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A cuore aperto
A cuore aperto attraversa un intero paese in un periodo di grandi cambiamenti; ma soprattutto racconta una storia d'amore imperfetta, un'infanzia bruscamente interrotta e, infine, la riconciliazione di una figlia con le luci e le ombre di un padre.«La sua sensibilità letteraria compie il miracolo di convincerci che si può ancora scrivere qualcosa di nuovo sull'amore» – Fernando Aramburu«Come il Manuel Vilas di ""In tutto c'è stata bellezza"""" o il Richard Ford di """"Tra loro"""", anche Lindo sembra lasciare che il romanzo trovi la sua forma da sé, per accumulo, stratificazione, e che sia in fondo qualcosa di più e insieme di meno di un romanzo, qualcosa come un'elegia» – Robinson - la Repubblica«""""A cuore aperto"""" non è soltanto un romanzo famigliare (e un omaggio a una generazione vissuta durante il franchismo che ha sopportato anni difficili), ma anche un romanzo di formazione. La sua cronaca privata fa i conti con la storia collettiva senza però lasciarsene dominare. Scrivere è una preghiera laica in onore della memoria» – La Lettura - Corriere della Sera«A cuore aperto non è un album famigliare, è un'opera letteraria costruita senza falsi pudori, senza nascondere nulla di una vita, di una famiglia itinerante e dei suoi protagonisti» – Il Venerdì di Repubblica«Credo che l'umanità sia la grande virtù di questo libro: si respira dappertutto onestà, umorismo, amore e comprensione. Alla fine di tutto A cuore aperto è un'immensa testimonianza della celebrazione della vita che ci commuove e ci fa innamorare» – TuttoLibri-La Stampa«Un racconto fluido, segnato da salti temporali, mette insieme momenti drammatici e pagine ricche di humour e vitalità. Da qui l'impressione di un dialogo, un dialogo intimo con le persone amate che continua al di là del tempo» – Il Giornale« Un capolavoro... Un'immersione profonda nel cuore di una donna – El País«Una lettura emozionante, che ti entra dentro. Un libro ricco di umanità, che nasce da un intimo, catartico esercizio della memoria» – El Mundo«Elvira Lindo ci regala pagine di inestimabile valore» – ABC«Un romanzo meraviglioso» – La RazónQuattro fratelli, di cui Elvira è la minore, un padre dalla personalità esuberante con un lavoro che lo porta in giro per tutta la Spagna, una madre riservata e apprensiva: il loro è un matrimonio burrascoso, segnato dalla gelosia di lui e dall'arrendevolezza e dalla malattia di lei. In questo romanzo Elvira Lindo ricostruisce la storia della sua famiglia. La vicenda prende le mosse dall'infanzia del padre, Manuel, dalla sua lotta per sfuggire alla miseria quando viene spedito nella Madrid dilaniata dalla guerra a soli nove anni. Diventerà un uomo diffidente seppur generoso, abituato a mascherare i sentimenti con l'ironia. Grazie alla sua scaltrezza Manuel trova un buon lavoro e mette su famiglia; ma vivere con lui non è facile, e la moglie, morbosamente attaccata ai figli, rimpiange di non avere realizzato le proprie aspirazioni, e spesso si sente oppressa, schiacciata da un peso sul petto che negli anni diventerà un macigno. In una narrazione che oscilla tra l'Elvira ragazzina, ingenua prima e spregiudicata... -
Un colpevole quasi perfetto. La costruzione del capro espiatorio bianco
La caduta del Muro di Berlino ha travolto le sinistre europee e una nuova ideologia ha soppiantato la lotta di classe con il conflitto delle identità. Negli anni Sessanta e Settanta ci si batteva per il proletariato, il Terzo Mondo e i dannati della terra, in nome di un'umanità riunificata: il femminismo mirava a restaurare l'uguaglianza tra donne e uomini, l'anticolonialismo a liberare colonizzati e colonizzatori da un reciproco rapporto di dominazione, l'antirazzismo chiedeva il rispetto per tutti i popoli. Oggi queste battaglie tornano in Europa dagli Stati Uniti in una forma deviata che sposta i termini dello scontro sul campo del genere, dell'identità e della razza, e riporta il colore della pelle al centro del dibattito. Tre nuove correnti di pensiero - neofemminista, antirazzista, anticolonialista - individuano un nemico comune nell'uomo bianco eterosessuale. Capro espiatorio per eccellenza, il colore della pelle lo designa come un razzista, il potere come lo sfruttatore di tutti gli oppressi, la sua stessa anatomia come predatore per natura. Inserendosi con grande forza e spirito polemico nel dibattito contemporaneo, Pascal Bruckner analizza gli effetti di questi nuovi discorsi che celano il disprezzo per l'illuminismo e l'umanità in generale, e portano al riaffacciarsi sul mondo di società ripiegate sulla propria identità, e alla sostituzione di fatto di un razzismo con un altro. Stiamo assistendo, denuncia l'autore, al capovolgersi del progressismo in un nuovo oscurantismo. -
Il contemplatore solitario
Una raccolta di saggi in cui chi conosce Ernst Jünger potrà trovare temi già in parte familiari, ma che qui si caricano di una forza irresistibile.Chi conosce Ernst Jünger e la sua straordinaria attitudine a vedere attraverso le parole e le cose troverà raccolti in questo libro temi già in parte familiari, ma che qui si caricano di una forza irresistibile. L'argomento più appassionante per il lettore italiano è quello che si articola in una formidabile architettura logica e insieme temeraria in Linguaggio e anatomia: il reciproco rapporto di mimesi e di specchio tra il linguaggio e la struttura del corpo umano. Il saggio coabita con folgoranti pagine di diario, nate da soggiorni in terre solari, neolatine. La parte primaria è assegnata all'Italia, e in particolare alla sua terra più storicamente tenuta ai margini, la Sardegna. Con la «trilogia sarda» si armonizza perfettamente il grandioso affresco di Una mattina ad Antibes: l'immagine della Provenza marittima sfolgora di colori diversi, ma ne balena un simile luccichio di abitatori degli abissi marini o del fogliame o delle altezze montane e celesti. Un diario più breve è Balcone sull'Atlantico, nato da un soggiorno a Lisbona. Quelle pagine sono un ponte tra la forma del diario e la critica d'arte che raggiunge il suo culmine nel saggio che chiude la raccolta, I demoni della polvere, dedicato all'opera di Alfred Kubin: un'arcata gotica dai colori nordici, eccentrica rispetto a gran parte del libro, e proprio per questo fortemente saldata con lo scritto ancora più eccentrico posto in apertura, Lettera dalla Sicilia all'uomo nella luna. Qui il lettore troverà forse la chiave decifratoria della battaglia intellettuale di Jünger, tesa a sottrarre la bellezza alla tragedia del tempo che fluisce. -
Indipendenza
Javier Cercas racconta il nostro presente attraverso un giallo teso, popolato da personaggi emblematici, delineando un ritratto spietato delle élite politico-economiche che governano il mondo. E soprattutto porta a una conclusione la vicenda personale di un uomo giusto, che senza volerlo si è conquistato la fama di eroe, e che cerca di ristabilire una giustizia forse impossibile, muovendosi lungo il crinale sottile tra legge e vendetta.«Javier Cercas ha esordito con un poliziesco ed è già un classico» - Antonio Manzini«Un duro ritratto delle élite catalane secessioniste» - la RepubblicaCome smascherare coloro che esercitano il potere nell'ombra? Come vendicarsi di chi ti ha inferto le ferite più sanguinose e umilianti? Ritroviamo in questo nuovo romanzo Melchor Marín, il poliziotto appassionato di libri protagonista di Terra Alta. Ad alcuni anni di distanza dalla morte dell'amatissima moglie Olga, torna insieme alla figlia Cosette nella sua Barcellona, dove dovrà affrontare l'indagine più spinosa e difficile: qualcuno infatti tiene sotto ricatto la sindaca della città, utilizzando un video hard che risale a molto tempo prima. Ancora segnato dal profondo dolore per non aver trovato gli assassini di sua madre, ma sempre guidato dalla sua rigorosa integrità morale, Melchor dovrà capire se il ricatto faccia parte di un progetto più articolato di destabilizzazione politica. E questo lo costringerà a entrare nelle stanze del potere, dove regnano il cinismo, l'ambizione sfrenata e la corruzione. -
L'ultima magia. Dante, 1321
Dall’autore di Come donna innamorata, un nuovo romanzo su Dante nel settecentenario della morteÈ un Dante davvero poco conosciuto, ma molto vero e umano, quello che incontriamo in questo romanzo scritto da uno tra i più grandi dantisti contemporanei, recentemente scomparso. La storia procede per flash back, a partire dal 1321, quando il poeta vive ormai tranquillo con la famiglia a Ravenna e su richiesta di Guido Novello da Polenta deve recarsi a Venezia per un'ambasceria al Gran Consiglio. Il viaggio sarà l'occasione per un'immersione in ricordi dolorosi che risalgono al tempo del suo esilio. Con l'attenzione dello studioso e il passo del grande narratore Santagata trascina il lettore nelle trame oscure dell'Italia del Duecento, in cui Dante deve districarsi tra complotti segreti e lotte politiche. Tutto ruota intorno a una misteriosa statuetta e al sinistro alone di negromante che avvolge colui che ha cantato la sua discesa all'Inferno. E così scopriamo che Beatrice non è stata forse l'unico grande amore del poeta. Nel suo passato c'è stata anche un'altra donna, una passione inconfessabile che lo ha travolto e adesso lo carica di altri rimpianti... -
I figli della polvere. I casi dell'ispettore Erlendur Sveinsson
La prima indagine dell'ispettore Erlendur.«Assolutamente nordico, un narratore che rappresenta un marchio di grande qualità. Erlendur è un personaggio meraviglioso» – Die Welt«L'ispettore Erlendur, un antieroe in versione islandese... un personaggio interessante, sintomatico del marcio e del non detto della società contemporanea» – L'Express«Se amate i gialli di classe, allora questo autore fa per voi» – The Irish Times«Indriðason è il miglior scrittore di gialli dei paesi nordici» – The Times«Mistero e suspense... Uno scrittore che merita davvero di essere letto» – The Daily Telegraph«Un thriller ad alta tensione» – Les EchosIn una fredda notte di gennaio, Daníel, da anni ricoverato per schizofrenia presso un ospedale psichiatrico di Reykjavík, si uccide gettandosi da una finestra sotto gli occhi del fratello Pálmi. Poche ore dopo, in un altro quartiere, un anziano insegnante in pensione muore nell'incendio doloso della sua casa. Le due morti, apparentemente così lontane fra loro, hanno in realtà un punto di contatto: Daníel è stato allievo del professore negli anni Sessanta e i due negli ultimi tempi si erano incontrati più volte… Ora spetta all'ispettore Erlendur e alla sua squadra investigativa scoprire quale segreto inimmaginabile nasconde questa turbolenta relazione. Personaggi avvincenti, suspense, dilemmi morali e ricerca della giustizia: in questo primo thriller della serie troviamo tutti gli elementi che hanno portato Arnaldur Indriðason al successo internazionale e facciamo conoscenza con il tormentato e geniale Erlendur, cupo e mutevole come il cielo islandese. -
La ritirata
Un viaggio nell'anima nera della Germania nazista.«Un'analisi viscerale della colpa, collettiva e individuale» – The Times«Un'opera emozionante che scorre come una fotografia che si sta sviluppando, le linee si definiscono lentamente, la luce emerge dal buio... Un risoluto regolamento di conti con la colpa, la responsabilità e la vergogna» – TLS«Un piccolo capolavoro... Un romanzo indomito, provocatorio, scritto in modo eccezionale» – Kirkus Reviews«Un libro coraggioso, che ci sfida a mettere a nudo le nostre storie, a cercare risposte nel passato, e ad aprirci a punti di vista completamente diversi dal nostro» – The New York TimesIl giovane Meissner ha diciannove anni quando, nel pieno della Seconda guerra mondiale, viene arruolato come artigliere nell'esercito della Wehrmacht e inviato sul fronte orientale. Molto tempo dopo, a più di novant'anni, fa i conti con il proprio passato scrivendo una lunga lettera al nipote, a cui non ha mai voluto parlare della sua esperienza in Russia. In queste pagine, trovate solo dopo la sua morte, il nonno risponde alla domanda che il nipote non ha osato rivolgergli: «Hai fatto delle cose terribili?» Con lucida onestà, Meissner racconta gli orrori che lui e i suoi compagni hanno visto ma anche compiuto, la paura e gli atti di coraggio, soffermandosi su pochi giorni alla fine del1944, quando il suo reggimento, ormai allo sbando e certo della sconfitta, arretra in Polonia incalzato dall'Armata Rossa, fino alla reclusione in un campo di prigionia sovietico. Nel rievocare quei momenti di annientamento fisico, psicologico e morale, Meissner si chiede quali siano state le sue responsabilità in ciò che accadde e se avrebbe potuto agire diversamente. In conclusione, dove sia finita la sua umanità. E mentre cerca una risposta, apprendiamo dalle parole del nipote quale genere di persona sia diventato dopo la guerra… Un romanzo avvincente, che affronta il tema del senso di colpa e della vergogna – individuale e collettiva – e di come si possa convivere con questi sentimenti. Nel tentativo di capire come sia stata possibile la complicità di un intero paese in una guerra così efferata, Alexander Starritt mostra quanto sia labile il confine tra giusto e sbagliato, fino a scardinare le nostre convinzioni più solide. -
I baci
Una storia d'amore intensa, improvvisa e travolgente è quella che esplode tra Salvador e Montserrat. Lui è un professore cinquantottenne che ha ottenuto il pensionamento anticipato perché in classe era assalito da inspiegabili attacchi di mutismo, lei la seducente quarantacinquenne che gestisce l'unico spaccio di alimentari del paese dove lui si è rifugiato, in mezzo ai boschi non lontano da Madrid. È il marzo del 2020, e poco dopo il suo arrivo la Spagna proclama il lockdown. L'incontro con quella donna sola, di una bellezza selvaggia, nutrito anche dalla lettura del Don Chisciotte, diventa l'innesco di un sentimento assoluto, puro e al tempo stesso profondamente carnale, esaltato dal forzato isolamento, quasi una ribellione, un'affermazione potente dell'istinto e della fisicità di fronte alla carica distruttiva del virus. La minaccia della routine incombe, così come l'ombra lunga del passato e dei legami precedenti, eppure a quell'amore bisogna aggrapparsi con tutte le forze, perché «quando usciamo da noi stessi e andiamo incontro all'altro lo facciamo avvolti in una gioia e in una speranza che giustificano la vita, il senso della vita». -
Mariana
La storia di un amore totale, un acuto romanzo psicologico contrassegnato da un eros spietato, inesorabile, che inganna e ferisce, ma a cui è impossibile resistere.«Al buio non facevamo nulla di male. Al buio non sapevamo neppure chi fossimo. Tu mi parlavi, io ti parlavo, ma chissà cosa ci dicevamo, non aveva importanza, eravamo come sonnambuli, incolpevoli per quello che avevamo fatto nella più profonda oscurità della notte.»Mariana, l'io narrante di questo romanzo, è una giovane della provincia americana appena arrivata in Italia per trascorrere alcuni mesi di studio all'accademia d'arte. La prima sera, al ricevimento di benvenuto, incontra Itamar. Fa il pittore, è bello e carismatico, ed è un seduttore impenitente. Sebbene consapevole che una relazione con un uomo del genere è destinata a finire male, Mariana non può fare a meno di innamorarsene. Immediatamente e perdutamente. Quando lui comincia a trattarla in modo ambiguo, sparendo e riapparendo all'improvviso, Mariana è disarmata. Per reazione a questo scostante atteggiamento, si cela dietro un'apparenza fredda e distaccata, fino a quando un incontro casuale con lui in pubblico la farà vacillare... André Aciman, cantore odierno dell'attrazione, si è ispirato a Lettere di una monaca portoghese, il libro-scandalo pubblicato sotto pseudonimo che per il realismo e l'audacia nel raccontare la passione amorosa, alla fine del XVII secolo segnò una vera svolta letteraria. Ci consegna così, riportandola all'oggi, la storia di un amore totale, un acuto romanzo psicologico contrassegnato da un eros spietato, inesorabile, che inganna e ferisce, ma a cui è impossibile resistere. -
Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà
È dura per un cane lupo vivere alla catena, nel rimpianto della felice libertà conosciuta da cucciolo e nella nostalgia per tutto quel che ha perduto. Uomini spregevoli lo hanno separato dal suo compagno Aukamañ, il bambino indio che è stato per lui come un fratello. Per un cane cresciuto insieme ai mapuche, la Gente della Terra, è odioso il comportamento di chi non rispetta la natura e tutte le sue creature. Ora la sua missione – quella che gli hanno assegnato gli uomini del branco – è dare la caccia a un misterioso fuggitivo, che si nasconde al di là del fiume. Dove lo porterà la caccia? Il destino è scritto nel nome, e questo cane ha un nome importante, che significa fedeltà: alla vita che non si può mai tradire e anche ai legami d'affetto che il tempo non può spezzare. -
Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
A Monaco, Max è cresciuto insieme al suo gatto Mix, con cui ha un legame molto profondo. Raggiunta l'indipendenza dai genitori, Max va a vivere da solo prendendo con sé l'amato gatto. Il suo lavoro, purtroppo, lo porta spesso fuori casa e Mix, che sta invecchiando e perdendo la vista, è costretto a passare lunghe ore in solitudine. Ma un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa e intuisce che dev'esserci un topo... Una storia di amicizia nella differenza, per divertire e commuovere più generazioni di lettori, perché questa è la magia di Luis Sepúlveda. -
Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa
Da una conchiglia che un bambino raccoglie su una spiaggia cilena, una voce si leva, carica di memorie e di saggezza. È la voce della mitica balena bianca, che per decenni ha presidiato le acque che separano la costa da un'isola sacra per la gente nativa di quel luogo, la Gente del Mare. Il capodoglio color della luna ha dedicato la sua vita a svolgere con fedeltà un compito misterioso e cruciale. Per onorarlo, ha dovuto proteggere quel tratto di mare da altri uomini, i forestieri che con le loro navi vengono a portare via ogni cosa senza riconoscenza e senza rispetto. Sono stati loro, i balenieri, a raccontare finora la storia della temutissima balena bianca, ma è venuto il momento che sia lei a far giungere fino a noi un racconto antico come l'idioma del mare. -
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. ""Banco di aringhe a sinistra"""" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti."" -
Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza
Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente ""lumaca"""". Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compagne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura ardita verso la libertà. Età di lettura: da 9 anni."" -
Tanto amore per Glenda
Nei dieci racconti di Tanto amore per Glenda ritroviamo temi e strutture che hanno reso celebre Julio Cortázar, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana.«Un narratore unico» – TimePochi scrittori contemporanei possiedono la capacità di mantenere in miracoloso equilibrio immaginazione fantastica e rigore costruttivo, qualità che da sempre caratterizza le storie di Cortázar. Nei dieci racconti di Tanto amore per Glenda ricompaiono temi e strutture che lo hanno reso celebre, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana. Così, in Orientamento dei gatti, con la complicità di un quadro una donna passa «attraverso lo specchio» e accede a un'altra dimensione, apparentemente impenetrabile. In Nastro di Moebius è prospettata la possibilità di comunicazione, in uno spazio astratto, fra i vivi e i morti. Un clima di angoscia e di minaccia attraversa altri racconti del libro, come Ritagli di stampa, dove, a Parigi, una donna assiste a una scena di tortura: il giorno dopo apprende dai quotidiani che si è svolta a Buenos Aires. In una sorta di «filosofia della composizione» che fa da appendice a Clone, Cortázar sembra scoprire le proprie carte fornendoci un metodo di lettura (oltre che di scrittura) alquanto rigido: ma non si tratta, a ben vedere, che di un espediente elusivo, poiché, come dichiara il narratore del Tango di ritorno, la ragione originaria e irrinunciabile di ogni racconto sta in quella «necessità barocca che spinge l'intelligenza a riempire tutti i vuoti fino a completare la sua perfetta tela di ragno». -
Le stagioni. Prose e poesie per tutto l'anno
Una raccolta di prose e poesie per seguire l'avvicendarsi delle stagioni in compagnia di Hermann Hesse Spiare con lui lo sbocciare dei fiori in primavera, la luce che una giornata estiva proietta sulle cose del mondo, il trascolorare dei boschi in autunno, i nitidi contorni che l'inverno dipinge. La contemplazione della natura in Hesse si arricchisce di profondità meditativa: la gioia degli incontri, l'amore per la letteratura, le riflessioni sul corso della vita fanno di queste Stagioni un singolare breviario spirituale. -
La ladra di frutta
Ad aprire questo libro di Peter Handke, definito dall'autore stesso «Ultimo Epos», è una puntura d’ape, la prima dell’anno, che in una giornata di mezza estate rappresenta per lui un segnale. È il momento di lasciare la «baia di nessuno», la casa nei pressi di Parigi, per mettersi in cammino verso la regione quasi disabitata della Piccardia, ripercorrendo l’itinerario compiuto, in un passato non meglio definito, dalla ladra di frutta. La ragazza – un personaggio sfuggente, dai tratti leggendari – «afflitta dalla smania di vagare» e incline a scartare dalla strada maestra per «sgraffignare» e assaporare i frutti di orti e frutteti, è partita invece con un intento preciso: ritrovare la madre, scomparsa da circa un anno dopo aver lasciato senza preavviso il suo posto di dirigente in una banca. Il viaggio della ladra di frutta e quello del narratore finiscono per sovrapporsi, per confondersi, per specchiarsi l’uno nell'altro: una serie di peripezie, incontri, folgorazioni ispirate dal contatto con la natura, che culminano in una grande festa. E questa sarà un approdo e un ricongiungimento, ma anche l’occasione per celebrare il vagare, l’erranza fine a se stessa, tutte quelle deviazioni dal tracciato che regalano visuali e doni inaspettati, come i frutti presi di soppiatto dai frutteti altrui. Il «semplice viaggio nell'entroterra» è ricco di rivelazioni e scoperte, e diventa, o forse è sempre stato, anche un percorso interiore. -
La gioia, all'improvviso
Manuel Vilas racconta una storia di famiglia e di famiglie, sempre in bilico tra autobiografia e invenzione: una storia che è anche quella della sua generazione e del suo paese.«Generoso, autentico, libero... Una voce poderosa» – El PaísDopo il grande successo del suo ultimo libro, il protagonista di queste pagine parte per un tour mondiale. Da un hotel all'altro – in Spagna, Portogallo, Italia, Francia e Stati Uniti – il suo è un viaggio che ha due facce: quella pubblica, in cui lo scrittore dialoga con i lettori, e quella privata, in cui sfrutta ogni momento di solitudine per riflettere, tra improvvise illuminazioni e momenti di dolore e di confronto con il fantasma di sempre, la depressione. Che non vincerà, perché l'esperienza ha portato con sé la consapevolezza che prima o poi tutto ciò che abbiamo amato e perduto è destinato a trasformarsi in gioia: la gioia è ciò che resta, l'elemento più incomprensibile ma anche il più sacro di qualsiasi esistenza. E così il ritorno del passato e le avventure del presente sono soprattutto un'occasione per celebrare la vita, un enigma che ha come unica spiegazione la bellezza. -
Voglio sappiate che ci siamo ancora. La memoria dopo l'Olocausto
Esther Safran Foer è cresciuta in una casa in cui il passato faceva troppa paura per poterne parlare. Figlia di genitori immigrati negli Stati Uniti dopo essere sopravvissuti allo sterminio delle rispettive famiglie, per Esther l’Olocausto è sempre stato un’ombra pronta a oscurare la vita di tutti i giorni, una presenza quasi concreta, ma a cui era vietato dare un nome. Anche da adulta, pur essendo riuscita a trovare soddisfazione nel lavoro, a sposarsi e a crescere tre figli, ha sempre sentito il bisogno di colmare il vuoto delle memorie famigliari. Fino al giorno in cui sua madre si è lasciata sfuggire una rivelazione sconvolgente. Esther ha deciso allora di partire alla ricerca dei luoghi in cui aveva vissuto e si era nascosto suo padre durante la guerra, e delle tracce di una sorella di cui aveva sempre ignorato l’esistenza. A guidarla, solo una vecchia foto in bianco e nero e una mappa disegnata a mano. Quello che scoprirà durante il suo viaggio in Ucraina – lo stesso percorso che Jonathan Safran Foer ha immaginato per il protagonista del suo romanzo, ""Ogni cosa è illuminata"""" – non solo aprirà nuove porte sul passato, ma le concederà, finalmente, la possibilità di ritrovare se stessa e le sue radici."" -
Giorni di luglio
Il titolo originale del racconto che qui presentiamo, ""Heumond"""", è una parola in disuso, formata dai sostantivi """"Heu"""" (fieno) e """"Mond"""" (luna), quest'ultimo nella sua accezione di mese, e sta praticamente per luglio, l'epoca della fienagione. Proprio durante alcuni giorni d'estate si sviluppa infatti il breve, tormentato itinerario spirituale di Paul Abderegg, che Hermann Hesse colloca sullo sfondo tangibile di una natura a un tempo scenario fisico e metafora della vita interiore. In vacanza nella villa paterna, il giovane Paul è strappato alle sue appassionate letture di adolescente dalla visita di due donne, coetanea l'una, più matura l'altra; in un rapporto fatto di parole non dette, sguardi, moti dell'animo, avrà inizio la sua educazione sentimentale. Più che nell'azione o nella trama, il pregio più evidente di questo libro risiede nello stile denso di sensibilità psicologica con cui Hesse cala il lettore in un mondo dove anima e natura sono l'una il riflesso dell'altra. Nella descrizione del primo turbamento amoroso di un adolescente, """"Giorni di luglio"""" restituisce l'esperienza della vita con una finezza poetica che uguaglia la vivida rappresentazione della realtà.""