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Trentanove domande a Vittorio Garatti
Vittorio Garatti (Milano 1927) laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1957. Allievo di Ernesto Nathan Rogers, realizza nel 1954 con Ferruccio Rezzonico la mostra sugli strumenti musicali alla X Triennale e nel 1956, con lo studio BBPR, la grafica del museo del Castello Sforzesco. Dal 1957 al 1961 è professore di Progettazione all'Università di Caracas, Venezuela. Collabora con Carlos Raúl Villanueva, progettando con Sergio Baroni i servizi, del quartiere ""23 Enero"""". Dal 1961 al 1974 è docente all'Università dell'Avana. Per il Ministero della Costruzione progetta le Scuole di Balletto e di Musica nel Complesso delle Scuole Nazionali d'Arte - dal 2010 Monumento Nazionale e in attesa di essere dichiarate Patrimonio dell'Umanità. Progetta il Piano Regolatore dell'Avana, il Porto, il Parco Metropolitano, il Centro del Traffico, la Scuola Agraria """"Andrè Voisin"""" e - con Sergio Baroni - il Padiglione Cuba all'Expo di Montreal del 1967. Rientrato in 14ria nel 1974, è professore a contratto al Politecnico di Milano. Progetta e realizza importanti opere. Nel 2012 riceve con Roberto Gottardi e Ricardo Porro il Premio Vittorio De Sica per l'Architettura."" -
Trentaquattro domande a Francesco Cellini
Francesco Cellini (1944) è nato a Roma dove si è laureato in architettura nel 1969. Dal 1987 è stato professore ordinario di Composizione presso la Facoltà di Architettura di Palermo; poi, dal 1994, presso quella dell'Università degli Studi Roma Tre, di cui dal 1997 al 2013 è stato preside e infine professore emerito. Oltre che responsabile di diversi corsi di progettazione e composizione architettonica, è stato docente, poi direttore, del master internazionale di II livello Architettura i Storia I Progetto. Possiede un'ampia produzione scientifica e di ricerca e una lunga attività professionale, svolta prevalentemente in ambito pubblico attraverso incarichi e vincite di numerosi concorsi nazionali e internazionali. È membro e, dal 2017, vicepresidente dell'Accademia di San Luca. -
Atlas Marrakesh. Musei per la città storica
Marrakech - con la sua medina, i meravigliosi giardini dell'Agdal o della Menara e con le sue lunghe mura turrite in pisé - è oggi una città, patrimonio dell'umanità, che attira annualmente più di due milioni di visitatori. Spinta dalla volontà di affiancarsi alle grandi capitali del turismo ormai globale, da alcuni anni la ""città rossa"""" sta provando a dotarsi di strutture culturali ed espositive all'altezza della sua attrattività. Tuttavia, a fronte di una grande offerta di musei dedicati alla cultura artistica e artigianale locale, sono proprio gli spazi di supporto e valorizzazione del ricchissimo patrimonio architettonico a essere i più trascurati. Il lavoro che qui si presenta ha preso le mosse proprio da questa evidente criticità, proponendo piccoli progetti di nuovi edifici museali a servizio di tre tra i più significativi siti monumentali della città. Allo stesso tempo il libro è anche l'occasione per riflettere su alcuni temi più generali: il rapporto tra architettura contemporanea e città storica, il ruolo del museo nella valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, le relazioni tra la cultura costruttiva occidentale e quella che è diretta espressione formale dell'Islam. Con un saggio di Hamid Triki."" -
Progetto?resiliente e?adattamento?climatico. Metodologie, soluzioni progettuali e tecnologie digitali
La rigenerazione delle città in una prospettiva climate-resilient rappresenta una sfida globale, da affrontare tuttavia in base a priorità e opportunità definite localmente, data l'influenza delle specifiche condizioni di contesto in termini di vulnerabilità sistemica e l'incidenza del microclima urbano sulle variabili climatiche. Emerge in tal senso una crescente necessità di approcci metodologici e strumenti operativi in grado di gestire la complessità e la dimensione multiscalare dei processi di trasformazione dell'ambiente naturale e costruito in un'ottica di sostenibilità e resilienza. Il volume presenta gli esiti del Programma di Ricerca di Ateneo dell'Università di Napoli Federico II SIMMCITIES_NA (2017-2018), relativi all'inquadramento di tali temi dal punto di vista teorico e della sistematizzazione tecnico-scientifica dei risultati della prima fase di ricerca, sviluppata attraverso l'applicazione di modelli operativi e strumenti di design computazionale in grado di includere nel processo di sperimentazione progettuale i necessari livelli di informazione e controllo prestazionale degli interventi. -
Appunti di viaggio a Napoli. Album fotografico di paesaggi urbani in 24 secoli di modernità. Ediz. illustrata
"È assai interessante questa raccolta di immagini perché diventa agevolmente un racconto, una storia piccola ed enorme di quello che era, di quello che è e di quello che potrebbe essere. La storia di un ragazzo e poi di un uomo che ha percorso chilometri accorati e riflessivi, una macchina fotografica al collo e un taccuino in mano, lasciando la mente libera di andare per le sue vie che sono uguali e diverse da quelle dei piedi. Una storia fatta di sorrisi e di incroci, di volte e di pavimenti, di portoni e di davanzali. Una storia che non prescinde mai dalla bellezza, senza evitare la bruttezza. Una storia forse disarticolata, ma certamente accorata e affettuosa come nessun'altra. Una bella, grande storia d'amore."""" (dalla nota di Maurizio de Giovanni)" -
La civiltà architettonica in Italia 1900-1944. Arte e architettura
Gli esordi nella modernità sono segnati dall'inizio del secolo con la presenza significativa del Liberty in tutta l'Italia. Il Futurismo, che s'intreccia con questo vasto fenomeno di gusto, fu l'atto di rottura che portò il paese a dialogare con le avanguardie storiche. Con la fine della Prima guerra mondiale e l'avvento del fascismo compare sulla scena il movimento di Novecento con personalità di rilievo e contestualmente la comparsa dei giovani razionalisti del Gruppo 7. Figure di spicco come Terragni, Figini e Pollini, i BBPR, Libera e altri convissero con il fascismo, ma dopo la Stazione di Firenze e la città di Sabaudia il regime scelse senza esitazioni una linea regressiva e monumentalista che si chiuse con l'E42. L'autore segue le vicende storiche di questi anni non trascurando i rapporti con le arti figurative e la presenza significativa della critica architettonica: con ""Quadrante"""", """"Casabella"""" sul fronte modernista, e le riviste gestite da Piacenti su quello dell'arte di Stato. Una vicenda ricca e complessa, con molte contraddizioni, ma che sono parte essenziale della civiltà architettonica del nostro Paese."" -
Legacy. L'occasione dell'urbanistica tra eventi e grandi eventi
Il testo affronta il rapporto tra Grandi Eventi e dinamiche di rigenerazione urbana della città contemporanea in generale, con particolare riferimento ad alcuni casi studio inglesi di rilievo ed attraverso una trasversale comparazione con le recenti esperienze della città di Napoli. L'evento non è valutato solo in quanto catalizzatore del cambiamento, ma anche in quanto progetto di trasformazione integrata, che costituisca una strategia di condivisione e promozione di immaginari radicati e interconnessi, legati ai significati e alle potenzialità dei territori interessati. In particolar modo, attraverso i casi studio, il lavoro esamina l'approccio strategico alla gestione delle risorse culturali e alla rigenerazione urbana nel Regno Unito, influenzato dalle teorie del cultural planning, come metodo di intervento e inclusione. La cura e la valorizzazione del patrimonio della città come bene comune si rafforzano all'interno di un processo condiviso e complesso, che mette in gioco differenti attori e scenari di cambiamento, puntando alla costruzione preliminare di una soft legacy, come regime del possibile, entro il quale proporre una trasformazione più duratura, di cui l'effimero diviene allusione. Mettere inoltre al centro il caso di Napoli, significa registrarne criticamente le (in/e)voluzioni dopo la stagione positiva della Coppa America 2012, dalla ""deflagrazione gestionale dell'evento"""" come nel caso del Forum delle Culture 2014 - alla difficoltosa e singhiozzante gestazione delle Universiadi 2019. Significa ricercare le ragioni di una sorta di coazione a ripetere."" -
Rapp+rapp. The european skyscraper. Ediz. illustrata
Omaggia due progetti dello studio olandese di architettura Rapp+Rapp realizzati a L'Aia: la Toren de Kroon (2011) e il Centrum Ypenburg (2006). Attraverso questi progetti gli autori, Christian Rapp, Birgit Rapp e Harrie van der Meijs, sembrano guardare alla città - e con questo sguardo offrire una più generale indicazione di metodo - come a un'unica, grande architettura certamente articolata e irriducibile a un unico principio, ma pur tuttavia ancora riconducibile all'interno di una dimensione autenticamente formale. Ulteriore ragione dell'accostamento di queste due opere all'interno di un'unica esposizione è la comune riflessione che queste svolgono sul tipo dell'edificio alto e sul suo rapporto con la città europea. A partire da questo specifico punto di vista, e pervenendo a due soluzioni differenti ma ugualmente possibili, entrambi i progetti affrontano organicamente le questioni relative alla loro disposizione all'intern -
Josef Frank. Was ist modern? Ediz. illustrata
La mostra Josef Frank (1885-1967) ""Was ist Modern?"""" intende riportare all'attenzione della critica architettonica contemporanea l'opera multiforme dell'architetto viennese, capace di articolarsi nei diversi rami dell'architettura e del design attraverso una progettazione a scale diverse, dando voce a una visione della modernità eterodossa rispetto alle posizioni dei suoi contemporanei. Invitato al Weissenhof di Stoccarda nel 1927, Josef Frank fu oggetto di critiche pungenti da parte dei colleghi per aver arredato gli interni delle sue abitazioni con tessuti colorati e mobili ritenuti inconciliabili con gli indirizzi del Movimento Moderno inteso nella sua rigida componente razionalista e funzionalista. A causa della sua posizione non allineata rispetto al modernismo radicale, infatti, le architetture residenziali dell'autore viennese, poi emigrato in Svezia, sono state nel complesso poco studiate o apprezzate. Il metodo di lavoro di Frank ha fatto ricorso ad articolate composizioni volumetriche, a calibrate gestioni della distribuzione degli spazi, allo studio accurato delle opere in sezione, alla individuazione dei temi di dettaglio. Attraverso le case e gli scritti di Frank è possibile dunque ricostruirne la poetica, così lontana dai dogmi e dagli stereotipi della cultura moderna convenzionale, ma sempre attenta all'abitare nelle sue componenti vissute ed emotive."" -
Paolo Zermani. Architettura e tempo. La ricostruzione del castello di Novara
"Con Paolo Zermani. Architettura e Tempo dedicata al progetto del Castello di Novara, si arriva alla quinta Mostra di Architettura, nell'arco di soli due anni, che chi scrive ha ideato e promosso per il DiARC, Dipartimento di Architettura della Università degli Studi di Napoli Federico II, invitando protagonisti dell'architettura europea a esporre solo una opera. L'obiettivo di queste mostre non è infatti quello di costruire monografie su produzioni peraltro talvolta, molto ampie e altrettanto note, ma piuttosto quello di utilizzare un progetto per discutere e approfondire questioni di carattere teorico e generale legate all'Architettura e al suo farsi. La Mostra sulla Ricostruzione del castello di Novara riguarda, tra le tante, una questione che interessa discutere, in particolare all'interno delle scuole di architettura italiane, dove, l'intervento sul patrimonio costruito e quello per la costruzione del nuovo vengono presentati agli studenti come categorie di intervento riferibili a teorie, metodi e tecniche appartenenti ad ambiti disciplinari differenti e caratterizzati da posizioni inconciliabili tra chi guarda all'opera come documento, il cui valore può ridursi a quello testimoniale, e chi invece, fondandosi su un giudizio di natura formale, ambisce a costruire - o ricostruire - un monumento che, come la radice latina del termine ci ricorda, ha il compito di ricordare, il passato, e ammonire, per il futuro. In questo progetto Paolo Zermani sceglie la seconda via e si dimostra architetto colto e sensibile nell'interpretare i caratteri del monumento esistente e architetto raffinato e coraggioso nell'aggiungerne di nuovi: come l'Architettura e il suo progetto hanno sempre fatto, rendendo le nostre città quel patrimonio ricco di storia e di valori che il mondo ci invidia."""" (Federica Visconti, Renato Capozzi)" -
Kahn e Mies. Tre modi dell'abitare
Mies van der Rohe e Louis Isadore Kahn sono stati Maestri scelti, ormai quasi venti anni fa, nell'ambito delle rispettive ricerche di dottorato degli autori di questo volume: quella di Renato Capozzi dedicata al Maestro di Aquisgrana e, in particolare, alle sue architetture ad Aula lette, attraverso la triade ideazione-costruzione-composizione, come paradigmatiche dell'edificio pubblico moderno e quella sulla architettura per la ricerca scientifica di Federica Visconti che non poteva non trovare nei Richards Medical Research Buildings ma soprattutto nel Salk Institute for Biological Studies di Kahn un riferimento imprescindibile nella riflessione sul rapporto tra tema, tipo e luogo. Nel tempo il lavoro di questi Maestri è rimasto un punto di riferimento costante legato non tanto al mero giudizio estetico sui loro capolavori ma alle strade che essi avevano segnato e che, evidentemente, interessava continuare a percorrere: Mies van der Rohe e, in particolare, il rapporto tra forme della costruzione e espressività della forma architettonica; Louis Kahn e l'architettura come mezzo per la rappresentazione delle istituzioni umane. -
Antonio Monestiroli. Achitettura. La ragione degli edifici. Catalogo della mostra (Milano, 25 febbraio-22 marzo 2019). Ediz. a colori
"L'architettura di Antonio Monestiroli possiede un innegabile fascino. Si tratta a una prima apparenza di qualcosa che le deriva dal rigore e dall'interna """"solidarietà"""" che la contraddistingue, da un punto di vista sintattico-compositivo. È un fascino che affonda le proprie radici più lontane nell'architettura illuminista, e quelle più prossime nell'architettura di Aldo Rossi e di Giorgio Grassi. E tuttavia, vi è in essa qualcosa che non si lascia ridurre né all'una né all'altra di queste radici; ed è ciò che rende ancora più necessario e urgente cercare di comprendere le cause di tale fascino..."""" (Marco Biraghi)" -
Salvatore Bisogni. Schizzi, disegni e modelli
Questa pubblicazione raccoglie parte dei materiali esposti nella mostra allestita in occasione delle iniziative organizzate dal DiARC_Dipartimento di Architettura di Napoli in memoria di Salvatore Bisogni scomparso il 25 settembre 2018. L'idea della mostra è nata dalla volontà di esporre alcuni schizzi e disegni originali conservati a Napoli nell'archivio Bisogni-Buonaiuto e alcune riproduzioni dei disegni donati all'Archivio progetti dello IUAV di Venezia a testimonianza della straordinaria produzione di progetti, studi e ricerche sviluppate in oltre mezzo secolo di intensa attività. -
Vittorio Garatti. Opere e progetti
Vittorio Garatti (Milano, 1927), è famoso soprattutto per aver realizzato, tra il 1961 e il 1963, il Complesso delle Scuole Nazionali d'Arte a Cuba, divenuto Patrimonio dell'Umanità, che incarna lo spirito e i principi della Rivoluzione cubana, prima vittoria della più ampia rivoluzione Latino-Americana. Questo progetto, fermamente voluto da Fidel Castro e Ernesto Che Guevara, esprime la forte volontà di creare un grande Centro Culturale del socialismo internazionale di Cuba e dei paesi del Terzo Mondo. Amico di Ernesto Nathan Rogers, di Guido Canella, dell'ambiente milanese degli anni Cinquanta, Garatti si trasferisce in Venezuela a Caracas, dove insegna per alcuni anni, fin quando viene chiamato a Cuba per realizzare le Scuole, assieme agli architetti Ricardo Porro e Roberto Gottardi. Tornato in Italia negli anni Settanta, ma sempre mantenendo contatti con Cuba, realizza alcuni progetti sia di interni che di edifici privati e collettivi. Questa monografia racconta la storia affascinante e i progetti di un architetto internazionale. -
Progettazione ambientale per l'adattamento al climate change. Ediz. italiana e inglese. Vol. 2: Strumenti e indirizzi per la riduzione dei rischi climatici.
Le sfide legate all'adattamento ai cambiamenti climatici delle aree urbane investono a vari livelli la comunità scientifica, i decisori pubblici, i progettisti e i pianificatori, chiamati a operare uno sforzo coordinato per l'individuazione e l'attuazione di misure di rigenerazione e di retrofit dell'ambiente costruito orientate a principi di sostenibilità e resilienza. Il volume presenta gli esiti della seconda fase del progetto di ricerca ""Metropolis Metodologie e tecnologie integrate e sostenibili per l'adattamento e la sicurezza di sistemi urbani"""" (PONREC 2007/2013), che definisce un quadro di strumenti e indirizzi per la riduzione dei rischi climatici, utili a sviluppare gli opportuni processi metodologici e operativi necessari al controllo prestazionale degli interventi alle diverse scale, a partire dalla modellazione delle caratteristiche di vulnerabilità del sistema urbano e dalla simulazione di scenari di impatto climatico attesi."" -
La chiesa di San Carlo alle Mortelle dopo il ventitresettembreduemilanove
Un libro sul progetto di restauro e consolidamento della chiesa di San Carlo alle Mortelle a Napoli. La chiesa da sempre ha rappresentato per la collettività locale molto più del solo luogo di aggregazione religioso, per cui la sua forzata chiusura a causa degli eventi del 23 settembre 2009, che videro il crollo di un'ampia area dell'aula e incisero altresì sulle fondamenta e sulle strutture della costruzione, ha fortemente pesato in questi anni occorsi al percorso di restauro. Il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Campania, attraverso un cammino operativo che non si è limitato al mero ripristino dei danni patiti per effetto del crollo ma che ha interessato altresì il recupero di elementi e aspetti generali storico-artistici del bene, ha potuto restituire la Chiesa al quartiere per consentirne la sua più completa funzione di testimone dei valori d'identità religiosa e culturale. -
Ruolo della copertura forestale dei versanti nella mitigazione dei rischi idrogeologico e idraulico
Il quaderno n. 5 è interamente dedicato ai problemi che riguardano la gestione della copertura forestale dei versanti, intesa come componente essenziale delle politiche di difesa del suolo e di mitigazione dei rischi idrogeologico e idraulico. La terribile recrudescenza degli incendi boschivi del 2017 ha mostrato ancora una volta quanto l'uso improprio e irrazionale del patrimonio forestale può tradursi in aggravamento delle condizioni di rischio idrogeologico nelle aree pedemontane, per effetto dell'elevato incremento dell'erosione superficiale del suolo e della formazione e trasporto di sedimenti a valle. I contributi di questo quaderno tendono tutti a sviluppare la riflessione sul ruolo fondamentale che la gestione attiva delle foreste può assumere nel contenimento dell'erosione superficiale dei versanti e nella mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico. -
Progettare il carcere. Esperienze didattiche
II progetto di architettura del carcere può divenire uno strumento politico straordinario se lo si vuole ""usare"""" per cambiare le cose. Si priva della libertà un uomo chiudendolo """"dentro"""" e quel dentro è un luogo ben preciso, confinato, schematizzato, fatto di uno stesso spazio senza qualità che deve ricoprire molti ruoli, essere contemporaneamente molti spazi. L'architettura, dunque, non deve cercare un modello di carcere, deve lavorare affinché lo spazio contribuisca a rendere la vita dignitosa, mettendo in condizione i detenuti e chi li controlla di vivere una diversa quotidianità in cui si arrivi a un'autonomia di azione, pur controllata. In questo testo sono presentati sei lavori di tesi di Laurea in Progettazione, che rappresentano sei occasioni di riflessione sull'universo carcerario dal punto di vista dello spazio. Le tematiche specifiche sono state scelte sempre a partire da esperienze e relazioni in corso con alcuni istituti penitenziari italiani, sono sperimentazioni progettuali interne al lavoro dì ricerca più generale che Marella Santangelo sviluppa da alcuni anni. Questi lavori didattici vogliono testimoniare di un modo dí intendere il progetto del carcere e la sua architettura e di fare ricerca attraverso il progetto; il carcere è """"ineliminabile"""" dal nostro ordinamento, ma certamente trasformabile; si vuole qui testimoniare l'avanzare della ricerca, credendo fermamente che l'architettura è principalmente nella sua dimensione civile e sociale."" -
La fabbrica degli ingegneri. Architettura, arte e costruzione del Politecnico di Napoli
Il progetto della Facoltà di Ingegneria di Napoli è un'esperienza unica nel panorama dell'architettura europea del dopoguerra, un'opera importante nella biografia artistica del suo principale artefice, Luigi Cosenza, ma altrettanto significativa per la comunità di tecnici e artisti che l'hanno condivisa e portata a compimento grazie a una rara capacità di ""fare squadra"""", di mettere da parte gli interessi individuali in favore dell'istituzione. La parola """"fabbrica"""", nel suo significato più comune, indica un edificio destinato alla produzione ed è sembrata adatta a definire la scuola dove si formano le nuove generazioni di ingegneri. Il libro, oltre che descrivere, attraverso un ricco repertorio di disegni e documenti, un'opera d'architettura non ancora abbastanza conosciuta, racconta la storia esemplare della sua costruzione e i suoi tanti protagonisti. I protagonisti di questo libro sono dunque loro, gli ingegneri e i professori della Facoltà: Luigi Cosenza, Adriano Galli, Michele Pagano, Luigi Tocchetti, Marcello Picone, per citarne solo alcuni. E ingegneri sono stati anche Giovanni Travaglini, dirigente del Provveditorato alle Opere Pubbliche e Gabriele Mucchi, pittore, tra gli artefici delle decorazioni artistiche. Decisivi anche i contributi degli artisti Paolo Ricci, Domenico Spinosa e Eugenio Carmi per le opere d'arte e del paesaggista Piero Porcinai per il progetto interno ed esterno del verde. Scritti di Gaetano Manfredi, Piero Salatino, Jean-Louis Cohen, Pasquale Belfiore, Roberta Amirante."" -
Gilles Perraudin. Architetture di pietra. Il Museo del Vino a Patrimonio. Ediz. illustrata
Il volume è il catalogo della mostra Gilles Perraudin. Architetture di pietra. Il Museo del Vino a Patrimonio (Corsica). L'esposizione, promossa dal DiARC, è un modo per dar voce a un protagonista della scena internazionale che da sempre procede silenzioso su una strada particolarmente impervia. Il progetto del Museo del Vino rappresenta un esempio di armonia compositiva ed espressività materica al servizio di quella che potremmo definire una vera etica ambientale. Anche i disegni, raccolti in questo catalogo e presentati in mostra riescono a illustrare l'approccio compositivo con chiarezza e precisione, mantenendo una certa astrazione ed essenzialità del segno che risulta particolarmente efficace alla descrizione dello spazio architettonico, mentre le sezioni e i dettagli costruttivi approfondiscono l'esecuzione del cantiere. Infine le letture critiche del Museo del Vino, e più in generale dell'architettura di Perraudin sono la conferma di come la sua opera possa costituire uno stimolo a dibattere di questioni che hanno a che vedere con il senso profondo del fare architettura e con il rapporto che il nostro mestiere deve stabilire con le questioni attuali e urgenti del nostro tempo.