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Uguaglianza
L'autore ripercorre la storia millenaria del concetto di ""Uguaglianza"""", una storia che si svolge tra luminose speranze e contraddizioni cocenti. Nel mondo antico l'uguaglianza è limitata dalla differenza gerarchica, fino al paradosso di Atene, culla della democrazia europea e, insieme, luogo di schiavitù. Più tardi, proprio dall'uguaglianza la cultura cristiano-medievale muove nei termini di una fratellanza universale, salvo ricavarne la necessità della subordinazione dell'uomo nella vita terrena. E ancora la filosofia politica moderna costruisce lo Stato partendo dall'assioma di un'uguaglianza naturale tra gli individui, che però nella realtà si trova a fare i conti con coppie dialettiche quali cittadino straniero, proprietario-proletario, padrone-schiavo, uomo-donna. Infine, l'oggi: un tempo incerto, caratterizzato dai fenomeni globali che sfidano l'uguaglianza sul terreno della sua contraddittoria universalità."" -
Storie mirabili. Studi sulle novelle di Matteo Bandello
"Storie vere"""" ma anche """"mirabili"""". Racconti che nascono dal mondo quotidiano o dalla storia antica o recente, ma che stupiscono per la loro straordinarietà. Sono le novelle di uno dei più affascinanti scrittori del Rinascimento italiano: Matteo Bandello (1485-1561), domenicano, vescovo, uomo di alta cultura, di frequentazioni aristocratiche, colte e mondane, in tutta Europa. Storie dalle quali, attraverso una traduzione francese, lo stesso Shakespeare trarrà ispirazione - per """"La dodicesima notte"""", """"Molto rumore per nulla"""", ed anche """"Romeo e Giulietta"""". L'eccezionale vena creativa di Bandello riflette e fa rilucere in paradossale bellezza le contraddizioni dell'umanesimo e del primo Rinascimento: di un'epoca aurea per il pensiero e insieme di un mondo più spesso tragico che lieto, un mondo inquieto ed enigmatico, e tuttavia fiducioso nella virtù e nella ragione. Un mondo che vive guerre feroci, e insieme conosce espressioni artistiche altissime, una rivoluzione scientifica, la scoperta della stampa, le esplorazioni geografiche. I saggi raccolti nel volume, espressione di nuove direttrici di ricerca, mostrano come ancora oggi il libro della memoria dei nostri grandi classici sia una risorsa inesauribile e necessaria alla nostra identità culturale." -
Una storia italiana. Dal Banco Ambrosiano a Intesa Sanpaolo. Con i diari di Carlo Azeglio Ciampi
Intesa Sanpaolo trae origine dalla fusione di due gruppi bancari - Banca Intesa e Sanpaolo Imi - che, come gli affluenti di un grande fiume, ne rappresentano compiutamente le radici, la cultura aziendale, la ""corporate governance"""" e i modelli di """"business"""". Il volume racconta la storia di una di queste due banche: il Nuovo Banco Ambrosiano, successivamente divenuto Banca Intesa. Nato in circostanze drammatiche dalle macerie del Banco Ambrosiano di Calvi, il nuovo Istituto ha compiuto un percorso straordinario di crescita, acquisendo e integrando alcune delle maggiori banche italiane. Il volume ripercorre le vicende avvincenti e contrastate di tale crescita, che hanno rappresentato un capitolo non marginale nella storia italiana dal 1982 al 2007. Nella ricostruzione degli eventi il libro si avvale di una molteplicità di fonti, da quelle ufficiali delle banche incorporate nel corso del tempo, alle testimonianze di alcuni protagonisti, ai diari inediti di Carlo Azeglio Ciampi. Prefazione di Jean-Paul Fitossi."" -
Miasmi e umori
Fra la grande peste del 1348 e il Settecento, l'Italia Settentrionale fu all'avanguardia in Europa nell'ambito della sanità e l'igiene pubblica. Per far fronte alle tante epidemie, che si ripresentavano con regolarità decimando la popolazione, molte città si dotarono di un ufficio permanente, addetto a monitorare la situazione igienico-sanitaria e ad adottare le necessarie misure di prevenzione. Avvalendosi delle relazioni stese all'inizio del Seicento per ordine del Magistrato alla Sanità dello stato fiorentino, Cipolla ricostruisce le condizioni igieniche delle città, i pericoli di diffusione delle malattie e le misure volenterose, ma spesso inadeguate, che medici e amministratori misero in campo contro gli assalti del ""nemico invisibile""""."" -
Il burocrate e il marinaio. La «Sanità» toscana e le tribolazioni degli inglesi a Livorno nel XVII secolo
Oltre che con i corsari della Barberia, con i turchi, gli spagnuoli, i francesi e gli olandesi, quei grandi dominatori dei mari che erano gli inglesi durante il XVII secolo si trovarono alle prese con gli ostacoli e le idiosincrasie della burocrazia sanitaria toscana impiantata a Livorno, il porto su cui si imperniava la loro attività nel Mediterraneo. Cipolla narra qui un importante capitolo di storia economica europea, mettendo a fuoco nella sua analisi acuta un profondo contrasto culturale. -
Istruzione e sviluppo. Il declino dell'analfabetismo nel mondo occidentale
Nella sua opera Cipolla si è spesso interrogato sul ruolo della cultura nello sviluppo delle società. Con questo scritto pionieristico ha aperto la strada agli studi sull'alfabetizzazione, sulla scuola popolare, sull'istruzione tecnica, sul contributo dell'istruzione alla crescita economica. Una ricostruzione che ci fa vedere meglio come ancora oggi, in ampie realtà del mondo in via di sviluppo, il problema dell'istruzione resti uno dei fattori chiave del decollo economico. -
Le avventure della lira
La storia della lira inizia dalla libbra romana, una misura di peso equivalente a circa 325 grammi. Fu la riforma di Carlo Magno a trasformarla in unità del sistema monetale. La moneta di quel sistema era il denaro; le zecche ricevevano una libbra d'argento e dovevano cavarne 240 denari. La lira inizia la sua vita come unità virtuale, cui non corrisponde una moneta, e tale resterà per la maggior parte della sua storia, moneta fantasma, multiplo delle piccole monete che circolavano negli stati italiani, in rapporti variabili a seconda dei periodi di crisi o di prosperità. Seguendo di città in città, di moneta in moneta, ""le avventure della lira"""", Cipolla compone così una piccola storia monetaria d'Italia, dal Medioevo all'inizio dell'Italia unitaria."" -
Medici in cerca d'autore
Il medico è una presenza fissa nella nostra società. Balzac lo affianca al prete e all'uomo di legge, ""l'uno medica le piaghe dell'anima, l'altro quelle della borsa, il medico quelle del corpo"""". Nel corso del tempo queste tre figure hanno perso la loro """"carnalità"""" per divenire tre icone, una sorta di """"Santissima Trinità"""" dei nostri villaggi. In questa rappresentazione, tuttavia, il personaggio centrale è il medico; mentre gli altri due, a seconda dei Paesi e delle epoche, possono cambiare. E i medici, dal canto loro, cosa pensano? Vi è stato un episodio significativo che ha determinato la loro scelta? Quando si sono sentiti medici per la prima volta? Che rapporto hanno con i pazienti e i colleghi? Che ne è dei loro sentimenti, emozioni, paure, desideri? Come si costruisce la distinzione sociale fra clinici e chirurghi? Differenziando le """"motivazioni"""" della scelta dal """"modo"""" in cui si esercita la professione, l'autore cerca di decifrare la """"scatola nera"""" dell'identità medica. E lo fa raccogliendo le storie di medici di varia specialità, diversi per età e collocazione lavorativa, che, proprio come capita ai personaggi di Pirandello evocati nel titolo, si raccontano in prima persona. Le loro storie appaiono singolarmente vicine a quelle di medici in carne ed ossa di altre patti del mondo o di dottori """"immaginari"""" creati dalla fantasia di grandi scrittori-medici (Bulgakov, Cechov, Celine, Conan Doyle, Cronin, Munthe ecc.)."" -
La Romagna. Storia di un'identità
La Romagna del nostro immaginario ha un'origine relativamente recente nel Risorgimento. Pascoli, Carducci, Oriani, De Amicis si incaricarono poi di fissare i caratteri della sua identità, creando una galleria di luoghi simbolici cui Mussolini conferirà la concretezza di un itinerario patriottico: l'Arco di Augusto a Rimini, la tomba di Dante a Ravenna, il monumento di Baracca a Lugo, la casa natale del duce a Predappio. Oggi, con la riduzione delle province, la Romagna ha l'occasione di passare da ""isola del sentimento"""" a nuova circoscrizione amministrativa."" -
La santa, i miracoli e la rivoluzione. Una storia di politica e devozione
Teresa Margherita Redi morì a Firenze il 7 marzo del 1770, a soli 23 anni, fra le mura di un convento carmelitano. Era stata vittima di una malattia fulminante, che aveva lasciato segni apparentemente indelebili sulla salma. Dopo poche ore, tuttavia, il corpo senza vita perse il suo pallore e cominciò a emanare un odore gradevole. Per diverse settimane non mostrò segni di decomposizione. Numerosi credenti, incitati dal padre della religiosa e dal suo direttore spirituale, gridarono al miracolo e mostrarono segni di fervente devozione. Erano solo gli inizi di una vicenda destinata a sviluppi clamorosi, che assorbì le tensioni di un'epoca, coinvolgendo di volta in volta influenti ecclesiastici e autorevoli uomini politici, intraprendenti nobili e devoti popolani, raffinati teologi e rinomati predicatori, rispettabili uomini di scienza e maldestri ciarlatani. Fra numerose traversie, il processo di canonizzazione di Teresa Redi andò avanti per oltre 150 anni, resistendo ai radicali cambiamenti intervenuti con la Rivoluzione francese, l'età napoleonica, la Restaurazione, l'unità italiana, veicolando messaggi che mantennero intatto il loro potere comunicativo fino alla prima metà del Novecento, sotto il pontificato di Pio XI, nell'Italia governata dal regime fascista. -
Lo stile del leader. Decidere e comunicare nelle democrazie contemporanee
Nelle democrazie contemporanee fino a che punto conta lo stile del leader, il suo modo di prendere le decisioni e di comunicarle? In che modo tratti della personalità, motivazione, convinzioni ideologiche incidono sul rapporto del leader con i seguaci, i media e i cittadini? E qual è il ruolo del contesto istituzionale? I suoi vincoli sono così forti da imporre al leader un processo di adattamento o il capo dell'esecutivo è in grado di dare un'impronta personale all'esercizio del potere? Da Bill Clinton a Silvio Berlusconi, da Ronald Reagan a Angela Merkel, da Charles de Gaulle a Margaret Thatcher, Tony Blair e Romano Prodi, il libro illustra la leadership come elemento fondamentale per comprendere la relazione tra governo e cittadini. -
Tra l'incudine e il martello. Regioni e nuovi rischi sociali in tempo di crisi
Riformare il welfare in tempi di crisi non è una sfida facile. Dare risposte concrete ai bisogni crescenti dei cittadini, con risorse decrescenti, sembra quasi una missione impossibile. Eppure, le regioni e gli enti locali sono stati capaci, nonostante i vincoli imponenti, di sperimentare nuove forme e nuovi modelli organizzativi di protezione sociale, rivisitando e riaggiustando il ""vecchio"""" stato sociale. Il volume mette a confronto cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Toscana e Puglia) e le loro specifiche risposte ai nuovi rischi sociali: la non-autosufficienza degli anziani; l'integrazione degli immigrati e dei loro nuclei familiari; la conciliazione tra famiglia e lavoro; la perdita del lavoro in assenza di requisiti adeguati per accedere alle tutele tradizionali; i bisogni mutevoli di assistenza sanitaria; la povertà in aumento nonostante il lavoro. Tra difficoltà, opportunità e sforzi congiunti di pubblico e privato, le regioni stanno affrontando una partita cruciale, su cui si giocherà il futuro delle istituzioni del welfare e quindi, e soprattutto, del nostro paese."" -
Autonomie locali e federazione sovranazionale. La battaglia del Conseil des Communes et Régions d'Europe per l'unità europea
In un'Europa che, con le sue dinamiche decisionali e le sue ""fatiche"""" istituzionali, mostra i limiti della sua capacità di azione, il tema del federalismo e dell'integrazione è tornato alla ribalta. La crisi di questi ultimi anni ha accentuato le difficoltà di un governo europeo per l'intera Unione, mostrando l'urgenza di coniugare disciplina fiscale e sviluppo con l'architettura istituzionale dell'Eurozona e dell'Unione europea. In questo quadro il ruolo degli enti locali non solo non può essere dimenticato, ma risulta ancora più necessario per costruire i nuovi assetti istituzionali in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini europei. Il dibattito sulla prospettiva della futura struttura dell'Ue è più che mai aperto. Il volume, riedizione aggiornata e corredata di una nuova introduzione, utilizzando materiale archivistico estremamente ricco e di prima mano, registra la presenza e l'azione degli enti decentrati nel processo d'unificazione europeo. La ricerca ha inteso documentare la storia delle diverse correnti di pensiero che hanno colto la crisi della sovranità dello Stato nazionale e proposto soluzioni prima sul piano teorico e poi su quello politico. Ricostruendo puntualmente l'intreccio dell'azione del Conseil des Communes et Régions d'Europe con quella dei governi, movimenti e personalità, si è delineata la genesi dei rapporti fra il movimento delle autonomie locali e la storia dell'integrazione europea. Prefazione di Valéry Giscard d'Estaing."" -
Come cambia la comunicazione della scienza. Nuovi media e terza missione dell'università
La comunicazione della scienza ha ormai superato i confini della didattica e della divulgazione radiotelevisiva, cercando nuovi pubblici mediante nuovi media: musei e Science centre profondamente rinnovati, eventi, progetti in grado di coinvolgere un pubblico nuovo grazie a un nuovo utilizzo dei media. La stessa immagine popolare della scienza sta mutando e nonostante il persistere di pesanti retaggi di scarsa alfabetizzazione si vanno facendo strada nuove forme di partecipazione dell'opinione pubblica. A livello europeo, ha preso vita un movimento di opinione a favore di una terza missione, di diffusione e comunicazione dei saperi scientifici, affidata all'università in quanto luogo di elezione di didattica, ricerca, esperienze volte a coinvolgere anche i non esperti in forme nuove di apprendimento collettivo e in una discussione pubblica sulle scienze. Alcune esperienze innovative in questa direzione sono all'interno dell'Università di Torino: Agorà Scienza, il centro interuniversitario che ha promosso la ricerca qui pubblicata, è fra quanti si sono attivati per colmare una delle più gravi lacune culturali fra quante affliggono il nostro paese. -
Consumi e politica nell'Italia repubblicana
L'avvento della società dei consumi in Italia non ha solo modificato e trasformato la vita di milioni di cittadini, ma ha anche rappresentato una sfida per la classe politica repubblicana, che si è dovuta relazionare con cambiamenti spesso repentini e talora incomprensibili. All'interno di un arco cronologico che parte dalla fine degli anni Cinquanta e arriva fino agli anni Ottanta, il volume analizza come le diverse culture politiche hanno affrontato il consumismo emergente e quali risposte hanno dato alla sfida di una società in cambiamento. Le posizioni si sono diversificate e hanno oscillato tra la promozione di modelli di consumo come forma di emancipazione e il tentativo di controllare e indirizzare il nascente consumismo al fine di evitarne le forme considerate più estreme e/o di contrapporre consumi individuali a consumi collettivi. Il contraddittorio rapporto tra politica e sviluppo ha in sostanza accompagnato l'evoluzione della società in Italia influenzando la ricezione dei modelli consumistici nella nostra società. -
Le politiche sociali nelle regioni italiane. Costanti storiche e trasformazioni recenti
Negli ultimi anni il welfare italiano è stato interessato da un crescente processo di regionalizzazione, che ha acuito le differenze interne non solo in termini di dotazione di servizi ma anche di organizzazione della governance delle prestazioni sociali territoriali. Inutile dire che tale ambivalenza è stata ulteriormente aggravata dalla debolezza con cui lo stato centrale ha accompagnato lo sviluppo del decentramento. La domanda che il volume si pone è se tutto ciò sia soltanto conseguenza di trasformazioni recenti o non, piuttosto, di processi storici di più lungo periodo, di tradizioni amministrative regionali, di persistenze istituzionali precedenti all'avvio del corso regionalista, che hanno influito sulla natura dei rapporti centro-periferia all'interno del welfare italiano. Per rispondere a tale domanda, l'autore mette a confronto un gruppo di regioni italiane: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia; delineandone le traiettorie storiche e analizzando i processi istituzionali che hanno influito sul permanere delle tradizioni amministrative regionali e sulle loro trasformazioni nel tempo, così come sui fattori che a seconda dei casi ne hanno impedito o rallentato il consolidamento. I risultati dell'analisi comparativa si inseriscono nel dibattito sulle trasformazioni del welfare in Italia, offrendo spunti di riflessione intorno alla prospettiva della convergenza tra i sistemi di welfare regionali. -
Disegnare il futuro con intelligenza antica. L'insegnamento del latino e del greco antico in Italia e nel mondo
Gli studi classici sono stati spesso oggetto di posizioni contrastanti, oscillanti tra il rifiuto di una tradizione ritenuta obsoleta e reazionaria e l'apprezzamento del loro valore come strumenti per lo sviluppo cognitivo e per l'arricchimento formativo. Se nel panorama europeo odierno il liceo classico italiano sembra essere un'eccezione, è altrettanto vero che in tutti i paesi del mondo, dall'America all'Estremo Oriente, le scuole più apprezzate propongono, anche se per pochi, lo studio delle lingue classiche. A dimostrazione che il patrimonio linguistico e culturale della civiltà greco-latina esercita ancora un suo fascino indiscutibile e continua a presentare un'irrinunciabile valenza formativa. Il libro si propone di ricostruire e confrontare le diverse esperienze di insegnamento delle lingue classiche nei paesi europei, in Cina e in America, per offrire spunti e idee didattiche nuove ai docenti di tali discipline, con la consapevolezza comunque che, nella deriva del mondo moderno, è ancora necessaria una guida antica per superare la falsa percezione di un'antitesi tra umanesimo e tecnica. In questo senso il libro, che contiene un'ampia sezione di proposte didattiche innovative, si conclude con una sezione filosofica che riconosce la rilevanza del classico anche nella storia della scienza, smentendo la presunta contrapposizione tra le ""due culture""""."" -
Lingue antiche e moderne dai licei alle università
Le lingue antiche hanno un futuro, accanto alle lingue moderne, nel più inclusivo concetto di ""educazione linguistica""""? I saggi raccolti in questo volume intendono fare il punto della situazione ed esplorare questa possibilità. Partendo dall'analisi del contesto sociale italiano ed europeo di ieri e di oggi, i percorsi di lettura, rigorosi ma accessibili, si snodano in un intreccio appassionante tra classico e moderno, filologia e linguistica, umanesimo e scienza. Il volume offre in tal modo una sintesi dei più innovativi orientamenti della ricerca didattica contemporanea tra scuola e università, presentandosi come uno strumento valido e originale per la formazione e l'aggiornamento di docenti."" -
Opposizione parlamentare e democrazia deliberativa. Ordinamenti europei a confronto
L'opposizione parlamentare costituisce tuttora una forma efficace per rappresentare il conflitto politico nelle democrazie contemporanee? Il volume cerca una risposta a questa domanda attraverso lo studio comparato dell'opposizione negli ordinamenti politici di cinque dei maggiori paesi europei (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna) e nel sistema istituzionale dell'Unione europea. Avvalendosi, con innovativo metodo interdisciplinare, delle categorie del diritto costituzionale comparato, della scienza politica e della filosofia politica, la ricerca affronta l'analisi di un'ampia serie di dati dell'esperienza istituzionale dei diversi ordinamenti. Su questa base viene formulata una originale ipotesi interpretativa sul necessario rinnovamento degli istituti classici del governo parlamentare tramite la loro contaminazione con le nuove forme di democrazia deliberativa emergenti nella contemporaneità. -
Verso nuove relazioni industriali
Le relazioni industriali sono sottoposte oggi a nuove tensioni e pressioni. Vengono dalle esigenze della competizione economica globale e, da ultimo, da una crisi di cui ancora non si vede la fine. Il modello tradizionale di relazioni industriali ha, nella seconda metà del Novecento, assolto un ruolo importante nell'assicurare tutele significative ai lavoratori e stabilità alle imprese, grazie alla contrattazione collettiva e alla concertazione. Ma potenti e prepotenti sono oggi i tentativi di destrutturarlo verso modelli fortemente deregolati. La riflessione collegiale degli esperti del gruppo di Astrid ha scandagliato tutte le criticità del modello tradizionale di fronte ai nuovi scenari dominati dalla crisi e dalla globalizzazione. Ma ha infine scelto una strada diversa dalla destrutturazione: disegnare proposte innovative di riforma fondate su un coraggioso ripensamento delle relazioni tra le parti sociali e su un loro rinnovato ruolo di regolatori delle traiettorie dello sviluppo. Il rapporto di Astrid mostra che esistono spazi efficaci per spostare i confini delle relazioni industriali verso l'arena sovranazionale, e nello stesso tempo per potenziare le attività contrattuali e di rappresentanza più vicine ai luoghi di lavoro e alla dimensione locale. La posta in gioco è quella di un patto rinnovato tra i grandi interessi e le organizzazioni che li incarnano in direzione di un crescita economica più sostenuta e socialmente più equilibrata.