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Cronologia del museo
L'architetto Virgilio Vercelloni è morto in un tragico incidente nel 1995, lasciando - oltre molti scritti - un enorme archivio di immagini e di appunti sulla vita, sulla forma, sul significato e sullo sviluppo dei musei, e alcuni manoscritti, uno dei quali è la cronologia che viene qui pubblicata a dodici anni dalla scomparsa dell'autore. È una cronologia che il tragico incidente ha interrotto bruscamente, lasciandoci una stesura forse non affinata, ma efficace per sintesi e chiarezza. Presentiamo il testo nello stato in cui l'autore l'aveva lasciato, perché, per le sue peculiarità, fornisce un quadro della storia dei musei e del loro sviluppo culturale e scientifico profondamente diverso da molte altre storie della museologia. Durante la sua vita Vercelloni ha più volte sottolineato la forza interpretativa dei musei e il loro essere tasselli del mosaico della cultura universale. Su questi due elementi egli ha costruito la Cronologia del Museo. In duecentotredici voci, affiorano così sia le intersezioni fra le diverse discipline, sia l'idea di un'immersione globale in ogni sezione della storia, secondo il metodo ""blochiano"""" di lettura a ritroso. Questi due elementi rendono la Cronologia di Vercelloni una sorta di enciclopedia universale, quasi interattiva, nel senso che permette letture incrociate su un lasso di tempo che va dal VII secolo a.C. agli anni Novanta del secolo appena passato e su tutte le civiltà, e fornisce così una visione globale della storia dei musei."" -
«Che» Guevara economista. Attualità del dibattito sulla transizione tra Cuba e URSS
"Che cosa ci permette di dire che con questo volume su """"Che"""" Guevara economista non si sta facendo né un'opera di amarcord, né una filologica memoria di un dibattito da veteromarxismo tra Guevara e il manuale di economia sovietico dell'epoca? Due sono le risposte che rendono questo libro uno strumento di conoscenza e di lavoro attuale. La prima, estrinseca, la constatazione che molti sono i Paesi che si trovano oggi in situazioni similari a quella di Cuba alla fine degli anni '50, ognuno con le sue peculiarità, ma tutti gravati da una mancanza di sovranità alimentare e dalle regole del giogo economico internazionale. La seconda, intrinseca: per rendere un Paese indipendente sul piano economico, transitandolo fuori dall'economia coloniale capitalistica in una società socialista, occorrono scelte economiche sia di largo orizzonte che peculiari alla situazione. Pianificazione, sistema statale con distribuzione di budget alle imprese, compresenza della legge del valore e del mercato nella transizione: questi sono gli strumenti economici che, non disgiunti dal grande tema della responsabilità umana in un processo di cambiamento, qualsiasi società che volesse uscire dalla morsa di ciò che chiamiamo globalizzazione liberista dovrebbe, accanto ad altri, affrontare.""""" -
A partire da Jacques Derrida. Scrittura, decostruzione, ospitalità, responsabilità. Atti del Convegno (Bergamo, 12-13 dicembre 2006)
Se fosse possibile azzardare un paragone musicale quando si parla dei tanti contributi critici che - nel corso del tempo - sono stati generati dall'opera di Jacques Derrida, si dovrebbe ricorrere necessariamente al contrappunto, vale a dire al rapporto tra voci che sono indipendenti rispetto al ritmo e interdipendenti rispetto all'armonia. Il 12 e il 13 dicembre 2006, presso l'Università degli Studi di Bergamo, si è svolto un convegno che ha messo alla prova la verità di tale polifonia e ha sviluppato linee di fuga e passaggi tonali a partire da quattro parole - scrittura, decostruzione, ospitalità, responsabilità - che, come note su un pentagramma, scandiscono il percorso filosofico di uno dei maestri più importanti del Novecento. Consapevoli del fatto che Derrida non amava celebrazioni o monumentalizzazioni, gli studiosi che sono intervenuti (i quali, tra l'altro, appartengono a generazioni diverse), non si sono chiesti soltanto che cosa Derrida può ancora dare, ma hanno cercato di comprendere in che senso tutto ciò che lo concerne si gioca ora, avviene ora, vale a dire nella piena corresponsabilità del suo gesto di lettura. -
Capovolgimenti. La casa non è una tana, l'economia non è il business
Proseguendo l'indagine sul luogo e sull'abitare iniziata con ""Babele. Architettura, filosofia e linguaggio di un delirio"""", Petrosino affronta in questo testo il tema della casa e del nesso che lega l'economia alla giustizia. Anche in tale caso la questione di fronte alla quale la riflessione si trova con insistenza ricondotta è quella relativa alla posizione del soggetto, quella che quest'ultimo si sforza di assumere, ma anche e soprattutto quella ch'egli, al di là di ogni sua ingenua convinzione finisce in verità per assumere. """"Non c'è esperienza che possa definitivamente allontanare da sé fantasmi, illusioni, sensi di colpa, autocensure e paure; di conseguenza non c'è calcolo economico che possa del tutto escludere dalla propria ricerca di giustizia l'insistente rischio di quel capovolgimento essenziale al termine del quale ci si trova di fronte alla perversione; anzi, a tale riguardo non è affatto raro che proprio l'insistenza sulla prima abbia condotto e continui a condurre il soggetto nei pressi della seconda. Infatti, chi può negare che nel suo abitare l'uomo abbia spesso finito per costruire non una casa, ma una torre o una prigione o una tana e talvolta perfino una tomba, dando così vita a un'economia indifferente a ogni richiamo della giustizia? Giustizia e perversione dunque, e sempre intrecciate tra loro: anche per questa ragione l'uomo non è mai un semplice vivente; anche per questa ragione l'uomo non è ancora veramente a casa""""."" -
Fragmentarium
Nel 1939 Mircea Eliade (1907-1986) pubblicava con il titolo ""Fragmentarium"""" una raccolta di articoli, brevi saggi e """"frammenti"""" (appunti, note di lettura, pagine di diario) apparsi a Bucarest su diversi periodici e in particolare sulla rivista """"Vremea"""" tra il 1935 e il 1939. Queste pagine dense di scintillanti riflessioni e sorprendenti argomentazioni offrono ai lettori la possibilità di ripercorrere la gestazione delle linee di pensiero dello studioso romeno che porteranno alle grandi opere della maturità a partire dal """"Trattato di storia delle religioni"""" del 1949. Nel laboratorio eliadiano degli anni '30 sono già individuati gli elementi principali della dialettica del sacro e del profano e gli aspetti """"prediscorsivi"""" delle concezioni metafisiche dei popoli di cultura arcaica espressi attraverso il linguaggio simbolico e vengono analizzate le conseguenze negative della """"degradazione del mistero"""" e della """"laicizzazione dell'assoluto"""", quelle credenze pseudoreligiose moderne che hanno il loro culmine nelle ideologie materialistiche totalizzanti."" -
Traversate di un credente
François Varillon, gesuita, uomo di grande cultura, nel quale teologia e poesia, filosofia e musica, mistica e impegno di vita si rispondono a vicenda, ha segnato in maniera duratura generazioni di cristiani grazie alla pedagogia e alla densità del suo modo di considerare il mistero cristiano. La sua scrittura è caratterizzata da un'intensa vitalità, espressione radicale di un modo di essere nel mondo segnato dall'ottimismo cristiano, capace di amare la realtà e la vita per quello che sono, in se stesse. Le pennellate di Varillon e la sua prosa guizzante fanno comprendere ciò che egli stesso ha dichiarato: ""Vivo più di intuizione che di intelligenza"""", cioè quella che """"I filosofi denominano l'Intuizione e i poeti il Lampo"""". E questo lampo illumina la realtà. Uno degli effetti più sorprendenti e attuali della visione di Varillon è infatti la sua capacità di valorizzazione di tutto ciò che è umano. Varillon illustra la profondità del suo pensiero con citazioni e narrazioni illuminanti, convogliando la sua passione per la letteratura, la musica e la pittura in una tensione verso Dio. E ciò dimostra quanto egli abbia fatto proprio il motto di sant'Ignazio: """"cercare e trovare Dio in tutte le cose"""", ill cristianesimo è così un'""""arte di vivere"""". Fede e vita, umanità e grazia, Chiesa e mondo, """"terra"""" e """"ciclo"""" non prevedono fratture: nella sua lettura convergono in radice."" -
La decrescita per tutti
Questo libro muove da una critica radicale all'ideologia dello sviluppo e della crescita economica e si propone come un accessibile manuale di introduzione al concetto e alla pratica della decrescita. È quindi animato da una chiara intenzione pedagogica che lo rende accessibile e ""leggero"""" pur toccando tutti i campi della conoscenza, tutti gli angoli di visuale del problema: materiali, psicologici, sociali, economici, tecnici, poetici e politici. Queste pagine hanno il pregio di conservare la sostanza di anni di dibattiti e ricerche sul tema della decrescita ordinando l'argomentazione con chiarezza, rigore ed efficacia. Così il libro muove dal perché al come, dallo stato delle cose e delle cause di questo stato fino all'esplorazione di piste concrete per uscirne."" -
Trattato di antropologia del sacro. Vol. 8: Grandi religioni e culture nell'Estremo Oriente. Cina.
Contrariamente all'immagine da tempo diffusa di una Cina dalla popolazione superstiziosa e dai letterati agnostici, gli ultimi decenni di studi hanno rivelato un panorama molto più ricco e complesso. In Cina, come altrove, il sacro è dappertutto. La presente opera offre una visione articolata del sacro in Cina e ne illustra alcuni aspetti fondamentali: anzitutto seguendo le sue grandi tradizioni religiose - il taoismo, il confucianesimo e il buddhismo - ma anche attraverso gli apporti dei cristiani (22 milioni), dei musulmani (18 milioni) e delle molte minoranze etniche che presentano caratteristiche proprie e costituiscono altrettanti spazi sacri a vario modo intrecciati con la corrente maggioritaria della tradizione cinese. -
Figure medievali della teologia. La costruzione della teologia medievale. Vol. 3
Questo terzo volume dell'Opera Omnia di Biffi tratteggia alcune immagini, o appunto ""figure"""", del sapere teologico medievale, così come si vennero elaborando nel secolo XIII con l'ingresso nell'ambito cristiano del pensiero aristotelico, specialmente della logica come teoria della scienza. Se la teologia sia scienza, quale sia il suo campo e il suo metodo, come si disponga la sua articolazione: ecco le """"questioni"""" che occupano Alessandro di Hales, Oddone Rigaldo, Guglielmo di Meliton, Bonaventura, Rolando da Cremona, Guglielmo d'Auxerre, Riccardo Fishacre, Roberto Kilwardby, Alberto Magno e Duns Scoto."" -
Abbandonare l'imperialismo
Il mondo contemporaneo vede realizzato il più grande abbandono della storia dell'umanità: un ""terzo mondo"""" costretto e abbandonato alla deriva dal """"primo mondo"""". Abbandono è la scelta che un paese e una classe del """"terzo mondo"""" fanno di abbandonare la propria posizione di dipendenza e desolazione per ritrovare la positività del proprio essere, la propria libertà. Abbandono è anche la loro scelta di abbandonare quanti -classi e nazioni, istituzioni internazionali e aziende multinazionali -si sono imposti nella loro vita economica e politica avviluppandoli nei legami della globalizzazione, commerciale e finanziaria, per tornare ad utilizzare in prima persona le proprie risorse e le proprie potenzialità. Abbandono è l'invito rivolto alla sinistra europea ad abbandonare la propria inerenza di nazione e di classe al """"primo mondo"""", in particolare all'Europa, per costruire una relazione non imperialista con la maggioranza del mondo."" -
Figure del pensiero medievale. Vol. 2: La fioritura della dialettica, X-XII secolo.
Una nuova storia del pensiero medievale fatta per figure, siano esse un autore, una scuola o un più complesso evento culturale. Una storia della teologia e della filosofia, così strettamente connesse nel Medioevo, che diviene una storia della cultura medievale. Fondamentale è il fatto di poter iniziare la lettura da qualsiasi capitolo, pur con davanti una precisa struttura cronologica e tematica. Il pensiero dell'Occidente medievale dal XII al XIV secolo produce una così vasta fioritura ed accelerazione di scuole, autori ed opere da costituire una stagione inesauribile per la storia del pensiero occidentale e dell'intera umanità, vista anche la capacità di dialogo ed assorbimento dei contributi arabi ed ebraici e la riapertura al mondo greco antico. Impensabile l'umanesimo senza tale fioritura, un umanesimo ormai coglibile più come frutto che come distacco dall'intelligere e dal sentire del Medioevo che lo precede. -
Il Vaticano e la Costituzione
II grande lavorio per la formulazione della Costituzione repubblicana, fra 1946 e 1947, oggetto di questo volume di Giovanni Sale è, come negli altri suoi libri, corredato dalla pubblicazione integrale dei documenti dell'Archivio della Civiltà Cattolica sull'argomento e orienta nuova luce sull'opera svolta dai costituenti in un serrato e anche duro confronto con esponenti della stessa Civiltà Cattolica e della Segreteria di Stato vaticana. La complessa materia è sviluppata in modo da condurre a una sempre maggior comprensione sia degli attori sia delle problematiche in campo. Ne emerge nitidamente il cammino che porta al maturarsi di una riflessione e all'esprimersi di una cultura giuridica e politica che è capace di affrontare questioni delicatissime con precisione, rigore ed apertura di mente, pur all'interno di margini strettissimi di confronto e di mediazione. -
Letteratura italiana e religione negli ultimi due secoli
Nella più comune manualistica letteraria viene generalmente messo in luce soltanto l'influsso, non sempre ritenuto positivo, che la religione avrebbe avuto sulla storia della letteratura italiana. Ben più importante e del tutto positiva è invece, secondo l'autore, l'influenza che la letteratura ha avuto sulla vita e sulla cultura religiosa degli italiani, grazie all'opera dei suoi più grandi scrittori ed artisti. Se nei primi secoli e finché la religione fu comunemente riconosciuta come il fondamento stesso della cultura e della vita civile, poeti e scrittori hanno variamente contribuito ad adeguare la dottrina cristiana alle esigenze del popolo e all'evoluzione della civiltà degli uomini, tra '800 e '900, tutti, credenti e non credenti, si sono più o meno radicalmente opposti alla nuova cultura fondata sulla fede nella scienza e sull'interesse economico, facendo del mistero di Dio e del bisogno dell'assoluto l'oggetto stesso della loro poesia. Ciò in virtù di quella naturale religiosità che sta alla base della vocazione poetica in ogni luogo e in ogni tempo. -
A servizio dell'uomo e della terra: Giovanni Haussmann (1906-1980)
Haussmann è stato una figura eccezionale di studioso della materia agronomica, uno dei maggiori esperti mondiali nel settore delle produzioni foraggere, un acuto studioso del rapporto fra società e suolo. Queste sue attività, che hanno trovato il perno unificante intorno al problema della fertilità del terreno, sono state magistralmente integrate dalla profonda opera di Haussmann come storico dell'agricoltura. Oltre che di centinaia di pubblicazioni scientifiche, è autore di grandi opere di sintesi sul rapporto tra uomo e terra, tra società e suolo. -
Popoli della yurta. Il Kazakhstan tra le origini e la modernità
Le popolazioni del Kazakhstan hanno il fascino di una storia che parte da lontano e riguarda gruppi umani che in epoca antica e anche recente hanno praticato forme di nomadismo e seminomadismo nei grandi spazi delle steppe e negli altopiani del Tien Shan. Le regioni dell'Asia centrale sono state interessate fin dalla preistoria da migrazioni umane fra le regioni caucasiche ed esteuropee e quelle del lontano Oriente in entrambe le direzioni. Emblema di quelle popolazioni è la yurta, una tenda circolare considerata la loro ""casa mobile"""". Attualmente esse stanno vivendo un'epoca di grandi trasformazioni con il fenomeno della modernizzazione, particolarmente il Kazakhstan, la più grande repubblica ex sovietica dell'Asia centrale, che possiede notevoli potenzialità anche sul piano economico. Le conoscenze di queste popolazioni mettono in evidenza la loro grande ricchezza umana e culturale. Il loro carattere multietnico ne fa un interessante laboratorio per sperimentare le possibilità di convivenza nella diversità delle culture. I contributi che vengono presentati raccolgono studi compiuti nell'ultimo decennio da ricercatori kazaki e dell'Università di Bologna in una fruttuosa collaborazione nei campi dell'archeologia, della storia e dell'antropologia delle popolazioni del Kazakhstan."" -
Storia e memoria del personal computer. Il caso italiano
II passaggio dai grandi elaboratori elettronici degli anni Cinquanta ai Personal di fine anni Settanta si realizza non solo grazie alla capacità dei costruttori nell'individuare tipologie di prodotto e gruppi di applicazioni più utili e vicini alle singole esigenze dell'utenza, ma anche, soprattutto nel nostro Paese, mediante un itinerario disegnato da scarse conoscenze tecniche ed organizzative, pubblicità ingannevoli, proliferare di improbabili modelli e pluralità di presunti impieghi. Il volume, dopo un rapido excursus sui primordi dell'informatica nazionale, affronta questa complessa vicenda, indagando lungo l'intrecciarsi di interessi commerciali, cambiamenti sociali, innovazioni tecniche che accompagnarono questa evoluzione. -
Nuovi lavori, flexicurity e rappresentanza politica
Questo libro presenta il grande tema della flessibilità nel mondo del lavoro rivolgendo l'attenzione alle categorie sociali più coinvolte dal fenomeno, i giovani e i protagonisti dei nuovi lavori emersi nell'ultimo decennio soprattutto. L'accesso al mondo del lavoro, purtroppo per molti giovani italiani, non avviene in base al merito, ma ad altri fattori che potremmo definire di tipo familiare. Molto spesso è la famiglia di provenienza a determinare lo sbocco professionale dei ragazzi e quindi anche la mobilità sociale. Una recente ricerca rivela che i figli di imprenditori, professionisti, dirigenti, impiegati di livello elevato, pubblici e privati, hanno una probabilità di permanere nella stessa categoria, 17 volte superiore ai ragazzi di altra condizione. In altri paesi equiparabili all'Italia, come la Germania, le probabilità sono 7 volte superiori e negli Stati Uniti 6 volte circa. Il mondo del lavoro oggi è caratterizzato da una molteplicità di novità e innovazioni. Molti sono i cambiamenti intervenuti che hanno mutato il volto del mercato del lavoro rispetto al passato, quando l'omogeneità e una chiara identificazione dell'apparato produttivo e della forza lavoro costituivano l'elemento distintivo del sistema di produzione dominante. -
Psyché. Invenzioni dell'altro. Vol. 2
Il termine ""decostruzione"""", solitamente associato all'opera di Jacques Derrida, è forse uno dei più equivocati della filosofia del Novecento, e sembra ancora lontano il tempo in cui si giungerà a una piena comprensione di quanto abbia prodotto e produca ben al di là delle semplificanti formule a cui lo si è spesso ridotto. In questo secondo volume di """"Psyché. Invenzioni dell'altro"""" è possibile verificare in che senso la decostruzione non è né un'analisi né una critica tecnicamente intese come scomposizioni padroneggiabili, ma un esercizio del pensiero che si produce come lettura esigente e rigorosa, capace di svelare le domande e le genealogie insospettate o nascoste che hanno strutturato e legittimato la tradizione filosofica occidentale. I saggi qui radunati - inaugurati dall'ormai famosa (ma non per questo conosciuta) """"Lettera a un amico giapponese"""" - interrogano Heidegger, Kant, Michel de Certeau e attraversano campi del sapere quali l'architettura, la storia, la teologia, il diritto e la politica, imponendo a ciascuno la radicale presa in carico dei non sempre dichiarati o consapevoli moventi epistemologici, politici, culturali che innervano i loro gesti e le loro procedure."" -
Ecologia dei poveri. La lotta per la giustizia ambientale
"A lungo la storia dell'ambientalismo ha coinciso essenzialmente con la storia di come le élites bianche dei paesi ricchi hanno scoperto la bellezza e la fragilità della natura, e di come hanno cercato di proteggerla. Dietro questa versione dell'ambientalismo è possibile intravedere un'idea della natura e delle sue relazioni con la società: l'aspirazione a un ambiente sano e perché no? - bello sarebbe, dunque, un lusso da ricchi e colti, fuori dall'orizzonte e dai bisogni dei poveri. Ma è un altro l'ambientalismo che qui interessa e che costituisce l'oggetto centrale dello studio di Alier: non l'ambientalismo dei ricchi, dei parchi nazionali o dello sfruttamento razionale delle risorse naturali, ma quello dei poveri, che mischia linguaggi e chiede giustizia sociale e ambientale più che una generica protezione della natura o un suo più efficiente utilizzo. Ovviamente questo approccio implica non solo una revisione delle culture ambientaliste, ma anche un ripensamento dell'idea stessa di natura; nel libro di Martìnez Alier essa non è tanto un luogo di contemplazione o lo spazio della ricreazione, ma piuttosto la base materiale di sostentamento delle comunità che, difendendo quella natura, difendono se stesse e la loro sopravvivenza. Il rapporto tra riflessione teorica e narrazione è uno dei segreti di questo libro. Alier racconta storie di conflitti, dando al suo discorso sull'ecologismo popolare i volti, i nomi, spesso le parole dei protagonisti."""" (dalla prefazione di Marco Armiero)" -
Santa Sofia di Costantinopoli. Un tempio di luce
"Simbolo del potere imperiale"""", """"ottava meraviglia del mondo"""", """"luogo tra terra e cielo"""": con espressioni di questo tenore, nell'arco di tutto il Medio Evo cristiano, la basilica di Santa Sofia a Costantinopoli venne salutata e celebrata non solo come il culmine di una plurisecolare competenza tecnica e architettonica, ma anche come opera """"di ispirazione divina"""", in virtù di uno speciale favore disceso dall'alto sull'imperatore Giustiniano (527-565), che la commissionò e la realizzò mentre il suo potere, centrato nella Nuova Roma sul Bosforo, si consolidava e preparava la sua espansione dalle Alpi al Nilo, dall'Eufrate al Danubio, alla penisola iberica. Il presente volume propone una restituzione appassionata, accademicamente impeccabile, ma fruibile per i non specialisti (anche grazie a un ricco apparato iconografico espressamente concepito per questo volume), del testo che Procopio di Cesarea, il massimo storico dell'epoca di Giustiniano, dedicò a Santa Sofia. La compenetrazione tra le competenze storico-artistiche e storico-filologiche dei due curatori del volume consente di godere appieno del testo procopiano in un fitto tessuto di raffinati rimandi letterari e di precise indicazioni per la visione diretta del capolavoro di Santa Sofia."