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Metallo urlante
Crocevia di storie, personaggi, linguaggi e scenari, ""Metallo urlante"""" è un nodo tanto anomalo quanto cruciale nella produzione di Valerio Evangelisti, nodo dal quale si dipanano cicli narrativi nuovi. rnrnOmaggio alla musica heavy metal - ognuno dei quattro capitoli ha come titolo il nome di un gruppo metal -, ma anche alla rivista sperimentale francese «Métal Hurlant», """"Metallo urlante"""" si apre e si chiude nel segno di Eymerich; nel mezzo, le vicissitudini di Pantera, pistolero mezzosangue e mezzo stregone in un Far West texano; i superstiti di una tribù di indios brasiliani capaci di evocare spiriti perduti; una New Orleans futura divisa dalla guerra perenne tra bianchi cristiani e neri musulmani. A fare da filo conduttore, quel metallo che è metafora di una pericolosa trasformazione dell'umano in inumano. E poi il tema centrale di Evangelisti: il grido di rabbia e rivolta contro i soprusi di un potere che vuole avere il controllo totalitario sul mondo. Un potere freddo e disumano come il metallo, come la mente gelida di Eymerich, a cui si contrappongono gli umiliati e offesi della storia, i ribelli istintivi e irrazionali, destinati, forse, a soccombere, ma ben decisi a far sì che l'urlo squarci il metallo."" -
La nube purpurea
Universalmente riconosciuto come uno dei grandi capolavori della fantascienza e come uno dei migliori last man novel mai scritti. Un grandioso racconto emblematico dei più sinistri incubi novecenteschi, ma anche un'epica vicenda di rovina e rinascita, fine e principio.rnrn«Un racconto esemplare, un artista di assoluta potenza». - H.P. Lovecraftrnrn«Un romanzo gigantesco, geniale». - H.G. WellsrnrnUn vapore mortale – dall'inquietante luce purpurea e dall'inebriante profumo di fiori di pesco – spazza il mondo e annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, Adam Jeffson, medico, reduce da una missione esplorativa nell'Artico. Come un Robinson Crusoe apocalittico, Adam inizia la sua epopea per la sopravvivenza. Ma, a differenza di Robinson, non è relegato su un'isola: a sua disposizione ha l'intero pianeta, un mondo silenzioso e devastato. E se l'eroe di Defoe faceva ricorso a tutte le più sottili doti del raziocinio e dell'intelligenza, Adam sprofonda invece nella follia, passando per i deliri e le allucinazioni della solitudine più profonda. Tuttavia una lucidità visionaria si fa lentamente strada nella sua mente, ed egli diventa infine consapevole che la sua sopravvivenza non è casuale e che il suo destino – e quello della razza umana – fa parte di un piano più vasto. Pubblicato agli albori del Ventesimo secolo, «La nube purpurea» è universalmente riconosciuto come uno dei grandi capolavori della fantascienza e come uno dei migliori ""last man novel"""" mai scritti: un grandioso racconto emblematico dei più sinistri incubi novecenteschi, ma anche un'epica vicenda di rovina e rinascita, fine e principio."" -
Manhattan beach
È l'inizio di molti cambiamenti, nella vita di Anna e della sua famiglia, nella storia di New York.rn«Sapeva di essere arrivato a un capolinea. Chiuse gli occhi e ricordò quella giornata: la spiaggia, il freddo, l'ottimo pranzo. Una tovaglia bianca. Pensò alla sedia. Ma non era stata solo la sedia a portarlo da Dexter Styles: era stato il bisogno irrefrenabile, disperato che qualcosa cambiasse. Qualunque cosa. Anche se il cambiamento avesse comportato un certo pericolo. Sempre meglio il pericoloso dei rimpianti.»rnMancano quattro giorni a Natale e fa un freddo cane quando Anna Kerrigan, dodici anni, accompagna il padre a far visita a Dexter Styles, un uomo potente che spadroneggia su mezza New York e che, intuisce, è decisivo per la sopravvivenza della sua famiglia. Anni dopo, suo padre è scomparso e l'America si sta preparando a entrare nella Seconda guerra mondiale. Anna è audace e combattiva – diventerà la prima donna palombaro! – pronta a superare tutte le linee che dividono il mondo maschile da quello femminile, i ritrovi per le chiacchiere di signorine nubili dai nightclub dove gangster e ragazze spavalde ballano scatenati. Ed è qui che una sera rivede Dexter Styles e comincia a intuire i misteri che aleggiano attorno alla scomparsa di suo padre. -
Miti del Nord
La mitologia norrena raccontata nell'inconfondibile stile di Neil Gaiman.rn«Il Valhalla reclamava a gran voce che Neil Gaiman raccontasse queste storie» – The GuardianrnOdino il Supremo, saggio, audace e astuto; Thor, suo figlio, incredibilmente forte ma non certo il più intelligente fra gli dèi; e Loki, nato da un gigante, fratello di sangue di Odino, insuperabile e scaltrissimo manipolatore. Sono alcuni dei protagonisti che animano questo libro. Noto per essersi ispirato spesso ai miti dell'antichità nel creare universi e personaggi fantastici, questa volta Gaiman ci offre una formidabile riscrittura dei grandi miti del Nord. Lungo un arco narrativo che inizia con la genesi dei nove leggendari mondi, ripercorriamo le avventure e le gesta di dèi, nani e giganti. Brillante e divertente, Miti del Nord è una magistrale carrellata del pantheon scandinavo e della bizzarra natura degli dèi: ferocemente competitivi, capricciosi, predisposti all'inganno e inclini a farsi governare dalle passioni. Un universo antico, ricco e affascinante, a cui la penna vibrante di Gaiman è in grado di infondere una vita nuova e decisamente attuale. -
Quinto comandamento
Partendo da fatti della nostra storia recente che non molti conoscono e raccontandoli con maestria narrativa, il libro mostra le amare radici di ciò che abbiamo oggi sotto gli occhi.rnrnIn una mattina di febbraio del 2004 un uomo fa irruzione in un ospedale di Imola. Il suo nome è Jean Lautrec. Si precipita nella stanza in cui è sdraiato un uomo sedato e intubato. È un sacerdote, padre Marco Giraldi, sfuggito ai sicari assoldati dalle multinazionali contro cui si è messo per fermare la distruzione della foresta amazzonica e dei suoi popoli. Padre Marco e Jean si erano conosciuti anni prima, in un altro continente, in un altro tempo. In Congo, proprio mentre il paese stava per ottenere l'indipendenza dal Belgio. Ma gli eventi erano precipitati. Era scoppiata la guerra civile, gli scontri tra le etnie, la caccia ai colonizzatori. Padre Marco però decide di non scappare. Resterà in Congo a difendere i confratelli innocenti in quel paese in preda al caos, le vittime di un odio e di una violenza feroce. Ma non può riuscirci da solo. Ha bisogno di una squadra, composta da quanto in quel momento può trovare. Nasce così il Quinto Commando: guerrieri, mercenari, un medico russo alcolizzato, un prete rinnegato per amore, un giovane cacciatore congolese, lo stesso Jean Lautrec, tutti agli ordini di padre Marco, il Templare di fine millennio… Valerio Massimo Manfredi, ispirandosi liberamente a una storia vera, scrive uno straordinario romanzo epico, un libro indimenticabile, come i personaggi che animano le sue pagine ed entrano indelebilmente nel cuore dei lettori. -
Biografia non autorizzata della seconda guerra mondiale
«Sono sempre i vincitori a scrivere la storia e la seconda guerra mondiale non costituisce eccezione a questa regola. Ciò non significa che i vinti siano migliori dei vincitori, ma solo che tutte le nazioni coinvolte nel conflitto hanno i loro crimini ed errori da nascondere.»rnrnMarco Pizzuti ha un talento: quello di non farsela raccontare. Quale che sia l'argomento, legge, ascolta, approfondisce, cerca riscontri, studia tutte le fonti disponibili e alla fine, ma solo alla fine, ci offre la sua personale visione della storia. Una ricostruzione che molto spesso si discosta parecchio da quella che tutti quanti, compresi gli autori dei testi scolastici, indicano come l'unica vera. Anche in ""Biografia non autorizzata della seconda guerra mondiale"""" Pizzuti ricostruisce e riporta alla luce pezzi di verità finora dimenticati o taciuti per convenienza, come i forti dubbi degli Alleati sul presunto suicidio di Hitler nel bunker di Berlino il 30 aprile 1945. Alla luce di una serie di carte molto scottanti e poco note, da lui meticolosamente riordinate, Pizzuti dimostra come la grande industria e il sistema bancario statunitensi abbiano concretamente sostenuto la corsa all'armamento del criminale regime nazista, tanto che persino la rivista «Time» dedicò al Führer la copertina come uomo dell'anno nel 1938, tre anni dopo la promulgazione delle leggi razziali di Norimberga. Altre verità brucianti: Dunkerque non fu una vittoria di britannici e francesi, bensì una disastrosa scelta strategica di Hitler, che fermò i suoi panzer a pochi chilometri dall'annientamento delle forze alleate; prima dell'aggressione tedesca del 22 giugno 1941, Stalin aveva elaborato un piano segreto per invadere l'Europa, così come l'attacco giapponese alla base statunitense di Pearl Harbor fu pretestuosamente provocato dall'amministrazione americana, che ne era a conoscenza da tempo e non esitò a mandare al massacro migliaia di soldati. Ma è l'ultimo capitolo quello più scioccante, là dove Pizzuti ricorda l'inutile bombardamento che rase al suolo Dresda, la scomparsa di un milione di prigionieri tedeschi nei campi di prigionia alleati, le 240.000 donne tedesche stuprate dai soldati dell'Armata Rossa e altri efferati crimini commessi dalle truppe di liberazione ai danni dei civili liberati. Un libro che insinua numerosi e documentati dubbi sulla veridicità della storia ufficiale."" -
La guerra dei nostri nonni. 1915-1918: storie di uomini, donne, famiglie
La Grande Guerra non ha eroi. I protagonisti non sono re, imperatori, generali. Sono fanti contadini, i nostri nonni.rnLa guerra dei nostri nonni racconta il conflitto '15-'18 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne: le storie delle nostre famiglie. Attraverso lettere, diari di guerra e testimonianze, conduce nell'abisso del dolore, ma ci dimostra anche come la Grande Guerra sia stata la prima sfida dell'Italia unita: una sfida vinta. -
Il socio
Un avvocato intrappolato tra le richieste dell'Fbi e le minacce di mafia. Il bestseller internazionale che ha dato origine al ""legal thriller"""".rnUna laurea a Harvard e un contratto da favola con un prestigioso studio legale. Per Mitchell McDeere e sua moglie Abby il futuro non potrebbe essere più roseo. Almeno all'apparenza. Peccato infatti che l'Fbi pretenda da lui le prove dei loschi affari che il suo studio gestisce per conto della mafia. E peccato anche che i soci anziani dello studio abbiano la pessima abitudine di far eliminare i collaboratori infedeli. Mitchell non ha scampo. A meno che non riesca a mettere in atto la più formidabile delle beffe…"" -
L'impero delle tempeste. Il trono di ghiaccio
Cuore di pietra. Volontà di ferro. Lei è l'Assassina.rnrnLa lunga strada dall'omicidio al trono è appena cominciata per Aelin Galathynius, l'ultima discendente della sua casata, la principessa perduta di Terrasen che in molti conoscono come Celaena Sardothien. I regni di Erilea stanno andando in frantumi attorno a lei. Per salvare coloro che ama dalle forze dell'oscurità, dovrà allearsi con i suoi nemici. Mentre la guerra incombe all'orizzonte, l'unica speranza di salvezza risiede in una tenace ricerca che potrebbe mettere fine a quanto Aelin ha di più caro. -
Cash. Storia di un campione
Quanta rabbia, quanto cuore, quanti sogni, quanto dolore, quanto azzurro c'è in fondo alla strada?rnCash è un vero buono, viene da Cerignola, ama la sua famiglia, ama Samantha e non ha un lavoro stabile. Qualcuno lo prende anche per un violento, perché un senso profondo e quasi irrazionale della giustizia gli arma spesso pugni tanto maldestri quanto potenti. Ma all'improvviso tutto sembra precipitare: Samantha lo lascia, il padre è severamente malato, soldi non ce ne sono. E allora Cash si ritrova in Colorado, Usa, in un mega reality sulla boxe: centinaia di atleti sconosciuti si battono per affrontare, infine, il campione del mondo. E Cash è là, a combattere. -
I misteri della montagna
Della montagna non si scoprirà mai tutto, solo particolari, o dettagli. Perché il segreto sono gli uomini e gli uomini non si svelano mai del tutto. Chi davvero ama la montagna l'affronta con umiltà e pazienza. Sa che verrà ricompensato con doni di albe nuove, sempre diverse, eppure ogni mattina le stesse.rnNon tutti hanno la capacità di comprendere fino in fondo i segreti della montagna. Vedono le cime come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore, ammassi di pietre inutili sorti per un capriccio del tempo. Basta, però, alzare lo sguardo ed essere sovrastati dall’imponenza del mare verticale, con i suoi milioni di granelli di sabbia, per sentire nascere lo stupore. Lo stupore che genera domande. Le domande che generano misteri: chi ci sarà lassù? Vi abita qualcuno? E, se esiste, come sarà fatto? Nei boschi, tra le rocce, dentro l’alba, sotto le foglie, sulle vette ancora inesplorate. Là dormono i segreti della montagna. Mauro Corona ci accompagna ancora una volta a scoprirli, tendendoci la mano, aiutandoci a salire. E se, in solitudine, saremo capaci di avvertire le presenze nascoste nel buio, avremo fatto il passo decisivo per capire che inseguire i misteri della montagna non vuol dire nient’altro che ricercare noi stessi, andando alle origini delle nostre paure. Dobbiamo solo farci trovare pronti per questa nuova, indimenticabile, avventura. -
Il borghese. La mia vita e i miei incontri da cronista spettinato
Il successo è una strada a senso unico. Tutta in salita.Chi l'avrebbe mai detto, alla fine degli anni Cinquanta, che quell'adolescente taciturno e magro come un chiodo, abituato a rintanarsi in biblioteca dopo aver sgobbato tutto il giorno per dare una mano alla famiglia, sarebbe diventato firma di punta dei più prestigiosi quotidiani nazionali, arrivando persino a dirigerne alcuni? Probabilmente nessuno, e forse nemmeno lui, che pure non ha mai smesso di inseguire con passione, tenacia e un pizzico d'incoscienza il sogno di entrare nel mondo della carta stampata, un mondo che fin da piccolo, quando riusciva a malapena a compitare qualche parola, lo aveva incuriosito. Dagli esordi, giovanissimo, all'«Eco di Bergamo», dove si occupava di cinema, sport e cronaca, alla fondazione di «Libero», la creatura che ha fortemente voluto a dispetto dello scetticismo saccente di molti colleghi, Vittorio Feltri ha attraversato oltre cinquant'anni di storia italiana, sempre commentandone gli snodi cruciali dal suo punto di vista di cronista scapigliato, originalissimo e irriverente. Quella che qui racconta è una vita costellata di innumerevoli soddisfazioni professionali ma anche di memorabili incontri con grandi nomi del giornalismo e protagonisti del panorama politico, di ciascuno dei quali ricorda pregi e difetti, schizzandone ritratti ricchi di aneddoti gustosi. Le incursioni di Oriana Fallaci, «dea e tiranna» capace di mettere a soqquadro la redazione di via Solferino, le bizzarre esibizioni canore di Eugenio Montale («era come un usignolo, se aveva voglia di cantare se ne infischiava di tutto e tutti»), le passioni culinarie di Enzo Biagi («mangiava come un assassino di pasta asciutta») o di Amintore Fanfani («cucinava meglio di uno chef stellato») vengono descritte con il tono familiare di una chiacchierata fra amici. Ma poiché, come sostiene il direttore, chi possiede personalità di solito ce l'ha pessima, non sono mancati i rapporti burrascosi: con Indro Montanelli, per esempio, o con Giorgio Bocca, che al momento della morte salutò, lasciando trapelare un po' di malinconia, come «il mio miglior nemico». Senza voler essere una vera e propria autobiografia, Il borghese è un piccolo cammeo, impreziosito da quello stile diretto e implacabile, sempre in bilico tra cinismo e ironia, che ha reso inconfondibile ogni riga uscita dalla penna di Vittorio Feltri. -
Non finirò di scrivere sul mare
Si ritrova in questo libro, come è sempre più raro che accada, l'ampio respiro di una poesia che riesce a oltrepassare i limiti inevitabilmente angusti dell'io, per muoversi in una ben più ampia libertà di canto.rn«Un nuovo libro di poesie che ci viene incontro come una riconferma» – La Letturarn«E scriverò di te,rnsempre di te, delle tue amarernverità di salerndella gioia che dai alle vele,rndi te che sei ciurma e solitudinerndi che sei infinito e finitudinernpadre o madre o fratello primogenitornspalancato come un abisso,rnsegreto come una conchiglia.»rnSi ritrova in questo libro, come è sempre più raro che accada, l'ampio respiro di una poesia che riesce a oltrepassare i limiti inevitabilmente angusti dell'io, per muoversi in una ben più ampia libertà di canto. Giuseppe Conte realizza un vero e proprio poema sul mare, nel suo perenne, inesorabile mutare e ricominciare: «La mer, la mer, toujours recommencée!» scriveva Paul Valéry; e nei capitoli di questo sorprendente libro, pur nell'estrema varietà degli scenari, domina la centralità assoluta del mare nella sua immensa energia reale e simbolica, negli impulsi che sa offrire a un'alta o profonda riflessione lirica. Il mare che inquadra, nella sua dinamica bellezza, il senso dell'esistere, che nel suo essere e nel suo moto, splendidamente anarchico, appare come un testimone impareggiabile. E lo è nei suoi colori stagionali, nei vari luoghi in cui il poeta stesso, dalla propria terra di nascita ai diversi porti delle sue esplorazioni, può contemplarne la meraviglia. Epico e quotidiano, il mare è come «la musica di ciò che accade» ed è una presenza totale e misteriosa nel passaggio di figure anonime, come nella vicenda del poeta che ne ammira e vorrebbe imitarne il movimento e ne resta ammaliato come da una divinità: «Mare la tua misura è l'infinito / e l'abisso, l'alto e il basso». Giuseppe Conte ha il merito di farsi e farci coinvolgere da una realtà a tutto campo, dove la vastità del mare trova eco nelle innumerevoli presenze vitali del circostante paesaggio, tra il veloce andare ridente dei bambini e lo zampettare dei passeri, che si tratti della Riviera Ligure o della baia di San Francisco. Quello che conta, ci suggerisce il poeta, è farsi catturare e assorbire dall'incessante rigenerarsi del mondo, di cui il mare è il più nobile e generoso emblema. -
Innamorarsi dell'amore
"Non posso definire l'amore; posso indicarti la via per farlo crescere, posso insegnarti come piantare una rosa, quanto innaffiarla, quanto concime darle, come proteggerla. E un giorno, all'improvviso, spunta il fiore e la tua casa è inondata di profumo. E così che l'amore accade."""" """"L'amore è la sola religione, la sola divinità, l'unico mistero da vivere e da comprendere. Nel comprendere l'amore, avrai compreso tutti i saggi e i mistici del mondo."""" """"Anziché pensare a come ricevere amore, inizia a darlo. Se lo dai, lo riceverai. Non esiste altra via.""""" -
Scar Tissue
Scar Tissue è l'autobiografia onesta e appassionata di Anthony Kiedis, autore dei testi e voce dei Red Hot Chili Peppers, una delle rockband di maggior successo al mondo. È il racconto di un'esistenza intensa. A volte, forse, persino troppo intensa. Cresciuto nel Midwest, a undici anni inizia una vita totalmente sballata nel sottobosco underground di Los Angeles. Fino a quando incontra la musica e per la prima volta la sua vita acquista un senso. Insieme a tre compagni di scuola fonda i Red Hot Chili Peppers, l'ultima vera rivoluzione sulla scena rock americana, l'unico gruppo capace di influenzare una intera generazione di musicisti venuti dopo di loro. Ma c'è un prezzo da pagare sia per il successo sia per l'eccesso. E così Kiedis ci racconta anche la morte per overdose dell'amico Hillel Slovak e la sua personale lotta contro la tossicodipendenza. Ma anche l'incontro con il Dalai Lama o il concerto a Woodstock davanti a mezzo milione di persone. Scar Tissue è tutto questo: essere tra gli dèi e toccare il fondo, vivere nella sfrenatezza per conoscere, forse un domani, la redenzione. -
Storia della stregoneria. Origini, credenze, persecuzioni e rinascita nel mondo contemporaneo
La storia della stregoneria si sviluppa nell'arco di molti millenni presso tutti i popoli del mondo. È una vicenda in cui si mescolano superstizioni e credenze popolari, tecniche di guarigione e arti magiche, disagio psichico e fanatismo religioso, tensioni sociali e volontà di controllare le coscienze, torture e persecuzioni, sogni e allucinazioni sia dei perseguitati sia dei persecutori. Quest'opera fornisce la visione più ampia della stregoneria nel mondo occidentale seguendo il filo rosso che va dalle leggi romane fino alla Wicca dei nostri giorni, gettando luce su una vicenda che ancora oggi inquieta e affascina. -
La faccia nascosta della luce
Daniele Bossari ha scritto un libro coraggioso, senza sconti, che esplora i luoghi più oscuri dell'animo. Ma è anche un libro d'amore, per la donna che gli è stata accanto, la figlia e tutte le altre stelle che possono guidarci fuori dal buio. rnrn«Non credevo di riuscire a tornare alla vita. Poi mi sono schiantato sul fondo del mio personalissimo abisso e sono andato in pezzi. Solo allora mi sono accorto che alcuni di quei pezzi erano schegge di luce: l'amore per mia figlia, l'unione profonda con mia moglie, la sacralità della mia famiglia; gli alberi che frascheggiano al vento, la sensazione del sole sulla pelle, i fiori nel nostro giardino.»rnrnrnÈ un paradosso, Daniele. In lui convivono il blues e il rock 'n' roll, il bianco e il nero, il buio e la luce. Grazie alla sua energia esplosiva e alla sua voce suadente ha realizzato da giovanissimo il sogno di lavorare come speaker in radio. Da quel momento è stato un crescendo: dopo la radio è arrivata la televisione, e con essa l'impressione nitida che la sua vita avrebbe potuto risplendere sempre, se solo avesse continuato a essere se stesso. Fino al momento in cui si è interrotta, la sua ascesa sembrava inarrestabile. Di fronte alle prime critiche, alle prime prese in giro, ai primi rifiuti, Daniele, improvvisamente indifeso, si è trovato a fare i conti con la faccia nascosta della sua luce: l'insicurezza, la fragilità di chi si sente nudo di fronte al mondo eppure a quel mondo vorrebbe andare incontro, il terrore di non essere all'altezza del palcoscenico che si era guadagnato, il timore di non riuscire a incanalare le proprie energie in modo positivo, ma solo per diventare la versione peggiore di sé – un uomo che vive nel totale isolamento, bottiglia di whisky alla mano, preda di quella che comunemente si chiama depressione. -
Il priorato dell'albero delle arance
Un mondo diviso. Un regno senza eredi. Un antico nemico che si risveglia. Tra draghi, lotte per il potere e indimenticabili eroine, l'epico fantasy al femminile per il nuovo millennio.rnrn«Giove onnipotente! Questo libro è fantastico» – Jay Kristoffrnrn«Un'autentica scorribanda narrativa. Il mio nuovo ""epica fantasy"""" favorito» – Laini Taylorrnrn«Ipnotico!» – The Washington Postrnrn«Un world building ricchissimo e affascinante. Un sontuoso """"epic fantasy"""" femminile che apre nuovi sentieri della narrativa» – The New York Review of BooksrnrnLa casata di Berethnet ha regnato sul Reginato di Inys per mille anni. Ora però sembra destinata a estinguersi: la regina Sabran Nona non si è ancora sposata, ma per proteggere il reame dovrà dare alla luce una figlia, un'erede. I tempi sono difficili, gli assassini si nascondono nell'ombra e i tagliagole inviati a ucciderla da misteriosi nemici si fanno sempre più vicini. A vegliare segretamente su Sabran c'è però Ead Duryan: non appartiene all'ambiente della corte e, anche se è stata istruita per diventare una perfetta dama di compagnia, è in realtà l'adepta di una società segreta e, grazie ai suoi incantesimi, protegge la sovrana. Ma la magia è ufficialmente proibita a Inys. Al di là dell'Abisso, in Oriente, Tané studia per diventare cavaliere di draghi sin da quando era bambina. Ma ora si trova a dover compiere una scelta che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. In tutto ciò, mentre Oriente e Occidente, da tempo divisi, si ostinano a rifiutare un negoziato, le forze del caos si risvegliano dal loro lungo sonno."" -
I miei anni con Freddie Mercury
Freddie Mercury è stato per vent'anni un protagonista assoluto della scena rock: leader dei Queen ma anche solista di successo, ha scalato le hit parade mondiali. Ma quale verità si celava dietro la scintillante facciata della fama, della ricchezza, della trasgressione? Chi era, in realtà, Freddie Mercury? Lo racconta la persona che ha diviso con lui sette lunghi anni: gli anni del trionfo e della felicità, ma anche gli anni della malattia, tenuta nascosta al mondo. Jim Hutton aveva conosciuto Freddie nel 1983, e solo dopo una serie di tempestose «false partenze» ne era diventato l'amante, all'inizio senza neppure sapere chi fosse Mercury. Per gli estranei Jim era soltanto «il giardiniere» che curava il parco della lussuosa dimora di Freddie a Kensington, ma gli amici più intimi sapevano che era «suo marito». E sapevano, soprattutto, quanto fossero forti la complicità, l'amore, la tenerezza che univa «la più strana coppia del rock». In questo libro Hutton svela il suo rapporto con Mercury, rievocandone i momenti felici e quelli drammatici, la vita pubblica e quella privata. Ciò che ne scaturisce è la visione privilegiata non solo dell'esistenza unica di una rockstar, ma anche e soprattutto il profilo dell'uomo. -
L' irriverente. Memorie di un cronista
In un ideale album dei ricordi, Vittorio Feltri traccia il ritratto, pungente e affettuoso al tempo stesso, delle persone che hanno lasciato un segno nella sua vita.rnrnMolto si sa del Vittorio Feltri giornalista, meno noti, invece, sono alcuni aspetti della sua vita privata e del suo carattere. Attraverso il racconto di amicizie indelebili strette nel corso degli anni e di aneddoti divertenti, questo libro svela un Feltri inconsueto e inaspettato. Molto si sa del Vittorio Feltri giornalista e della lunga e fortunata carriera che lo ha visto passare da un piccolo giornale di provincia al «Corriere della Sera», fino a diventare direttore di testate come «Libero» e «il Giornale» che, sotto la sua dirompente conduzione, si sono affermate tra i quotidiani più letti in Italia. Meno noti, invece, sono alcuni aspetti della sua vita privata e del suo carattere, perché tenuti gelosamente nascosti dietro l'immagine battagliera e spesso cinica che il direttore mostra in pubblico. Attraverso il racconto di amicizie indelebili strette nel corso degli anni e di aneddoti divertenti, L'irriverente svela un Feltri inconsueto e inaspettato: lo scopriamo involontario autore di un verso di Giorgio Gaber, oppure impegnato in chiassose partite a biliardo insieme a Nicola Trussardi negli anni dell'adolescenza o, ancora, votato a riportare sulla retta via il «fuoriclasse» amante del sushi Alberto Ronchey, che convertirà alla pastasciutta. Tanti sono anche i ricordi che lo legano a colleghi diventati poi veri amici, a partire dai direttori del «Corriere della Sera» Franco Di Bella e Piero Ostellino, fino all'inimitabile Gianni Brera – giornalista «massiccio, ricco e appassionato» –, che celebrò il loro incontro stappando una bottiglia di Grignolino. E ancora si avverte bruciare, in queste brevi pagine scritte a distanza di anni, l'indignazione per le vicende giudiziarie che coinvolsero Enzo Tortora e Angelo Rizzoli, ai quali Feltri non fece mai mancare il proprio sostegno pubblico e privato. Il tono impertinente e ironico che sempre vena i suoi scritti si stempera quando il direttore rivolge il pensiero alla propria infanzia, segnata dalla prematura perdita del padre e dai sacrifici della madre, costretta a provvedere da sola a tre figli piccoli, e alle lunghe vacanze estive a casa dello zio in Molise, dove le giornate a zonzo per il paese e l'uovo bevuto crudo dal guscio avevano un sapore di leggerezza e libertà mai dimenticato. Ma è solo un attimo, perché cedere al sentimentalismo non è certo una prerogativa di Feltri, che ancora una volta conferma di essere una delle penne più corrosive e anticonvenzionali della stampa italiana.