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«Profonda magia». Vincolo, natura e politica in Giordano Bruno
"Profonda magia"""" è un percorso a ritroso nella filosofia naturale e politica di Giordano Bruno, che ricostruisce la nozione di vincolo dagli ultimi scritti magici ai dialoghi italiani e alle prime opere latine. L'esigenza che muove la ricerca è quella di rintracciare nell'esperienza intellettuale e biografica del Nolano quale sia e come si costituisca la relazione tra filosofia naturale e politica. L'autore indaga se la riflessione politica possa essere slegata dallo studio della natura, o se trovi piuttosto la sua origine e il suo sviluppo nel cuore stesso della physis. Per compiere quest'operazione egli isola e analizza quale sia la funzione che la nozione di vincolo assume tra la riflessione filosofico naturalistica e politico-antropologica. Ne risulta una ridefinizione della magia che è profonda non perché tesa verso il prodigioso, l'occulto e il soprannaturale, ma perché è la natura stessa, forza vincolante che lega e riconduce i suoi molteplici volti alla sua infinita unità." -
Pensare la soggettività pratica. Percorsi tra Ricoeur e Fichte
Il volume prende spunto dalla contemporanea ""epoca agitata"""" nella quale l'identità soggettiva risulta messa in gioco nel suo contenuto, nei suoi limiti e nelle sue possibilità. Pertanto, esso vuole ripensare i lineamenti di un'ontologia della soggettività, nella forma di un'ontologia relazionale dell'identità, che vede il soggetto costituirsi come soggettività pratica in grazia del riconoscimento reciproco e della relazione con l'altro. A tal fine - facendo interloquire criticamente le istanze più contemporanee che nascono in seno al pensiero di Ricoeur (1913-2005) con il contributo dell'approccio trascendentale di Fichte (1762-1814) - il volume istituisce dei percorsi che procedono dal problema della soggettività - attraversando il campo della riflessione, della necessaria riappropriazione del sé e della coscienza come compito - alla relazione della soggettività con alcune dimensioni dell'alterità - il corpo proprio, l'alterità dell'altro e l'estraneità interiore - fino alla definizione di una soggettività pratica nella prospettiva etica del riconoscimento, della persona e dell'ontologia relazionale."" -
Jacob Bernays e l'interpretazione medica della catarsi tragica
Nel 1857 il grecista tedesco di origine ebraica Jacob Bernays pubblicò il saggio ""Lineamenti del trattato perduto di Aristotele sull'effetto della tragedia"""" in cui proponeva - in polemica con una secolare tradizione ermeneutica - un'interpretazione fortemente innovativa del concetto di catarsi tragica. Per lo studioso la categoria di katharsis utilizzata da Aristotele nella Poetica non ha alcuna valenza di tipo morale o estetico, ma va intesa in un senso medico-biologico come """"depurazione"""", """"liberazione da un'affezione patologica"""". In tale prospettiva il meccanismo catartico consisterebbe nel produrre artificialmente sul pubblico a teatro un eccesso di passioni per poi provocarne l'eliminazione, così da neutralizzare lo sconvolgimento dell'animo e ristabilire un'armonia emotiva. L'interpretazione di Bernays suscitò vivaci polemiche in quanto liquidava i modelli ermeneutici prevalenti di Lessing (catarsi aristotelica come processo di purificazione morale con effetti edificanti sullo spettatore) e di Goethe (catarsi come fenomeno puramente estetico). La grande maggioranza degli specialisti di tragedia greca respinse la spiegazione dell'effetto catartico come fenomeno medico-biologico."" -
Azione e imputazione in Hegel alla luce dell'interpretazione di Karl Ludwig Michelet
La filosofia del diritto di G.W.F. Hegel rappresenta, sia nella versione enciclopedica sia nel compendio apparso a Berlino nel 1820, il luogo teorico in cui è esposta la filosofia pratica hegeliana, un terreno, non privo di ostacoli, in cui si intrecciano questioni di diritto, di morale e di politica. Dedicandosi alla teoria hegeliana dell'azione e dell'imputazione, che negli ultimi trent'anni ha assunto un ruolo preminente tra i temi dibattuti dalla Hegel-Forschung, il volume qui pubblicato chiarisce il significato di passi e concetti problematici, nonché di frammentarie annotazioni apposte da Hegel a margine del suo esemplare dei ""Lineamenti di filosofia del diritto"""": a questo scopo l'autrice si serve non solo delle tradizionali fonti secondarie, come aggiunte e appunti degli studenti relativi alle """"Lezioni di filosofia del diritto"""", tenutesi ad Heidelberg e a Berlino dal 1817 al 1931, ma, in particolare, presenta le riflessioni dell'allievo di Hegel, Karl Ludwig Michelet, il quale sviluppò, su consiglio del maestro, il tema dell'imputazione dell'azione, attuando una trasposizione delle categorie hegeliane in ambito giuridico, recuperando inoltre e facendo fruttare i concetti aristotelici di volontarietà e involontarietà. Tale originale passo esegetico consente di inserire le riflessioni hegeliane all'interno del dibattito giuridico-morale dell'epoca sul tema, offrendo una reinterpretazione di annotazioni e di passi della filosofia dell'azione hegeliana rimasti finora per lo più oscuri."" -
Nietzsche e Schumann. Musica, scrittura, forma e creazione
Amore giovanile di Nietzsche, poi oggetto di critiche aspre e di un rifiuto senza appello, Schumann fu probabilmente per il filosofo di Röcken un'esperienza più importante e duratura di quanto normalmente non si riconosca. Mediante un paragone con l'elaborazione e organizzazione delle forme brevi in Schumann, la prima parte del volume propone una lettura della filosofia nietzscheana e della sua predilezione per la forma breve collegandole coerentemente con l'istanza della polemica antifilistea propria anche di Schumann e analizzandone potenziale e contraddizioni nel quadro di una teoria dell'emancipazione, contro ogni lettura strettamente formalistica della scrittura nietzscheana. La seconda parte esamina la posizione di Schumann nel quadro di una riflessione complessiva sulla musica che fa i conti con la tensione tra norma e trasgressione, ordine e demonico, controllo ed eccesso. Con ampie analisi che vanno da Bach a Nietzsche, individua così nella musica schumanniana il centro di un'operazione di scrittura che non è più evocazione di affetti ma loro metamorfosi in sorgenti del linguaggio musicale. La creatività schumanniana, lungi dal poter essere allora classificata (seguendo Nietzsche) come reattività e piccineria nazionale, appare piuttosto alternativa profonda e radicale, per quanto non aproblematica, all'oltrepassamento dionisiaco nietzscheano. -
Tre studi platonici
Gli studi qui raccolti costituiscono una testimonianza dei produttivi rapporti che Konrad Gaiser ebbe con l'ambiente culturale italiano negli anni Ottanta del secolo scorso. L'articolo sulla teoria dei principi, lezione tenuta all'Università di Roma su invito di Gabriele Giannantoni, riassume efficacemente in poche e dense pagine le posizioni fondamentali dell'interpretazione esoterica di Platone proposta dalla scuola di Tübingen. Platone come scrittore filosofico, monografia che raccoglie una serie di lezioni tenute da Gaiser presso l'Istituto Italiano di Studi Filosofici nel marzo 1982, ha rappresentato uno degli studi più influenti nel campo dell'interpretazione letteraria di Platone, coniugando nel modo più felice gli aspetti drammatici e il contenuto filosofico dei dialoghi. Il saggio sul paragone della caverna, originariamente pubblicato tra le Memorie dell'Istituto, oltre ad analizzare il significato filosofico del celebre mito platonico, contiene una raccolta di rielaborazioni ed echi dell'immagine in autori antichi e moderni, presentandone una visione d'insieme originale e inedita. -
«Il primo fonte della felicità umana». Leopardi e l'immaginazione
Il presente volume è dedicato a uno dei concetti centrali dell'universo teorico e poetico di Giacomo Leopardi: l'immaginazione. Indagare l'immaginazione, infatti, significa analizzare i rapporti tra la filosofia e poesia, l'amore, la ricordanza, l'imitazione, il senso dell'animo, e ancora la visione e il segno pittorico, l'attitudine pratica ad agire moralmente e politicamente. Le indagini contenute in questa raccolta di saggi, curata da Ludovica Boi e Sebastian Schwibach, sono rivolte non solo ai testi leopardiani, nell'intento di contribuire a una comprensione più circostanziata e storicamente pertinente del pensiero di Leopardi, ma anche ad alcuni interpreti finora poco studiati (Paolo Marzolo, Giovanni Vailati, Aldo Capitini) oppure qui indagati sotto nuove prospettive (Friedrich Nietzsche, Giuseppe Rensi, Giovanni Gentile, Piero Bigongiari, Toni Negri, Emanuele Severino), arricchendo così la storia del leopardismo filosofico. -
La pratica teorico-politica della rivista tra Ottocento e Novecento. Studi a partire dalle riviste dell'Emeroteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Il volume, curato da Giovanni Campailla e Antonio Del Vecchio, raccoglie i risultati delle ricerche condotte su alcune delle pubblicazioni periodiche più significative presenti nell'Emeroteca di Palazzo Serra di Cassano, nell'intento di far conoscere al pubblico il considerevole patrimonio bibliografico dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Idea condivisa dalle singole ricerche è che le riviste non possano essere studiate isolatamente dalla congiuntura storica e politica in cui sono nate e si sono sviluppate, poiché è nel loro contesto che si delinea la loro forma e funzione. L'attenzione si è concentrata su due periodi: gli anni precedenti e successivi al 1848 in Italia (il «Museo di letteratura e filosofia» e il «Museo di scienze e letteratura», il «Poliorama pittoresco», «L'Arlecchino», il «Giornale napoletano di filosofia e lettere») e in Francia («L'Écho de la fabrique») e i tre decenni successivi alla seconda guerra mondiale nel campo della Sinistra politica («Socialisme ou barbarie» e «Les Révoltes logiques» In Francia, le molte riviste della Nuova sinistra italiana, come «Quaderni Rossi» e «quaderni piacentini»). -
Del governo della peste e delle maniere di guardarsene
Il Trattato della peste (1714) è l'opera di Muratori che ha conosciuto più edizioni, fino agli anni Trenta del XIX secolo. Da allora in poi non ha più circolato in forma integrale. Qui è presentata a partire dalla seconda edizione (Modena, 1722), curata dallo stesso Muratori. Il libro è uno spaccato di vita sociale di Ancien régime, un esempio impressionante di aggiornata erudizione medica, una gustosa raccolta di ricette e di pratiche antipestilenziali, una ricca esposizione di problemi di diritto canonico. Ma soprattutto è esempio di un approccio alla politica operoso, sobrio e pratico, che fonda la propria razionalità sul concorde governo sia civile sia ecclesiastico dei corpi individuali e collettivi di una società storicamente e concretamente strutturata, sostenuta nel proprio ordine tanto dal Principe e dai suoi magistrati, quanto da Dio e dalla Gerarchia. La peste è quindi il rovescio dell'ordine civile, il contrario della pubblica felicità, ma non è la verità ultima delle cose umane. Non ci sono in Muratori né il nichilismo barocco né l'ottimismo illuministico: la peste non è un'eccezione dissolvitrice ma un'emergenza, un triste accadimento possibile, a cui far fronte... -
Vindiciae contra tyrannos. Il potere legittimo del principe sul popolo e del popolo sul principe
Le Vindiciae contra Tyrannos, pubblicate in latino nel 1579 e in francese nel 1581, appartengono alla ricca letteratura militante prodotta in Francia durante le guerre civili di religione, ma non sono un semplice occasionale pamphlet, concorrendo significativamente al dibattito che si sviluppa intorno all'idea moderna di sovranità. Stephanus Junius Brutus, pseudonimo sotto il quale si cela l'autore delle Vindiciae (Philippe Duplessis-Mornay o Hubert Languet tra le congetture più accreditate, senza peraltro escudere l'ipotesi della collaborazione di più autori) milita nel campo calvinista fra i cosiddetti 'monarcomachi', pensatori che, senza mettere in discussione la monarchia come forma di governo, pongono limiti importanti al potere sovrano, ritenendo l'assenza di limiti peculiarità inequivocabile della tirannide. Si affermano in tal modo diritti inediti sulla base di un doppio contratto fra Dio, re e popolo, e fra re e popolo, che proprio nelle Vindiciae viene teorizzato. -
Paideia, mito e pubblico. Il valore educativo e politico dei miti di Platone
Alla luce della concezione di fissità della natura umana difesa da Platone nella Repubblica, il volume indaga la relazione che intercorre tra alcuni miti platonici e gli effetti che il loro contenuto hanno sul pubblico. In base a interessi, stati emotivi, capacità intellettive, gli uomini possono essere distinti in moltitudine, filosofi, guerrieri: si tenterà, dunque, di ricostruire l'identità dei fruitori preferenziali che Platone potrebbe aver avuto in mente per un particolare racconto. Attraverso precise strategie narrative, si mostrerà come Platone avesse cercato di educare queste tre compagini umane così da spingerle a sviluppare le virtù loro proprie e a diventare cittadini perfetti: alcuni miti platonici assumono, quindi, un valore educativo e politico. Oggetto di analisi saranno il racconto escatologico di Er che chiude il libro X della Repubblica, il discorso sul Demiurgo e sulla genesi del cosmo riportato nel Timeo e la celebre storia di Atlantide presente nel Crizia, il cui pubblico primario sarebbe composto, rispettivamente, dalla moltitudine, dai filosofi, dai guerrieri. -
La logica del capitale. Ripartire da Marx
La teoria del capitale di Marx è un'analisi della modernità nel suo complesso: economia, ideologia, conflitto sociale, metodo scientifico, ecc. sono aspetti di una articolazione unitaria. L'indagine della sua struttura logica è l'oggetto di questa ricerca. In tale prospettiva l'autore affronta temi tradizionali tra cui la teoria del valore e della trasformazione, la sussunzione del processo lavorativo sotto il capitale, il ""capitale in generale"""" e i cambiamenti del piano originario, la caduta tendenziale del saggio del profitto, la dimensione finanziaria del capitale sviluppato e il metodo dialettico ed il suo svolgimento. La ricerca è stata svolta alla luce della nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels (Marx-Engels-Gesamtausgabe – MEGA); essa ha messo a disposizione per la prima volta migliaia di pagine di manoscritti inediti che hanno modificato radicalmente il panorama interpretativo."" -
Spirito e tempo. Commentario della Fenomenologia dello spirito
Viene proposto un commentario del capitolo conclusivo della Fenomenologia dello spirito dedicato al sapere assoluto. Si tratta di un luogo unico, che nel ripercorrere con un massimo di intensità il cammino fenomenologico, offre un accesso privilegiato alla trama più profonda del capolavoro hegeliano. Attraverso un'interpretazione analitica, intenta a dipanare le difficoltà di linguaggio di Hegel, vengono affrontate alcune delle questioni centrali del suo pensiero. Innanzitutto ad essere indagato è il confronto della filosofia con la religione, in modo da far emergere il tema della forma scientifica del conoscere, vale a dire il senso del sapere assoluto, in quanto concetto della scienza speculativa e dimensione privilegiata della sua giustificazione. Si affronta quindi la problematica del riconoscimento, che oltre a fornirci una chiave di lettura dell'intera Fenomenologia, si proietta, con le sue implicazioni antropologiche e politiche, nel cuore dello spirito oggettivo hegeliano, illuminandolo in tutto il suo spessore di filosofia della storia. -
Essere e non essere. Felicità, natura e conoscenza nel pensiero di Leopardi
Nel pensiero di Giacomo Leopardi è presente una notevole dimensione filosofica, o meglio di ""critica della filosofia"""", sulla quale sono state avanzate numerose ipotesi. La presente ricerca è un lavoro di scavo sui materiali teorici che si sono rivelati decisivi per la costruzione di quello che il poeta stesso definiva «il mio sistema»: ossia il pensiero naturalistico e scientifico, con le annesse problematiche filosofiche, morali e teologiche. Ne emerge una immagine della Natura quale risultato delle scienze moderne, una precisa concezione dello statuto e dei limiti della conoscenza, e, soprattutto, una chiara nozione del carattere problematico della felicità umana. Con queste idee Leopardi ingaggia un continuo confronto critico, che mette in luce il contrasto fra matematizzazione della realtà e vita, fra calcolo e misura (cioè limite) e desiderio illimitato di felicità. Di qui l'idea finale che, di necessità, nel mondo «Tutto è male». Di qui, ancora, la dialettica fra essere e non essere e la preferenza nei confronti del non essere."" -
Il maestro e il pandemonio. Tre studi su Vico e il pensiero francese
I tre studi qui proposti intendono riattraversare il faticoso cammino della ricezione vichiana nel pensiero europeo, articolandosi a partire da un contesto, quello francese, che coincide al contempo con l'origine e con uno degli approdi più rilevanti del'itinerario dell'opera di Vico. Se, infatti, da un lato, la riflessione vichiana emerge dalla ricezione critica del cartesianesimo francese (Descartes, Malebranche, Gassendi), la cui scuola dominava a Napoli già a partire dalla seconda metà del XVII secolo, dall'altro, è proprio dalla Francia che si origina il riscatto e la ""gloria"""" di un insegnamento ricchissimo, quanto complesso e stratificato."" -
Scritti sulle politiche sociali, fiscali e della concorrenza comunitaria
Le difficoltà economiche che diversi Stati europei hanno vissuto negli ultimi anni, le distorsioni dei mercati europei e la trasformazione della famiglia, costituiscono i principali temi affrontati in questo libro. In particolare, si analizzano il meccanismo europeo di stabilità, il patto euro plus, la lotta all'evasione fiscale, il lancio di politiche sociali attive (e le misure inerenti), il rilancio del mercato unico europeo. La politica degli aiuti di Stato nel diritto comunitario costituisce uno dei basilari strumenti previsti dall'ex Trattato CE finalizzati al corretto funzionamento del mercato. Tuttavia, l'azione della Comunità, volta ad attuare ""un regime inteso a garantire che la concorrenza non sia falsata nel mercato comune"""", non sarebbe efficace se fosse perseguita unicamente mediante i divieti ai comportamenti anticoncorrenziali delle imprese. Quindi, per combattere le discriminazioni e tutto ciò che esse provocano, c'è bisogno di posti di lavoro di qualità, di maggiori investimenti nel capitale umano e sociale, e di riforme sulle politiche fiscali europee."" -
La tribù e il talento. Traiettorie della cittadinanza nell'epoca della globalizzazione
L'evoluzione del profilo di cittadinanza costituisce uno degli argomenti più significativi per l'analisi sociologica e per ogni lettura del mutamento sociale in corso. La pressione esercitata dai processi di globalizzazione ha posto in gioco uno dei pilastri sui quali si regge il modello: il suo nesso col principio di nazionalità. A partire da ciò si è avviato un vasto percorso di ripensamento che riguarda non soltanto la teoria sull'oggetto, ma anche le sue molteplici espressioni nelle società concrete. Con la conseguenza di mettere in gioco la tradizionale natura individuale/universale del profilo di cittadinanza, sottoposta oggi a due spinte contrapposte. Da una parte i particolarismi di gruppo, che negoziano diritti per l'individuo soltanto in quanto facente parte del gruppo stesso. Dall'altra i profili individuali ultra-privilegiati, capaci di negoziare soltanto per sé pezzi di cittadinanza. La proposta teorica contenuta in questo libro è che entro questa contrapposizione fra gli estremi della tribù e del talento avvenga il grande processo di mutamento del profilo di cittadinanza. Un percorso nel quale si tratta di tracciare da capo le mappe istituzionali, culturali e cognitive del profilo di membership. -
Favelas. Il Brasile della città informale tra esclusione e partecipazione
Favelas, villas miserias, barrios, slums, bidonvilles, sono alcuni dei nomi con cui viene indicata nelle diverse parti del mondo la città degli esclusi, dei poveri, la città che trova una soluzione autonoma, autoprogettata e autocostruita, la città della precarietà delle abitazioni, della carenza infrastrutturale e del degrado ambientale. Favela è sinonimo fin dal 1900 di povertà e delinquenza, di degrado e traffico di droga. Nascere nella favela è ""squalificante"""", significa vivere sulla propria pelle la povertà e la violenza ma anche il razzismo e la difficoltà di accesso alle differenti opportunità di sviluppo personale. Questo rivela che la città informale, lungi dall'essere un problema prettamente urbanistico, rappresenti una questione fondamentale per tutta la società ed una delle sfide più importanti della democrazia. Nel contesto italiano questo libro viene alla luce in un momento di rinnovato interesse verso il Sud del mondo e verso le dinamiche che interessano le sue megalopoli, per colmare, anche se in piccolissima parte, la lacuna di studi su queste tematiche."" -
Non sarò mai vecchio
Aldo, Margherita, Cosimo e Federica sono quattro teenager vivaci, curiosi e irriverenti, alle prese con un mondo al quale non riescono a omologarsi. Esasperati dalle contraddizioni degli adulti e dalla superficialità di molti coetanei, imbastiscono un progetto spregiudicato quanto coraggioso... ""Non sarò mai vecchio"""" offre, con spirito umoristico e iperbolico, un affresco degli adolescenti italiani al tempo della crisi: ingenui, geniali e incompresi, in bilico fra sogni impossibili e amara realtà. Si ispira alla poesia """"Lentamente muore"""" di Martha Medeiros."" -
Mitologia degli Orixás. Le divinità della natura dall'Africa al Brasile
Un'antologia tanto originale quanto ricca di spunti e di insegnamenti. Sono stati trascritti i miti orali della tradizione africana, ovvero le gesta degli dèi che costituiscono la base della religione del candomblé, diffusissima in Brasile. Ma in realtà questi miti raccontano e trasmettono ben di più: il significato della creazione del mondo e degli uomini, le virtù e i difetti delle divinità che sono in realtà le virtù e i difetti di tutti noi, l’origine del potere, le rivalità, i tradimenti, le relazioni umane. Perché è nata un’esigenza, un mestiere, un’attitudine. Una visione del mondo che sembra a prima vista peculiare e che in realtà non è solo patrimonio degli africani, e nemmeno degli afro-brasiliani, bensì di tutti noi.