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L' utopia concreta. L'astuzia di Indra
Il testo qui proposto affronta la drammatica crisi in cui versa il mondo contemporaneo, una vera e propria ""conflagrazione cosmica"""", secondo la definizione dell'autore, attraverso il mito della divinità hindù di Indra. Per Panikkar Indra assume un valore paradigmatico rispetto alla condizione umana attuale, un simbolo delle energie demoniache e divine che si contendono la supremazia al fondo della nostra più invisibile interiorità. L'India ha ceduto alla tentazione di mettere la scienza e la tecnologia sul piedistallo di Indra andando nella direzione sbagliata: """"... la via verso la modernizzazione che l'India ha preso non ha portato alla liberazione promessa. Non ha conseguito il suo scopo. Ha fallito!"""". La prima parte di questo studio prepara lo sfondo per la tesi di Panikkar. Per questo la megalopoli Mumbai è un'illustrazione spaventosa, ma adatta. Nella seconda parte si presentano le cause più profonde del problema: le civiltà indiche sono incapaci di affrontare il complesso tecnocratico della modernità; il loro carattere autodistruttivo è inerente alle civiltà tecnocratiche. Da questo punto di vista il libro non si limita a descrivere ciò che accade nel sub-continente indico, ma ha l'ambizione di indicare al mondo intero una trasformazione radicale, una sorta di """"Utopia"""" che ha tutte le risorse per realizzarsi, per divenire """"concreta""""."" -
Il tempo di Natale
La liturgia di Natale commemora l'apparizione nel mondo del Figlio di Dio, la sua natività a Betlemme, le sue prime manifestazioni all'umanità. Ma la Chiesa non sente il Natale di Gesù come un avvenimento ormai passato e lontano: la grazia del Natale continua, e continuano la gioia e la sorpresa per quell'avvenimento dell'inenarrabile carità di Dio che ci ha salvato con l'incarnazione del suo Verbo. In questo libro troviamo meditazioni riferentesi al tempo liturgico del Natale, cui seguono alcuni commenti dell'autore ai testi liturgici delle ricorrenze del Natale (25 dicembre), di Maria Santissima Madre di Dio (1° gennaio), dell'Epifania (6 gennaio) e del Battesimo del Signore (domenica che segue l'Epifania). -
Opera omnia. Vol. 28: posterità spirituale di Gioacchino da Fiore. Da Saint-Simon ai nostri giorni. Monografie, La.
«I due volumi di de Lubac mantengono tutto l'interesse per la storia della ricezione e degli effetti del pensiero di Gioacchino da Fiore. Anche in tutte queste pagine, appare l' erudizione prodigiosa del gesuita francese. Quella che egli delinea è una straordinaria storia, del pensiero e della nostra tradizione. [ ... ] li gesuita teologo non ha fatto però soltanto opera di storico erudito. È stato teologo e uomo di Chiesa, e non ha nascosto le sue carte. Egli medesimo ci dà la chiave di lettura, il suo punto di vista, e riconosce la sua come una lettura non neutra della storia (ma esiste una lettura totalmente neutra, distaccata?). Per capire, ricordiamo che egli pubblica negli anni dopo il concilio Vaticano II, e dopo quel sommovimento della società occidentale che è indicato (simbolicamente) come il 'sessantotto'. [ ... ] Gioacchino da Fiore ha lasciato un'eredità importante, forse anche ingombrante. Ma ha anche trasmesso in determinati momenti storici e per una parte della sua posterità una certa speranza, a volte diventata utopia, a volte suscitatrice di apertura allo Spirito di Dio, che è sempre Spirito creatore». (Dall'Introduzione di Azzolino Cbiappini) -
Opera omnia. Vol. 10: Le chiese particolari nella Chiesa universale.
«Il senso che la Chiesa, e l'appartenenza ad essa, riveste per il credente in Cristo, per il suo essere uomo e la sua salvezza è tutt'altro che scontato: verrebbe anzi da dire che è sempre meno scontato. Quale sia il motivo per cui, in altri termini, la salvezza si realizzi - pur in modo incipiente - in forma ecclesiale e perché il credere del cristiano sia strutturalmente un con-credere rimane quasi sempre questione inevasa. [...] La visione ecclesiologica di de Lubac resta a tutt'oggi, tra gli studi occidentali, una delle poche all'altezza di una tale fondamentale questione. Ciò è evidente quando si leggano i testi a carattere ecclesiologico del teologo di Lione in raffronto con gli altri suoi studi, soprattutto quelli sul soprannaturale: cosa assolutamente legittima e forse doverosa dal momento che, come ha notato un autorevole commentatore come Balthasar, in Cattolicismo c'era già in nuce tutto quanto si sarebbe sviluppato nella monumentale opera di de Lubac. In un tale orizzonte appare infatti evidente come esista, per così dire, un ""aspetto sociale del soprannaturale"""": tanto più visibile quanto più si passi da una sua considerazione in termini formali a una sua lettura che ne rifletta la concretezza cristologica. L'uomo è creato non solo in una generica immagine di Dio, ma porta impressa in sé l'immagine del Figlio fatto uomo, dell'Unigenito che si è fatto il """"primogenito di molti fratelli"""" (Rm 8,29): per questo non esiste altra vocazione umana che non sia quella alla filiazione divina e, dunque, alla fraternità con gli altri uomini. Il senso per il quale la Chiesa sia la forma incipiente della salvezza è rinvenibile quando si consideri che non esiste uomo se non in Cristo e, dunque, vocato alla filiazione divina e alla fraternità inter-umana. Per l'uomo essere è partecipare dell'essere di Cristo e dunque, co-essere con gli altri uomini, suoi fratelli. Si tratta di dimensioni fondamentali e in certo senso previe a qualunque altra riflessione ecclesiologica, su cui l'opera delubachiana può ancora beneficamente indirizzare.» (Dall'Introduzione di Roberto Repole alla Sezione terza dell'Opera Omnia)"" -
Perdita e guadagno
John Henry Newman è stato uno dei maggiori saggisti, polemisti, pensatori e poeti della grande stagione romantica vittoriana inglese. I suoi numerosi scritti, permeati da una finissima sensibilità, da tensione etica e religiosa ineguagliabile e soprattutto da una totale sincerità e trasparenza, non seguono mai una sterile ricerca di stile ma rispondono sempre a precise, e spesso sofferte, «chiamate». Tutto ciò è presente in modo emblematico in questo «romanzo d'anima», che accoglie, come uno specchio dalle molte facce, un vasto scenario insieme interiore e storico: la società, le idee e la cultura della prima metà del xix secolo sono viste dall'angolatura specifica della vita universitaria di Oxford, che l'autore ben conosceva. Nella figura principale di Charles Reding si concentrano le tensioni spirituali di quel mondo, che via via si allentano, sciogliendosi infine al fuoco vivo di una instancabile ricerca di sincerità e verità, premiata dalla conquista di certezze ultime, di pace, di gioia. Le vicende umane del protagonista si intrecciano così con la biografia di Newman stesso, sottoponendosi a un superiore principio di verità che ne permea l'intera Opera. -
Opera omnia. Nuova ediz.. Vol. 12: Agostinismo e teologia moderna. Soprannaturale
«Un'incrollabile certezza caratterizza tutto il pensiero di de Lubac sul soprannaturale: contro ogni riduzione antropologica della teologia operata dall'ateismo è possibile al cristiano, partendo dalla sua fede, mostrare a se stesso e a chiunque altro che esiste effettivamente un legame intimo tra la religione del Dio fatto uomo e l'antropologia, senza con ciò aderire alla riduzione antropologica laicista e secolarizzata adottata dall'ateismo, anzi contestandola radicalmente. Infatti, per mezzo di Cristo e in Cristo, Dio, rivelando se stesso all'uomo, rivela anche l'uomo a se stesso, cioè conduce l'uomo a scoprire la sua più propria ed intima essenza e destinazione. Al tempo stesso, sulla scorta di tutti gli studi storici precedentemente svolti da de Lubac sul soprannaturale, si svela anche fino in fondo il facile malinteso circa un modo di intendere il dialogo e la collaborazione pratica con la contemporanea cultura atea. La Chiesa smarrirebbe infatti completamente il senso e la possibilità stessa della sua missione nel mondo, qualora pensasse di poter raggiungere una perfetta condivisione d'intenti con il mondo a partire da un concetto di ""natura umana"""" concepita come pienamente autosufficiente e compiuta in se stessa. Sulla base di questa fragile e contestabile premessa sarebbe fin troppo facile condividere, con tutti i possibili interlocutori, i cosiddetti valori semplicemente umani, lasciando indefinitamente sullo sfondo il problema religioso che giunge a porre seriamente la questione del destino ultimo dell'uomo. In tal caso il """"soprannaturale"""" apparirebbe semplicemente come quel """"superfluo"""" che potrebbe essere messo tranquillamente tra parentesi e sospeso di fatto, senza che esso abbia incidenza alcuna sulla possibilità di individuare, a livello teorico e pratico, l'unico fine ultimo e vero, quello soprannaturale, cui l'uomo reale, creato da Dio, tende di fatto con tutte le sue forze.» (Dall’Introduzione di Franco Buzzi)"" -
I fondamenti della vita spirituale. Tratti da «L'Imitazione di Cristo». Nuova ediz.
"Tre secoli sono trascorsi, eppure davanti a Jean-Joseph Surin anche oggi gli uomini s'arrestano discordi e perplessi e si chiedono: ossessione demoniaca o nevrosi? supreme prove del mistico o fenomeni isterici? grazia o follia? o tutte queste cause insieme? C'è un groviglio di elementi inquietanti in giro al Surin: bisogna ammetterlo. Tuttavia i segni della sua grandezza emergono da quel groviglio e s'impongono indiscutibilmente, simili a vette luminose che si elevano da campi di nebbie informi e fluttuanti. Pensatelo pure affetto da nevrosi, ma voi non potrete disconoscere che egli abbia esercitato una vasta e profonda efficacia sulle coscienze migliori del suo ambiente e del suo secolo. Innumerevoli anime (e non tutte suggestionabili o ingenue), prese dal suo fascino spirituale, si sono poste sotto la sua guida e realmente hanno raggiunto le cime della perfezione cristiana."""" (Giovanni Colombo)" -
Avventimenti e incontri. Il libro dei quaderni. Vol. 1
Questo libro, composto da due tomi, è come un puzzle le cui tessere sono ricavate da oltre 90 Quaderni promossi a partire dal 2002 dall'ultimo segretario del cardinale Colombo, monsignor Francantonio Bernasconi. Vi si trovano testimonianze e rievocazioni che sottolineano i molteplici aspetti della ricca personalità di Colombo, che fu arcivescovo di Milano durante la transizione ecclesiale del Concilio Vaticano II. A notizie biografiche poco note, si affiancano approfondimenti sull'indole letteraria del cardinale, che coltivò soprattutto da giovane sacerdote, e temi di attualità sull'applicazione delle novità conciliari, sulle sfide sollecitate dalla stagione del terrorismo, delle campagne inerenti al divorzio, all'aborto, al femminismo. Sono numerosi gli interventi inediti dello stesso Colombo, assieme a voci significative, come quelle di Dionigi Tettamanzi - che ha promosso la presente opera - Carlo Maria Martini, Giacomo Biffi, Inos Biffi, Luigi Negri, Giorgio Rumi, Alberto Chiari, Italo De Feo, Giorgio Torelli e di Eliana Versace. -
Opera omnia. Nuova ediz.. Vol. 13: Spirito e libertà. Soprannaturale.
«Un'incrollabile certezza caratterizza tutto il pensiero di de Lubac sul soprannaturale: contro ogni riduzione antropologica della teologia operata dall'ateismo è possibile al cristiano, partendo dalla sua fede, mostrare a se stesso e a chiunque altro che esiste effettivamente un legame intimo tra la religione del Dio fatto uomo e l'antropologia, senza con ciò aderire alla riduzione antropologica laicista e secolarizzata adottata dall'ateismo, anzi contestandola radicalmente. Infatti, per mezzo di Cristo e in Cristo, Dio, rivelando se stesso all'uomo, rivela anche l'uomo a se stesso, cioè conduce l'uomo a scoprire la sua più propria ed intima essenza e destinazione. Al tempo stesso, sulla scorta di tutti gli studi storici precedentemente svolti da de Lubac sul soprannaturale, si svela anche fino in fondo il facile malinteso circa un modo di intendere il dialogo e la collaborazione pratica con la contemporanea cultura atea. La Chiesa smarrirebbe infatti completamente il senso e la possibilità stessa della sua missione nel mondo, qualora pensasse di poter raggiungere una perfetta condivisione d'intenti con il mondo a partire da un concetto di ""natura umana"""" concepita come pienamente autosufficiente e compiuta in se stessa. Sulla base di questa fragile e contestabile premessa sarebbe fin troppo facile condividere, con tutti i possibili interlocutori, i cosiddetti valori semplicemente umani, lasciando indefinitamente sullo sfondo il problema religioso che giunge a porre seriamente la questione del destino ultimo dell'uomo. In tal caso il """"soprannaturale"""" apparirebbe semplicemente come quel """"superfluo"""" che potrebbe essere messo tranquillamente tra parentesi e sospeso di fatto, senza che esso abbia incidenza alcuna sulla possibilità di individuare, a livello teorico e pratico, l'unico fine ultimo e vero, quello soprannaturale, cui l'uomo reale, creato da Dio, tende di fatto con tutte le sue forze». (Dall'Introduzione di Franco Buzzi alla Sezione quarta dell'Opera Omnia)"" -
Dorothy Day e il Catholic worker movement. Nuova ediz.
“Nella prefazione a ‘Loaves and Fishes’ (Pani e pesci), alla domanda «Che cos'è ""The Catholic Worker""""?», Dorothy Day rispondeva: «Prima di tutto, si tratta di un mensile di otto pagine in formato tabloid. Si occupa di questioni quali il lavoro e gli uomini, i problemi della povertà e dell'indigenza - e la relazione dell'uomo con i suoi fratelli e con Dio. Nel cercare di far emergere il nostro amore per i fratelli parliamo e scriviamo molto delle opere di misericordia come della forma più diretta di azione. """"Azione diretta» è uno slogan da vecchi radicali. [...] Oggi, per il movimento pacifista, azione diretta significa salire sui sottomarini armati con i missili Polaris, andare a Mosca ed entrare con le navi nelle aree dove si conducono test nucleari. Peter Maurin, il cofondatore di """"The Catholic Worker"""", ripeteva senza posa che le opere di misericordia sono la forma più diretta di azione che ci sia. """"Ma la verità va ribadita ogni 20 anni"""", aggiungeva». Queste parole sono state scritte nel 1963, nel pieno della Guerra Fredda, e all'epoca «The Catholic Worker» usciva da trent'anni. Più di cinquant'anni dopo il mondo è cambiato, ma molto è rimasto identico. La divisione fra ricchi e poveri, la sfida della guerra e della violenza proseguono invariate; e invariati sono rimasti anche gli imperativi del Discorso della Montagna, la visione del regno di Dio, e l'ideale di Peter Maurin e dei direttori di «The Catholic Worker» di «creare una società in cui sarà più facile essere buoni». Il messaggio di «The Catholic Worker», a oltre ottant'anni dalla sua fondazione e a più di trenta dalla morte di Dorothy Day, rimane attuale e rilevante come un tempo. Merita di essere ribadito. (Robert Ellsberg)"" -
Il cardinale Martini e la figura globale del cristiano
Se c'è un filo d'oro che lega tutte le riflessioni e i commenti di Carlo Maria Martini intorno ai quattro Vangeli, è l'individuazione del percorso che il cristiano è chiamato a fare per passare dalla «coscienza battesimale» alla «coscienza presbiterale». Questo libro cerca di mettere in luce i caratteri fondamentali delle quattro tappe di questo percorso, incarnate nei quattro Vangeli. Ciascuno di essi, infatti, indica un aspetto fondamentale della vita cristiana: la sequela, l'etica, l'annuncio del kerygma, la dimensione contemplativa della vita. Nella loro reciproca interdipendenza, queste quattro tappe vanno a comporre la «figura globale del cristiano». Attraverso una rigorosa ricostruzione ragionata dell'opera esegetica del cardinale Martini, il testo mira a far emergere la peculiare capacità di far dialogare vita e Vangelo; certamente l'insegnamento più prezioso che Carlo Maria Martini ci ha lasciato. -
Il futuro dell'universo. Cosmologia ed escatologia
Osservando la vastità dell'universo la teologia e la scienza spesso convergono attorno al comune interrogarsi sul futuro dell'essere e dell'esistere. - Gianfranco RavasirnrnIl libro - che si avvale della prefazione del Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston - si propone di approfondire quanto la teologia, inserita nel contesto della cultura scientifica contemporanea, ha da dire circa il destino ultimo dell'universo. Tutto questo ben sapendo che tra la creazione degli inizi e l'apparizione dei «cieli nuovi» e della «nuova terra» nell'""eschaton"""" parusiaco di Cristo si dà non soltanto diastasi e frattura, ma anche continuità e progresso. Per comprendere l'universo nella sua struttura, nella sua origine e nel suo destino non è perciò sufficiente un approccio esclusivamente matematico-quantitativo, così come non è esaustivo il paradigma dimostrativo euclideo per affrontare questioni che di per sé travalicano gli ambiti di esclusiva competenza della scienza - della fisica e della cosmologia, in questo caso - e che invece chiamano in causa anche l'apporto che deriva dalla filosofia e dalla teologia. Grazie alla presa in carico e all'approfondimento dei principali contributi delle ricerche scientifiche degli ultimi decenni e alla ricca riflessione di alcuni dei più importati teologi contemporanei, si intende dare conto della rilevanza dell'escatologica cristiana nel contesto della cosmologia contemporanea e nel confronto critico con la cosiddetta escatologia fisica, ma anche del crescente valore che le più recenti scoperte nel campo dell'astrofisica e della cosmologia hanno assunto per la «riscrittura» di alcune delle pagine più controverse dell'escatologia teologica"" -
Alla sua ombra. Autobiografia teologica
Questa biografia, intessuta da una narrazione che non disdegna l'aneddoto pertinente ed efficace, ha per sottotitolo il termine «teologica» a indicare con forza la vocazione a cui l'autore ha dedicato la vita. Vescovi e studiosi ambrosiani, personaggi che hanno fatto la storia del XX secolo, si accompagnano a figure capitali nella storia del Cristianesimo: Ambrogio, Tommaso, Bernardo, Anselmo. Insieme con autori di rilevanza mondiale come Chenu, Leclercq, Southern, Newman. Si tratta di incontri emozionanti e di lunghe frequentazioni e amicizie. Un volume coinvolgente e significativo anche per gli studi medievali, per la conoscenza della chiesa ambrosiana e per la temperie culturale della teologia. -
La teologia protestante nel XIX secolo. Nuova ediz.. Vol. 1: Le origini.
Pochi autori hanno avuto sul pensiero contemporaneo, anche non religioso, l'influsso di Karl Barth. ""La teologia protestante nel XIX secolo"""" risale agli ultimi anni del suo insegnamento a Münster (1932-33). Quest'opera è essenziale per la comprensione del pensiero di Barth che, all'incirca negli stessi anni, si accingeva a scrivere la """"Dogmatica ecclesiale"""", ed è importante per la comprensione dell'idealismo tedesco e dell'illuminismo in genere. Dall'interesse per questo periodo storico e culturale fondamentale nel percorso del pensiero occidentale, è sorta per Barth la necessità di riscoprirne le origini. Da qui il carattere quasi paradossale di quest'opera che, nata per studiare il XIX secolo, in questo primo volume affronta i grandi pensatori del 700. Karl Barth si rivela qui storico, biografo e stilista brillante, in grado di far rivivere in una lotta tra giganti i suoi amici-nemici. Questo spirito di confronto diretto rende particolarmente attraente e piacevole la lettura di un'opera che ha fatto storia."" -
Il dramma dell'inizio. L'origine dell'uomo nelle religioni
Il volume raccoglie i contributi relativi al settimo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2016 dall'Archivio «Julien Ries» per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema ""Il dramma dell'inizio. L'origine dell'uomo nelle religioni"""". La comparsa dell'uomo nel mondo è stata spesso descritta dalle diverse religioni come un evento drammatico (o almeno problematico) legato a una frattura e a una separazione rispetto a un'unità originaria. A partire dalla distinzione essenziale tra i concetti di inizio e di origine, il volume presenterà il tema della comparsa dell'uomo esplorando differenti contesti religiosi e culturali: l'antica Grecia, l'Ebraismo, il Cristianesimo, lo gnosticismo, il vicino Oriente, la Cina, il mondo andino e quello degli Indiani d'America, cercando di offrire una riflessione il più possibile articolata sulla questione."" -
Pastorale e spiritualità. Il libro dei quaderni. Vol. 2
Questo libro, composto da due tomi, è come un puzzle le cui tessere sono ricavate da oltre 90 Quaderni promossi a partire dal 2002 dall'ultimo segretario del cardinale Colombo, mons. Francantonio Bernasconi. Vi si trovano testimonianze e rievocazioni che sottolineano i molteplici aspetti della ricca personalità di Colombo, che fu arcivescovo di Milano durante la transizione ecclesiale del Concilio Vaticano II. A notizie biografiche poco note, si affiancano approfondimenti sull'indole letteraria del cardinale, che coltivò soprattutto da giovane sacerdote, e temi di attualità sull'applicazione delle novità conciliari, sulle sfide sollecitate dalla stagione del terrorismo, delle campagne inerenti al divorzio, all'aborto, al femminismo... Sono numerosi gli interventi inediti dello stesso Colombo, assieme a voci significative, come quelle di Dionigi Tettamanzi - che ha promosso la presente opera - Carlo Maria Martini, Giacomo Biffi, Inos Biffi, Luigi Negri, Giorgio Rumi, Alberto Chiari, Italo De Feo, Giorgio Torelli e di Eliana Versace, co-curatrice della raccolta. -
Il monachesimo delle origini. Nuova ediz.. Vol. 2: Spiritualità.
«Nel primo volume abbiamo cercato di cogliere le principali manifestazioni del monachesimo delle origini: ciò che potremmo chiamare la sua vita esteriore e visibile. Lo abbiamo visto nascere e diffondersi... Abbiamo visto sfilare davanti a noi figure egregie per santità, per opere, per autorevolezza. Abbiamo assistito all'insorgere di forme diverse di vita monastica... Ci siamo adoperati per sapere in che modo vivevano i monaci, quali erano le loro occupazioni quotidiane, quali i loro rapporti con la Chiesa e la società... In questo secondo volume cercheremo di analizzare ciò che potremmo definire la vita interiore del monachesimo delle origini: l'ideale che lo animava, il suo mondo spirituale. L'importanza di questa ricerca è evidente. I veri monaci non nutrivano alcuna ambizione terrena. La sola cosa che loro importava era cercare di trovare Dio facendo la Sua santa volontà... Accingiamoci dunque a trattare alcune questioni: quale è la vera natura della spiritualità del monachesimo delle origini; come esso si formò e chi furono i suoi principali teorici; su quali basi si regge; quali sono i suoi principi più saldi; come i monaci concepivano l'ascesa spirituale, dalla 'conversione' fino alle vette della carità e della contemplazione.» (dall'Introduzione dell'autore) -
L' impegno del cristiano nel mondo. Nuova ediz.
«Per questo il cristiano può percorrere il suo cammino nel mondo con una speranza fresca, credibile, creata dall'origine divina, e nella misura in cui permane alla fonte e beve da essa può indirizzarvi anche gli altri, gli assetati: sì, per mezzo suo può far bere anche gli altri a questa origine (Gv 4,14; 7,37ss). Può realizzare attorno a sé un modello di esistenza libero dalle potenze personali e sociali del mondo, e donare al di sopra della morte (in tutte le sue possibili forme) un presentimento di vita di resurrezione: nel nascondimento è vero (Col 3,3), ma con tanta efficienza da cambiare a livello di vita il tessuto della società umana.» (Hans Urs von Balthasar, Einsiedeln 1971) «Il destino e l'intenzione profonda della comunità cristiana è il mondo, ""per gli uomini"""": una dedizione profonda e appassionata agli uomini e al loro destino, una tensione a rendere presente dentro la trama della convivenza solita, in cui gli uomini soffrono, sperano, tentano, negano, attendono il senso ultimo delle cose, il Fatto di Gesù Cristo unica salvezza degli uomini. Il """"per gli uomini"""" è il motivo storicamente esauriente la vita della comunità cristiana. L'apertura incondizionata alla missione è garanzia di verità e di autenticità della vita stessa della comunità cristiana: """"Per essi io consacro me stesso, affinché siano anch'essi consacrati in verità""""» (Luigi Giussani, Einsiedeln 1971). Prefazione di Julián Carrón."" -
Ho trovato quello che stavamo cercando. 28 testimonianze sull'incontro con don Giussani
La memoria lieta di un evento che ha poi segnato positivamente tutta la loro vita: è questo il tratto comune delle testimonianze delle ventotto persone che nelle pagine di questo libro rievocano il loro incontro con don Giussani. Su Luigi Giussani (1922-2005), figura di primo piano nella storia della Chiesa del XX secolo, biografi, storici e teologi si sono già messi al lavoro. Con la speranza che ciò possa essere per tutti questi studiosi di ulteriore utile documentazione, ma soprattutto con il desiderio di raccontare l'uomo Giussani anche a chi non lo conobbe, ne parlano qui persone che lo incontrarono negli anni in cui egli avviò a Milano, a partire da Gioventù Studentesca, il movimento che più tardi avrebbe preso il nome di Comunione e Liberazione. Un'attenta simpatia per chiunque gli stesse dinnanzi e un modo sempre geniale di riproporre Cristo come risposta convincente alle grandi domande esistenziali sono i lineamenti del ritratto di don Giussani che, al di là di ogni differenza, riemergono costantemente da queste testimonianze. -
L'acqua della goccia. Frammenti dai Diari
Il titolo, suggerito dalla metafora della «goccia d’acqua» spesso usata dall’autore, intende comunicare il senso del libro, che desidera non tanto ripercorrere gli avvenimenti della vita di Panikkar ma illustrare il cammino che lo ha portato a scoprirsi «acqua». Come egli scrive nei suoi diari (8 novembre 2000): «Sono consapevole dei miei difetti, ma non posso negare la mia esperienza della Resurrezione. Essa comporta la mia coscienza di vivere ora la vita eterna – di essere acqua e non goccia, mentre ancora sono goccia». Alcune note biografiche si trovano nella Postfazione. Anche questa tuttavia è intesa soprattutto a evidenziare, per quanto possibile, la vera identità dell’autore. Siamo convinti, come dice Panikkar, che «un libro è una goccia nell’oceano dell’opinione pubblica, una vera preghiera è un bicchiere d’acqua, ma un libro frutto della contemplazione può essere una pioggia benefica» (18 febbraio 1996).