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Il cuore delle ragazze arde più forte
L'esordio letterario di una nuova, potente voce dell'India contemporanearn«Shobha Rao è una scrittrice capace e sicura, in grado di padroneggiare una trama ampia e ambiziosa» - The New York Times Book Reviewrn«La cosa più memorabile di questo sorprendente romanzo è l'autentica voce femminile che emerge dalle sue pagine» - San Francisco ChroniclernrnUna volta al mese, la giovane Poornima sale al tempio sull'Indravalli Konda a pregare per la madre, spentasi dopo una lunga malattia. Sedici anni, la pelle scura come il cielo della notte e cinque fratelli più piccoli di cui prendersi cura, Poornima trascorre le giornate a filare seduta al charkha e a immaginare per sé un destino migliore di quello che ha approntato per lei suo padre. Uomo brusco e autoritario che appartiene alla casta dei tessitori, il padre la vorrebbe infatti maritata il prima possibile, poiché dopo la morte della moglie ha bisogno di nuove braccia che lo aiutino nella tessitura di sari. Un giorno, entrando in casa, Poornima scorge una ragazza seduta al telaio di sua madre: indossa un modestissimo sari di cotone e sull'avambraccio destro ha una grossa voglia rotonda. Eppure, quella giovane sconosciuta brilla di una luce speciale. Savitha, questo il nome della ragazza, ha tre sorelle minori che passano la giornata a perlustrare i mucchi d'immondizia per raggranellare qualche rupia, la madre fa le pulizie nelle case altrui e il padre, dopo anni di alcolismo, ha smesso di bere quando la sua artrite reumatoide si è aggravata al punto da impedirgli di reggere in mano un bicchiere. Eppure, nonostante questo, Savitha non perde mai il sorriso. Tra le due ragazze si instaura una profonda amicizia, un legame fortissimo che accende in entrambe la scintilla della ribellione al mondo che le vorrebbe miti e sottomesse. Fino a quando, una notte, Poormina viene svegliata da un gemito sommesso che arriva dal capanno della tessitura... Da questo momento, l'esistenza che le due ragazze hanno sempre condotto verrà spazzata via, e soltanto l'amicizia che le lega l'una all'altra saprà condurle, in un pericoloso viaggio attraverso un'India sconosciuta e spietata, verso le difficili prove che la vita porrà loro davanti. -
Berlino città d'altri. Il turismo intellettuale nella Repubblica di Weimar
Dall’Europa intera, tutti, ma proprio tutti accorrevano a Berlino negli anni che precedettero la lunga notte del nazismo. Erano intellettuali come Kafka, Walser, Roth, Auden, Isherwood, Nabokov, Pasternak. E quasi tutti scrivevano. Luigi Forte ha raccolto le storie di molti di loro, e il soggiorno in una metropoli capace di accogliere e stupire.«Un mondo formicolante di quattro milioni di vite, di speranze, di paure e di odio,rndi pena e di disperazione, di amore, di crudeltà e di affetto che viene chiamato Berlino.» - Thomas Wolfernrn«Qui si spalancano abissi, qui dominano e si affermano fino all’indecenza […] contrasti indescrivibili.» - Robert WalserrnrnChiunque si aggiri oggi per le strade di Berlino scorge una città cosmopolita che a ogni passo si svela come uno strabiliante laboratorio di futuro. Certo, essa è anche un sito archeologico della modernità e delle sue tragedie. I fantasmi di un tempo riemergono con i loro nomi altisonanti, dal Reichstag al Brandenburger Tor, o con le memorie inestinguibili del quartiere ebraico, lo Scheunenviertel. Tuttavia Berlino continua a essere, come diceva il critico d’arte Karl Scheffler all’inizio del Novecento, una città destinata a diventare, mai a essere.rnLe pagine di questo libro muovono dall’inizio di questo destino, dai primi decenni del Novecento in cui scrittori, artisti, intellettuali stranieri accorrono a Berlino e la trasformano nella metropoli weimariana che ospita e stimola grandi esperienze creative, il luogo d’incontro di sensibilità molto diverse, la scena su cui si proiettano esperienze contrastanti, un milieu di fantasie e utopie raccolte per le strade d’Europa.rnAttraverso una narrazione che rivisita ogni genere letterario, dai romanzi agli epistolari, dalle poesie ai racconti, dalle riflessioni teoriche e filosofiche ai reportage, dal bozzetto all’elzeviro, Luigi Forte mostra l’affascinante mescolanza di impressioni, testimonianze, immagini, sensazioni sedimentate che fanno della Berlino di quegli anni una città d’altri.rnDa Kafka a Robert Walser, da Roth a von Rezzori, da Crevel e Giraudoux a Auden e Isherwood, da Wolfe agli emigré russi Belyj, Šklovskij, Nabokov e Pasternak, fino a Marinetti e Pirandello, Berlino emerge in questa ricostruzione non solo come il simbolo problematico e affascinante di una modernità senza confini, ma anche e soprattutto come lo spazio di una nuova cultura a cui inconsapevolmente contribuirono le voci così eterogenee dei molti scrittori europei.rnDall’immagine cangiante della metropoli tedesca traspare così il volto di quell’Europa che tentò invano di contrapporre all’apocalisse incombente la voce ormai fievole della ragione e della parola rigeneratrice. -
E Marx tacque nel giardino di Darwin
La storia dell'incredibile incontro immaginariorntra due grandi pensatori dell'Ottocento: rn il filosofo e politologo Marx e lo scienziato Darwin.rn«Il romanzo di Ilona Jerger non soltanto racconta la nascita delle idee di questi grandi pensatori del XIX secolo, ma è anche un'opera ambiziosa narrata egregiamente. Una lettura eccellente.» - NDR Kulturrn«Per tutti i lettori che vorrebbero avvicinarsi ai due grandi pensatori Darwin e Marx. Un'opera che invita anche al confronto tra scienza e religione, un conflitto ancora oggi irrisolto.» - Spektrum der WissenschaftrnrnrnrnAlla fine dell'800, Darwin e Marx vivevano a qualche decina di chilometri di distanza l'uno dall'altro a Londra, senza mai incontrarsi di persona. Il romanzo narra gli ultimi anni di vita di queste grandi personalità del XIX secolo, che, ciascuno a suo modo, influenzarono profondamente la storia dell'umanità. Il trait d'union è rappresentato dalla figura fittizia del dottor Beckett, giovane medico all'avanguardia, che casualmente si trova a curare entrambi con metodi rivoluzionari per l'epoca. Ateo convinto, Beckett è un sostenitore della teoria dell'evoluzione delle specie ed è affascinato dall'opera di Darwin, ma si interessa anche ai diseredati e alle teorie promulgate dall'esule Marx. Accortosi che Marx possiede una copia dell'Origine delle specie, mentre Darwin ha una copia in tedesco del Capitale con dedica di Marx, Beckett propone a Darwin un incontro con il filosofo/economista tedesco, ma lo scienziato rifiuta. In occasione di una cena organizzata a casa sua in onore di alcuni rappresentanti del movimento dei liberi pensatori, tuttavia, ha modo di conoscere ugualmente Marx. La serata è un disastro, perché i sostenitori di Marx vogliono dimostrare che le teorie di Darwin sulla selezione naturale si applicano anche alle società umane e inoltre plaudono al naturalista come ""deicida"""". Darwin è turbato da tanta ferocia e da tale mistificazione della propria opera e lo stesso Marx non accetta che le scienze naturali possano essere usate per studiare i rapporti umani, mentre afferma la supremazia dell'economia e della filosofia. Mentre la discussione a tavola si fa sempre più animata, i due vecchi escono in giardino. Darwin, per natura conciliante e avverso ai conflitti, espone a Marx le proprie impressioni, dicendogli che lo reputa un idealista. Invece di scagliarsi contro questa affermazione, Marx tace nel giardino di Darwin, forse perché troppo debole per ribattere, forse perché troppo stanco o chissà."" -
Fino a dopo l'equinozio
Libro fondamentale per accostarsi alle ultime opere in prosa di Soseki e al loro stile narrativo, Fino a dopo l’equinozio conferma la straordinaria abilità del creatore del romanzo giapponese moderno nel descrivere con delicato struggimento le passioni che tormentano l’animo umano.rnrn«Soseki è geniale nel descrivere le anime in tormento» - rnThe Wall Street JournalrnrnKeitaro è un ragazzo romantico, geneticamente insofferente alla mediocrità e con un’ardente passione per l’inusuale. Da quando ha terminato l’università, però, la vita non gli ha concesso nulla di romanzesco. Lo ha portato soltanto a recarsi a casa di sconosciuti per consegnare lettere di raccomandazione e a trascorrere, nella pensione per scapoli in cui dimora, il resto delle ore nell’indolenza più assoluta.rnNella pensione vive anche Morimoto, un uomo oltre la trentina di una magrezza impressionante e dall’occupazione misteriosa. Dice di essere stato un marito integerrimo, di aver pescato salmoni in qualche regione di Hokkaido, di aver progettato una società per la produzione dei tappi per gli otri di sake. Da sotto i baffi trasandati narra, insomma, con estremo garbo racconti così strani da poter essere assimilati a storie di fantasmi. Quando rientra dal lavoro, inoltre, non tralascia mai di indossare un abito nuovo fiammante con la giacca dall’ampio bavero, per poi riuscire stringendo in mano uno strano bastone da passeggio di bambù, dall’impugnatura a forma di serpente con la bocca spalancata, come se stesse per inghiottire qualcosa.rnUn giorno, però, Morimoto scompare all’improvviso senza pagare l’affitto della pensione, lasciando il suo bastone da passeggio là dove lo ha sempre riposto, nel portaombrelli davanti all’ingresso. Sulla scrivania della propria stanza Keitaro trova una lettera in cui l’ex bizzarro ospite della pensione lo esorta ad appropriarsene e a farne buon uso. Un consiglio che si trasforma per il ragazzo in una persecuzione tale da spingerlo a preoccuparsi della sua salute mentale. -
L' ombra della montagna
Un romanzo epico in cui Roberts intreccia con maestria speranza, amore, fede e redenzione, per una vicenda che toccherà di nuovo la mente e il cuore di tutti i lettori.rnrn""Le forme della Fonte del tutto, la luminescenza, sono più numerose delle stelle nel firmamento, non c'è dubbio, e basta un pensiero buono per farle risplendere. Eppure un unico sbaglio può appiccare il fuoco a una foresta nel cuore, oscurando ogni luce nei cieli"""" - Gregory David Robertsrnrn""""Un unico sbaglio può appiccare il fuoco a una foresta nel cuore, oscurando ogni luce..."""": così comincia quest'opera. """"Shantaram"""" ha come protagonista Lin, il """"filosofo che ha smarrito l'integrità nel crimine"""", il fuggiasco divenuto a Bombay un """"uomo della pace di Dio"""" in grado di allestire ospedali per mendicanti e di stringere relazioni pericolose con la mafia indiana. Ne """"L'ombra della montagna"""" perduto nella giungla urbana di amore, morte e resurrezione dell'immensa metropoli indiana, Lin è alle prese con la Grande Ombra che si abbatte, improvvisa, sulla sua esistenza, su quella delle sue donne, Lisa e Karla, e dei suoi amici più cari. Dopo la morte di Khaderbhai, il gangster-saggio che lo ha eletto a suo allievo, Lin si ritrova, in compagnia di Abdullah e di altri membri della vecchia organizzazione, nella Sanjay Company, la società criminale diretta dall'ambizioso Sanjay Kumar. In una delle scorribande in compagnia di Vikram, si imbatte in Concannon, uno straniero come lui, un irlandese dell'Ulster con uno scintillio spavaldo, quasi un presagio minaccioso negli occhi. Quell'incontro è l'errore destinato a oscurare ogni luce. Concannon non conosce, infatti, compassione. Per essere sincero con sé, per non fingere ciò che non è e non può, deve essere insensibile a tutto e a tutti, e seguire il suo destino, la sua """"follia marziale"""" che lo spingerà a scatenare una guerra sanguinosa tra la Sanjay Company e la banda degli Scorpions..."" -
Il fruscio dell'erba selvaggia
Con una scrittura capace di farsi concitata nei momenti di tensione, e lirica e poetica in quellidi introspezione psicologica, Il fruscio dell’erba selvaggia mostra una galleria di personaggi indimenticabili – le ambigue figure dello zio e del frate e quella del giovane segnato da undestino inaggirabile di violenza ed emarginazione – in cui la vita si offre nell’assoluta contingenza delle scelte e nell’irrisolvibilità del suo mistero.rnrn «Munforte non ha smesso di plasmare una materia di incandescente pregnanza esistenziale, di cui è conferma adesso Il fruscio dell'erba selvaggia» - Massimo Raffaelli, Il Venerdìrnrn«Ha una prosa levigata fino alla trasparenza, Munforte. E dietro il suo descrivere anche i gesti minimi, umili, quotidiani, c’è una strana commozione, trattenuta». - Paolo di PaolornRomanzo dalla struttura inedita, composto da sequenze narrative che si intrecciano e risolvono, alla fine, in un quadro unitario, Il fruscio dell’erba selvaggia – il titolo viene da un verso di Evtushenko – tesse i destini di personaggi che, sullo sfondo di una Milano periferica, cupa e malinconica, vivono un’esistenza in cui innocenza e crimine, onore e vergogna, redenzione e autodistruzione si rovesciano continuamente, come guanti di cui è impossibile distinguere il diritto e il rovescio.rnNella prima parte, intitolata Nero uno, il suicidio dell’amato zio – un uomo che, dopo aver abbandonato moglie e figli, viveva ai margini della legge nel quartiere della Bovisa degli anni Sessanta – turba al tal punto il narratore da spingerlo a indagare sulla sua vita. La scoperta di un insospettabile alter-ego dello zio lo segnerà profondamente, portandolo a una scelta decisiva per il suo futuro. La seconda parte, Nero due, è il fulcro del romanzo. La scena si sposta in un ospedale degli anni Novanta in cui un ragazzo fraternizza con un uomo che genera in lui curiosità e fascinazione. Questi gli racconta la sua vita prima di orfano cresciuto dai frati, poi di criminale; di lí a pochi mesi lo trascinerà in una vicenda nella quale il ragazzo, in nome dell’amicizia nata in corsia, metterà a rischio la propria vita. In Nero tre il romanzo giunge al suo epilogo, offrendo i tasselli esplicativi dell’intera narrazione.rnL’originale disposizione narrativa scelta da Munforte alimenta il forte senso di inquietudine che pervade questo romanzo che, al pari di un dipinto di Hopper, intreccia la solitudine umana alla metafisica del paesaggio. -
Il ciliegio del mio nemico
Uno dei più importanti romanzi cinesi degli ultimi annirnVincitore del Taipei Book Fair Award, del China Times Open Book Award e dell’Eslite Bookseller Awardrnrn«Ci vogliono molti anni per capire che cosa, del dolore e della felicità che abbiamo attraversato, sia il caso di trattenere o dimenticare.»rnrnrnIn una piccola città di mare, un uomo di mezza età gestisce una caffetteria con pochi clienti, in attesa che sua moglie torni da lui. Invece una mattina riceve un visitatore inaspettato, l'ex amante di sua moglie, Luo Yi-Ming. L'incontro turba profondamente i due uomini, al punto da condurre Luo Yi-Ming a tentare il suicidio scavalcando una balaustra per gettarsi nel vuoto. La cittadina è sconvolta e non esita a incolpare di un simile gesto il proprietario della caffetteria, il quale riceve la visita della polizia, convinta che tra i due uomini sia in corso una faida. Tutto quello che riescono a scoprire i poliziotti, però, è che la moglie dell'uomo, Autumn, risulta scomparsa da tempo. La figlia di Luo Yi-Ming arriva al bar, sperando di scoprire la verità. Attraverso una serie di conversazioni, l'uomo le svela, incontro dopo incontro, una storia di ambizione, amore e vendetta. Cresciuto nella povertà, il suo unico obiettivo nella vita è stato trovare un lavoro stabile e mettere su famiglia. Il suo desiderio viene esaudito quando incontra Autumn, di cui si innamora al primo sguardo. Il narratore inizia quindi a lavorare nel settore immobiliare, dimostrando di avere un vero talento per gli affari. Mentre la sua carriera prende il volo con il boom immobiliare di Taiwan negli anni '90, lui e Autumn si iscrivono a un corso di fotografia tenuto proprio da Luo Yi-Ming. Il ciliegio dai rami rosso cupo che domina il giardino di Luo Yi-Ming non è ancora in fiore quando Autumn, all'improvviso, decide di lasciare suo marito... -
A casa di Jane Austen
Lucy Worsley, con una scrittura affascinante e spiritosa, perfettamente in tono con i romanzi della Austen, ci conduce nella quotidianità della scrittrice più amata.rnrn«Una prospettiva nuova su Jane Austen e il suo lavoro. Un’esplorazione splendida della sua opera, della creatività che la animava e della vita domestica che conduceva» – Amanda Foremanrnrn«Minuziosamente documentato, un ritratto vivo e luminoso» – Antonia Fraserrnrn«Lucy Worsley ci conduce nella vita quotidiana della romanziera inglese che, attraverso queste pagine, si mostra come una donna amorevole, intelligente e contraddittoria. Un libro magnific» – Kate WilliamsrnrnIl mondo dei romanzi di Jane Austen è domestico, ordinato, intimo. I suoi personaggi abitano in villini deliziosi, residenze di campagna principesche ed eleganti palazzi cittadini. Si è tentati perciò di credere che anche la vita della grande scrittrice si sia svolta in ambienti analoghi. Nulla di più lontano dalla realtà. L'esistenza di Jane, in apparenza tanto tranquilla, fu segnata da porte chiuse, strade che non le fu consentito imboccare, scelte che non poté compiere. La piccola somma guadagnata a fatica grazie ai suoi libri non bastava a consentirle di avere una casa tutta sua, e la morte del padre la costrinse a peregrinare tra abitazioni in affitto o presso parenti che le riservavano il destino proprio delle zie nubili: badare ai bambini. Leggendo i suoi romanzi, così pieni di case amate, perdute, sognate, si comprende bene come il desiderio struggente di una casa vera, di un luogo protetto dove mettere al sicuro i propri manoscritti e scrivere senza il peso delle faccende domestiche, non l'abbia mai abbandonata. Dalla modesta canonica di Steventon, circondata da castagni e abeti e da «uno di quei giardini vecchio stile nei quali convivono verdure e fiori», in cui Jane nacque e crebbe, fino al cottage di campagna di Chawton, nell'Hampshire, dove trascorse gli ultimi anni della sua breve vita, Lucy Worsley, con una scrittura affascinante e spiritosa, perfettamente in tono con i romanzi della Austen, ci conduce nella quotidianità della scrittrice più amata, mostrando le sue giornate buone e quelle storte, i piaceri privati e le incombenze, quelle «piccole cose dalle quali dipende la felicità quotidiana della vita domestica», e che lei elevò ad arte. -
Il peso dell'inchiostro
Romanzo vincitore del National Jewish Book AwardrnrnRicco di dettagli storici e impeccabilmente scritto Il peso dell’inchiostro «introduce i lettori al mondo anglo-ebraico del XVII secolo. La narrazione dal ritmo incalzante e i personaggi ben tratteggiati resteranno a lungo nel loro cuore» (Library Journal).rn«Una storia epica, commovente, ricca di dettagli storici e intrighi letterari.» - Kirkus Reviewsrn«Rachel Kadish mette in scena due donne nate a secoli di distanza, ma unite dalla sete di conoscenza. Un sontuoso romanzo storico che funge da tributo imponente alle donne che, nel corso dei secoli, sono impegnate a vivere, respirare e celebrare l'intelletto» - BooklistrnLondra, novembre 2000. Helen Watt, una studiosa di storia ebraica sull’orlo di un pensionamento obbligato, viene convocata per visionare alcuni documenti ritrovati in una casa del tardo XVII secolo. Consulenze come questa non sono insolite, nella sua professione: talvolta capita di scoprire vecchie carte in una soffitta oppure sul fondo di un baule di famiglia e, se non si intende informare la Soprintendenza, ci si rivolge alla facoltà di Storia dell’Università. Il giorno prima, però, un uomo ha telefonato chiedendo specificamente di lei. Giunta sul posto, Helen non riesce a trattenere l’emozione: all’interno di un ripostiglio segreto, nel vano rettangolare nascosto da un pannello, la aspettano due palchetti colmi di documenti: lettere in ebraico e portoghese risalenti a più di tre secoli prima, fascicoli sciolti, volumi rilegati in cuoio dai dorsi sbiaditi. Una testimonianza inedita e preziosa della rifondazione della comunità ebraica dopo quasi quattro secoli di espulsione dal suolo inglese.rnAvvalendosi dell’aiuto di Aaron Levy, uno studente americano alle prese con una tesi sulle possibili connessioni fra l’opera di Shakespeare e gli ebrei rifugiatisi nella Londra elisabettiana per sfuggire alle persecuzioni, Helen scopre che le lettere appartengono al rabbino HaCoen Mendes, uno dei primi insegnanti della rifondata comunità ebraica londinese, accecato dall’Inquisizione in gioventù.rnVergate per lui da uno scriba, le lettere recano in basso, nell’angolo a destra, la lettera ebraica aleph, iniziale del nome del misterioso copista, su cui si concentrano le ricerche dei due studiosi. Ricerche che li condurranno dinnanzi a una sconcertante rivelazione: a tradurre sulla carta i pensieri del rabbino non era, come hanno creduto sino a quel momento, un suo studente, ma una donna. Poco alla volta, dalle pergamene finemente vergate, emerge il ritratto di Ester Velasquez, una giovane ebrea che, nella Londra del XVII secolo, combatte per le uniche due cose capaci di dare un senso alla sua esistenza: la libertà e la sete di conoscenza. -
Frammenti di un discorso interrotto
Un canto all'esistenza in cui si è capaci di riempire i vuoti insieme in «modo felice e amoroso».rnrn«Quando si è disegnata l'esistenza in un certo modo, riempiendo insieme i vuoti – spesso in modo felice e amoroso –, che si sta a fare qui, tra gente distratta e affannata di nulla?»rnrn«Vi sono stati, in quei giorni, tra me e te, momenti d'amore muto, disarmato, silenzioso. Una sera, salutandoti prima del sonno, ci baciammo in modo soave, e staccandoci avevamo gli occhi lucidi. Avrei voluto dormire come un cane sul tappeto vicino al tuo letto. Non te l'ho domandato perché avevo paura che tu capissi che l'irreparabile era vicino».rnNel 1982, un anno dopo la morte di Lea Quaretti, Neri Pozza compone questo commuovente racconto che, muovendo dagli ultimi istanti di vita della moglie, narra la storia del loro lungo sodalizio amoroso, intellettuale, artistico. Sono pagine scritte come una sorta di elaborazione del lutto, ma che, segnate dalla sincerità che ogni grande perdita richiede, costituiscono uno dei più struggenti congedi dall'amata che il nostro secondo Novecento ci ha lasciato. Un addio al modo d'essere, unico, irripetibile, insostituibile della compagna di una vita, e alle piccole cose da lei lasciate: i libri estrosamente distribuiti negli scaffali, i sassi raccolti nella spiaggia del Lido di Venezia dopo le burrasche e posti in una vetrina, i guanti, bellissimi, bene ordinati in una scatola, il cappellino di velluto con l'aletta rovesciata, l'abito di seta blu a pallini bianchi... -
Napoli magica
Un viaggio vertiginoso nella Napoli del mito e della leggenda.rn«A Napoli, rebus di luce e tenebre, ogni pietra è uno scrigno di antiche memorie. E ogni vicolo, ogni statua, ogni palazzo raccontano, a chi voglia ascoltarle, storie da brivido: storie d'amore e di morte, storie di incantesimi e maledizioni: storie napoletane.» - Il Mattino«Un viaggio dentro luci e ombre di un luogo unico che non trascura nessuna delle sue vicende più arcane da quella classica al mito di Virgilio mago» - Ruggero Cartak, RobinsonrnAttraversare una città significa muoversi nello spazio ma anche camminare a ritroso nel tempo. «Napoli magica» è un viaggio nel cuore esoterico e misterioso di una delle città più antiche e affascinanti del mondo. Un viaggio nel mito, nella leggenda, nei labirinti della città e nelle infinite storie che vi sono annidate. Da Virgilio Mago al fiume «fantasma», dalla leggenda nera di Raimondo di Sangro alla maledizione della Gaiola, dalla Sirena Partenope ai misteri della città sotterranea, dal mito di Iside all'enigmatica Y di Forcella, dai filosofi-maghi al diavolo della Pietrasanta, dalle Compagnie della Morte ai cori perduti delle fate, dai misteri archeologici ancora da svelare alle incredibili storie ambientate nei Castelli della città. Storie di sangue, di delitti e morte, di sesso e amanti insaziabili. Storie romantiche, cupe, feroci. Storie napoletane. -
La città d'oro
Un magnifico romanzo d'avventura che restituisce il mondo esotico delle grandirnesplorazioni.rn«Una storia potente e ricca di suspense.» - Der Spiegelrn«La cittadella sacra di Machu Picchu, uno dei tesori Inca… scoperta da un avventuriero tedesco nel 1867, 44 anni prima che l’esploratore americano Hiram Bingham la rivelasse al mondo occidentale, ottenendone fama e fortuna.» - la repubblicarnrnQuesto romanzo è l'avventurosa storia cli Rudolph August Berns, I'uomo che per primo. scoprìrnMaihu Picchu, I'antica città perduta degli Inca,rnquarantaquattro anni prima che l'esploratorernamericano Hiram Bingham ottenesse fama e fortunarnrivendicando a sé la sensazionale scoperta.rnCome hanno fatto numerose ricerche storichernrecenti, questo libro ripara perciò un torto dellarnstoria, narrando della vita e della fìgura di unrnaffascinante avventuriero che, nel 1887, fu celebratorndalle gazzette di Lima come colui che avevarnrestituito al mondo la misteriosa El Dorado.rnTutto ha inizio in Germania, nella prima metàrndell'Ottocento, quando il piccolo RudolphrnAugust Berns, primogenito del commercianternJohann Berns e della moglie Caroline, passarnil suo tempo nella bottiglieria del padre a fantasticarernsu miti e le leggende delle epochernpassate. I suoi sogni a occhi aperti riguardanornsoprattutto le cronache del viaggio in Perù dirnJohann Jakob von Tschudi, dove si narra dellernmeraviglie di quel Paese, di giacimenti d'oro erngioielli preziosi, di vestiti, strumenti e stradernd’oro, e dove si afferma che, all'arrivo deglirnSpagnoli, gli inca furono costretti a rivelare irnpropri segreti. Tutti, tranne uno: El Dorado, larncittà sacra, interamente fatta di oro purissimo: irnponti, Ie case, le strade, le terme… una meravigliarndell'architettura, che avrebbe lasciato a boccarnaperta, entusiasmato e contemporaneamente arricchito chiunque l'avesse ritrovata.rnNel corso degli anni in molti si erano cimentatirnnel suo ritrovamento: Gonzalo Pizarro I'avevarncercata inutilmente, arrivando a scoprire soltantornil Rio delle Amazzoni. Alexander VonrnHumboldt, I'avventuriero venerato da Rudolph,rnsi era recato in Perù e aveva soggiornato a lungornsulle Ande, senza venire a capo di nulla.rnDeterminato a trovare la città d'oro, Bernsrnintraprende così un pericoloso viaggio in Perù, sulle tracce della città abbandonata nel fitto dellarngiungla o da qualche parte tra le montagne.rnMagnifico romanzo d'avventura, La città d'orornè stato salutato al suo apparire in Germaniarncome «uno dei più travolgenti romanzirndell'ultima stagione letteraria, un'opera chernci restituisce il mondo esotico delle grandirnesplorazioni. -
L' alba dell'era solare. La fine del riscaldamento globale e della paura
Il libro analizza gli effetti del cambiamento climatico e l'approccio al tema da parte della comunità internazionale di scienziati, economisti e politici a partire dagli anni Settanta con una documentazione approfondita.rn«Prem Shankar Jha è certo che possiamo liberarci dalla schiavitù dei combustibili fossili. E lancia la sua strategia, l'ostacolo? ""Il mercato""""» - La letturarn«Prem Shankar Jha offre una chiara via da seguire. Il libro è un'esplorazione delle opinioni per evitare pericolosi cambiamenti climatici, partendo da una domanda essenziale: dal momento che sappiamo come effettuare una transazione verso un'economia a bassa emissione di carbonio e dato il rischio rappresentato dal cambiamento climatico, perché non stiamo attuando ciò che andrebbe fatto?» - The Guardianrn Si sofferma sulle principali energie alternative utilizzabili in contrapposizione alla dipendenza dal petrolio che è attualmente ancora la principale fonte di energia. Si punta l'attenzione anche sulle conseguenze del cambiamento climatico in termini di guerre, migrazioni di massa, conflitti per il possesso delle risorse, carestie, epidemie ecc. La soluzione migliore per l'autore sembra essere il solare di cui descrive il funzionamento, i più importanti impianti nel mondo e lo sfruttamento delle biomasse. L'autore affronta il tema senza la reticenza che generalmente caratterizza le pubblicazioni sull'argomento. L'intenzione è quella di mettere in guardia l'opinione pubblica dai possibili effetti catastrofici degli stili di vita attuali sostenuti dall'economia di mercato, basata sul profitto a prescindere e sullo sfruttamento estremo delle risorse naturali. La minaccia di una catastrofe ambientale tuttavia non sembra essere recepita e manca ancora la volontà per attuare un reale cambiamento, almeno fino a oggi. Il libro illustra le soluzioni tecnologiche studiate a partire dalla metà del secolo scorso, sia quelle efficaci sia quelle «improponibili» e il ruolo decisivo delle scelte dei Governi troppo spesso dettate dall'economia di mercato e da visioni a breve termine. L'autore individua le responsabilità di alcuni scienziati e divulgatori che negano, spesso per interessi personali, la gravità dei fatti e il collegamento fra cambiamenti climatici e attività umane. Tutte le argomentazioni sono documentate con scrupolosa attenzione e possono essere approfondite utilizzando la bibliografia."" -
Easy life
Tom Sanders è uno scrittore di libri di auto-aiuto. Il suo più grande best seller, Easy life, ha venduto oltre quaranta milioni di copie nel mondo, mostrando una verità nota a criminali, artisti e a tutti quelli che decidono in qualche modo della propria vita: che ogni minuto può essere decisivo, che un secondo può valere un annornrnSi può vivere sempre e dappertutto. E se si è oltre i cinquanta e si è costretti a considerare gli anni passati come tempo sprecato, peccato. Ma quel senso irrimediabile di rimpianto non durerà a lungo. Da ora in poi ogni minuto conterà come un anno, e il tempo perso si recupererà più in fretta di quanto si pensirnrnrnLo strepitoso successo del libro si è tradotto per Sanders in una maestosa Range Rover Sport nera, milioni sul conto in banca, una casetta sulla diga nelle Fiandre zelandesi, un appartamento a Barcellona, un matrimonio felice con Julia, due figli, il più giovane dei quali, Stefan, è la pupilla dei suoi occhi.rnUn giorno, però, durante la festa per il cinquantanovesimo compleanno di Julia accade l’irreparabile. Hanna, la moglie di Stefan – a cui Tom e Julia non sono particolarmente affezionati – si presenta alla porta. Singhiozzando, si butta tra le braccia di Tom, rivelandogli che Stefan l’ha picchiata e che non è la prima volta. All’improvviso, e in modo del tutto inaspettato, Tom si trova davanti a un bivio. Deve affrontare il suo figlio preferito e metterlo dinnanzi alle proprie responsabilità? O sarebbe forse meglio attenersi alla massima più gettonata di Easy life, quella che suona «Cerca di non risolvere sempre i problemi pensandoci; spesso non pensandoci si risolvono prima»? -
Dove soffiano i venti selvaggi. Un viaggio all'inseguimento di Helm, Bora, Föhn e Mistral
Un diario di viaggio anticonvenzionale che rende visibile l’invisibile, che fonde con abilità cronaca, riferimenti letterari e nozioni di carattere storico e scientifico.rn«Il vento, le leggende, la bellezza dei paesaggi... Un resoconto irresistibile e divertente. Un contributo originale alla narrativa di viaggio.» - Jan Morrisrnrn«Hunt mescola elegantemente la narrativa con il reportage.» - New Statesmanrnrn«Illuminante.» - Wall Street Journalrn«Viaggiatore che ""ha studiato"""", che cioè alle impressioni che raccoglie intreccia anche un riassunto storico delle regioni toccate, Hunt è abile nel destreggiarsi nel non facile territorio spazzato dalla Bora, dove si va dalle foibe alle guerre balcaniche.» -rn Paolo Marcolin, Il PiccolornIl viaggio sulle tracce del vento di Nick Hunt parte dai Pennines, la colonna vertebrale dell'Inghilterra, mentre insegue l'Helm, un vento negativo che geme e ulula e che nasce in Cumbria dal Cross Fell, il monte più alto della catena. Nell'Europa meridionale segue la Bora, un amaro vento del nord che soffia da Trieste attraverso la Slovenia e lungo la costa croata. La sua caccia al Föhn che «mangia la neve» diventa un viaggio serpeggiante di euforia e disperazione attraverso le valli alpine della Svizzera, mentre il suo ultimo itinerario traccia un antico cammino di pellegrini nel sud della Francia sulle tracce del Mistral - il vento di follia che ha animato e tormentato Vincent Van Gogh. Questi sono viaggi nel vento selvaggio, ma anche nei paesaggi selvaggi e tra le persone che li abitano - un vasto gruppo di meteorologi, cacciatori di tempeste, uomini di montagna, eccentrici appassionati di vento, marinai e pastori. Presto, Nick si ritrova portato avanti dalle stesse forze che sta inseguendo, attraverso la pioggia, le bufere di neve e le tempeste ululanti. Perché, dove sono i venti selvaggi, ci sono anche miti e leggende, storia e folklore, scienza e superstizione - e occasionalmente cabine di montagna remote piene di sottaceti, salumi e alcolici fatti in casa."" -
Ellie all'improvviso
Un thriller mozzafiato che inchioda il lettore alla pagina.rn«Assolutamente avvincente, straordinariamente originale. Preparatevi a restarne preda» - Sunrn«Vi sfido a mettere giù questo libro» - Daily ExpressrnrnrnLaurel Mack ricorda bene com'era la sua vita dieci anni prima, quando aveva tre figli anziché due: un accumulo di faccende da sbrigare, crucci e bollette scadute. Una vita che, con il senno di poi, le appare assolutamente perfetta. Perché una mattina, sua figlia Ellie, la figlia prediletta, quella con cui andava maggiormente d'accordo e di cui era più orgogliosa, era uscita di casa e non era più tornata. Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l'ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. Occhi grigi, capelli brizzolati e scarpe eleganti, l'uomo ordina una fetta di torta, prende posto nel tavolo accanto al suo e le rivolge un ammaliante sorriso. Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie. La stessa fronte spaziosa, le palpebre pesanti, la fossetta sulla guancia sinistra quando sorride. All'improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta che hanno tormentato Laurel per anni tornano a galla. Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c'è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero? Una storia dove niente è quello che sembra e tutte le certezze della vita possono infrangersi come uno specchio troppo fragile. -
Perché i poeti. La parola necessaria
Mazzarella mostra in queste pagine la parola necessaria della poesia e la sua insostituibilità come fenomeno peculiare dell’esistenza umana.Nel 1946 Martin Heidegger tenne una conferenza, Perché i poeti?, pubblicata poi nei saggi di Holzwege. Negli scritti di Heidegger, è tra quelli che segnano il grande confronto del pensiero heideggeriano con il dire dei poeti, e la cosiddetta svolta nel pensiero del filosofo tedesco dall'analitica esistenziale di Essere e tempo alla riflessione sul senso dell'essere come evento del linguaggio custodito nella poesia. Passaggio che avviene soprattutto attraverso un'interrogazione sull'essenza della poesia in Hölderlin. In questa piccola opera, Eugenio Mazzarella ritorna sui temi propri del confronto di Heidegger con la poesia, e la domanda sulla sua essenza, in una prospettiva, però, in cui l'analitica esistenziale non è affatto abbandonata. Il senso dell'essere, la verità dell'essere, schiusa dalla poesia, appare come un ""fatto di parola"""", come l'evento stesso del linguaggio, ma è, ad un tempo, anche un'esperienza esistenziale. Lo """"strano fatto"""" della poesia è """"l'istituzione linguistica del mondo"""" prima che ci siano le singole cose, è l'apertura stessa del mondo. Ma questa """"istituzione linguistica"""" è imprescindibile dall'Esserci, dall'Io che nomina il mondo e, nominandolo, ritrova sé stesso. Di qui il ruolo, centrale e fondativo, come insegnerà Leopardi, dell'Io lirico. In un attraversamento, dell'esperienza della grande lirica moderna, del """"nichilismo"""" poetico di Leopardi, del suo presupposto spirituale nell'Ecclesiaste, e in un confronto con la stessa lettura di Heidegger di Hölderlin, Mazzarella mostra in queste pagine la parola necessaria della poesia e la sua insostituibilità come fenomeno peculiare dell'esistenza umana."" -
Lux
Nella dozzina del Premio Strega 2019 proposto da Sandra Petrignani- Romanzo vincitore della III edizione del PREMIO NERI POZZA e della Sezione giovani Fondazione Pini Circolo dei Lettori. Ci sono molti modi di trasformare qualcuno in un fantasma, e Thomas Edwards si è scelto il suo.rn«Bellissimo romanzo, originale e capace di arrivare dritto al lettore attraverso una trama sapientamente costruita sui canoni classici giocati fra leggerezza e ironia» - Sandra Petrignanirn«Eleonora Marangoni sa come calibrare le parole e mantenere l'architettura della trama e l'attenzione del lettore sempre vive» - Stefano MalatestarnrnLa sua vita non ha proprio niente che non va: Tom è un giovane italoinglese di buona famiglia, che abita a Londra e viaggia spesso per lavoro. Architetto, gestisce con successo uno studio di light design, e da quasi un anno fa coppia fissa con Ottie Davis, una chef in carriera con un figlio di sette anni, Martin. Ma Thomas abita il mondo solo in superficie: schivo e in parte irrisolto, lascia che la vita scorra senza pensarci troppo; il suo ricordo di un amore finito, quello per Sophie Selwood, è una presenza costante e tangibile, che illumina gli eventi e le cose che lo circondano, e ci racconta di come l'amore, o il ricordo dell'amore, possano trasformarsi in una composta e implacabile ossessione. Una strana eredità da parte di un eccentrico zio costringe Thomas a uscire dalla quotidianità. Un viaggio verso un'isola del sud Italia, un albergo affascinante e malandato e un fine settimana imprevisto – in compagnia della gente del posto e degli altri forestieri giunti a loro volta sull'isola – saranno l'occasione perfetta per sparigliare le carte, guardare le cose da un altro punto di vista e fare finalmente i conti con il passato, questo animale saggio e al contempo grottesco che sembra sempre volerci indicare la strada. -
La follia di Dunbar
Magistrale reinterpretazione del Re Lear, La follia di Dunbar è una splendida conferma del talento dell'autore dei Melrose nel descrivere con ironia e grazia i nuovi demoni della nostra epoca.rnrn«L'accostamento di St Aubyn con Lear sembra predestinato – chi, meglio dell'autore dei romanzi su Patrick Melrose, può fare i conti con un'opera teatrale intrisa di una indicibile crudeltà dell'uomo verso i propri simili? Non c'è un altro romanziere capace di combinare come lui il dono dell'ironia con una profonda comprensione della desolazione dell'esistenza» – The Atlanticrnrn«St Aubyn non esita a infilzare con la propria penna i ricchi e i dissoluti» – The Los Angeles Timesrnrn«Un brillante riadattamento del ""Re Lear"""" di William Shakespeare» – Kirkusrnrn«Mi hanno rubato il mio impero». Henry Dunbar, magnate canadese dei media, ha commesso un errore imperdonabile per un uomo ricco e potente come lui: voler conservare i privilegi del potere senza avere il potere. Destinando il Trust alle sue due figlie legittime, Megan e Abigail, pensava semplicemente di privarsi del fardello di gestirlo quotidianamente e di fare, perciò, del mondo il suo parco giochi ideale, il suo hospice privato, mantenendo l'aereo, l'entourage, le proprietà e le sue ricchezze.rnSi ritrova invece, ora, tra le mura di un ospizio vero, una di quelle case di cura per ricchi dal mortuario conforto, imbottito di farmaci che dovrebbero lenirne il «crollo psicotico» diagnosticato dal suo medico personale, corrotto a tal punto dalle sue malefiche figlie da essere divenuto «il loro ginecologo fin troppo personale, il loro pappone». In compagnia di Peter Walker, un celebre e bizzarro comico alcolizzato che, a suo dire, soffre di depressione, la malattia dei comici o «la finzione della tragica malattia dei comici», Dunbar maledice quotidianamente le sue figlie legittime, «avvoltoi» che gli fanno a brandelli il cuore e le viscere, «cagne viscide e traditrici », e non fa altro che pensare a quella che Peter chiama la Grande Evasione. Una fuga per riavere tutto, riacquistare il potere, punire le figlie cattive a lasciare tutto il suo impero a Florence, la figlia illegittima, che ha ereditato il fascino e la bellezza della madre, oltre alla sua disarmante simpatia. Magistrale reinterpretazione del Re Lear, la tragedia piú nera di Shakespeare, La follia di Dunbar è un'avvincente versione contemporanea dell'«apologo della negligenza paterna e della crudeltà filiale» (Financial Times) oltre a costituire una splendida conferma del talento dell'autore dei Melrose nel descrivere con ironia e grazia i nuovi demoni della nostra epoca."" -
La memoria del cuore
A Kalaw, una cittadina sperduta sulle montagne del Myanmar, in Birmania, vivono Bo Bo e suo zio, U Ba. Bo Bo è un bambino con un dono insolito: può leggere i sentimenti delle persone nei loro occhi. Un dono a volte scomodo, poiché spesso gli occhi della gente raccontano più di quel che lui vorrebbe sapere. Il padre di Bo Bo si reca a fargli visita una volta all'anno. Di sua madre, Julia, il ragazzino conserva pochi stentati ricordi. Che viva a Yangon e non se la passi molto bene è tutto ciò che Bo Bo sa di lei. Ma non sa spiegarsi per quale motivo lui viva a Kalaw con lo zio, e non con i suoi genitori. Se è vero che tutte le storie parlano d'amore, come U Ba ama sostenere, perché in quegli anni lo zio, consumato cantastorie, non gli ha mai raccontato l'unica storia che a Bo Bo interessa davvero ascoltare, ovvero la sua storia? Una sera, Bo Bo trova un plico di fogli accanto alla vecchia macchina da scrivere di U Ba. In quelle pagine si parla della storia d'amore dei suoi genitori e, davanti alla determinazione del ragazzino, U Ba comprende che non può più rimandare il momento della verità. È così che, dalla voce di U Ba, Bo Bo apprende della newyorkese Julia, scesa da un aereo già pronto a decollare per stare con un uomo che conosce appena, Thar Thar. Del loro travolgente amore e della misteriosa malattia che la ha costretta a rinunciare al loro bambino. Sarà per dare una risposta alle domande che U Ba non è riuscito a soddisfare che Bo Bo si metterà in viaggio, sulle tracce dei suoi genitori. Le atmosfere incantate della Birmania fanno da sfondo a una storia intima, delicata, poetica, degna conclusione della trilogia iniziata con ""L'arte di ascoltare i battiti del cuore"""" e proseguita con """"Gli accordi del cuore"""".""