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Iasos. L'area a sud dell'agorà. Vol. 2: quartiere abitativo, gli edifici pubblici e il santuario (indagini 1967-1975 e 2007), Il.
Con questo secondo volume si conclude la pubblicazione degli scavi e dei monumenti dell'area a sud dell'agorà di Iasos, una città greca in Asia Minore. Il primo volume del 2016 ha riguardato il tempio di età tardo-classica che costituiva il punto centrale dell'area sacra attribuita ad Afrodite. Ora vengono presentate le indagini condotte fra il 1967 e il 1975 dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene, e un saggio stratigrafico realizzato nel 2007 dalla Missione Archeologica Italiana di Iasos. Gli scavi hanno messo in luce una consistente parte del peribolo dorico che circondava il tempio e l'edificio con esedre costruito nell'età di Commodo lungo il suo lato meridionale. Vengono poi esaminati gli edifici legati all'assetto monumentale dell'area: l'antico bouleutèrion e l'archeîon di età tardo-classica ed ellenistica, le mura e gli ingressi all'agorà. Sono anche discusse le fasi antecedenti alla realizzazione dell'area sacra, costituite da una necropoli della prima età del ferro e dalle strutture del quartiere abitativo che si sviluppò al più tardi in età arcaica. Completano il volume gli studi sulla decorazione architettonica del peribolo, su alcuni frammenti di pithoi. -
Gela. Il Thesmophorion di Bitalemi. La fase arcaica (scavi orlandini 1963-1967)
Il santuario posto sulla collinetta di Bitalemi a Gela è uno dei luoghi di culto demetriaci più noti nella Sicilia greca, grazie anche alla precisa possibilità di identificazione della divinità ivi venerata (Demetra Thesmophoros) menzionata in alcuni graffiti vascolari; la ricchezza e la particolarità dei suoi rinvenimenti hanno contribuito alla notorietà dell'area sacra. Il volume presenta l'attesa pubblicazione sistematica degli scavi condotti a Bitalemi da Piero Orlandini nelle campagne del 1963, 1964 e 1967. Il focus del volume è di tipo storico-religioso, date le circostanze eccezionali di rinvenimento dei depositi votivi protetti da una coltre di sabbia che li ha preservati in buono stato di conservazione. Viene dunque offerta una rapida presentazione dei rinvenimenti, comprendente le quasi tremila deposizioni rinvenute in situ e gli oggetti frammentari, non in deposito. Al catalogo fa seguito un rapido commento classe per classe, utile all'inquadramento degli oggetti rituali, composti nella maggior parte dei casi da vasellame importato e di fabbrica locale, oltre che da oggetti metallici, terrecotte e pesi da telaio. [...] -
Capua. Tombe orientalizzanti. Necropoli fornaci
Il volume analizza la fase orientalizzante dei Settori K, Strada e Q dell'importante complesso funerario di via delle Fornaci a Capua, indagato tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento da Werner Johannowsky. La necropoli costituisce l'evidenza archeologica più rilevante dell'antica città preromana anche per la continuità d'uso, coprendo un excursus cronologico che dal IX secolo a.C. fino giunge alla fine del V secolo a.C. I contesti qui presentati, inediti, consentono di arricchire e approfondire il quadro delle evidenze sinora noto per quest'epoca e permettono di osservare, anche a livello topografico, i comportamenti funerari lungo un arco cronologico di grande rilevanza, offrendo alcune novità utili per avvallare nuove ipotesi sullo sviluppo della necropoli di Fornaci nel suo complesso. -
I taccuini. Vol. 2: Riproduzione anastatica e trascrizione dei Taccuini 5-16
L’auspicata ragionevole continuità della pubblicazione dei Taccuini Orsi trova conferma in questo secondo volume, che confidiamo sia seguito, nei dovuti tempi, dai successivi per pervenire all’edizione completa dei ben 150 taccuini, che registrano la grandiosa attività svolta da Paolo Orsi e non solo in campo archeologico. Questo volume, dovuto sempre alla disponibilità e all’impegno dell’Accademia Nazionale dei Lincei, pubblica dodici taccuini, dal quinto al sedicesimo, in sequenza ai primi quattro. -
Mediterraneo. Gabriele Salvatores
Far vedere un film agli studenti che stanno imparando italiano è molto motivante, ma anche abbastanza difficile. Questa collana cerca di venire incontro a questo problema con una serie di Quaderni dedicati ai film italiani più famosi. Si individuano alcune scene chiave che vanno viste insieme alla classe. Gli studenti quindi entrano dentro la storia, conoscono i personaggi, si abituano alla varietà di italiano usata nel film, ci lavorano sopra - e poi possono passare alla visione completa del film, basandosi sulla comprensione globale delle scene non incluse nel quaderno. Questi volumetti comunque non riguardano solo il film, ma anche l'autore, il regista, i luoghi: interviste, snelle biografie, link su internet per approfondimenti, oltre che tutta una serie di attività relative all'analisi e revisione morfologica e sintattica e momenti di riflessione sul lessico, sui modi di dire e le frasi idiomatiche presenti nel film. In tal modo l'esperienza di qualche scena diventa una chiave d'accesso alla cultura italiana degli ultimi cinquant'anni, quelli che hanno visto sia la grande stagione neorealista, ma anche quelli del nuovo cinema italiano. -
Io non ho paura. Gabriele Salvatores
Far vedere un film agli studenti che stanno imparando italiano è molto motivante, ma anche abbastanza difficile. Questa collana cerca di venire incontro a questo problema con una serie di Quaderni dedicati ai film italiani più famosi. Si individuano alcune scene chiave che vanno viste insieme alla classe. Gli studenti quindi entrano dentro la storia, conoscono i personaggi, si abituano alla varietà di italiano usata nel film, ci lavorano sopra - e poi possono passare alla visione completa del film, basandosi sulla comprensione globale delle scene non incluse nel quaderno. Questi volumetti comunque non riguardano solo il film, ma anche l'autore, il regista, i luoghi: interviste, snelle biografie, link su internet per approfondimenti, oltre che tutta una serie di attività relative all'analisi e revisione morfologica e sintattica e momenti di riflessione sul lessico, sui modi di dire e le frasi idiomatiche presenti nel film. In tal modo l'esperienza di qualche scena diventa una chiave d'accesso alla cultura italiana degli ultimi cinquant'anni, quelli che hanno visto sia la grande stagione neorealista, ma anche quelli del nuovo cinema italiano. -
Meteoropatie e influenze lunari
La superficie della Terra può essere ripartita in un infinito numero di territori, ciascuno caratterizzato da vicende geo-atmosferiche e climatiche peculiari che ne hanno determinato l'aspetto specifico. Quale parte del tutto, ogni luogo è peraltro contemporaneamente testimone delle grandi vicende ambientali comuni. In questo senso, l'analisi della domanda dei servizi socio-sanitari registrati giorno per giorno in una cittadina delle prealpi, Rovereto, confrontata con gli eventi socio-demografico sanitari, può consentire di verificare le tesi che sostengono la diretta influenza degli elementi ambientali e bio-metereologici sulla salute della popolazione. E' questa la metodologia che è stata adottata nel presente volume. -
Il «simile» in medicina
"L'idea tradizionale del """"principio di similitudine"""" - anche noto come """"regola del simile"""" o semplicemente """"il simile"""" come in questo testo - afferma che una sostanza, capace di indurre la comparsa di una serie di sintomi in un organismo sano, è anche in grado, a certe condizioni, di curare quegli stessi sintomi se applicata in bassa dose. Tale principio empirico è profondamente radicato nella storia della medicina fin dai tempi della Scuola di Ippocrate e lo vediamo riaffiorare, nel corso dei secoli, in diversi paesi e culture. Anche oggi, in un'era super-tecnologica ed in Occidente, si osserva un'inattesa rinascita e diffusione delle pratiche mediche che su di esso si fondano, cosa che non cessa di far discutere il mondo sanitario ed accademico"""". (Dalla presentazione)" -
Il mediatore culturale linguistico: ponte tra le culture
Il nuovo assetto sociale che in progressivo aumento vede una sempre maggiore presenza di immigrati ha determinato una nuova tipologia di pazienti e un nuovo assetto sia organizzativo, attraverso la strutturazione del progetto sulla mediazione culturale, sia formativo attraverso i corsi di formazione a tutte le figure professionali dell.Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona ed esterni. L'obiettivo globale è far si che la figura del mediatore diventi una esigenza primaria nella relazione medico/infermiere e paziente di cultura altra. A tal fine è necessario che siano presenti mediatori di qualità e operatori sanitari pronti ad accogliere una nuova tipologia di pazienti che presentano bisogni culturali, religiosi e sociali diversi dai nostri. Il mediatore diventa quindi risorsa sia per la persona sia per il servizio che può così progettare degli interventi in grado di rispondere alle reali esigenze del soggetto. Questi percorsi formativi sull'umanizzazione e centralità del paziente, attraverso un approccio multidisciplinare, desiderano creare momenti di riflessione e migliorare la competenza degli operatori sanitari per fornire una assistenza secondo cultura. -
Social and emotional learning. Il valore dell'educazione socio-emotiva a scuola
Questo volume è il primo della Collana di Metodi e pratiche di ricerca dove ogni volume è sottoposto a referaggio a ""doppio cieco""""."" -
Reggimento alpini «Tagliamento». Diario storico militare
Il Diario Storico Militare del Reggimento Alpini ""Tagliamento"""" della R.S.I. annota con frequenza giornaliera o quasi i fatti e le situazioni che hanno maggiormente inciso nella vita e nell'attività dell'Unità, dalla sua costituzione alla lunga lotta sostenuta al confine orientale contro le formazioni partigiane slave. Il documento è stato redatto a mano su modulo regolamentare e secondo le direttive di massima già in vigore nel Regio Esercito, come si può appurare osservando le prime pagine del Diario."" -
Le due giornate di Ovaro. Friuli: cosacchi, partigiani e civili in un paese in fiamme (1-2 maggio 1945)
Primo e due maggio 1945. L'attenzione viene concentrata su questi soli due giorni con il proposito di ridare memoria alla controversa vicenda dell'eccidio di Ovaro. Viene così ricostruito lo scenario e la puntuale scansione dei tempi e degli eventi. La Liberazione è imminente. I poteri civili non sono stati rinnovati. Le diverse forze partigiane operano in assenza di un comando unico. La controparte, costituita dall'intero corpo cosacco di occupazione, si prepara all'esodo e usa una via di ritirata del tutto imprevedibile che coinvolge anche Ovaro. -
I cosacchi di Krasnov in Carnia
Ottobre del 1944. In Carnia, al seguito dell'Esercito tedesco, giunge un contingente militare di occupazione composto per lo più da cosacchi e caucasici che prende possesso del territorio e vi si insedia con le proprie famiglie. Viene così a crearsi una condizione di difficile convivenza tra popolazione locale e cosacchi sullo scenario della lotta partigiana e dell'occupazione tedesca. -
Atti, meriti e sacrifici dei Reggimenti Milizia Difesa Territoriale al confine orientale italiano. Caduti e dispersi dalla provincia di Trieste 1943-45
Ricordare a tutti gli italiani, quegli militari che, dopo la resa senza condizioni del regio Esercito (8 sett. 1943) avendo compreso come la nostra regione e le sue popolazioni fossero ormai alla mercè dei partigiani titini sloveni e croati, decisero di combattere e, combattendo morirono per l'Onore d'Italia e per l'italianità della Venezia Giulia. Questi soldati e i loro camerati che ebbero la sorte di sopravvivere alla vendetta delle barbarie balcanica, per troppi anni e da troppi connazionali sono stati volutamente dimenticati. -
Memorie di un 2° capo della Regia Marina
la resa di Pantelleria rappresenta un vero e proprio enigma, uno di quei misteri mai pienamente disvelati, che attraversano da sempre il sottosuolo carsico della storia d'Italia dalla sua unità. Perché il comandante in capo la piazzaforte di Pantelleria passò in poche ore dalla volontà di una difesa ad oltranza dell'isola alla resa senza condizioni? Eppure la volontà di resistenza dei reparti asserragliati nell'isola, malgrado i diuturni e martellanti bombardamenti subiti, era tutt'altro che fiaccata. -
Un soldato da ricordare tra grande guerra, Spagna, Russia e alpini della R.S.I.. Mache, Ermacora Zuliani
Ermacora Zuliani (1897-1958) ""Mache"""" per i soldati e per gli amici, ha percorso un periodo intenso della storia d'Italia, dalla Grande Guerra all'epilogo della seconda guerra mondiale, in coerenza di pensiero e in onestà di azione. La sua fedeltà alle sue convinzioni è dote che va sempre rispettata specialmente se si esprime in momenti e situazioni difficili in cui valori e comportamenti tendono al contrasto. Nella fase storica di un Friuli divenuto improvvisamente, per il volgere avverso degli eventi della seconda guerra mondiale, bastione e baluardo d'italianità, a tutela di tradizioni e valori radicati nel comune sentire, la sua figura assume rilevanza non secondaria per la volontà subito espressa e tenacemente perseguita di tentare per lo meno di limitare i danni di una situazione, sotto il profilo militare e politico, pesantemente compromessa. La figura di Zuliani meritava e merita di essere conosciuta e ricordata: è questo il fine che il presente lavoro persegue."" -
Porzûs. Due volti della Resistenza
Il 7 febbraio 1945 due formazioni di GAP garibaldini del Friuli, dipendenti da uno stesso Comando, quasi nelle stesse ore furono protagoniste di due ben diverse azioni di guerra: mentre a Udine 21 gappisti attaccavano audacemente le locali carceri e ne sgominavano, senza subire perdite, il munito presidio liberando così tutti i prigionieri politici ivi rinchiusi, a poco più di 20 chilometri a nord e precisamente nelle malghe di Porzûs tra Faedis e Attimis, un distaccamento gappista di 100 uomini catturava un intero Comando delle Divisioni Osoppo (formazioni partigiane facenti capo alla Democrazia Cristiana e al Partito d'Azione) e lo passava per le armi sotto l'accusa di attesismo e intesa col nemico. Diciassette gli osovani uccisi ""da mano fraterna nemica"""": due gli scampati. Viene qui ricostruita la storia di questo episodio, fra i più amari della Guerra di Liberazione ma assai illuminante per capire quali furono gli aspetti più contraddittori e drammatici della nostra Resistenza."" -
Campoformido 100. Cento anni dell'aeroporto di Udine attraverso le immagini. Ediz. illustrata
Cento anni! Questa è l'età dell'aeroporto di Campoformido. Cento anni che hanno assistito ai primi incerti voli condotti su macchine primitive e insicure, testimoni di una continua e costante evoluzione tecnologica fino ai voli quotidiani, compiuti dai piloti sportivi, su macchine collaudatissime e sicure. Per arrivare a questo risultato, gli uomini, i tecnici, i piloti e i progettisti che hanno profuso la loro opera a Campoformido sono passati attraverso due guerre mondiali e le conseguenti difficili fasi di ricostruzione e rinascita, attraverso l'epopea delle prime pattuglie acrobatiche, attraverso la difficile contrapposizione dei due blocchi e attraverso complesse e coraggiose sperimentazioni aeree. Periodi lunghi, intensi e difficili che hanno temprato generazioni di aviatori, animati sempre da una infinita passione per il volo che li ha accompagnati e spronati anche nelle giornate tristi. Questa raccolta di fotografie, molte delle quali inedite, vuol essere un omaggio a questi uomini senza i quali il nome di Campoformido non sarebbe mai stato elevato fra i luoghi simbolo della nostra aviazione. -
Storie di partigiani
Scritto negli anni bui dell'occupazione nazi-fascista, pubblicato da Del Bianco il 14 settembre 1945, quindi non appena terminata la guerra, a ""botta ancor calda"""" come si suol dire. Gli episodi narrati sono quanto l'autore (Gino Pieri, 1881 - 1952, di origine marchigiana), primario chirurgo all'ospedale civile di Udine, ha vissuto in prima persona e ascoltato mentre assisteva i feriti. La narrazione inizia nel novembre del '43 e si conclude ai primi di maggio del '45: un periodo, quindi, denso di avvenimenti e confusione seguito all'Armistizio dell' 8 settembre. Scritto con l'intendimento di fissare i ricordi che, con lo scorrere degli anni e la scomparsa di attori e testimoni, rischiavano di cadere nell'oblio, se non addirittura di andare perduti per sempre."" -
Sul ponte di Perati bandiera nera...
Il tenente Alceste Mainardis, comandante della 270ª Compagnia del Val Fella, ha scritto questo diario in terza persona, lasciando inalterati i nomi di alcuni personaggi e cambiando leggermente quelli dei maggiori protagonisti, ma in modo tale da renderli facilmente identificabili. Questo per la modestia dell'autore che non ha voluto attribuire a sé il merito di aver comandato con perizia, umanità e grande valore un'unità alpina che ha scritto con il sangue una pagina di Storia della sciagurata Campagna di Grecia. Il libro è dedicato al tenente Mainardis, alias ""Masso"""", al sottotenente Fantini, facilmente identificabile con il valoroso Aldo Fantina, Medaglia d'Oro al Valor Militare e agli altri umili protagonisti della 270ª Compagnia del Battaglione Val Fella (che nel diario è identificato con la 27ª Compagnia al posto della 270ª della realtà), affinché le loro sofferenze ed il loro sacrificio non cadano nell'oblio.""