocissimo e i compari della brigata tornano dalla spedizione in barella! È evidente che questo è un lavoro per il lupo in mutanda! In men che non si dica il nostro eroe perlustra la foresta e riesce a scovare il nemico. Ma che strano, non sembra poi così pericoloso… In questo terzo episodio della serie dedicata al più simpatico e inoffensivo dei lupi, il nostro eroe torna insieme agli animali della foresta in una storia divertentissima ma anche toccante che insegnerà a grandi e piccini a non fermarsi alle apparenze, a cercare di mettersi sempre nei panni degli altri, anche quando sembrano comportarsi in modo aggressivo o distruttivo. Perché ognuno ha una sua storia da raccontare, qualcosa con cui fare i conti dentro di sé, e a volte basta l’aiuto di un amico per tornare a credere in sé stessi e nei propri sogni. Età di lettura: da 6 anni. -
È un fannullone! Il lupo in mutanda. Vol. 4
La foresta ha le sue regole: per comprare le cose, ci vogliono i soldi, e, per avere i soldi, bisogna lavorare. Eppure, il lupo in mutanda ha tre monete per comprarsi i ramen anche se non lavora. Di sicuro è un ladro, oltre che un fannullone! E allora, oplà, eccolo sbattuto in prigione! Ma gli animali non sono convinti: per loro la verità è ben diversa da quella che si legge sulla Gazzetta della Foresta. Ci penserà la brigata anti-lupo a risolvere il mistero… perché loro sì che lavorano! Così, col procedere dell’indagine e a colpi di interrogatori, anche gli investigatori cominciano a nutrire dei dubbi, fino a scoprire una sorprendente verità… In questo quarto episodio della serie dedicata al lupo più innocuo e divertente della storia del fumetto, Wilfrid Lupano e Mayana Itoïz continuano a mettere in questione con umorismo le consuetudini e i valori acquisiti della nostra società. Con un testo brillante e buffe immagini ricche di dettagli, invitano i bambini ad avvicinarsi al concetto di lavoro e sfidano gli adulti a mettere in discussione le proprie certezze. Età di lettura: da 6 anni. -
Julia Pastrana. The monkey woman
Il sobbalzare di un carro tra la polvere, un villaggio che si allontana, annidato tra i monti, lo sguardo di una bambina che cerca un saluto, un gesto d'affetto da parte della madre che l'ha appena venduta. È con questo addio che si apre la storia di Julia, ""Una donna perfetta, una creatura razionale, dotata di parola, cosa che nessun mostro ha mai posseduto. Un ibrido, in cui la natura della donna predomina sul bruto - l'orangotango. Nel complesso, l'essere più straordinario dei nostri tempi"""", come la definì il medico che la visitò per primo. Di Julia Pastrana, un'indigena messicana vissuta nell'Ottocento e divenuta celebre grazie al suo aspetto e alle sue doti di cantante e ballerina, abbiamo poche notizie certe che tuttavia non rivelano le sue emozioni e i suoi sentimenti. Possiamo solo immaginarli, e Ivan Cenzi lo fa con la delicatezza e la profondità consuete, affidando i suoi pensieri a un diario che non si interrompe nemmeno con la morte. Dall'infanzia infelice a Ocoroni agli anni trascorsi nella città di Sinaloa, dove riceve un'istruzione e impara a danzare, fino alle acclamate tournée in tutto il mondo, Julia ripercorre la sua vita e si sofferma sull'incontro che la cambierà per sempre: quello con Theodore Lent, suo impresario e marito. Colui che un giorno le sussurra all'orecchio le parole che non dimenticherà mai: """"Hai il diritto di essere felice"""". Se la gentilezza d'animo di Julia Pastrana emerge con chiarezza dalle toccanti pagine di diario, le raffinate immagini in bianco e nero di Marco Palena, eseguite a tecnica mista (grafite, carboncino, pastelli e digitale) ci svelano il suo aspetto, a guisa di foto d'epoca, dando pieno risalto al contrasto tra le fattezze selvagge e l'eleganza dei modi. Ed è impossibile non rimanere incantati da questa creatura fragile e gentile, mentre capiamo chi sono i veri mostri, uomini abietti disposti a usare altri esseri umani al solo scopo di arricchirsi. Una storia d'amore appassionata e controversa, un invito a guardare alla diversità senza pregiudizi e, soprattutto, uno straordinario ritratto di donna."" -
Giovanna Garzoni. A gift of love
Un giorno Giovanna fece un voto, una promessa d'amore eterno. Pose sul capo uno spesso scialle nero, indossò una veste semplice e casta e si diede in sposa all'Arte. Per sempre. Posò gli occhi sui finissimi dettagli di fiori e piante e si dispose a ricrearli nella pittura. Ne assaporò la dolcezza, affinò lo sguardo per scoprire i loro segreti. In essi riconobbe il fremito della vita e la sua caducità. Finché, inebriandosi di bellezza e di profumi, scivolò con loro nel lento appassire del tempo. Ma alla natura lasciò un omaggio destinato a durare in eterno. Giovanna Garzoni fu una pittrice e miniaturista vissuta nel XVII secolo. A parte le numerose opere che ci ha lasciato, sulla sua vita abbiamo solo poche e incerte notizie. Nacque probabilmente nel 1600 ad Ascoli Piceno e, ancora bambina, fu iniziata al disegno dallo zio materno. A Venezia sposò il pittore Tiberio Tinelli nel 1622 ma il matrimonio fu sciolto dopo appena due anni, probabilmente a causa di un voto di castità pronunciato dalla sposa. Ormai libera di dedicarsi completamente all'arte, frequentò una scuola di calligrafia e poi iniziò a viaggiare per l'Italia, miniando ritratti e nature morte per committenti illustri. A Firenze lavorò per i Medici e realizzò l'erbario figurato che la consacrò definitivamente come illustratrice scientifica. Nel 1651 si trasferì a Roma dove, ormai ricca e onorata, portò avanti la sua attività artistica. Come Maria Sibylla Merian e altre pittrici coeve, ci ha lasciato una ricca opera capace di coniugare arte e scienza con uno stile nitido e preciso e una grande attenzione per il dettaglio. Nel quadro della vita di Giovanna Garzoni, Anna Paolini trae ispirazione soprattutto dal voto di castità che la porta a separarsi dal marito per consacrarsi all'arte. Attingendo alla simbologia religiosa, la rappresenta come una sposa mistica in completa simbiosi con la natura e la ritrae in tavole dalle tinte vive che omaggiano il suo stile, caratterizzato da un'attenta osservazione della natura e da una personale interpretazione della luce e del dosaggio dei colori. -
Antonietta
Antonietta è una gallina diversa dalle altre, a partire dalle piume, che invece di essere bianche sono bruno rossastre. Non le riesce bene niente, per questo, al momento di deporre le uova, ha paura di non essere capace di farne uno ovale, col guscio duro e lucente, proprio come dovrebbe essere. Anzi, Antonietta è sicura che, pasticciona com'è, non ci riuscirà, anche se la contadina, Feli, la nutre amorevolmente con il grano della migliore qualità. E figurarsi se saprà deporre uova con due tuorli, come quella vanitosa di Alfonsina, che non fa altro che vantarsi delle sue prodezze. Antonietta, però, non si perde d'animo e ce la mette davvero tutta per produrre l'uovo perfetto. Riesce anche a farne uno prima delle altre, solo che si tratta di un uovo decisamente insolito: non ha il guscio, è grande e piatto, morbido e succoso al centro e circondato da una specie di ciambella bianca croccante. Che vergogna! E se la padrona dovesse scoprirla? Antonietta si affretta a nascondere il bizzarro uovo, ma Feli, che la osserva senza farsi notare, ha in serbo per lei un compito molto singolare... Età di lettura: da 4 anni. -
Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi è una delle più note e amate pittrici italiane di tutti tempi, simbolo di rivendicazioni femministe e protagonista di film e opere letterarie. Ci ha lasciato una vasta opera che si caratterizza per la maestria nell'uso della luce e abbraccia la lezione caravaggesca in termini di concezione della scena, chiaroscuro, plasticità dei volumi e contrasti tra forme e colori. È riuscita a conquistarsi un posto di spicco nella storia dell'arte, pur vivendo in un'epoca fortemente penalizzante per le donne e nonostante l'evento traumatico che ha segnato la sua vita.