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Arte ex machina. Arte, scienza e tecnologia: estetica di un'utopia
Nel corso del Novecento il rapporto tra le arti visive e il mondo della scienza e della tecnica si è sviluppato per contrasti e innamoramenti improvvisi. Dal Futurismo alla Net art si snoda una lunga sequenza di tentativi da parte degli artisti di vivere la contemporaneità in parallelo all'evoluzione tecnologica. Spesso sono stati fatti esperimenti per usare le innovazioni meccaniche ed elettroniche come base concreta e teorica per creare nuove opere d'arte. Ma questa storia è anche una lunga serie di fallimenti ed incomprensioni. La stessa arte contemporanea ha dei tempi di assorbimento delle innovazioni tecnico-scientifiche molto lunghi. Lo si è visto con la fotografia, che ha atteso oltre un secolo per diventare una forma di espressione riconosciuta come creativa e artistica. La mostra epocale ""Posthuman"""" (1992) venne realizzata attorno alla nuova dimensione del corpo bionico quasi dieci anni dopo un blockbuster cinematografico come """"Terminator"""" (1984). Lo stesso sogno democratico e utopistico della Net art di far diventare tutti gli users degli artisti, è durato solo qualche anno. Inoltre il mercato ha sempre escluso ciò che non è certificato come unico, originale e su cui spendere con la garanzia della stabilità dell'investimento. Nonostante questi problemi oggettivi, vi sono stati e vi sono artisti che guardano alla tecnologia e ai new media come ad una frontiera sempre aperta per collegare il mondo della ricerca estetica con quello della scienza e della tecnica."" -
Cézanne. Un colpo di pennello è il pensiero
"Dipingere non è copiare servilmente ciò che è oggettivo: è cogliere un'armonia fra i rapporti molteplici e trasporli in una gamma particolare, sviluppandoli secondo una logica nuova e originale.""""" -
Il disgusto
"Il disgusto"""" di Aurel Kolnai è un libro scorretto. Ma la sfrontatezza, l'impertinenza, la spontaneità, la schiettezza delle analisi che vi si possono leggere non sono altro che il riflesso fedele di un sentimento irrimediabilmente politico. Non ha filtri il disgusto e sempre, cioè ogni volta che lo proviamo, investe e condiziona il già difficile, faticoso rapporto con l'alterità. Di questo non è che una delle modalità negative: la più immediata e incontrollabile. Seguirla significherebbe concedere tutto - e subito - al conflitto; fingere che non esista impedirebbe tuttavia di comprendere chi autenticamente siamo noi e chi è l'altro. Due derive che non possiamo permetterci e che solo un'autentica critica del disgusto può definitivamente scongiurare, come Aurel Kolnai dimostra lungo tutto il suo saggio." -
Principia architectonica
La magia dei complessi spazi bianchi ed eterei delle sue case, la solidità della luce che scandaglia il grande vuoto della banca di Siviglia, così come l'eccezionalità della trasparenza delle sue casse magiche, sono spiegati in questo testo da un autore che ci permette di avvicinarci alle basi teoriche della sua opera costruita. Alberto Campo Baeza, architetto e professore madrileno ormai di casa a New York, in questo libro ci racconta la sua personale poetica mediante una raccolta di strumenti del progetto operativo, che possono facilmente essere riletti come tematiche dell'architettura contemporanea. La luce, il suolo, l'orizzontalità o la leggerezza sono parole spesso ripetute dagli architetti, ma che difficilmente trovano una loro chiarezza esemplificatrice come in questo testo. Allo stesso modo parole ""importanti"""" come poesia, memoria o tempo sono affrontate con coraggio fino a dare un senso altro alla materialità delle singole opere. Il noto problema di tettonico e stereotomico, la complicata relazione che contrappone architettura e natura, il valore simbolico dell'angolo e del segno nel territorio e nella città, diventano dunque il modo in cui i grandi temi si declinano nella realtà costruita e costruttiva dell'architettura, rendendo intenso il loro valore."" -
Il clima come fondamento del progetto
Il volume affronta in maniera originale un tema antichissimo: quello del rapporto tra uomo, architettura e ambiente. L'argomento è affrontato dal punto di vista del progetto, privilegiando un approccio che esalta da un lato il ruolo dello spazio interno ed esterno nella costruzione dell'architettura e delle città sostenibili e dall'altro provando a rimettere l'uomo, inteso sia in qualità di fruitore che di progettista, al centro del fare architettura. Il libro propone un inquadramento storico-critico del rapporto tra clima e costruzione dell'habitat ed un approfondimento di alcune questioni metodologiche e operative legate al progetto sostenibile.Completano il libro un'intervista a Georg W. Reinberg, padre dell'architettura bioclimatica e pioniere della sostenibilità, ed una selezione di suoi disegni originali. Prefazione di Benno Albrecht. -
Tortura, diritto e libertà
Di straordinaria attualità, le riflessioni politiche di Sartre raccolte in questo volume, a cura di Michel Kail, ripercorrono, in momenti storici differenti, le analisi e le lucide considerazioni sulla Tortura, il Diritto e la Libertà, del tutto inedite al pubblico italiano. I primi studi sul Diritto risalgono al 1927 dedicati al rapporto tra sovranità dello Stato e diritto naturale degli individui ed all'amara constatazione dei perpetui conflitti tra diritti individuali e diritti collettivi. Il diritto non è il frutto della libertà individuale, né del costume, bensì è un'esperienza dialettica che assicura alla collettività la sua coesione. Ma quando la collettività s'istituzionalizza in società, non è escluso pensare che lo Stato possa anche assumere prerogative basate sul Terrore e sulla Violenza. A partire dal 1947-48 le riflessioni di Sartre si rivolgono ai crimini di guerra ed alla funzione del Tribunale Russell e di quello di Norimberga convocati per discutere sui temi della tortura e del genocidio. È ipotizzabile la creazione di un Tribunale tanto rivoluzionario da essere capace di garantire alle esigenze etiche delle masse una dimensione giuridica? Nel 1972 Sartre tiene una Conferenza a Bruxelles sul rapporto fondamentale tra la Giustizia e lo Stato. Sartre pone due questioni di rilievo, ancora oggi al centro del dibattito politico: può esserci libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e dall'esecutivo? Ed altra questione: la Giustizia deriva dallo Stato o dal popolo? Le analisi di Sartre, data la complessità dei temi affrontati, sono costellate da ripensamenti, revisioni, paradossi e contraddizioni derivanti, anche e soprattutto, dalla dialettica della storia che trasforma ogni concetto nel suo contrario in una tensione sempre aperta a nuovi sviluppi. Sartre ancora una volta ci sorprende lasciandoci degli scritti profetici che aiutano a comprendere con più consapevolezza l'epoca tumultuosa che stiamo vivendo, sempre più turbata da tensioni e conflitti mondiali, che corrono il rischio di innescare dittature e massacri. -
«Spazio». Gli editoriali e altri scritti
Quando guardiamo un quadro di Caravaggio o di Mondrian, così come quando camminiamo di fianco a un battistero romanico, ci è subito chiaro che le regole compositive delle diverse discipline artistiche attraversano tempi e luoghi. Quando leggiamo i saggi che Luigi Moretti ha pubblicato nella sua rivista «Spazio» lungo l'arco dei suoi sette numeri, entriamo nei segreti della composizione artistica accompagnati da uno dei massimi esponenti della cultura architettonica del dopoguerra italiano. Architetto già noto a Roma prima della guerra, Moretti realizzerà a Milano alcune opere che segneranno con forza il paesaggio urbano di questa città, come il complesso di Corso Italia. Moretti parla, descrive l'architettura come pochi autori sanno fare, facendoci dimenticare il particolare momento storico che ha assunto ad oggetto e la sua recente riscoperta ha sottolineato ancor più il carattere di attualità del suo pensiero. Nei suoi testi le immagini, le figure e le parole sono messe strettamente in relazione, tanto da indicare nuove ricerche, come i modelli degli spazi interni che accompagnano l'ultimo dei noti saggi, diventati ormai un riferimento imprescindibile nell'architettura attuale, spesso citati o tradotti anche in contesto internazionale. Questo volume, la cui edizione è arricchita da alcuni saggi posteriori, usciti come estratti, sceglie di affiancare all'intero corpus dei testi le pagine originali riprodotte per intero: le fotografie delle architetture e della materia, i disegni interpretativi, le soppesate parole dei titoli dei saggi e i frammenti dei quadri si compongono in un insieme indissolubile che ci restituisce un pensiero chiave della composizione architettonica del Novecento. -
All'origine della nuova astrazione. La pittura dinanzi all'inconoscibile
Se l'avventura nell'arte da parte di Barnett Newman ebbe propriamente inizio, a detta dello stesso pittore, nel 1948, all'età già matura di quarantatre anni, non deve sorprendere che la sua produzione risulti relativamente limitata: 122 dipinti, 83 disegni, 41 incisioni e 6 sculture. È questo il bilancio complessivo di un'esistenza consacrata all'impresa figurativa all'epoca della rivoluzione che condusse l'arte del XX secolo a imboccare il cammino rappresentato dalla transizione verso l'astrazione. Superando di fatto l'intera tradizione che aveva determinato il corso della storia europeo-occidentale a livello compositivo ed estetico, l'avvento dell'astrazione costituì (e costituisce) l'occasione per una ripresa su nuove basi della domanda intorno all'origine e al senso dell'atto creativo in quanto tale, al di là cioè di ogni suo intento meramente imitativo, mimetico, della realtà. Questo ci insegna il lento susseguirsi a partire dalla metà del XIX secolo di un'articolatissima serie di esperienze che la critica storiografica ha voluto cristallizzare all'interno di un ristretto numero di correnti, a cui corrispondono altrettante vie di scampo alla crisi della figuratività che ebbe in Paul Cézanne. -
L' arte e i suoi pittori. Improvvisazioni
André Masson (1896-1987), esponente della prima ora del movimento surrealista, è noto soprattutto per la trasposizione in pittura della scrittura automatica. Nell'intento di far emergere la complessità della psiche e di rendere manifesti i contenuti dell'inconscio, Masson lasciava che la matita o il pennello disegnassero senza progetto, liberamente, senza nemmeno il controllo della mente sul movimento della mano. Masson intraprese poi un cammino che lo allontanò progressivamente dall'accettazione dogmatica dei modelli canonizzati da Breton, che non a caso lo soprannominò ""le rebelle du surréalisme"""", spingendosi alla ricerca di un linguaggio del tutto personale che ha nell'immaginario il proprio fulcro irradiante. La presente antologia, che raccoglie per la prima volta in Italia un cospicuo numero di scritti sull'arte del pittore francese, ci permette di ripercorrere il senso della sua parabola creativa a partire dal confronto intrapreso dall'artista con molta parte della tradizione artistica occidentale tra Otto e Novecento e non solo. Cosicchè le opere di Cézanne o di Matisse, di Klee o di Miró e di tanti altri ancora, ma anche dell'arte indiana, cinese e giapponese, diventano per Masson motivo di riflessione critica o storica e a tratti persino estetologica sulle ragioni dell'arte, i suoi obiettivi, i suoi percorsi."" -
La leggenda della verità. Scienza, filosofia, arte di fronte alla verità
Di straordinaria attualità e pubblicati per la prima volta in Italia, i testi raccolti in questo volume riportano per intero le riflessioni di Sartre su un tema - la verità - sul quale è tornato a più riprese durante la sua vita di filosofo. Sartre si confronta con quelle che lui individua come le tre possibili accezioni di verità: la ""verità del certo"""" rappresentata dalla scienza e dal suo corollario politico, la democrazia; la """"verità del probabile"""" definita dalla filosofia ed infine la """"verità dell'uomo solo"""", che prova ad andare al di là del certo e del probabile per scoprire quella verità che scaturisce dalla propria ricerca individuale. Sartre cerca, in chiave ironico-critica, di difendere la sua tesi, ovvero la superiorità """"dell'uomo solo"""" sulle verità della scienza e le approssimazioni dei filosofi, procedendo di aporia in aporia moltiplicando dubbi e obiezioni. Non è affatto semplice imporre oggi un'alternativa alla scienza ed alla filosofia."" -
Bariona o il gioco del dolore e della speranza. Racconto di Natale per cristiani e non credenti. Nuova ediz.
La nuova edizione del “Bariona”, prima opera teatrale di Sartre scritta nel 1940 è oggi arricchita di numerose pagine recentemente ritrovate negli archivi-Sartre di Parigi, che mettono in luce aspetti diversi rispetto alla prima edizione pubblicata nel 2003 nella nostra ""collana sartriana"""". Compare in questa nuova edizione il titolo originario che Sartre aveva dato al suo lavoro: “Bariona” o “Il gioco del dolore e della speranza” (al posto di “Bariona” o “Il figlio del tuono”) più rispondente a quella dialettica tra opposti che Sartre andava sviluppando intorno agli anni '40 del Novecento. Il testo è ricco di spunti poetici, ma sembra delineare una diversa rappresentazione di Maria, colta come impenetrabile e cupa, proprio - dice Sartre - come una foresta di notte. È insolito immaginare la Madonna dell'annunciazione presa da un momento di umana paura e persino di cupo smarrimento, lei che è sempre stata rappresentata come generatrice di luce. Originali interpretazioni figurano in questa nuova edizione che non possono non suscitare la curiosità del lettore."" -
Controcorrente. I grandi solitari dell'arte italiana
Il tessuto dell'arte italiana è fatto di alcune peculiari differenze difficilmente riconducibili all'interno di rassicuranti e comode etichette. Questo libro, Controcorrente, prende in esame alcuni tra i più grandi artisti italiani che hanno operato al di fuori, o in modo non conforme, al mainstream e alle logiche dei raggruppamenti. Sono artisti che hanno avuto il coraggio di essere soli: Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Fabio Mauri, Marisa Merz, Vettor Pisani, nella loro radicale diversità sono tra i grandi solitari dell'arte italiana. Nonostante la loro solitudine sono guardati con grande attenzione dalle giovani generazioni alle quali hanno aperto molte strade. Il libro approfondisce alcuni aspetti del loro lavoro e fornisce una chiave di lettura per la loro opera: l'intrinseca transculturalità e il perpetuo dialogo con l'altro di Boetti; l'assoluta fede nell'arte fuori dal tempo di De Dominicis; il tema del corpo e il rapporto con la classicità in chiave del tutto contemporanea di Fabro; lo svelamento della manipolazione dell'ideologia di Mauri; il viaggio iniziatico ed esoterico di Pisani. Per il lavoro segreto di Marisa Merz cenni e silenzi. -
Semplicità. Riflessioni su una dimensione dell'architettura
Oggi, pur sapendo che la ""complessità"""" è senza dubbio il paradigma della realtà in cui viviamo, quale significato e spazio ha la """"semplicità"""" in architettura? Questa è la domanda di fondo cui l'autore intende dare risposta. In controtendenza a molta della narrazione attorno all'architettura che segue la logica della contrapposizione tra complessità e semplicità, come fossero i due terminali di un'ipotetica oscillazione del gusto o dell'alternarsi delle mode, il libro propone una lettura incrociata, un viaggio alla ricerca delle caratteristiche e del ruolo della semplicità nell'epoca della complessità, dei luoghi in cui appare, delle modalità con cui si manifesta, dei motivi per cui si persegue. Lo sguardo spazia su molteplici piani d'indagine: da quello figurativo a quello metodologico, da quello tecnico a quello teorico, senza dimenticare le influenze che su questo tema provengono dall'arte, dalla filosofia e dalla scienza."" -
L' eco nello spazio. Forme, metodi e logica nell'architettura giapponese
"L'eco nello spazio"""", prima d'ora mai pubblicato al di fuori del Giappone, è la più importante opera scritta da Kazu? Shinohara, vero e proprio maestro dell'architettura giapponese contemporanea. Attraverso questa inedita traduzione il lettore avrà la possibilità di accedere allo sfondo teorico che ha informato la pratica di questo grande progettista che è stato capace di influenzare l'approccio alla disciplina di più generazioni di architetti giapponesi, costituendo la cosiddetta """"Scuola Shinohara"""". Tema cardine del libro - nato attorno a un'esperienza concreta, in cui evoluzione personale e riflessione teorica sono saldate fin da principio - è la presentazione dei meccanismi generativi dell'architettura, una sorta di morfologia genetica della forma, intesa da Kazu? Shinohara come uno strumento utile a sé, ai suoi allievi e, in generale, a tutti agli architetti, per perseguire ciascuno liberamente la propria idea di """"spazio""""." -
Ritorno al Barocco. Fontana, Leoncillo, Melotti. Ediz. italiana e inglese
"Nel settembre del 2019, in occasione della Biennale dell'Antiquariato di Firenze, ho sperimentato per la prima volta un accostamento fra due sculture in ceramica di Fausto Melotti ed una tela di Gian Battista Tiepolo. Il risultato è stato talmente convincente che mi sono chiesto se si sia trattato solo di una fortunata coincidenza, oppure se effettivamente esista un preciso nesso stilistico fra questi due artisti. Da quel momento questo interrogativo non ha smesso di incuriosirmi, tanto che ho voluto ampliare la mia ricerca ad altri due protagonisti della scultura italiana del XX secolo: Lucio Fontana e Leoncillo Leonardi. Rileggendo gli scritti di Fontana, mi sono accorto che il termine barocco ricorre molte volte, sia nelle dichiarazioni di poetica, sia nel più importante testo teorico, ovvero nel Manifesto tecnico dello Spazialismo. Eppure, per quanto ciò possa sembrare incredibile, nessuno si era mai cimentato finora in una ricerca approfondita, per capire innanzitutto che cosa intenda Fontana quando parla di Barocco e, in secondo luogo, se esista non solo una generica affinità di gusto, ma anche una precisa rispondenza con le opere del passato. Anche negli studi su Leoncillo - a cominciare da Roberto Longhi - si fa spesso riferimento all'arte barocca senza tuttavia approfondire la questione. Per questo motivo ho deciso di commissionare ad Andrea Bacchi - grande conoscitore della scultura italiana del XVII e del XVIII secolo - uno studio specifico sull'argomento, in cui la questione venisse affrontata finalmente in modo sistematico e il più possibile approfondito."""" (Matteo Lampertico)" -
Geografie dell'immaginazione. La pittura tra Occidente e Oriente
Annoverato tra i massimi esponenti di quella prodigiosa stagione della pittura americana e mondiale meglio nota con il nome di «espressionismo astratto», Mark Tobey si presenta, a quasi cinquant'anni dalla sua morte, come uno degli artisti che, più radicalmente di altri, ha contribuito a predisporre e a promuovere il dialogo spirituale tra Occidente e Oriente. Sulla scorta di una genuina conoscenza del pensiero e dell'arte cinese e giapponese, Tobey ha saputo ripensare l'esperienza pittorica di derivazione rinascimentale a partire da una nuova attenzione riservata alla plasticità e al ritmo della composizione grazie all'utilizzo di una «scrittura calligrafica» capace di mettere in evidenza l'intima compiutezza del reale a partire dal suo tessuto più segreto. Valga l'ampia silloge di scritti e aforismi che qui presentiamo come il documento più probante del ruolo di precursore assunto da Tobey nella definizione dello statuto che attende la pittura e, più in generale, l'arte occidentale. Con tre scritti in appendice di John Cage. -
Donne architetto nel Movimento Moderno
Questo libro riscrive la storia dell'architettura contemporanea per collocare in modo adeguato quelle donne che, da architetto, hanno contribuito a costruire il Movimento Moderno. Partendo da un'indagine che rilegge il ruolo delle donne tanto nella società che nello specifico dell'architettura, Carmen Espegel, rinomata cattedratica della ETSAM di Madrid, esamina la transizione delle donne da semplici assistenti a vere e proprie progettiste a partire dall'avvento della modernità. Questa disamina è fondata e testimoniata attraverso la lettura delle vite di quattro donne, note pioniere e protagoniste nel campo dell'architettura: Eileen Gray, Lilly Reich, Margarete Schütte-Lihotzky and Charlotte Perriand. Attraverso il racconto delle loro biografie e delle loro opere, l'autrice ci stimola ad analizzare e ad osservare il mondo da una prospettiva in cui femminile e maschile non sono esclusivi né tanto meno contrapposti, cosicchè si possa imparare da quel passato e dalle gesta di quelle donne come costruire un futuro tra uomini e donne che poggi non tanto e solo su basi paritetiche ma, soprattutto, complementari. -
Io l'amavo
Chloé, la nuora, è infelice e Pierre Dippel decide di portarla in campagna. Ma nonostante tutti gli sforzi di Pierre, Chloé è inconsolabile: ha trent'anni e il marito l'ha appena lasciata con due figlie piccole per una donna più giovane. In quella cucina di campagna, appena riscaldata dal crepitio del camino, Pierre comincia a parlare. Di sé e della propria vita. Di quando aveva incontrato l'amore, quello con la A maiuscola, ma non aveva lasciato la famiglia. Di quanto aveva sofferto. E in questa inattesa confessione di un uomo creduto freddo e scostante, Chloé può trovare un messaggio indirizzato a se stessa. -
Alice e Pier nel paese della matematica
La matematica può cessare di essere sterile nozionismo e svelare la sua anima più affascinante e passionale; può diventare vera poesia della ragione a patto che ci siano ancora insegnanti motivati e pronti a mettersi in gioco. Questa sarà l'avventura che coinvolgerà i due protagonisti (Alice e Pier) che, per risolvere un gioco sul web, dovranno occuparsi di enigmi matematici intrecciati con altri saperi come l'arte, la letteratura, la musica e l'astronomia. -
I pentecostali in Calabria. La Storia della Chiesa Bethel di Cosenza
L'autrice in queste pagine ci presenta il variegato mondo del pentecostalismo. Dalle prime tensioni, allo sviluppo in Italia, all'arrivo in Calabria con il ritorno degli emigrati americani, alla nascita e allo sviluppo della Chiesa Bethel di Cosenza. Un'attenzione particolare meritano le pagine dedicate alla famigerata Circolare Buffarini-Guidi, che prevedeva l'arresto e il confino per gli aderenti al movimento pentecostale; la circolare solo nel 1955 verrà abrogata e nel 1959 le organizzazioni pentecostali furono libere di esercitare il proprio culto. Presentazione di Carmine Napolitano.