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La legge nell'Oceano. Ugo Grozio e le origini dello spazio politico moderno
Il nome del giurista olandese Ugo Grozio (1583-1645) è tradizionalmente associato alla ridefinizione in età moderna del diritto naturale, del diritto delle genti e della questione della guerra giusta. In stretto rapporto con questa attività, la sua riflessione giuridica e politica si è confrontata anche con la nuova configurazione dello spazio mondiale prodottasi in seguito alle scoperte geografiche e alla proiezione delle potenze europee sugli oceani e sugli altri continenti. Il libro mostra che il significato storico e teorico dell'opera groziana può cogliersi solo guardando al di là dei confini del Vecchio Continente. Riletti in questa chiave globale, testi come il «De iure praedae» e il «De iure belli ac pacis» appaiono indispensabili per affrontare genealogicamente problematiche tuttora decisive: le relazioni tra l'Europa e il resto del mondo, l'eredità del dominio coloniale, le tensioni tra universalismo e particolarismo insite nell'ordine internazionale moderno. -
La finanza pubblica italiana. Rapporto 2020
Il Rapporto propone – come ogni anno – una rassegna critica dei principali sviluppi recenti delle politiche pubbliche italiane. Il 2020 è stato dominato dalla crisi economica e sanitaria indotta dal Covid-19, con conseguenze che hanno coinvolto tutti gli ambiti della finanza pubblica. I contributi contenuti nel volume sono quindi in gran parte dedicati ad approfondire gli effetti del Covid-19 e dei lockdown su ambiti come i conti pubblici, la sanità, l'istruzione, gli investimenti pubblici, l'assistenza, la finanza locale, la previdenza e le regole fiscali europee. Anche i due approfondimenti finali toccano aspetti legati alla pandemia, discutendo delle misure di sostegno europee e della reazione dei programmi di spesa sociale nei paesi Ocse. -
Divinità in viaggio. Culti e miti in movimento nel Mediterraneo antico
All'interno del grande bacino mediterraneo, le religioni antiche viaggiano. Viaggiano gli dèi nei racconti mitologici, e viaggiano i culti sulla scia dei profeti, dei migranti, dei deportati, dei rifugiati, di quanti vanno in cerca di fortuna. Le religioni antiche sono una rete di relazioni: vengono trapiantate, si mescolano; gli dèi passano da una cultura all'altra. Attraversando il mondo mesopotamico, egizio, fenicio, giudaico, greco e romano, il volume racconta una quindicina di questi viaggi che mettono in gioco aspetti fondamentali delle religioni antiche: il nome degli dèi, la loro immagine, la loro traduzione, le strategie rituali, il ruolo dei testi, lo statuto delle donne o degli stranieri, l'immaginario mitico, l'atteggiamento nei confronti della morte e dell'aldilà, il radicamento di un santuario, il rapporto con il potere. -
Smart Contracts e disciplina dei contratti-Smart Contracts and Contract Law. Ediz. bilingue
La circolazione della ricchezza si avvale oggi anche delle nuove tecnologie. Il giurista è chiamato a comprendere se e come le regole tradizionali siano in grado di disciplinare la nuova realtà. L'autrice analizza il fenomeno dei cosiddetti Smart Contracts. Il volume, oltre ad offrire una descrizione delle Distributed Ledger Technologies, delle Blockchains e degli Smart Contracts, si interroga sulla possibilità o meno di considerare gli Smart Contracts, o alcuni di essi, come contratti ex art. 1321 c.c. In esso vengono analizzate alcune recenti discipline volte a regolare espressamente gli Smart Contracts e le discipline generali in tema di contratto applicabili ai nuovi fenomeni. Si offrono esempi di attuale utilizzo degli Smart Contracts nel settore finanziario e in quello dell'energia. Il testo è corredato dalla versione in inglese. -
Introduzione alla logica giuridica
Avvicinarsi al diritto esige una progressiva e consapevole maturazione di metodo. Attraverso lo studio della diagnosi giuridica e la vigile costruzione delle categorie, il volume intende suscitare attitudine critica. Dal problema del fatto e della sua rilevanza, alla ragionata costruzione di fattispecie e norma, dall’ineludibile intrico del linguaggio e della significazione, verso lo studio analitico del giudizio applicativo, per giungere a una coerente soluzione di casi perplessi. Il rigore dell’analisi è volto ad affinare indole speculativa, autonomia di giudizio, capacità analitico-espositiva, coerenza metodologica. -
Lo Stato promotore. Come cambia l'intervento pubblico nell'economia
Il mutamento del ruolo dello Stato è uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo, ma dei meno studiati con metodo scientifico. Questa ricerca comincia a esplorare le forme e gli strumenti dell'intervento pubblico nell'economia sviluppatisi per superare le due crisi di questi anni e per fronteggiare le grandi trasformazioni che stanno cambiando il mondo (la globalizzazione, la trasformazione digitale, la riconversione ecologica). Le due crisi hanno prodotto effetti devastanti sulla vita individuale e collettiva, sui livelli di benessere, sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. L'uscita non sarà un ritorno alla «normalità» del passato, ma comporterà innovazioni sostanziali nel funzionamento dei sistemi economici e sociali e forse anche delle relazioni interpersonali. È tramontata l'idea che lo Stato debba limitarsi ai ruoli del regolatore e del fornitore dei servizi pubblici essenziali. Accanto allo Stato regolatore e allo Stato garante dei diritti e dei beni comuni, si chiede l'intervento dello Stato «protettore», dello Stato «garante», dello Stato «promotore» dell'innovazione, dello Stato «investitore», dello Stato «imprenditore» o «gestore», dello Stato «salvatore» di imprese sull'orlo del fallimento, dello Stato «doganiere» rispetto a investimenti esteri «predatori». Due sono i rischi da evitare: quello di avviare un processo di illimitata estensione dell'intervento pubblico, sacrificando benefici e opportunità offerte da mercati liberi e aperti; e quello di adottare politiche miranti a contenere il cambiamento, invece che a governarlo e indirizzarlo verso nuovi modelli capaci di cogliere le opportunità delle trasformazioni in corso e di mitigarne i rischi. Politiche industriali ben temperate possono rafforzare l'economia di mercato e la libertà di impresa, politiche mal congegnate possono seriamente vulnerarle. Il confine fra le une e le altre non è avvertibile senza un'approfondita analisi e una ponderata valutazione degli effetti di sistema delle politiche ipotizzate. -
Perché è crollata l'Unione Sovietica. I dirigenti delle Repubbliche raccontano
L'Unione Sovietica era un impero territorialmente integrato, una delle superpotenze mondiali: soltanto pochi anni prima del suo crollo nessuno avrebbe creduto che fosse possibile ciò che accadde negli anni compresi tra il 1989 e il 1991. Il volume raccoglie 14 interviste ai primi dirigenti degli stati indipendenti di nuova formazione dopo il crollo dell'Unione. Partendo da una prima domanda uguale per tutti, «si sarebbe mai immaginato che l'URSS avrebbe cessato di esistere?», gli intervistati raccontano la propria esperienza nel processo di difesa dell'indipendenza dei loro stati, nella formazione di una nuova economia e nel riassetto dei rapporti con la Russia post-sovietica e con i paesi confinanti. A distanza di tempo, emergono lucide riflessioni sulle decisioni governative, spesso basate solo su conoscenze teoriche e dettate dall'urgenza, e sugli errori commessi in una tappa difficile e decisiva per ognuno dei paesi coinvolti. -
Il procurement delle pubbliche amministrazioni. Tra innovazione sostenibilità
La spesa destinata ai consumi intermedi delle Amministrazioni pubbliche «pesa» quasi 10 punti percentuali sul PIL nazionale. Le risorse economiche veicolate annualmente nel settore degli acquisti sono ingenti e in continua crescita. Il potere vantato dal settore pubblico di orientare il mercato è notevole e non ha eguali. Sarebbe quindi riduttivo continuare a considerare il public procurement esclusivamente come uno strumento in mano alle Amministrazioni per reperire, nel modo più efficiente, i beni e i servizi. Oppure, ancor peggio, considerarlo solo in termini di spesa pubblica corrente. L'intera macchina degli acquisti pubblici ha, a ben vedere, un alto potenziale quale driver per affrontare le sfide economiche, ambientali, sociali, di sostenibilità, di crescita, di competitività e di innovazione. In questa prospettiva, gli appalti pubblici possono diventare il volano per stimolare cambiamenti e riforme, implementare politiche pubbliche, stimolare il tessuto sociale e imprenditoriale e, conseguentemente, il sistema economico nazionale. Ma occorre una strategia organizzativa, gestionale e di razionalizzazione della spesa basata su un approccio integrato, coordinato e multilivello che coinvolga e, al contempo, responsabilizzi tutti i diversi attori, istituzionali e non, che partecipano ai processi di approvvigionamento. È necessario dunque un approccio nuovo all'approvvigionamento pubblico. Un approccio più moderno che possa trasformarlo in uno strumento strategico a disposizione degli obiettivi politici dello Stato. In quest'ottica, la ricerca promossa da Astrid esplora le nuove frontiere del procurement come leva di politica pubblica, analizza le best practices del sistema italiano ma anche i limiti e le inadeguatezze che (ancora) lo caratterizzano. -
La shari'a in Occidente. Giurisdizioni e diritto islamico: Regno Unito, Canada e Stati Uniti d'America
L'applicazione del diritto islamico è sempre più diffusa tra i membri delle comunità musulmane che risiedono nei paesi occidentali. Ne consegue che norme giuridiche di origine religiosa, atte a disciplinare la vita dei fedeli e le loro controversie, vengono applicate a persone che vivono in un territorio sul quale domina invece un ordinamento giuridico di matrice secolare. Si genera così un polimorfismo giuridico, dove gli stessi individui agiscono sulla base di regole appartenenti a sistemi normativi differenti. Il fenomeno è inarrestabile e i costanti flussi migratori verso gli Stati occidentali accentuano l'esigenza di valorizzare la cultura del dialogo per governare la complessità delle società odierne. In questo volume Angelo Rinella esamina i vari aspetti di questa complessa situazione dal punto di vista sia costituzionale che istituzionale, prendendo spunto da casi concreti dove l'esercizio della giurisdizione mette in evidenza il tema della coesistenza di regole di matrice diversa, sollecitando il ricorso a strumenti e meccanismi di composizione e di bilanciamento. -
Autonomie speciali e regionalismo in Italia
Il volume indaga il tema dell'introduzione delle regioni ad autonomia speciale nell'ordinamento politico-amministrativo italiano, offrendo una ricostruzione d'insieme necessaria per una rilettura comparata della genesi delle regioni a statuto speciale. Ricostruzione che si rivela particolarmente utile per comprendere se alle spalle del regionalismo italiano vi sia stato un progetto unitario e complessivo o se, al contrario, ciascun caso di specialità regionale abbia risposto a dinamiche e contesti differenziati dal punto di vista delle vicende legate alla liberazione nazionale, della posizione geopolitica, della cultura e dei fermenti autonomistici, della presenza di minoranze etnico-linguistiche, della situazione socio-economica. Un secondo interrogativo centrale, che emerge dai saggi pubblicati, è quello formulato già al tempo della rinascita democratica, vale a dire se il regionalismo «speciale» abbia in qualche modo influenzato l'evoluzione della regionalizzazione in Italia. A giudicare dalla tarda attuazione delle regioni a statuto ordinario, la risposta appare scontata. Ma esso è quanto mai attuale ancora oggi, alla luce del cinquantesimo anniversario dell'attuazione delle regioni ordinarie (che coincide anche con l'introduzione del secondo statuto di autonomia della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol) e più in generale del processo di differenziazione regionale in atto, così come della necessità di coordinamento delle politiche pubbliche, soprattutto in materia sanitaria, emersa con particolare evidenza in occasione dell'emergenza pandemica che ha drammaticamente colpito anche il nostro Paese. -
Sesto rapporto sulle città. Le città protagoniste dello sviluppo sostenibile
Il cambiamento climatico e la crisi determinata dalla diffusione del virus Covid-19 hanno fatto uscire il dibattito sulla sostenibilità dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori per farne un argomento all'attenzione di un'opinione pubblica sempre più vasta. Molti ormai si rendono conto che non bisogna tornare a come eravamo prima della pandemia, con il rischio di ricreare le cause che l'hanno generata a partire dalla distruzione degli habitat naturali, ma occorre cambiare il nostro modello di sviluppo nell'unica direzione possibile, quella dello sviluppo sostenibile. Anche l'Europa ha fissato alcune priorità - transizione energetica, trasformazione digitale, inclusione sociale - per le quali le città sono fondamentali. Il rapporto è suddiviso in tre parti. La prima, intitolata «Le politiche urbane alla prova degli SDGs» si propone di fare il punto sulle esperienze di localizzazione degli obiettivi dell'Agenda ONU 2030 a livello urbano sia in Italia che a livello internazionale. Nella seconda, intitolata «La resilienza urbana, i cambiamenti climatici e i rischi ambientali» si prendono in esame le dimensioni energetiche e ambientali dell'Agenda, mentre nella terza, «I cambiamenti climatici e le dissimmetrie sociali sullo sfondo della crisi del welfare urbano», si prendono in esame le dimensioni sociali e quelle legate al paesaggio e all'alimentazione. Nell'introduzione dei curatori sono contenute le proposte per sviluppare le esperienze di Agende locali a partire dalle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile, in corso di elaborazione col sostegno del ministero dell'Ambiente. -
Una lunga vita buona. Il futuro delle RSA in una società che invecchia
Le residenze per anziani sono state al centro dell'attenzione a causa dell'elevata mortalità al loro interno durante l'epidemia di Covid-19. Tuttavia gli avvenimenti recenti sono solo uno dei tanti temi di una ricerca che si è sviluppata nell'ultimo decennio con lo scopo di definire il ruolo di queste strutture. Marco Trabucchi, medico e studioso da sempre attento alle problematiche della terza età, in questo libro ci aiuta a comprendere come si collocano le case di riposo nell'ambito dei servizi all'anziano (dall'ospedale, all'assistenza domiciliare, ai centri diurni) e a quali bisogni rispondono. L'aumento delle aspettative di vita, la forte diffusione della solitudine fra le persone di età avanzata e la presenza di molte patologie associate richiedono una risposta organizzata da parte delle RSA, unico servizio in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni di individui psicologicamente e fisicamente fragili. Tema centrale della riflessione di Trabucchi è come si possano conciliare la libertà e la dignità dell'anziano con l'esigenza di cure cliniche adeguate e con una buona organizzazione della sua giornata, evitando situazioni di abbandono e di trascuratezza. Fondamentali, al fine di creare condizioni che permettano «una lunga vita buona» anche in situazioni difficili, sono i rapporti con (e tra) i familiari e il personale che opera nelle strutture. -
Pinguini nel deserto. Strategie di resistenza allo stigma da Autismo e Trisomia 21
Il volume presenta i risultati di un'indagine qualitativa che ha messo a confronto i comportamenti di famiglie con figli con Trisomia 21 (Sindrome di Down) e Autismo con lieve bisogno di supporto. Il lavoro sul campo ha previsto la conduzione di interviste e un periodo di osservazione presso due nuclei familiari. Dall'analisi delle principali strategie di resistenza messe in atto - negazione normalizzante e medicalizzazione - emerge chiaramente la mancanza di un linguaggio specifico col quale definire e trattare la disabilità, al di là dei due paradigmi dominanti, ovvero quello biomedico e quello di matrice religiosa. Nonostante le differenze nella percezione sociale e nelle caratteristiche distintive delle due condizioni oggetto dello studio, gli effetti che la loro stigmatizzazione comporta sono molto simili: adolescenti e adulti con disabilità cognitiva non hanno ruoli sociali e riferimenti identitari positivi con i quali identificarsi, con l'unica eccezione della retorica della neurodiversità. -
Idealismo e filosofia
Questo libro nasce dal tentativo di ripensare criticamente in un numero ragionevole di pagine quel che l'autore aveva proposto, circa cinquant'anni fa, in un volume di assai più grande estensione. La filosofia di Croce e, attraverso alcune inserzioni, quella di Gentile, sono esaminate nei due saggi centrali, dedicati, il primo alle questioni della grazia, del libero arbitrio, dell'accadimento, e perciò della storia, il secondo ai temi della struttura della realtà e della dialettica. Nel Proemio sono toccati e discussi temi di varia natura, tutti convergenti, tuttavia, nell'idea che, a partire almeno dal 1915, il pensiero di Croce è percorso e segnato dalla consapevolezza sempre più viva e drammatica della finis Europae, e perciò della incapacità delle forme politiche fin lì sperimentate di far fronte alla crisi. Il saggio finale delinea alcuni temi di una riflessione che si pone ormai al di là dell'esperienza idealistica. -
L' uso di sé. Il concetto di «uso» in Kant e la questione del fondamento della filosofia trascendentale
«Kant ci ha dato i risultati. Le premesse mancano ancora» - è così, con febbrile trepidazione, che un giovane Schelling dettava lapidariamente a Hegel l'agenda della filosofia a venire: la ricerca del «fondamento» della filosofia trascendentale. Una questione che, a dispetto del suo nome ro - boante, riguarda gli aspetti più familiari della nostra vita conoscitiva: da dove provengono quelle strutture «pure e a priori» che rendono possibile la nostra esperienza? Da quale «fatto» ne risulta il «possesso»? Ratificato dallo stesso Kant - con la sua Deduzione - il 'miracolo' della legittimità dell'applicazione delle «categorie» alle «apparenze» sensibili, ecco affollarsi attorno al 'mistero glorioso' della loro scaturigine tutto uno stuolo di accorati 'amici' della filosofia kantiana, sui quali già Kant, citando un noto proverbio napoletano, ebbe a scrivere: «Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io». A esiti sorprendenti - e per nulla scontati - conduce allora rileggere l'intera opera di Kant attra - verso il caleidoscopio di quell'attività trasformativa sensibile di cui è intessuto ogni nostro gesto quotidiano: «uso» (Gebrauch). Un termine impiegato inaspettatamente in senso tecnico, che conta innumerevoli occorrenze nei testi del periodo delle Critiche, ma che non viene mai esplicitamente messo a tema da Kant, creando difficoltà e imbarazzi al traduttore come all'interprete. Posto a fondamento della conoscenza «pura e a priori», l'«uso» è abile di dissolverne il 'miracolo' svelandone la radice recondita, e di scioglierne il 'mistero glorioso' in una serie di processi di pro - duzione di canone, di strategie di omissione, di procedimenti disciplinari e di atti mancati certo terragni, ma dagli esiti inevitabilmente sovrasensibili. Frequentando il lato in ombra della «rivolu - zione copernicana» di Kant, la faccia irregolare e accidentata che mai si dà a vedere, se ne possono scorgere le 'macchie' anche nei suoi raggi più luminosi: i prodotti più genuini e raffinati della speculazione umana, quelli che meno sembrano sorgere dall'esperienza - rendendola talvolta addirittura possibile - scaturiscono di fatto da complicate tecniche di omissione, concentrazione e controllo; dagli esiti incerti e a volte fallimentari di determinate «tecniche di sé». -
Istituzione
Mai come oggi, nella crisi che ha colpito il mondo intero, le istituzioni nazionali e internazionali risultano necessarie a fronteggiare l'emergenza sanitaria, economica, sociale e politica. Eppure esse ci sono apparse più volte inadeguate, se non addirittura responsabili di quanto è accaduto. Perché? Una diffidenza che non nasce ora, ma è l'esito ultimo di un'interpretazione repressiva delle istituzioni, che ha trovato il suo culmine nella loro contrapposizione ai movimenti. Contro di essa una lettura nettamente diversa, originale e provocatoria, che valorizza il processo istituente come prassi innovativa, e che ci costringe a ripensare radicalmente la relazione costitutiva dell'istituzione con la politica e la vita. -
Battesimo, eucaristia, ministero. Genesi e destino di un documento ecumenico
Professare nel battesimo la stessa fede, condividere lo stesso calice, accettare reciprocamente i ministri. Le tre condizioni indispensabili perché le chiese potessero vivere in comunione le une con le altre e in continuità con gli insegnamenti della chiesa universale furono finalmente poste nel documento di convergenza Battesimo, Eucaristia, Ministero (BEM), approvato da Faith and Order il 12 gennaio 1982. Ci erano voluti quasi vent’anni di lavoro e di preparazione perché nella sala conferenze dell’Oasis de los Santos Apóstoles si compisse il “miracolo di Lima”, un vero e proprio kairos ecumenico: così si mostrò agli occhi dei presenti. La punta più avanzata di una generazione di professionisti nel campo del dialogo ecumenico offriva dunque a tutte le realtà ecclesiali del World Council of Churches la possibilità di dimostrare che il tempo della negoziazione era finito e che il consenso teologico era ormai maturo per differire sul piano ecclesiale il compito di realizzare l’unità. Che fosse convinzione o illusione, di fatto le resistenze, i grippaggi e i ripiegamenti identitari fecero del BEM in poco tempo il frutto maturo di un raccolto mancato. A quasi quarant’anni di distanza questo volume prova a spiegare come un successo così lungamente pianificato da Faith and Order sia potuto arrivare troppo presto, o troppo tardi, ma in ogni caso fuori fase, rispetto al ciclo delle stagioni ecumeniche delle chiese, finendo suo malgrado nella collezione di fossili del movimento ecumenico -
L' ultimo viaggio. Dalle leggi razziste alla Shoah. La storiografia, le memorie
La deportazione degli ebrei nei campi di sterminio rappresenta l'atto più drammatico della Seconda guerra mondiale. Un atto che fu messo in pratica dai nazisti con il solerte aiuto degli italiani, che si trattasse di militari della Repubblica Sociale o di comuni delatori. Il volume ripercorre le storie di alcuni deportati, concentrandosi sulle fasi iniziali della «soluzione finale»: l'arresto, poi il viaggio e l'arrivo sulla Judenrampe, la banchina di Auschwitz-Birkenau dove avveniva la prima selezione. È questa la prima tappa di una discesa all'inferno in cui i prigionieri cominciano a perdere lo status di esseri umani. Nei vagoni (usati solitamente per il trasporto di animali) viaggiano stretti, pressati uno all'altro, utilizzando un bidone per i bisogni corporali; i giorni e le notti si susseguono e si rischia di perdere la nozione del tempo; la fame e la sete si fanno sempre più crudeli, così come le urla dei comandi, pronunciati in una lingua incomprensibile ai più. Intrecciando le testimonianze di Liliana Segre, Primo Levi, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, Shlomo Venezia, Pietro Terracina e Sami Modiano con quelle di altri sopravvissuti, il libro spalanca la porta su un orrore che non saremo mai in grado di comprendere fino in fondo, di cui è però necessario tramandare la memoria e mantenere salda la coscienza collettiva. Le impressioni, le sensazioni, le percezioni, che i salvati hanno restituito nelle loro memorie sono una preziosa fonte per ricostruire quell'indicibile tragedia, una ricchezza per gli studiosi, una grande pagina di letteratura civile. -
Lettere a Piero Calamandrei 1939-1956
L'epistolario inedito (1939-1956) tra Salvatore Satta e Piero Calamandrei documenta, nell'intenso rapporto di «comunanza di idee, di sentimenti, di disperate speranze» tra i due grandi giuristi-scrittori, le fasi dell'elaborazione dei romanzi di Satta, a partire dal «De Profundis», del quale un primo estratto fu pubblicato proprio su «Il Ponte». Le lettere documentano anche la temperie politica e culturale del primo decennio dell'Italia repubblicana, della quale Calamandrei fu autorevole, critico protagonista e Satta distaccato, ma fine osservatore, anche per quanto concerne le controverse questioni della morte della patria e della continuità - rottura tra Regime fascista e Italia repubblicana. Illuminano, inoltre, la genesi lontana del suo grande romanzo postumo, «Il giorno del giudizio» e il suo profondo legame con la Sardegna di cui è originale espressione il saggio «Spirito religioso dei Sardi», pubblicato nel numero unico che, nel 1951, «Il Ponte» dedicò alla Sardegna. L'epistolario è integrato da lettere inedite di interlocutori di Satta, giuristi, letterati e politici (Albanese, Capograssi, Tumiati, Moretti, Bacchelli, Cesarini Sforza, Cossiga, Monni, Segni) e da due suoi inediti: uno scritto giuridico del 1950 e un saggio su Oscar Wilde. Introducono e contestualizzano la ricca documentazione inedita due densi saggi di Angela Guiso e Carlo Felice Casula, curatori del libro, dal punto di vista critico- letterario e storico-politico-giuridico. -
La strategia delle riforme
Una strategia delle riforme può guidare la nostra società verso un'utopia ragionevole di giustizia e libertà. Per dare fondamento a questa tesi, i saggi qui raccolti prendono in considerazione i problemi posti dalla divisione del lavoro (come il lavoro costrittivo, il cui totale superamento proposto dal marxismo costituisce un'utopia fantasiosa), ricostruiscono il pensiero di Riccardo Lombardi soffermandosi sulla sua proposta di una strategia delle riforme di struttura, illustrano i temi della contestazione giovanile e della forma-partito. Infine, il saggio conclusivo si sofferma sugli errori dei socialisti, che hanno ridotto ai minimi termini un movimento con una lunga tradizione, potenzialmente ancora feconda se distaccata dal marxismo e coniugata con i valori della difesa della libertà e dell'ambiente e della lotta alle diseguaglianze.