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Semi magici
È una tarda estate berlinese, verso la metà degli anni Settanta. Approdato a un'inerte maturità, Willie Chandran viene scosso dai proclami idealistici della sorella Sarojini e, gettandosi alle spalle l'educazione londinese e un ventennale, indolente soggiorno in Africa, decide di tornare nell'India nativa per abbracciare la causa di un gruppo di guerriglieri separatisti. Da quel momento non gli verranno risparmiate esperienze e disillusioni di ogni tipo: nelle remote foreste di tek del Dhulipur, base dei ribelli-terroristi, si imbatterà in una comunità di cattivi maestri imbevuti di maoismo-leninismo e di ottusi psicopatici, per i quali uccidere un ""agricoltore agiato"""" è un meccanico esercizio di tiro al bersaglio; nelle prigioni statali ritroverà gli stessi contadini """"dai luminosi occhi neri"""" già traditi dai ribelli, e condividerà con i detenuti camerate di cemento senza mobili, dove lo spazio a disposizione di ciascuno non va oltre una stuoia; e, una volta rientrato a Londra (tra i rassicuranti mattoni rossi della """"città giocattolo"""" di Cricklewood), la civiltà occidentale gli si rivelerà sfibrata dalle nevrosi, riassunte nella parabola di Roger, l'amico avvocato che lo ha fatto scarcerare e che vive una profonda crisi sentimentale e finanziaria."" -
Una visita a Don Otavio
Questo non è un libro di viaggio, ""categoria insulsa"""" esordisce Brace Chatwin nell'introduzione. Piuttosto, un romanzo nel senso migliore, qualcosa di nuovo e fresco: la storia della liberazione dalla claustrofobia di un'esistenza trascorsa a New York durante la seconda guerra mondiale. Fuggita dalla Francia negli Stati Uniti all'inizio del conflitto, Sybille Bedford sente d'improvviso il bisogno di ripartire, di parlare un'altra lingua, di mangiare cibo diverso, di trovarsi in un paese dal lungo e fosco passato ma quasi privo di un presente. La scelta cade sul Messico. """"Cieca al luogo comune"""" - sono ancora parole di Chatwin -, la Bedford non attinge al repertorio dello scrittore in trasferta, non si abbassa alla satira, non è """"spiritosa"""", non pontifica. Il risultato è una miriade di sorprese, di delizie a ogni pagina, a ogni passo. Lo spirito nomade ereditato dalla madre e il raffinatissimo gusto di ascendenza paterna si coniugano per regalarci un vero """"libro delle meraviglie"""", una miniera di scorci storici e geografici colti da un'angolazione inedita che """"tocca la verità"""". L'orecchio assoluto per la conversazione capta, negli scambi fra anglo-americani e messicani, surreali sfumature d'incomprensione, che raggiungono vertici di ilare nonsenso. Partita dalle """"splendide Terme di Caracalla della Grand Central Station"""", Sybille Bedford finirà, nei panni di quell'animale sacro che è l'ospite, in casa dell'incredibile personaggio che dà il titolo al volume."" -
Maigret e il cliente del sabato
La fama di Maigret, si sa, attira i tipi più bizzarri. Squinternati, per lo più, che si piazzano nella sala d'aspetto del Quai des Orfèvres e vogliono a ogni costo parlare con lui. Come Clementine la Pazza, con il suo cappellino mauve e il suo lavoro a maglia. E come Léonard Planchon, l'uomo dal labbro leporino, che da due mesi, implacabile come il destino, si presenta ogni sabato pomeriggio. Solo che Planchon ha davvero un problema, un problema serio, e una sera - un sabato, ovvio - Maigret, che già pregustava il telegiornale e la quiche lorraine, se lo ritrova nel salotto di casa. ""Voglio uccidere mia moglie Renée"""" dichiara, gli occhi imploranti, le mani contratte per la tensione. Come molti uomini miti, banali e laboriosi, Planchon ha commesso un unico sbaglio: sposare una donna troppo procace e troppo sensuale. E la sua vita è un inferno. Perché una sera Renée ha invitato a cena l'amante, Roger, e a lui ha detto semplicemente: """"Va' a farti un giro!"""". Sicuri e aggressivi come animali feroci, Renée e Roger gli stanno portando via tutto. Maigret, che pure ne ha viste di tutti i colori, non si è mai trovato in una situazione così imbarazzante. Planchon è come uno di quei cani randagi che accarezzi per strada e poi non ti mollano più. Come se non bastasse, pochi giorni dopo scompare senza lasciare traccia. Il commissario non si dà pace. Chi, se non lui, può salvare l'uomo dal labbro leporino?"" -
Lourdes
Infagottata nella sua uniforme da viaggio, la giovane Maria Angulema si accinge, incongrua dama di carità avventizia, a compiere il pellegrinaggio di Lourdes con uno scopo segreto e bruciante: rendere al mittente il pesante fardello di dolore che si porta dietro da quando suo padre è morto in un incidente automobilistico - e ""chiedere formale spiegazione e magari soddisfazione di tanta sofferenza al Padreterno"""". Ferma nel suo proposito, armata soltanto della sua """"anima sbiadita e pesta"""", l'avventizia si trova subito sommersa, fin dalla stazione di partenza, da """"una folla rumorosa composta da pellegrini, parenti dei pellegrini, malati veri, parenti e familiari dei malati veri, malati finti, parenti e familiari dei malati finti, curiosi, sfaccendati, militari in libera uscita, puttane nigeriane, dame o sorelle di carità, barellieri o fratelli"""". Scaraventata suo malgrado sul palcoscenico delle celebrazioni religiose, Maria si accanisce con goffe manovre nel tentativo di espugnare la grotta di Massabielle, da cui viene costantemente respinta, mentre sempre più incombenti si fanno alcune comparse demoniache - come la Micchelina e la Nazzarena, cugine diabetiche di Montecastrilli, la stridula Samantha, la terrifica Liona - o angeliche, come il bellissimo Gonzalo Gómez y Morena, barelliere della Vergine della Macarena di Siviglia, di cui Maria si crede innamorata prima che tutto venga travolto dall'incontro con il Padre che la consola infine di ogni afflizione."" -
Il mercato d'azzardo
"Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che le cose non vadano bene"""". John Maynard Keynes veniva spesso considerato, dai suoi contemporanei, una fantasiosa Cassandra. In realtà i suoi vaticini riletti oggi sembrerebbero usciti dalla penna di un osservatore timido, quasi reticente. Proseguendo l'analisi intrapresa con """"II conflitto epidemico"""" e proseguita con """"Il gioco delle regole"""", in questa terza parte del suo studio dei mercati contemporanei, e dei meccanismi che li governano, Guido Rossi spinge la sua riflessione all'estremo, dimostrando come nel giro di pochi anni l'apparente contrasto degli interessi si sia trasformato in un paradossale concorso dei medesimi verso un solo, chiaro e pericolosissimo fine: la creazione di un mercato finanziario globale definitivamente separato dall'economia concreta, e quindi sottratto a qualsiasi confronto col principio di realtà. Quali insidie una situazione del genere ponga lo verificano, ogni giorno, i risparmiatori di tutto il mondo. Come e perché abbia senso temere un'implosione di più vasta portata lo scoprirà, con crescente sgomento, il lettore di queste pagine." -
Il levantino
Per allestire un intrigo internazionale bastano due ingredienti: un'ambientazione esotica oppure familiare, ma che da un momento all'altro appare sinistra, e un protagonista innocente, preso in un gioco più grande di lui, e potenzialmente mortale. Poi ognuno deve aggiungere, se lo ritiene, un tocco personale, e quello di Ambler consiste da sempre nella capacità di entrare in uno scenario turbolento e indecifrabile tracciandone un disegno destinato a durare nel tempo. Così racconta la vicenda di Michael Howell, anonimo armatore con passaporto inglese e sangue armeno, greco e siriano nelle vene, che un gruppo di guerriglieri palestinesi cerca di coinvolgere nel progetto di un bombardamento notturno di Tel Aviv. -
Ricordi e commenti
"Posso andare soltanto dove i miei appetiti musicali mi portano"""" così Igor Stravinskij riassumeva il proprio percorso compositivo, """"Non abdicherò mai alla regola del mio orecchio"""". Orecchio pronto a cogliere stimoli di ogni sorta, bevuti da una curiosità sonora mai sazia e rielaborati nel sacro gioco creativo da un ingegno unico, che rivive con sorprendente immediatezza nelle conversazioni con Robert Craft raccolte in questo volume. Prima tappa non può che essere San Pietroburgo: tra i ricordi di famiglia, la luce e i sapori degli anni di formazione, subito riaffiorano impressioni sonore, le cadenze della Bibbia paleoslava, i concerti al teatro Mariinskij e le lezioni con Nikolaj Rimskij-Korsakov. La città della consacrazione è Parigi, nella stagione dei Balletti Russi. Lungo il filo della memoria di Stravinskij lo seguiamo nei continui viaggi, in una girandola di incontri; da Satie a Picasso, da Proust a D'Annunzio, da Matisse a Puccini, da Valery a Segovia, fino allo sbarco a New York, nel settembre del 1939, da una nave di profughi (la stessa su cui arriva Toscanini). Pensa a un soggiorno di pochi mesi: rimarrà in America per più di trent'anni. Robert Craft per oltre vent'anni ha vissuto accanto a Igor Stravinskij (1882-1971) e alla moglie Vera a Hollywood e New York, accompagnando il compositore in tournée e dirigendo i suoi concerti. A partire dagli anni Cinquanta ha raccolto e pubblicato a più riprese conversazioni e memorie stravinskijane." -
Acque morte
In ""Acque morte"""", è un medico drogato, radiato dall'Albo, a suo agio """"solo nella futilità"""", a guidare per piccoli tocchi, fingendo di assistervi impassibile, una vicenda di amore, di fuga e di morte che lascia spossati come una febbre tropicale. Ed è lui a farci attraversare questo monsone romanzesco, avvolgendoci nei fumi del suo stesso oppio finché fatti e moventi sino a un attimo prima oscuri non diventano d'improvviso """"chiari come i disegni geometrici del quaderno di un bimbo, quadrati, rettangoli, cerchi, triangoli""""."" -
Sinfonia di Novembre e altre poesie. Testo francese a fronte
Nato nel cuore della Bielorussia e suddito dell'Impero russo, Oscar Vladislas de Lubicz-Milosz non cessò mai di rivendicare l'antico lignaggio lituano; la sua lingua madre era il polacco, ma questo non gli impedì di diventare un grande poeta cosmopolita di lingua francese. Benché annoverato fra i simbolisti francesi tardivi, Milosz (così scelse di firmare i suoi libri) si sottrae a qualsiasi classificazione. E mentre ovunque si imponevano le Avanguardie e trionfavano gli esperimenti più bizzarri e le innovazioni più disperate, egli scelse di allontanarsi da quella che definiva una ""pericolosa deviazione"""", destinata a suscitare tra il poeta e la """"grande famiglia umana"""" una """"scissione"""" e un """"malinteso"""". Scissione e malinteso che hanno invece, troppo a lungo, oscurato la sua solitaria ricerca, così refrattaria alle curiose ricerche dell'io e così """"appassionata del Reale"""", e oggi più che mai meritevole di uscire dalla ristretta cerchia degli iniziati."" -
L'idea fissa
Valéry affida la confessione, sotto forma di vivace dialogo, dei nodi intellettuali che lo avevano ossessionato e affascinato nel corso della sua esistenza. Compendio cristallino dei suoi sterminati interessi letterari, scientifici e filosofici, questo testo si presenta dunque come una sorta di repertorio tematico dei Quaderni. Sospinti dalla corrente delle loro idee, i due interlocutori parlano dei soggetti più diversi, psicologia, cosmologia, fisica, biologia, letteratura, medicina, con ipotesi e obiezioni che si susseguono incalzanti come le mani di una partita a carte. E non è tanto l'approfondimento dei singoli temi a interessarli, quanto il movimento stesso del loro pensiero, il bagliore inafferrabile dei loro processi cerebrali. Lontano quindi dalla rigida consequenzialità di un dialogo socratico, ""L'idea fissa"""" seduce e sorprende non solo per il contenuto delle idee che i due protagonisti si scambiano o per i tesori che riportano alla luce dalle loro rapide incursioni nei più diversi territori dello scibile, ma anche per la sua forma espressiva, qualcosa di più di un saggio, o di un romanzo, o di un'operetta morale, quel suo """"parlare semi-interiore, semi-articolato"""" nel cui ingranaggio l'io si frantuma e si dissolve, e dove il pensiero trova una sua sconosciuta, vitalissima agilità."" -
La camera azzurra
Nel suo stile asciutto, rapido, implacabile, Simenon ci racconta la storia di una passione vorace e devastante, che non arretra davanti a nulla. Nemmeno davanti a un doppio delitto.rnrn«... forse uno dei migliori Simenon che si siano letti. Ed è quasi insopportabile per quanto è bello. Provincia francese, un amore extraconiugale per molti versi inspiegabile e famelico, pochi personaggi, rari esterni. Questi gli ingredienti. Ma nel volgere di poche pagine, lo scrittore ci fa precipitare dentro un universo di indescrivibile, ordinaria infelicità piccolo borghese ... Di recente, in Inghilterra e Stati Uniti qualche sciocco si è scandalizzato che Simenon sia entrato a far parte della Pléiade. Lo inviterei a leggere subito ""La camera azzurra"""".» (Mario Fortunato)"" -
Collodoro
Ne ha sempre avuti parecchi di guai, Antoni Sarmentu. Prima e dopo quel terribile giorno di settembre in cui salì al santuario della Madonna di Gonare a chiederle la grazia di trovare un marito per la figlia e di fermare il tumore che gli stava consumando la moglie. D'improvviso, al momento della comunione, cominciarono a cadere chicchi di grandine grossi come ghiande, e un fulmine penetrò nella chiesa e colpì proprio lui, Antoni, riducendolo come ""uno stoppino bruciato"""" e lasciandogli, al posto della filigrana dorata della catenina di battesimo, """"un sottile ricamo alla base del collo"""". Da quel giorno a Oropische tutti lo chiamarono Collodoro. Ma il fulmine (o forse la Madonna stessa) gli aveva lasciato un altro dono, più inquietante e più segreto: il temibile potere di guardare dentro la testa della gente, e di vedere i loro peccati. A cominciare da quelli del parroco, don Basiliu, che di tutti i peccatori del paese era il più abietto e il più infido. Ma il giorno di Ferragosto, ventiquattr'ore prima dell'esproprio delle terre di Monte Piludu, l'intero paese si metterà in marcia contro funzionari, carabinieri, speculatori. E sarà una battaglia memorabile."" -
L' eleganza è frigida
La prima notte che Marco trascorre a Tokyo è sorprendentemente silenziosa - e il suo sonno ""simile a quelli della convalescenza o della salvezza"""". Mai, tuttavia, la singolarità delle sue inchieste è stata così lampante, e mai il loro fascino così intenso: a raccontarci il Giappone, """"pianeta rotante nel silenzio e nella solitudine della volta celeste"""", è infatti un doppio dell'autore, in fuga da un paese sconvolto da """"millenni di furti, ricatti e assassinii"""". E a muoverlo è quello stesso bisogno di essenzialità, di rigenerazione, che innerva uno dei vertici della narrativa di Parise, i Sillabati. Attraverso il suo sguardo infantile, il lettore conoscerà le più diverse facce del Giappone: dai templi di Kyoto, dove si può percepire """"il distacco dal corpo che avviene per poco ossigeno"""", ai lottatori di sumo, che sprigionano la più alta forma di espressività fisiologica; dall'atelier dove il vecchio Moriu-guchi dipinge chimono con sicurezza sublime, """"simile al lavoro appena frusciante dei bachi da seta nei granai"""", ai cantanti di gagaku, nella cui voce risuonano i """"movimenti lentissimi degli immensi blocchi gelidi dell'era glaciale"""". E scoprirà l'anima segreta di un paese che cela, dietro la maschera occidentale, un """"classicismo cellulare""""."" -
Nova express
La ""Nebulosa del Granchio"""" - osservata dagli astronomi cinesi nel 1054 - è il prodotto di una supernova o di una stella sull'orlo dell'esplosione. Distante dalla Terra tremila anni luce, ha cominciato a invaderla per sottoporla a un controllo totale, biologico e psicologico - e ora sta per procedere all'attacco finale, scatenato dalle Bande Nova. Ma un'alleanza composta dalla Polizia Nova e dai Resistenti di Hassan-I-Sabbah (il Vecchio della Montagna) non è disposta ad arrendersi. È dunque la minaccia di uno schianto apocalittico a innervare il terzo pannello (dopo """"Pasto nudo"""" e """"La macchina morbida"""") della tetralogia di Burroughs - e mai come in """"Nova Express"""" egli è riuscito a dare concretezza profetica alla sua """"visione"""" e al suo ardito sperimentalismo. Certe scene sembrano già contenere tutto il cyberpunk e l'immaginario che alimenta Matrix, e l'idea del Linguaggio come onninvasivo strumento di plagio e anestesia sembra preludere a ogni successiva teoria del Complotto e del Controllo. L'unico, paradossale riscatto, in questo universo chiuso e manicomiale, è il linguaggio sabotatore di Burroughs: una frantumazione di suoni e di luci (esaltata dalla consueta tecnica del cut-up) che oscilla tra naturale e artificiale, biologico e tecnologico, ed è capace di amplificare vertiginosamente le possibilità metamorfiche e inventive della parola."" -
L' immagine del mondo nella testa
Valentino Braitenberg, tra i pionieri della cibernetica, non è nuovo alle provocazioni intellettuali. Ne ha dato prova, già nel 1984, con un libro in cui proponeva di costruire semplici robot per ""sintetizzare"""" comportamenti complessi che un osservatore esterno avrebbe attribuito a stati mentali come la paura, l'aggressività, la curiosità. Era un primo passo verso una modellazione """"in silico"""" del vivente. La stessa originalità di impostazione, la stessa verve iconoclasta e lo stesso gusto per le contaminazioni interdisciplinari caratterizza le sue ricerche sul cervello, nelle quali ha sempre mirato a collegare le funzioni cerebrali ai fenomeni della psicologia. Gli è però rimasto pendente un debito: l'inserimento del mondo dei segnali e dei messaggi, dei cervelli e delle idee in una visione più generale, senza soluzione di continuità fra le cose biologiche e quelle inanimate. Colmare tale lacuna è un compito per il quale forse non siamo ancora maturi, ma sembra lecito affrontare il problema con un approccio che Braitenberg stesso definisce """"presocratico""""."" -
I cani e i lupi
Le basta vederlo una volta sola, quel bambino ricco, ben vestito, dai riccioli bruni, dai grandi occhi splendenti, che abita nella meravigliosa villa sulla collina e di cui dicono sia un suo lontano cugino, per essere certa che lo amerà per sempre, di un amore assoluto e immedicabile. A Kiev, la famiglia di Ada abita nella città bassa, quella degli ebrei poveri, e suo padre appartiene alla congrega dei maklers, gli intermediari, quegli umili e tenaci individui che si guadagnano da vivere comprando e vendendo di tutto, la seta come il carbone, il tè come le barbabietole. Fra le due città sembra non esserci nessun rapporto, se non il disprezzo degli uni e l'invidia degli altri. Eppure, quando il ragazzine Harry si troverà di fronte la bambina Ada, ne sarà al tempo stesso inorridito e attratto: ""come un cagnolino ben nutrito e curato che senta nella foresta l'ululato famelico dei lupi, i suoi fratelli selvaggi"""". Molti anni dopo il destino li farà rincontrare a Parigi: e Harry cederà a quella misteriosa attrazione del sangue che Ada esercita su di lui."" -
Visita a Godenholm
Su un'isola sperduta nel Mare del Nord un piccolo gruppo di persone, accomunate dall'aspirazione a conoscere il proprio vero Sé, si raccoglie intorno a un uomo misterioso. Signore della luce e nel contempo principe delle tenebre, costui conduce vita ritirata in una casa turrita, in compagnia di una domestica dalla risata beffarda, un pescatore con il petto sfregiato da una lama e una servetta silenziosa e ubiqua. Nei giorni in cui la notte è quasi inesistente o la luce dura un'ora, quando il tempo dell'orologio e della civiltà cessa di scorrere, i tre discepoli - un medico-filosofo, uno studioso di preistoria e una giovane donna - ascoltano gli oracoli del Maestro, e grazie ai suoi poteri ipnotici, o forse all'assunzione di allucinogeni, compiono ciascuno un viaggio nel proprio mondo intcriore. Viaggi a metà tra l'allucinazione e il delirio, l'evocazione e il sogno, attraverso un prisma di luci, suoni e colori in cui si intrecciano paesaggi tropicali e piane mitteleuropee, aurore boreali e interni contadini. -
La tendenza fondamentale del nostro tempo
In questo libro - analisi del movimento, segreto e palese, che governa il nostro tempo - Emanuele Severino mette il suo pensiero alla prova dei fatti che ci circondano. Fatti enormi, secondo la convinzione di tutti, mutamenti epocali. Ma in quale direzione? Che cosa significa, per esempio, la decadenza dell'Europa? Non va forse insieme, questo fenomeno, al diventare planetario del dominio della tecnica, che è il frutto specifico del pensiero europeo? E qual è il rapporto della tecnica con la scienza? Che cosa significa la preoccupazione, oggi sempre più insistente, di porre limiti alla ricerca? E si può parlare di un'etica della scienza? Sono questi solo alcuni dei temi che vengono affrontati da Severino. Temi gravissimi, ma troppo spesso abbandonati agli opinionisti dei quotidiani, i quali offrono, appunto, opinioni. Qui invece questi temi trovano il loro luogo strategico all'interno di una costruzione speculativa rigorosa. -
Le braci
Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null'altro contava per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: ""una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione"""". Tutto converge verso un """"duello senza spade"""" ma ben più crudele. Tra loro, nell'ombra il fantasma di una donna."" -
Giuditta
Mario Brelich è stato uno scrittore del tutto anomalo nel paesaggio letterario italiano: e non solo perché l'intera sua opera narrativa è dedicata a figure ed episodi delle Sacre Scritture, ma anche (o forse soprattutto) perché ognuno dei ""capitoli"""" di quest'opera ci appare come un oggetto tanto più malioso quanto più difficile da etichettare. Questa volta Brelich si misura con Giuditta -l'unica fra tutte le eroine dell'antichità ad """"affidare la salvezza della sua città, del suo popolo e dell'avvenire del suo Dio esclusivamente alla propria bellezza"""" - e mentre ne ripercorre la vicenda con la consueta, affabile scioltezza, la indaga con gli strumenti più vari (non ultimo la psicoanalisi); e poiché ha la scienza del teologo e la grazia del narratore, riesce a farci penetrare nel mistero di questa seducente eroina-avventuriera, in quel miscuglio di castità austera e irresistibile sex-appeal che non a caso ha ispirato alcuni fra i più grandi dei """"maestri antichi"""".""