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Come stai?
Il primo romanzo della webstar teenagerrnche ci insegna a sorridere colorando le nostrernemozioni.rn«Chiudi gli occhi, ascolta il tuo cuore.»rnrnrnGioia ha quindici anni ed è una ragazza allegra e solare. Mai nome fu tanto azzeccato: la gioia sembra proprio l'essenza del suo spirito. Almeno, questo è quello che tutti pensano... Nascosto sotto strati di positività, infatti, esiste un mondo turbolento in cui lei dovrà addentrarsi per diventare grande. Oltre alla scuola, è la ginnastica artistica ad assorbire le sue energie, in equilibrio su un'asse o appesa alle parallele alla ricerca di una vittoria. E poi agli allenamenti c'è Marco: occhi da principe azzurro, fisico scolpito, modi garbati, da lui Gioia aspetta un bacio che continua a non arrivare. Alex, invece, che pratica il parkour e va per la sua strada senza curarsi delle apparenze, vorrebbe conoscerla meglio; ma una come Gioia non dovrebbe dare confidenza a un tipo così ""strano"""", ci tengono a ricordarle """"Le Incredibili"""", le sue migliori amiche. Gioia, sballottata tra quello che pensano gli altri, non ha mai risposto con sincerità alla domanda più semplice: come stai? E per farlo dovrà imparare a dare un colore a tutte le emozioni che prova, quelle positive e anche quelle negative, disegnando un meraviglioso arcobaleno che la renderà finalmente se stessa. Con brio e passione, Valeria Vedovatti ci regala una storia che per la prima volta si può leggere sia attraverso le parole sia attraverso le foto e interpreta l'idea stessa di racconto per immagini, come un tempo è stato il fotoromanzo e adesso, forse, è Instagram."" -
Il futuro del mondo. Scritti giovanili
Vittorino Andreoli, libero dal pudore di un tempo, ci consegna una raccolta che si fa rappresentazione dell'esistenza di uno scrittore. Pagine dense di vita, dove emerge tutta la fatica del quotidiano e il dolore che contraddistingue la condizione umana a qualsiasi età.rnrnTemo il dolore che si fa storia e vorrei contribuire a frenarlo, ma ora temo ancor più il dolore della mia fantasia, di quell'anticipazione che permea il romanzo di un dolore ancora maggiore e di un dolore che non è nel mondo ma nel mio mondo, dentro di me. Esco ora dalla mia Dachau, e cambio un pennino, massacrato.rnrnTrasferire il passato nel futuro, trovare vita in ciò che sembrava morto. Non è per nostalgia che un vecchio scrittore riporta alla luce pagine che ha nascosto dentro bauli dimenticati. Rileggendo quei quaderni, capisce la ragione che lo ha spinto a sotterrarli tanto tempo prima: quei fogli erano troppo irruenti, carichi di eros, molto lontani dai temi che lo hanno impegnato nell'ultima parte della sua esistenza. Non vi trova alcuna traccia dei richiami alla fragilità che gli hanno dettato invece le sue opere più recenti. Questa scoperta gli permette di riscoprirsi, tanto che decide di riempire il suo futuro rimettendo ordine tra quelle carte passate. Un ordine che può essere solo apparente perché la vita, si sa, si consuma in un insieme caotico al quale è difficile assegnare una logica. E, anzi, è proprio questo disordine, fatto di ""variazioni"""" generate dalle novità, dalla speranza, dalle attese e dalle delusioni, a dare un senso. Vittorino Andreoli, libero dal pudore di un tempo, ci consegna questa raccolta che si fa rappresentazione dell'esistenza di uno scrittore. Sono pagine dense di vita, dove emerge tutta la fatica del quotidiano e il dolore che contraddistingue la condizione umana a qualsiasi età."" -
Gioco come sono
Luigi Datome, uomo-simbolo della nostra pallacanestro, scrive un autoritratto ironico, acuto, mai banale, articolato attorno a dieci oggetti per lui significativi.rn«Il giocatore e la persona che vedete oggi sono il frutto di tutto ciò che ho visto, degli incontri fatti, delle difficoltà affrontate e delle esperienze che mi hanno portato fino a qui. E allora, gioco come sono. Perché di strada ne ho fatta tanta, ma sempre correndo dietro alla palla a spicchi.»rnOrgogliosamente sardo, capitano della Nazionale e uomo-simbolo della nostra pallacanestro, attivissimo sui social, una personalità rara dentro e fuori dal campo, Gigi Datome guarda il mondo dall'alto dei suoi 2.03 metri e della sua inconfondibile barba. Nella sua carriera cestistica ha sfiorato uno storico scudetto a Roma; si è conquistato un posto sui parquet della NBA, arrivando a giocarsi i playoff contro i Cavs di LeBron James; ha alzato il più prestigioso trofeo europeo vincendo l'Eurolega con la corazzata Fenerbahçe. Carismatico senza essere ingombrante, non schivo ma determinato nello scegliere sempre le parole giuste. Come quelle che mette in fila in «Gioco come sono», un autoritratto ironico, acuto, mai banale, articolato attorno a dieci oggetti per lui significativi (e introdotto dalla prefazione di coach Obradović): dalla sua chitarra alla lavagnetta bianca (""quella dove il pennarello disegna gli schemi di gioco""""), dalle sue amate scarpe gialle al portachiavi africano regalatogli a quindici anni dalla zia, dalla canotta della Santa Croce, la prima squadra in cui abbia giocato, al poster di Allen Iverson devotamente appeso nella stanzetta di bambino. Ciascun oggetto evoca un pezzo della strada percorsa da Gigi, ispira racconti, ricordi, aneddoti e soprattutto un purissimo, sconfinato amore per la pallacanestro."" -
Io credo, noi crediamo. Una riflessione inedita sulle radici della nostra fede
Dopo aver percorso, verso per verso, il Padre nostro e l'Ave Maria, Papa Francesco affrontà le verità della fede, della speranza e dell'amore contenute nel Credo.rnrn«Alle volte pensiamo che custodire la Tradizione significhi costruire un museo, un museo delle cose; e la Chiesa diventa un museo. No, la Tradizione è viva, non una collezione di cose, riti... è viva. E cresce, deve crescere, come la radice fa crescere l'albero perché dia fiori e frutti. Dobbiamo sempre tornare alla Tradizione per attingervi quel succo, quella linfa che fa crescere.»rnrnIl Credo è la preghiera che contiene, distillata, la linfa vivificante della fede cristiana; per questo, dopo aver percorso, verso per verso, il Padre nostro e l'Ave Maria, in questa terza conversazione con don Marco Pozza Papa Francesco affronta le verità della fede, della speranza e dell'amore contenute nell'antico Simbolo degli apostoli. Il risultato è più di una semplice riflessione teologica, è una condivisione che nutre la vita cristiana: «il significato quotidiano, esistenziale, semplice eppure profondo, del nostro essere figli di Dio e dell'amicizia con i fratelli nella fede e con l'umanità intera». Leggere, vivere, pregare il Credo significa testimoniare la fede nel Dio creatore, nel Figlio che ha donato la vita per la nostra salvezza, nello Spirito Santo, nella Chiesa. Significa vedere attorno a noi – magari in un carcere, come racconta don Marco nella seconda parte del volume – quella risurrezione dei viventi che è la prova generale – la caparra, la dimostrazione – della risurrezione finale. Significa, soprattutto, affidarsi a un Dio «malato di misericordia». Nelle toccanti parole di Papa Francesco: «Immagino il momento in cui, nel tramonto della vita, mi avvicinerò a Dio, sedotto da quella bellezza, con animo umiliato, la testa china; immagino il suo abbraccio e il mio sguardo che si solleverà verso il suo. Non oserei guardarlo senza prima aver ricevuto il suo abbraccio». -
Oltre il muro c'è un placido fiume
Per tutte noi che vogliamo imparare a lasciar correre.rn«Sono sempre stressata, sotto pressione, non mi do mai tregua, non mi rilasso mai. Sento sempre una voce critica e feroce dentro di me che pretende sempre più e mi sminuisce sistematicamente, qualunque cosa io faccia. Ho un lato oscuro che faccio di tutto per tenere nascosto. Posso ingannare gli altri, ma di certo non me stessa».rnBéa aggrotta la fronte e le porge una tazza fumante. «Cosa intendi dire?»rn«Fingo di star bene» risponde Estelle, prendendo la tazza. «Cerco di far credere agli altri di essere felice, ma non ci credo nemmeno io. Prendo tutti in giro»rnIn ufficio o in palestra, a tavola o al matrimonio della sua migliore amica, Estelle controlla ogni cosa. Conta i chilometri e le calorie, non tollera alcun errore con la figlia, nei rapporti con i clienti o nel comportamento di ogni nuovo compagno, che scarica al primo passo falso. Sola con i suoi rimorsi, si consuma rimuginando sui fallimenti e sulla sua insoddisfazione. Fino al giorno in cui Béa, la sua vicina di casa, una splendida sessantenne, bussa alla sua porta. Con la sua allegria e la sua sensibilità, la sua schiettezza e la sua capacità di ascoltare, questa fata madrina le sconvolgerà la vita e l’aiuterà, finalmente, a lasciar correre... -
Omeopatia. Bugie, leggende e verità
Roberto Burioni passa in rassegna bugie, leggende e verità di un metodo di cura seguito da oltre 9 milioni di italiani. Un'appassionante carrellata di storie, personaggi, fatti incontrovertibili e opinioni a confronto alla ricerca della verità, senza diluizioni.rnrnMedici autorevoli sostengono che l'omeopatia non ha alcuna efficacia. Affidabili siti internet scrivono nero su bianco che nei preparati omeopatici non c'è nulla se non acqua o zucchero. Eppure ci sono altri medici che prescrivono e farmacisti che vendono cure omeopatiche, e molte persone che conosciamo, di cui non possiamo mettere in dubbio né l'intelligenza né la buona fede, affermano di avere tratto grandissimi benefici dall'omeopatia. In questo libro, Roberto Burioni passa in rassegna bugie, leggende e verità di un metodo di cura seguito da oltre 9 milioni di italiani. Parla delle idee di Samuel Hahnemann, il fondatore, duecento anni fa, dell'omeopatia; della teoria dei quattro umori e del salasso come rimedio universale; di un elusivo batterio che un medico francese alla disperata ricerca di una cura per l'influenza spagnola trovò in grande quantità nel fegato e nel cuore di un'anatra muschiata; della tecnica delle infinite diluizioni alla base delle preparazioni omeopatiche, del numero di Avogadro, delle leggi della chimica e dell'esperimento che trent'anni fa rischiò di farle saltare, ipotizzando l'esistenza di una ""memoria dell'acqua""""; di un illusionista innamorato della razionalità scientifica; delle prodigiose proprietà della luce di Sole, Luna e Saturno, della nota Fa e del Muro di Berlino, tutti infinitamente diluiti; di effetto placebo e di sperimentazioni """"in doppio cieco""""; di omeopatia e Servizio sanitario nazionale. Questa appassionante carrellata di storie, personaggi, fatti incontrovertibili e opinioni a confronto - alla ricerca della verità, senza diluizioni - si conclude con una domanda: gli omeopati hanno qualcosa da insegnare ai medici """"tradizionali""""? La risposta ci sorprenderà."" -
Fagianate, scatti e scie
Riccardo Magrini, per tutti ""Il Magro"""", e Luca Gregorio sono le voci del ciclismo di Eurosport e con le parole non si limitano a commentare le corse: piuttosto ci giocano in modo unico.rnrnrn«Dalle voci del ciclismo di Eurosport, una dichiarazionernd’amore poetica e scanzonata al mondo della biciclettarne a tutte le sue invenzioni linguistiche»rnrnCi sono le classiche (allungo, carovana, manubrio), quelle romantiche (bacio, cotta), quelle goliardiche (pissstop, trombatura, miciola), quelle autobiografiche (la presa della pastiglia) e quelle semplicemente improvvisate, che nascono dall'intuizione di un momento, da una complicità e da una passione comune che si rafforza telecronaca dopo telecronaca. Riccardo Magrini, per tutti """"Il Magro"""", e Luca Gregorio sono le voci del ciclismo di Eurosport e con le parole non si limitano a commentare le corse: piuttosto ci giocano in modo unico, attingono a un patrimonio consolidato dalla tradizione e lo rimodellano mescolando tecnicismi e goliardia, lo contaminano con riferimenti ora alti ora prosaici, lo reinventano per sintetizzare in un'espressione intere parabole umane. E con Fagianate, scatti e scie di queste parole propongono una insindacabile selezione. Perché, come ha scritto Paolo Condò nella sua prefazione, """"quella di Riccardo e Luca è una lingua """"aumentata"""", ed era nella logica delle cose che questa neolingua si dotasse di un dizionario""""."" -
Nella pelle
New York 1969. Berlino 1939. Un thriller erotico alla ricerca del libro perfetto.rnrnL'estate del 1969, per Jonathan Rosen, nemmeno vent'anni, è il tempo delle passioni forti: i libri e le infinite storie che li abitano, i granulosi chiaroscuri di New York e soprattutto le ragazze, belle, bellissime, che guarda e fotografa nei pomeriggi di Brooklyn, ma che non osa avvicinare. È in un giorno come questi che il ragazzo incontra Eisenstein. Quarant'anni, camicia bianca col colletto inamidato, l'uomo è seduto nel caffè dove Jonathan è entrato per spiare una giovane donna e sta parlando con lei di Emerson, il poeta. Quando i due se ne vanno insieme, Jonathan li segue, fino a ritrovarsi sul pianerottolo della casa di Willow Street. Un luogo di iniziazione dove Eisenstein gli chiede di incontrare le ragazze che insieme sedurranno per strada: vuole che faccia l'amore con loro e poi racconti, sensazione per sensazione, cosa ha provato. È così che trascorre l'estate di Jonathan; fino al giorno in cui, in quella casa dove sembrava di sentire il respiro dei libri, nessuno viene ad aprirgli. E poco tempo dopo, dalle acque dell'Hudson cominciano ad affiorare cadaveri di giovani donne: uccise, e scuoiate dalle caviglie fino alla base del collo. Serviranno decenni perché Jonathan trovi risposta a tutti i suoi dubbi su quel che accadde in quella torrida estate newyorchese e sull'identità di Eisenstein. Ne uscirà un profilo psicologico di impressionante profondità e una ricerca di verità che attraversa la storia tedesca del Novecento. Abile nel mescolare le atmosfere noir con il grande racconto storico, «Nella pelle» si muove sulle stesse note emotive de «Il profumo» di Patrick Süskind e disseziona l'amore in tutte le sue parti, compresa quella, terribile, che trasfigura il più nobile dei sentimenti nella più perversa delle ossessioni. -
Il tradimento dei numeri. I dark data e l'arte di nascondere la verità
In un'epoca dominata dai big data, conviene prestare maggiore attenzione al rovescio della medaglia, ovvero ai dati che sappiamo di non avere o – peggio ancora – che crediamo erroneamente di possedere.rnrnChiunque si occupi di raccolta e analisi dei dati lo sa bene, o almeno dovrebbe: le informazioni che non conosciamo possono essere altrettanto importanti di quelle che abbiamo a disposizione. Ha senso affermare che un prodotto è efficace perché ha solo recensioni favorevoli? Ed è davvero possibile prevedere il buon esito di un trattamento medico sulla base di un campione che, per quanto ampio, non corrisponde alla totalità dei casi? Considerazioni analoghe si possono applicare alla nostra vita di tutti i giorni: perché invidiare una persona per i successi messi in mostra sui social network, quando i suoi fallimenti ci vengono opportunamente nascosti? In un'epoca dominata dai big data, conviene prestare maggiore attenzione al rovescio della medaglia, ovvero ai dati che sappiamo di non avere o – peggio ancora – che crediamo erroneamente di possedere. Simili alla materia oscura che elude le rilevazioni dei cosmologi, i dark data influenzano ogni campo di studio e di lavoro, dalla ricerca medica all'industria, dalle politiche pubbliche e sociali al settore finanziario, e sono molto più numerosi di quanto pensiamo. Sottostimarli è dunque un grave rischio, che può portare a costruire modelli fuorvianti e inesatti, con conseguenze talvolta catastrofiche. Al contrario, smascherare questi numeri «traditori» e imparare a gestire i problemi che essi provocano può portare vantaggi nella nostra sfera professionale e in quella personale. I dark data ci insegnano, infatti, a capovolgere il modo di considerare l'analisi dei dati, facendoci comprendere più a fondo l'universo dell'informazione e ad affrontare l'imprevedibile in maniera più consapevole e ponderata. -
Ultima fermata Delicious
Vincitore del PEN/Faulkner AwardrnLa storia feroce di uno sfruttamento, il ritratto intimo di una madre e un figlio, una commedia grottesca di tagliente ironia, scritta in una prosa potente e spregiudicata.rnrn«Un libro di stupefacente potenza» – Dave Eggersrn«""Ultima fermata Delicious"""" seduce il lettore trascinandolo nelle esistenze dei suoi personaggi. Pagine in cui risuonano forti le parole libertà e schiavitù. Amore e sopravvivenza» – Jennifer EganrnrnMentiva, pensò Eddie. La verità era sempre una tigre e il passato, con le sue bruttezze e le sue lotte, era un pozzo talmente pieno di cadaveri che lo si poteva confondere con una notte senza stelle.rnrnA Houston c'è un furgone che di tanto in tanto attraversa i quartieri malfamati della città e raccoglie gente. Quelli che ci salgono, gli aveva detto un bluesman, non tornano più. È il sistema di reclutamento della Delicious Foods, impresa agricola del Sud, che rastrella emarginati e tossici costringendoli al lavoro nei campi con il bastone della violenza e la carota del crack. È lì che Eddie arriva per riprendersi la madre, una donna fragile, alla deriva da ormai troppo tempo. E in quel luogo nasce la speranza di una fuga che sembra impossibile, l'unica opportunità, forse, per ricostruire una vita insieme. Storia feroce di uno sfruttamento, ritratto intimo di una madre e di un figlio, commedia grottesca di tagliente ironia, «Ultima fermata Delicious» è tutto questo insieme. La prosa potente e spregiudicata di Hannaham, unita alla scelta di portare in scena la voce narrante del crack, dona grazia e humour ai suoi personaggi. Un romanzo osannato dalla critica americana, vincitore del prestigioso PEN/Faulkner Award, con cui Hannaham prende posto tra le voci più promettenti della narrativa contemporanea."" -
Monteperdido
A questo claustrofobico thriller psicologico è ispirata la serie tv ""La caccia. Monteperdido"""".rnrnTra i versanti dei Pirenei aragonesi si nasconde un piccolo villaggio, Monteperdido, costruito per dare le spalle al mondo e agli estranei. D'inverno la vita pulsa silenziosa sotto la neve immobile, d'estate la luce del sole rimbalza sui ghiacciai colorando l'aria di un bianco irreale. Qui tutti si ricordano di Ana e Lucía, le due amiche di undici anni scomparse un pomeriggio di ottobre mentre tornavano a casa da scuola, cinque anni fa. Un giorno che ha segnato la comunità della vallata - un caso intorno al quale le indagini della Guardia Civil si erano mosse girando a vuoto - fino a oggi, quando una ragazzina ferita, con i vestiti strappati e il volto sepolto da una cascata di capelli, viene ritrovata sul luogo di un incidente, vicino a una macchina uscita di strada, viva: è Ana. La riapertura del caso è affidata alla giovane Sara Campos e al capo dell'Unità Centrale Operativa Santiago Baín, inviati dalla sede di Madrid, due esistenze solitarie, ma unite tra loro da un legame speciale. Adesso si trovano obbligati a collaborare con la polizia locale, in quel piccolo mondo montano stretto fra silenzi e risentimenti, per trovare in fretta la seconda ragazzina; mentre intorno a loro la fitta rete di incongruenze e chiaroscuri si addensa, emergono le maglie in cui gli abitanti di questo villaggio silente e sordo hanno ricavato un posto per sé e per il proprio pezzetto di ambigua verità."" -
Crepacuore. Storia di una dipendenza affettiva
“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.”Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”.Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”. -
La città è dei bianchi
Atlanta, 1948. Una giovane ragazza di colore viene uccisa e gettata in una discarica. Due agenti avviano un'indagine clandestina, in aperta sfida alla legge vigente dei bianchi.rnrn«Un poliziesco pieno di mistero, un pezzo d'America che vi gelerà» – Stephen Kingrn«Un noir di grande spessore in cui la ricostruzione storica è documentatissima, ma la precisione dei dettagli non nuoce alla scorrevolezza del racconto, alla robustezza della trama e all’intensità dei caratteri. Più ci si addentra nelle pagine di questo vibrante affresco, e più cresce l’indignazione contro la malapianta del razzismo.» – Robinsonrn«Che il reverendo la pronunciasse con sincerità o meno, ogni frase sembrava dare voce alle parole che tutti stavano pensando: perché gli sbirri hanno ucciso un altro di noi? Quando smetteranno?»rnDiceva Faulkner che il Sud bisogna raccontarlo; che bisogna spiegare perché la gente vive lì, e anzi perché vive. Il Sud raccontato qui è quello della città di Atlanta del 1948, l'anno in cui, per la prima volta, a otto afroamericani fu concesso di arruolarsi nelle forze di polizia per pattugliare i quartieri abitati dalla propria gente. Da questo dato storico, Mullen prende spunto e inventa due personaggi profondamente umani, gli agenti Lucius Boggs e Tommy Smith, due poliziotti che, come gli altri sei del loro gruppo, non sono autorizzati a guidare un'auto di pattuglia né a mettere piede negli uffici della centrale né ad arrestare i bianchi. Quando, in un giorno di luglio, una giovane ragazza di colore viene uccisa e gettata in una discarica, Boggs e Smith, davanti all'indifferenza dei vertici della polizia, avviano un'indagine clandestina. Una decisione temeraria, in aperta sfida alla legge vigente dei bianchi. La rivoluzione si è appena messa in moto ma ha ingranaggi lenti; la macchina che abolirà la segregazione si inceppa ancora, funziona a scatti, però la caccia non ammette ripensamenti. La terra lungamente offesa e impastata di paura dove vivono i negri reclama giustizia e riscatto sociale. E allora l'indagine di Boggs e Smith sarà implacabile, il loro viaggio incendiario. -
Il mago di Oz
Un nuovo sguardo su un classico intramontabile in cui vibra l'elogio della differenza e dell'audacia.rn«Un’edizione che ha il pregio di mantenere intatto lo spirito del testo, usando una lingua attuale, veloce e piacevole, accompagnandola con disegni di grande bellezza» – RobinsonrnQuando si incontrano nel Paese del Mago di Oz, a tutti manca qualcosa: Dorothy non riesce a tornare a casa, l'uomo di latta non ha un cuore, al leone serve il coraggio e lo spaventapasseri, che ci racconta le loro avventure, è senza cervello. Intimoriti dal potere di Oz e delle streghe, troveranno in loro stessi ciò che cercavano altrove. Età di lettura: da 8 anni. -
La storia sei tu. 1000 anni in 20 nonni
Il racconto di Greppi e i suoi venti quadri storici sono accompagnati dalle illustrazioni accurate ed evocative di Marco Paschetta, per un viaggio affascinante nei colori del nostro passato.rn«Cioè, scusa: prima della nonna del nonno non c'erano macchine e biciclette?»«Esatto.»rn«Quanto tempo fa era? Mi sto un po' confondendo.»rn«Capisco. Tutti noi facciamo una gran fatica a immaginare quando è ieri, quando è la settimana scorsa, quando è dieci anni fa... Ecco, questo è più di un secolo fa, cioè la nonna del nonno Dodo voleva la bicicletta più di cent'anni fa. Hai presente come cammina il gambero?»rn«Certo, sono piccola, mica rincitrullita: all'indietro. Come stiamo facendo noi.»rnrnMa come, la Germania prima era divisa? E lo zucchero in Europa un tempo non c'era? Senza orologi, come facevano a darsi appuntamento le persone? E i naviganti a orientarsi, quando nessuno aveva mai fatto il giro del mondo? La storia si studia già dai primi anni di scuola, è vero, ma non è facile collocare nel tempo gli avvenimenti, le invenzioni, i cambiamenti tecnologici. E capire come si intrecciano alla storia dell'uomo, alle sue battaglie, alle sue conquiste, alle sue rivoluzioni. Ecco da dove nasce l'idea dello storico Carlo Greppi – autore già di molti saggi – di procedere a ritroso, di generazione in generazione, attraverso mille anni di storia, da oggi all'XI secolo, raccontando pezzetti di vita di persone comuni sullo sfondo della grande Storia. Andando indietro nel tempo, di nonno in nonno, l'adulto Carlo e la piccola J. giocano insieme al lettore a capire che cosa c'era prima che oggi non c'è, che cosa è rimasto e che cosa resterà solo nei libri. E ci fanno scoprire quanto sorprendentemente lontane sono, nel tempo e nello spazio, le nostre radici. Età di lettura: da 10 anni. -
Mio fratello si chiama Jessica
Un romanzo di grande forza, che con empatia ma anche leggerezza e ironia racconta la difficoltà e l'importanza di accettare l'altro, sempre.rn«Con Mio fratello si chiama Jessica John Boyne si è superato. Un romanzo scritto con grande sensibilità, ne avevamo bisogno» – Daily Expressrn«Guarda che non è Jason solo perché lo dici tu. Se io mi mettessi a dire che tu sei un vaso da fiori, questo farebbe di te un vaso da fiori?»rnrnrnCosa faresti se un giorno tuo fratello maggiore, il tuo idolo, la tua roccia, annunciasse di non chiamarsi più Jason ma Jessica? Di essere una ragazza e di essersi sempre sentita tale? È quello che succede a Sam, tredici anni, proprio quando l'adolescenza comincia a bussare alla porta, tra nuove amicizie e possibili amori. Il mondo per Sam si capovolge di colpo: non solo il fratello non è più lo stesso, quel fratello così popolare con le ragazze e così bravo a calcio, ma neanche i suoi genitori sono le persone aperte e tolleranti che lui ha sempre creduto di conoscere. -
Le avventure di Pinocchio
Un nuovo sguardo su un classico intramontabile, inno all'infanzia di tutti i tempi.rnLa storia rocambolesca di Pinocchio, il burattino di legno combattuto tra il desiderio di obbedire a Geppetto, alla Fata turchina e a chi vuole il suo bene, e i piaceri squisiti o irresistibili della vita. Un nuovo sguardo su un classico intramontabile, inno all'infanzia di tutti i tempi. Età di lettura: da 8 anni. -
Mignolina
Un nuovo sguardo su una fiaba intramontabile che è un inno alla diversità, al coraggio e alla capacità di cambiare.rnRospi, maggiolini, topi e talpe: tutti vogliono fermare Mignolina, la minuscola bambina appena sbocciata. Grazie a una rondine, lei sceglie la libertà. Un nuovo sguardo su una fiaba intramontabile, che è un inno alla diversità, al coraggio e alla capacità di cambiare. Età di lettura: da 5 anni. -
La morte di Marx e altri racconti
Un'opera fortemente compatta, pensata e organizzata unitariamente, in cui la parte centrale è il cuore ""politico"""", che racconta il presente e mette in discussione ciò che sono diventati negli anni recenti gli ideali della democrazia, dell'uguaglianza, della cultura di massa.rn«Una fiction dalle inquietanti similitudini con la realtà» - Corriere della SerarnUn intellettuale omosessuale, il dottor Marx, così chiamato per la sua somiglianza con il filosofo, che viene misteriosamente ucciso. L'emozione di una commessa di supermercato che incontra """"Rocco del Grande Fratello"""", nuovo Apollo dell'Olimpo catodico. E poi l'incontro di uno scrittore di nome Sebastiano con una prostituta nigeriana e lo scontro tra un sostenitore della partecipazione elettorale e un cittadino che non vuole votare. Queste e molte altre storie - racconti, apologhi e anche un dialogo di tipo leopardiano - danno vita a un libro che descrive le mutazioni antropologiche dell'uomo contemporaneo e la dissoluzione senza speranze dei miti che ci hanno accompagnato dalla Rivoluzione Francese."" -
Inganno. Tre ragazzi, il Sudtirolo in fiamme, i segreti della Guerra fredda
Quattro anime perdute che con la loro parabola di passione e disinganno mettono in scena le colpe dei padri, le debolezze dei figli, le ambiguità della Storia.rnrnrnPrima saltano in aria i monumenti. Poi i tralicci. Poi le caserme. È il crescendo di violenza che dalla fine degli anni Cinquanta investe il Sudtirolo, dove i ""combattenti per la libertà"""" vogliono la riannessione all'Austria. Lo Stato italiano si trova per la prima volta di fronte al terrorismo. Nella piccola provincia sulle Alpi affluiscono migliaia di soldati e forze dell'ordine: ma la militarizzazione è davvero la risposta all'emergenza creata dagli attentati? Oppure obbedisce a una logica di """"strategia della tensione""""? la storia degli anni delle bombe sudtirolesi racconta lo scontro tra le superpotenze USA e URSS; il gioco pericoloso di gruppi neonazisti e neofascisti; le spregiudicate interferenze dei servizi segreti di diversi Paesi; una minaccia nucleare sempre più vicina e una guerra senza quartiere contro il comunismo destinata a sfuggire di mano. """"Inganno"""" è un'opera intensa e corale, che tra realtà e finzione illumina trame, tragedie e mortali illusioni di una frontiera cruciale della Guerra fredda. Lilli Gruber torna a esplorare il passato della sua terra con due potenti strumenti narrativi: le voci dei testimoni con la ricostruzione dei grandi scenari, e in parallelo un'appassionante fiction. I protagonisti sono quattro antieroi moderni: Max e Peter, due ragazzi sudtirolesi tentati dalla radicalizzazione, Klara, una giovane austriaca innamorata del potere, e Umberto, un agente italiano incaricato di evitare un'escalation incontrollabile. Quattro anime perdute che con la loro parabola di passione e disinganno mettono in scena le colpe dei padri, le debolezze dei figli, le ambiguità della Storia.""