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Il tramonto della cultura siciliana
Nell’Introduzione al volume su Il tramonto della cultura siciliana, Giovanni Gentile sostiene che l’isolamento culturale e sociale della Sicilia era cessato con la costituzione dello Stato italiano nel 1861. «L’Isola era stata sempre sequestrata, a causa del mare e della scarsezza dei commerci, da ogni relazione col resto del mondo», scrive e sottolinea Gentile. Il suo convincimento è basato sul fatto che la Sicilia è riuscita ad inserirsi nel contesto della cultura nazionale ed europea a seguito del conseguimento dell’unità politica avvenuta nel 1861. La posizione di Gentile sul modo di interpretare la storia dell’Italia in ogni caso risulta interessante, per il modo di rapportarsi ai tre rappresentanti (Pitrè, Salomone Marino e Di Marzo) della cosiddetta cultura siciliana del tempo. Nella Prefazione a Il tramonto della cultura siciliana, Gentile sottolinea che Pitrè, Salomone Marino e Di Marzo costituiscono «la triade degli scrittori più benemeriti e più rappresentativi della cultura siciliana del XX secolo». In effetti l’interesse da parte di Gentile per la cultura siciliana, nel 1917, non costituisce un episodio sporadico all’interno della sua produzione; proprio nel corso del 1915, sulle pagine della rivista «La Critica», Gentile si era occupato della ricostruzione storica e teorica della cultura siciliana nel contesto della cultura italiana determinatasi nella seconda metà del XIX secolo. -
Profili e ricordi
A trent'anni dalla scomparsa di Dino Pieraccioni viene qui proposta una silloge di suoi scritti, in parte già compresi nella raccolta Incontri del mio tempo del 1977, in parte scelti adesso dai curatori del presente volume. Ancora vivissime sono le pagine del carteggio con il suo grande maestro, il filologo classico Giorgio Pasquali; alle lettere di Pasquali a Pieraccioni sono qui unite quelle di Pieraccioni a Pasquali, edite ora per la prima volta da Augusto Guida. Ma ricchi di interesse e freschi nello stile sono anche i carteggi con Manara Valgimigli e con Mario Untersteiner, e i molti profili di studiosi - tra i quali Medea Norsa, Concetto Marchesi, Michele Barbi, Attilio Momigliano, Giuseppe de Robertis - o di uomini di fede più o meno noti, diversamente esemplari, come don Raffaele Bensi, don Giulio Facibeni, don Lorenzo Milani, il cardinale Elia Dalla Costa, Giorgio La Pira. Ricordi che - scriveva Giovanni Nencioni - «così raccolti fanno un'unità di memoria e di ambiente», un affresco di un'epoca ricca di cultura e di umanità. Corredano il volume un'Introduzione di Michele Bandini, una ricca nota bibliografica e diciotto fotografie. -
Destino dell'uomo e religione secondo l'illuminismo
Il volume è diviso in due parti: nella prima, condotta in dialogo con Lessing, ci si focalizza su una concezione della religione che trova nella libertà il suo momento sorgivo e rivelativo nella coscienza di ogni uomo, e che, nel suo dinamismo, si contrappone con decisione alla fissità del confessionalismo dogmatico; nella seconda, condotta in dialogo con Fichte, il concetto di trascendentale viene declinato nella sua valenza specificamente etico-religiosa, nel senso di una mistica oscillante tra i poli di un'identitas entis e di un'alterità della Trascendenza incomprensibile alla ragione calcolante umana e intuibile unicamente con il sentimento. Ne risulta, così, una tensione - fissata sintomaticamente nella categoria concettuale della ""religione secondo l'Illuminismo"""" - tra la volontà dell'individuo di cercare incessantemente la verità e la consapevolezza dei limiti della ragione umana in questa ricerca, sicché il destino dell'uomo consiste non soltanto in un costante perfezionamento etico, ma anche nell'abbandono a una Provvidenza e a uno spazio di Trascendenza che il cuore percepisce, agostinianamente, intimior intimo meo."" -
Temi e figure della complessità
Le vie della complessità sono molteplici e diverse e, in Italia, sono state percorse da più versanti sin dagli anni Ottanta del Novecento. Un sentiero peculiare della complessità - quello in chiave filosofica, che si è cercato di restituire nel presente volume - ha avuto tra i suoi principali protagonisti Giuseppe Gembillo. Allievi, amici, studenti hanno pensato di rendere omaggio al comune maestro, amico, professore con quest'opera che raccoglie molti dei saggi da lui pubblicati sui temi che, da diversi lustri, sono oggetto del suo interesse. -
Il dossier di Avignone (9 febbraio 1320-11 settembre 1320)
Nel Cielo delle stelle fisse san Pietro profetizza a Dante e al mondo il trasferimento della Curia Romana ad Avignone. Anche in cima al Purgatorio nel paradiso terrestre, il giorno prima, Beatrice e uno spettacolo enigmatico con più attori avevano preannunciato questa rivelazione (Purg. XXXII-XXXIII), ma nel Paradiso le parole di san Pietro sono esplicite. Dure, autorevoli: i Guaschi e i Caorsini saranno i prossimi pontefici (Par. XXVII 58-60). La parodia della salvezza è spaventosa. Il sangue di Pietro e dei primi papi martiri (Par. XXVII 40-42) verrà bevuto in un rito demoniaco (Par. XXVII 27). Nell'istante della rivelazione, datata 1300, tutto l'ottavo cielo diventa rosso scuro. Clemente V, il papa guasco (1305-1314), era già atteso in Inferno e sarebbe caduto a capofitto nella profonda bolgia dei simoniaci (Inf. XIX 82-87 e Par. XXX 142-148). Ma che ne è nella Divina Commedia del caorsino Jacques Duèse, papa con il nome di Giovanni XXII (1316-1334)? Succede infatti che l'unico documento storico in originale, segreto ma ufficiale, che contenga il nome di Dante Alighieri di Firenze sia proprio un documento della Curia di Giovanni XXII. Due cardinali nipoti del papa (Bertrand du Pouget e Arnaut de Via) e l'abate di Saint-Sernin di Tolosa (Pierre Le Tessier) sono i testimoni ad Avignone di una denuncia che coinvolge anche Dante: a Milano Matteo Visconti ha fatto costruire una statuetta-ymago d'argento di Giovanni XXII e la vuole distruggere con sortilegi. Nel 1320, giorno per giorno, un anno prima che Dante Alighieri muoia. Qui si pubblicano e si commentano i documenti dell'Archivio Apostolico Vaticano. E si dialoga con le domande che si pongono i dantisti, i lettori della Commedia, i filologi, gli archivisti e gli storici. Edizione critica, diplomatica e facsimilare. -
La mente di Leonardo
Con ""La mente di Leonardo"""", premio Viareggio per la saggistica 1954, Luporini rivendica la rilevanza filosofica (negata da Croce all'inizio del secolo) e scientifica (essa pure era stata revocata in dubbio) del pensiero del grande vinciano. Essa nasce non dalla costruzione di un sistema ma dal confrontarsi di Leonardo con problemi «carichi di avvenire» e «decisivi nella formazione del mondo moderno». Leonardo viene così presentato come una prima testimonianza, certo non priva di limiti, di quel nesso fra metodologia delle scienze della natura e filosofia destinato a divenire elemento caratterizzante dell'indagine filosofica dei secoli XVII e XVIII. Primo sperimentalista consapevole, capace di istituire un rapporto chiaro fra matematica e esperienza, Leonardo indaga la natura con un atteggiamento scevro da ipoteche religiose o magico-occultistiche e già partecipe di quell'ethos democratico che è proprio della scienza moderna."" -
«Il confine, il confine. Dov'è?». Theodor Fontane, Friedrich Nietzsche e il realismo tedesco
Il mondo rappresentato nei romanzi di Theodor Fontane e di Wilhelm Raabe è strutturato da confini rigidi, superare i quali comporta un prezzo molto alto qualora si imbocchi la strada di una certa eccentricità. Se è vero, secondo il celebre assunto di Lotman, che il testo narrativo è tale se almeno un personaggio attraversa la linea che separa uno spazio semantico da un altro, nella narrazione realista questa struttura è anche un centro ideologico fondamentale. La concretezza dell'idea di confine e di limite affiora fin dalla trama, e si palesa nella descrizione delle case e dei palazzi che fanno da sfondo alle vicende narrate. L'onnipresenza del confine evoca per contrasto il suo superamento, annunciando così quella semantica che Nietzsche, contemporaneo degli autori qui presentati, mobilita nei suoi scritti per demolire l'edificio dei luoghi comuni che gravano sulle nature meno addomesticabili. Il libro vuole mettere in luce questa affinità tra una letteratura e una filosofia che, nella Germania di fine Ottocento, condividono un orizzonte di esperienze storiche e culturali comuni che trova nella casa, in quanto spazio delimitato da confini tangibili, una delle sue metafore più pregnanti. -
Da Boccaccio a Landino. Un secolo di «lecturae Dantis». Atti del Convegno internazionale (Firenze 24-26 ottobre novembre 2018)
Argomento degli studi raccolti nel volume sono le antiche lecturae Dantis, quelle che per tutto il Quattrocento hanno fatto seguito alle letture pubbliche avviate da Boccaccio e che, mai oggetto di indagine sistematica, al più confinate nell'aneddotica localistica, hanno segnato a fondo e con continuità, e non solo a Firenze, la stagione immediatamente successiva a quella dei grandi commenti trecenteschi. Si tratta di un fenomeno complesso, tutto da recuperare nei termini specifici del suo svolgimento e in cui all'evidenza delle implicazioni ideologiche, tanto propriamente politiche che culturali e religiose, si uniscono sottili questioni giuridico-amministrative. All'obiettivo principale, che è naturalmente una collocazione non solo più piena ma anche più consapevole della 'presenza' e dell''uso' di Dante a Firenze nella stagione dell'umanesimo triumphans e dell'affermazione progressiva dei Medici, si affiancano altri più circoscritti e a quello direttamente connessi come la ricostruzione documentata della serie delle lecturae, la messa a fuoco delle logiche che di volta in volta le hanno promosse, la determinazione dei luoghi e delle modalità del loro svolgimento, lo studio delle figure professionali coinvolte. Quanto acquisito consente di cominciare a rispondere a domande del tipo 'perché leggere Dante', o anche 'per chi leggerlo', così come a quelle correlate 'come leggerlo' e 'dove leggerlo', che comportano risposte anche molto diverse nel succedersi delle stagioni e dei luoghi. Il che consente di recuperare quello spazio pubblico condiviso che è sia espressione e riprova della vitalità del culto di Dante sia anche un ponte in grado di collegare il Dante del singolo (del singolo lettore, esegeta, copista, miniatore) a quello 'di tutti'. Quel Dante fatto espressione prima di una città e poi di una nazione per essere riconosciuto oggi patrimonio universale. -
Nel Duecento di Dante
Il volume presenta un ampio affresco del mondo storico e umano della ""Commedia"""", attraverso la trattazione di una serie selezionata di personaggi riferibili principalmente al Duecento. Studiosi di letteratura e storici si confrontano, ora offrendo dei rinnovati profili dei personaggi, ora analizzandone aspetti e caratteristiche ancora inedite. L'insieme degli interventi, concepiti in origine per un convegno tenutosi presso la Società Dantesca Italiana, offre ampio materiale per approfondire alcuni dei principali nodi interpretativi del poema, affrontati attraverso un taglio interdisciplinare che mira a cogliere la complessità del mondo dantesco attraverso il campionario di umanità in esso rappresentato."" -
Per Enrico Fenzi. Saggi di allievi e amici per i suoi ottant'anni
Con questo volume, colleghi e amici rendono omaggio a Enrico Fenzi in occasione del suo ottantesimo compleanno. La varietà dei suoi interessi, la sua curiosità intellettuale, la profondità del suo sguardo critico hanno nutrito e guidato studiosi italiani e stranieri, che testimoniano qui il loro debito con il suo lavoro di ricerca sottolineando la vastità delle sue prospettive con l'ampiezza cronologica degli studi offerti. Naturalmente l'omaggio e il ringraziamento sono rivolti anche all'umanità del Maestro, alla sua gentilezza, e alla generosità disinteressata del suo magistero. Il volume è curato da Paolo Borsa (Université de Fribourg, Suisse), Paolo Falzone (Sapienza Università di Roma), Luca Fiorentini (Sapienza Università di Roma), Sonia Gentili (Sapienza Università di Roma) , Luca Marcozzi (Università di Roma Tre), Sabrina Stroppa (Università di Torino), Natascia Tonelli (Università di Siena). -
Utopie ed eterotopie. Rappresentazioni letterarie della Madrid della Transizione
Anche in Spagna, dove l'immagine della capitale nella letteratura è stata oggetto di numerosi studi e ricerche scientifiche, il tema della Madrid letteraria degli anni della Transizione democratica non è ancora stato sufficientemente sviluppato. Eccezion fatta per alcuni saggi pubblicati in riviste letterarie, non esistono monografie e/o volumi collettanei di carattere scientifico dedicati al tema specifico. Questo volume si configura come uno spazio di riflessione su alcuni aspetti relativi all'immagine letteraria della città di Madrid nell'epoca del passaggio dalla dittatura franchista alla democrazia (1975-1982), con particolare attenzione agli aspetti sincronici e diacronici delle rappresentazioni da parte degli autori che stanno assistendo al processo di Transizione politica, fino alla Madrid ricordata, quella che prende forma nei romanzi pubblicati negli ultimi vent'anni, a partire dalla fase revisionista che ha caratterizzato il più recente dibattito storiografico spagnolo. -
Gli egoisti
Nel corpus narrativo di Federigo Tozzi un romanzo come ""Gli egoisti"""" rivendica una posizione singolarmente originale. Affidandosi di nuovo alla scrittura e proiettandosi in un personaggio protagonista come il musicista Dario Gavinai, Tozzi aggiorna un proprio impegno allegorico, rappresentativo e decifrante, messo al servizio delle esigenze di quel """"romanzo interrogativo"""" così ben delineato, nelle sue mappe storiografiche di afferenza italiana ed europea, da Giacomo Debenedetti. Redigendo """"Gli egoisti"""" Tozzi scrive in effetti un ulteriore capitolo del suo ideale, unico, grande romanzo a sfondo autobiografico: la propria «vita scritta». L'elemento desunto dall'esistenza, letterariamente dislocato e rivissuto, investe in primo luogo, come di consueto, un inetto in balia delle sue velleitarie e insoddisfatte attitudini artistico-creative e dei suoi ambigui sentimenti. In un'ambientazione delle vicende non più senese ma romana, anche l'intero cast delle presenze convocate dalla trama rimanda puntualmente alla vita dello scrittore: da Albertina Marelli al Carraresi, dal Papi al Giachi. L'accertabile derivazione autobiografica non impedisce tuttavia a Tozzi di trascenderla e sublimarla in arte, facendo del racconto di una contrastata storia d'amore - una storia d'amore inaspettatamente a lieto fine e proiettata sugli espressionistici scenari di una Roma di primo Novecento - una rigorosa indagine delle profondità della psiche."" -
Oh bella libertà!
Prima traduzione italiana completa delle poesie di Elizabeth Barrett Browning, il libro segue la struttura dell'edizione Penguin, curata da Julia Bolton Holloway nel 1995. Oltre a tutti i poemetti (spesso d'argomento risorgimentale) e alle poesie composte in Inghilterra e in Italia, il volume contiene i due poemi maggiori: Aurora Leigh, nella traduzione canonica di Bruna Dell'Agnese, e Le Finestre di Casa Guidi (Casa Guidi Windows), nella traduzione integrale curata da Rosalynd Pio, assieme alla silloge completa dei Sonetti dalla Portoghese il cui titolo, finora travisato, è stato reso al femminile. Ogni poesia è corredata da brevi note introduttive ed esplicative dei contenuti e dei contesti, in base a una bibliografia aggiornata. L'Introduzione delle curatrici ripercorre la vita, l'itinerario poetico e la ricezione di Elizabeth Barrett Browning, nonché il suo coinvolgimento in favore dei diritti civili e libertari, e il ruolo attivo da lei assunto nel Risorgimento, ben riscontrabile nel poemetto Le finestre di Casa Guidi nel quale viene offerta una testimonianza diretta degli eventi del 1849 dalla sua casa di Firenze, città in cui scelse di vivere, costruendo un ""aureo anello"""", rimasto poi inalterato nel tempo, tra l'Italia e l'Inghilterra. Elizabeth è sepolta a Firenze nel Cimitero degli inglesi in una tomba monumentale disegnata da Lord Leighton, che volle rendere omaggio alla sua fama poetica, così come fece nel 1999 il regista fiorentino Franco Zeffirelli che l'ha immortalata nella prima sequenza del suo film Un tè con Mussolini."" -
Le postille alla «Naturalis Historia» (codice par. lat. 6802). Ediz. critica
Quando nel 1350 Francesco Petrarca acquistò una copia della ""Naturalis historia"""" di Plinio il Vecchio, l’enciclopedia latina divenne uno dei manoscritti più consultati della sua biblioteca. La varietà degli argomenti trattati nell’opera, miniera di informazioni storiche e scientifiche, sollecitò il lettore ad apporre migliaia di annotazioni nel codice, oggi conservato alla Bibliothèque nationale de France di Parigi (ms. Lat. 6802). La ricca postillatura, che si esprime in segni grafici di attenzione, note di critica erudita, osservazioni personali, confronti tra mondo antico e medievale, disegni, si svolse nel corso di vent’anni. Sull’immenso testo, connotato dal lessico raro proprio dei linguaggi tecnici e reso ostico dalla massiccia presenza di errori del copista, il lettore esercitò inoltre una campagna di emendazione che fa dei marginalia una testimonianza rilevante della fase aurorale della filologia. Il volume, nel presentare la prima edizione critica integrale e commentata delle glosse, apre una nuova prospettiva di studio sull’officina del grande umanista."" -
La meditazione tra essere e benessere. Non c'è mindfulness senza buddhismo
Meditazione: che cos'è? Meditare: perché? Un'esplorazione a tutto tondo della pratica di mindfulness, in un gioco di specchi che rimanda all'antica profonda origine della meditazione insegnata dal Buddha 2600 anni fa. Nelle pagine di ""La Meditazione tra Essere e Benessere"""" il ricercatore spirituale trova sostegno alla sua aspirazione, spunti di riflessione e, soprattutto, l'invito a coltivare i semi che nel libro sono gettati, trasformandoli in viva esperienza personale."" -
I Garibaldi dopo Garibaldi. La terza generazione e le sfide del Novecento
«I Garibaldi dopo Garibaldi. La terza generazione e le sfide del Novecento è un volume coraggioso, per nulla celebrativo o conciliante, che affronta con precisione, equilibrio e senza timori reverenziali nodi assai delicati. I saggi si concentrano sulla terza generazione, quella dei nipoti di Giuseppe e Anita [...] rispetto alle cui vicende è però impossibile prescindere dalle scelte del padre Ricciotti e dalla lettura che egli diede della tradizione garibaldina con tutte le ricadute pubbliche e private che ne conseguirono. E in effetti, superando vuote rappresentazioni eroicizzanti (e in fondo disumanizzanti), la dimensione privata e familiare entra a pieno diritto nelle pagine che seguono, non quale nota di colore o dettaglio aneddotico, ma come una delle chiavi di lettura di scelte politiche e come sostanza profonda, insopprimibile, nei percorsi di chiunque si sia trovato a vivere esposto alla bufera delle tragedie e delle lotte del Novecento italiano, europeo, globale». (Dall'Introduzione di Eva Cecchinato) -
Scritti critici
Primo volume: I tre volumi di ""Scritti critici"""" dell'insigne studioso Giovanni Sinicropi (1924 - 2019) raccolgono per la prima volta saggi editi e inediti. Insieme alle sue esemplari edizioni critiche delle """"Novelle"""" di Giovanni Sercambi (1972 e 1995) e al """"Saggio sulle Soledades"""" di Góngora (1976, di prossima ripubblicazione in spagnolo) essi offrono al pubblico la testimonianza di oltre mezzo secolo di riflessioni svolte da un pensatore profondo e originale. Il primo volume riunisce saggi teorici elaborati da Sinicropi negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. La semiotica moderna (scaturita dalla logica classica e medioevale da una parte e, dall'altra, dalle intuizioni della linguistica saussuriana, con i suoi ulteriori sviluppi) fu la matrice del pensiero filosofico e critico di Sinicropi, così come del metodo che ne derivò. Un metodo - va sottolineato - consono all'impegno profuso da questo studioso per affrancare il più possibile la teoria e la critica letteraria dalla soggettività del singolo interprete, che egli riteneva insufficiente a una precisa comprensione del testo. Sempre originale, spesso difficile ma anche illuminante, il Sinicropi intraprende una lettura critica di Propp, Greimas e altri grandi esperti del settore, fornendo un'analisi in molti casi foriera di nuove proposte e modelli, sino alla graduale conquista di una propria visione complessiva della narratologia. Secondo volume: Il secondo volume degli """"Scritti critici"""" comprende gli studi sul Sercambi e alcune riflessioni sulla Lucca del Quattrocento. Lo studio del personaggio storico, delle opere narrative e dell'uomo politico lucchese ha segnato tutto il percorso di ricerca intrapreso da Sinicropi, coincidendo con la sua formazione sia come acuto filologo - le due edizioni delle """"Novelle"""" ne sono egregia testimonianza - sia come critico letterario delle forme narrative. Queste pagine riproducono anche l'edizione critica della """"Nota a Voi, Guinigi"""", in cui Sinicropi illustra la portata innovativa dell'opera, anticipatrice delle idee mercantilistiche dei secoli XVII e XVIII, grazie a un atteggiamento che precorre Machiavelli e Guicciardini nel suo rivelarsi affrancato dal pensiero giuridico-morale di impostazione scolastica. Terzo volume: Il terzo volume degli """"Scritti critici"""" spazia dagli studi su Pirandello - autore caro e per certi versi affine a Sinicropi - a quelli su autori (compresi Alfieri, Betti, Foscolo, Gravina e Verga) rappresentativi di un ampio arco temporale, dal XVIII al XX secolo, per poi concludere con articoli sulla cultura nordamericana e altri cinque inediti. Oltre a testi relativi al cinema e al teatro, queste pagine includono un inedito sulla figura del 'peregrino errante' nelle """"Soledades"""" di Góngora, da cui Sinicropi prenderà spunto per la sua monografia su quell'opera, apparsa nel 1976."" -
Il concetto di contemporaneo tra filosofia e scienze. Da Croce a Prigogine
Questo volume disegna un percorso che, in sette tappe, attraversa la storia del pensiero filosofico e scientifico del Novecento con lo scopo di indagare possibilità diverse di declinare il medesimo concetto: il contemporaneo. Disegnato in tal senso, l’itinerario della riflessione prende avvio dalla prospettiva filosofica, attraverso lo storicismo di Croce e la logica transazionale di Dewey; prosegue con l’approccio scientifico, ripensando il concetto di tempo in Einstein e l’ordinamento della realtà secondo Heisenberg; si conclude con il punto di vista epistemologico, con la riflessione sull’organizzazione della vita in Morin, con la teoria dell’autopoiesi di Maturana e, infine, con la contemporaneità del divenire di uomo e natura in Prigogine. -
Maria Malibran. Vita straordinaria di una diva
Questo è il racconto della vita di una diva, di una straordinaria interprete del teatro ottocentesco. Una storia vera, appassionante però come un romanzo. Maria Malibran (1808-1836), voce prodigiosa, celebrata dalle maggiori personalità del tempo, fu una donna audace e impegnata, dal carattere controverso e volitivo che non le impedì di essere anche un esempio di generosa umanità. Un'infanzia sofferta, un matrimonio sciagurato, una parabola gloriosa culminata con una morte tragica e prematura dai contorni poco chiari. La Malibran ha consumato la sua breve esistenza raccogliendo una fama senza precedenti, incantando le platee, suscitando manifestazioni di fanatismo che, per la prima volta nella storia della musica, raggiunsero forme di isteria collettiva simili a quelle delle moderne popstar. -
L' osso, l'anima
A distanza di quasi sessant'anni dalla sua prima uscita, torna uno dei libri di poesie più significativi del secondo Novecento: L'osso, l'anima di Bartolo Cattafi. Vertice indiscusso della poesia cattafiana, L'osso, l'anima - ha scritto a suo tempo Giovanni Raboni -, sfiora, «in continua tensione con l'inconoscibile e l'ineffabile, i limiti stessi della comunicazione». Il lettore si troverà così di fronte allo stile inconfondibile di Cattafi, fatto di metafore allarmate, immagini inquietanti e chiuse taglienti, in un percorso esistenziale segnato da una profonda religiosità. Con questa nuova ristampa, attesa ormai da anni, si dà inoltre il via alle celebrazioni per il centenario della nascita di Cattafi.