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Metodo o follia? Otto lezioni sulla recitazione da uno dei fondatori del Group Theatre
Questo libro, finora inedito in Italia, è uno dei testi fondamentali di chi, negli anni '50., ha introdotto in Occidente il Metodo che ha rivoluzionato la tecnica della recitazione moderna. Membro prima del Group Theatre e poi dell'Actors Studio, Robert Lewis, come i suoi colleghi e compagni, adottò completamente il Sistema di Konstantin Stanislavskij, punto di partenza di varie e celebri ""evoluzioni"""" o interpretazioni, da quella di Stella Adler a quella di Lee Strasberg, creatore di un Metodo che finì per confondersi con quello originale. Il ciclo di otto lezioni tenuto da Lewis nella primavera del 1957 al Playhouse Theatre di New York aveva proprio l'obiettivo di chiarire le idee su Stanislavskij e sui """"metodi"""" di recitazione a quel tempo in voga. A una platea composta da attori, registi, sceneggiatori, Lewis raccontò la vera natura del Sistema stanislavskijano palesando ciò che non era, le sciocchezze, le interpretazioni distorte e i miti sorti intorno a esso. Dalle basi alla """"verità"""" dell'attore, dallo stile della messa in scena al Metodo in sé, nelle sue otto lezioni Robert Lewis affrontò in maniera completa ed esaustiva tutto ciò che di dubbio o confuso c'era nelle teorie del tempo."" -
Grammatica del palcoscenico. Introduzione pratica all'arte della recitazione
Questo manuale è dedicato a tutti gli aspiranti attori e registi che muovono i primi passi sul palcoscenico e agli insegnanti che hanno l'importante compito di guidarli nelle delicate fasi iniziali della formazione teatrale. Propone un percorso graduale di collaudati esercizi di base, accompagnati dalle indicazioni necessarie alla loro pratica e dalle domande da porsi per analizzarne gli esiti. La consapevolezza della propria presenza scenica e delle sue potenzialità espressive è al centro dell'interesse di ogni argomento trattato e dei rispettivi esercizi. Nel manuale viene inoltre dedicato uno spazio particolare ai meccanismi che agganciano lo sguardo dello spettatore all'azione dell'attore, in rapporto al tempo e allo spazio della rappresentazione. Si tratta di un argomento spesso sottovalutato a favore di un'esclusiva concentrazione sulle problematiche dell'attore in rapporto a se stesso e alla scena da recitare, ma la conquista dell'attenzione del pubblico, destinatario/complice di qualunque azione teatrale, è il compito principale da affrontare nelle prime fasi della formazione di ogni attore e regista, perché comporta implicazioni di dinamica e d'immaginario fondamentali. -
La promessa della vergine
Questo libro presenta un nuovo modello narrativo basato sull'archetipo femminile: la promessa della Vergine. La differenza fra la promessa della Vergine e il viaggio dell'Eroe non sta tanto nel genere della o del protagonista della narrazione quanto nel tipo di percorso da compiere: la Vergine deve imparare a riconoscere e realizzare il suo sogno circondata dalle influenze del suo regno, mentre l'Eroe deve affrontare un pericolo mortale lasciando il proprio villaggio e dimostrando di poter esistere in un mondo più grande. Quindi al centro delle storie della Vergine non ci sono sempre e solo donne, ma anche uomini - da Billy Elliot a Rocky. Christopher Vogler, autore del Viaggio dell'Eroe, scrive nella prefazione: Quando ho iniziato a tenere lezioni sul viaggio dell'Eroe, ho constatato che molte persone davano subito per scontato che parlassi di eroi d'azione e supereroi maschili, eroi militari tradizionalmente maschili ecc. Le donne dicevano: «D'accordo; ho capito il viaggio dell'uomo che va alla conquista di qualcosa, ma qual è il viaggio della donna?». Non avevo una risposta valida. [...] Perciò ho sperato che qualcuno affrontasse questo tema con una dedizione totale per definire i dettagli di una teoria esaustiva della drammaturgia da un punto di vista femminile, e credo che stiate per leggere un libro che fa esattamente questo. [...] L'autrice ha provveduto a tracciare paralleli e creare corrispondenze sia con il linguaggio di Campbell sia con il mio, in modo tale che il viaggio dell'Eroe non sia rifiutato ma riconosciuto come parte di un sistema più grande che include anche la promessa della Vergine. -
Manuale di clownterapia
La clownterapia nasce a New York a metà degli anni '80 ed è ormai diffusa in molti paesi del mondo occidentale. In Italia, nel 1995, grazie anche all'autore di questo libro, nasce a Firenze Soccorso Clown, il primo servizio nazionale di professionisti preparati per operare in ospedale. Ma cos'è il clown ospedaliero? ""Manuale di clownterapia"""" è il libro nato sia per spiegare cos'è un clown, cos'è la clown terapia ospedaliera, sia per fornire uno strumento a tutti quegli attori che vogliono formarsi in questa nuova professione, sia a medici e genitori per capire cosa fanno nelle corsie in pediatria quegli strani e buffi personaggi in camice e parrucca. Ma per suscitare il sorriso facendone un'attività professionale occorre aver, sì, un proprio talento, ma soprattutto la costanza di sottoporsi per tutta la vita a una grande disciplina, studiare e conoscere il proprio corpo, svilupparne le capacità fisiche ed espressive, senza mai smettere di allenarlo. E per farci meglio comprendere la grande potenza di ciò di cui ci sta parlando, l'autore ricorre anche al racconto di episodi realmente avvenuti, estrapolati dai propri """"Diari di bordo"""", ma anche da quelli dei suoi allievi, che inducono a riflettere sulla vita e sulla malattia, sul loro significato e sulla missione di ciascuno di noi."" -
Retorica della narrativa. Vol. 2: La voce dell'autore nella narrativa
Questo libro - un classico della moderna teoria narratologica - propone un'indagine nitida e accurata sul funzionamento della narrativa. Attraverso una lettura puntuale di testi della grande tradizione romanzesca, da Fielding a Jane Austen, da Stern a Henry James, Booth smonta i pregiudizi di una certa vulgata estetica e descrive i meccanismi concreti della comunicazione narrativa. Scrivere un romanzo o un racconto significa infatti predisporre un impianto di codici e di congegni in cui le nozioni di realismo, di impersonalità o di commento esplicito sono soltanto gli effetti di una particolare scelta formale. Ma l'idea di Booth è che la tecnica non si riduca soltanto a una cassetta degli attrezzi. Se le sue analisi mettono a fuoco concetti fondamentali come quelli di autore implicito, di narratore inattendibile, di controllo autoriale. la tesi che sostiene tutto il discorso è che il testo narrativo sia un dispositivo retorico in senso ampio, un atto di comunicazione che rimanda sempre a un progetto generale di persuasione. Così, suggerisce Booth. il valore di un testo si può misurare anche sull'efficacia del suo funzionamento: un ""buon libro"""" si riconosce dalla capacità di imporre ai suoi lettori un'immediata visione del mondo. Il volume II. “La voce dell'autore nella narrativa”, analizza alcuni classici della letteratura mostrando l'evoluzione del punto di vista e introducendo per la prima volta la distinzione fra autori attendibili e autori inattendibili."" -
L'arte della recitazione
L'arte delta recitazione raccoglie le trascrizioni delle lezioni di Stella Adler e ci permette di conoscere i capisaldi del suo approcciò alla recitazione. Ma, al tempo stesso, è un libro che cattura il fascino dell'attrice e ricrea l'atmosfera delle sue lezioni. Perché, al di là dei segreti del mestiere, ciò che forse più le premeva era inculcare negli attori, la sua concezione del teatro come mezzo in grado di scoprire e far conoscere la verità. «Il teatro è una radiografia spirituale e sociale del suo tempo», diceva. -
Laboratorio di regia
Un altro libro su come realizzare un film? Forse non ce n'è bisogno... questa stessa collana ne ha già pubblicati più d’uno. Ma è la prima volta che presenta un laboratorio di regia: una vera e propria raccolta di esercizi e suggerimenti per affrontare i problemi della realizzazione di un filmato all’interno di una didattica scolastica. E soprattutto un libro nato dalla concreta esperienza di Maurizio Nichetti, notissimo regista, all’interno dello IULM di Milano. Oggi le nuove tecnologie permettono a ogni ragazzo di portare in tasca gli strumenti per riprendere la realtà in alta definizione, tutti possono sentirsi registi per un giorno, ma non tutti hanno la possibilità di ricevere istruzioni semplici e chiare per migliorare la propria capacità di comunicazione con il linguaggio delle immagini. 10 lezioni pratiche per affrontare una ripresa cinematografica: dallo spot pubblicitario, al corto di genere, al documentario. Tutte le informazioni necessarie per prepararsi a vivere bene l’esperienza del set.rnPer la prima volta un libro non si limita a mostrare solo foto o disegni esemplificativi, ma permette, con l’utilizzo di una semplice App gratuita, di accedere anche a filmati ed esempi realizzati da altri studenti, veri e propri spunti e ispirazioni per nuove esercitazioni.rnProvare a fare il cinema per diventare spettatori migliori. -
Il corpo è cultura
In questo volume sono raccolti gli scritti, tradotti per la prima volta in italiano, di una delle più grandi voci del teatro nipponico. Il Noh, il Kabuki, la tragedia greca, i classici di Shakespeare e il lavoro di maestri moderni come Cechov e Beckett: è questo l'humus che ha alimentato la profonda consapevolezza di Tadashi Suzuki dell'universalità e del potere trasformativo dell'esperienza teatrale. Dal confronto con le tecniche della tradizione teatrale giapponese e le ricerche di Mejerchol'd, Decroux e Grotowski nasce il suo metodo di formazione degli attori, finalizzato a rendere gli interpreti consapevoli della propria sensibilità fisica attraverso una rigorosa disciplina corporea e vocale. -
Manuale di cinematografia professionale. Vol. 3: Controllo dell'immagine, correzione colore, gestione dati, formati di ripresa, ottica.
Manuale di cinematografia professionale nasce dall’ambizioso progetto di organizzare e codificare l’universo di competenze inerenti il lavoro del direttore della fotografia.rnrnQuesto libro vuole essere un’opera divulgativa e uno strumento di conoscenza e di approfondimento per gli addetti ai lavori e per quanti si avvicinano al complesso mondo della ripresa e della post-produzione. complesso mondo della ripresa e della post-produzione.rnrnNell’ultimo decennio la digitalizzazione ha invaso, a pieno titolo, l’universo dell’audiovisivo, stravolgendone metodiche e strumenti, dalla ripresa alla sala cinematografica. Se da un lato i principi fondamentali dell’illuminazione rimangono invariati, dall’altro il digitale impone la riconversione di alcune figure professionali, nonché la creazione di nuovi profili che necessitano di conoscenze e metodiche puntuali, svincolate dall’immediatezza dell’intuizione.rnrnL’insieme di conoscenze tramandate durante il secolo della pellicola, pur rappresentando un’eredità importante e ineludibile, non può, da solo, corrispondere alle necessità dei nuovi sistemi di produzione. Il livello di professionalità e di competenze richiesto oggi a chi lavora nel mondo del cinema ci proietta in un’epoca di formazione permanente. Pertanto, Manuale di cinematografia professionale approfondisce i temi della ripresa, dando particolare risalto alla gestione del colore nei flussi di lavoro analogici e digitali.rnrnQuesto terzo volume affronta i temi relativi al controllo dell’immagine prima, durante e dopo la ripresa con un’ampia trattazione dei processi analogici e digitali. Nello specifico si affrontano il controllo dell’immagine e il suo trattamento in post-produzione, l’importanza del colore, la gestione dei dati sul set e nelle fasi successive, l’ottica e i problemi legati alla risoluzione. -
Netflix e le altre... La rivoluzione delle tv digitali. La «nuova età dell'oro» della televisione: parlano produttori e «showrunner»
Dopo Showrunner, dedicato alla grande serialità USA, ecco il nuovo libro di Neil Landau, che questa volta affronta la serialità prodotta e veicolata dalle nuove piattaforme digitali tipo Netflix, Amazon e così via. Qui a parlare non sono solo gli autori, cioè gli showrunner, ma anche i produttori, in altre parole gli inventori sia di nuove linee editoriali sia di un nuovo business televisivo che sembra' aver dato vita negli USA a una ""nuova età dell'oro"""" per la tv. """"Netflix e le altre"""" è un libro ricco di informazioni e curiosità, eccitante per chi ama le grandi storie seriali, ma anche per il professionista che lavora nel campo dei media audiovisivi, interessato a comprendere le dinamiche della rivoluzione mondiale in atto. Il libro esplora il nuovo universo in rapida diffusione delle reti televisive on-demand e OTT (Over the Top): Netflix, Amazon, Hulu, Sony Crackle, CW Seed, Vimeo,AwesomenessTV e altre. All'accurata analisi delle diverse reti e alle testimonianze di produttori e manager, l'autore fa seguire interessantissime interviste ai creatori di contenuti, anticonformisti espiratori culturali che con capacità visionaria ribaltano i modelli televisivi tradizionali per creare il futuro della televisione e del cinema. Oltre a Tom Fontana, sceneggiatore e autore di serie famose come """"Oz"""" e """"I Borgi""""a e a Beau Willimon di """"House of Cards"""", alcuni dei più apprezzati creatori e showrunner di serie di grande successo raccontano i segreti di questo lavoro: Jenji Kohan di """"Orange Is the New Black"""", Andrea Sperling di """"Transparent"""", John J. Strauss di """"Mozart in the Jungle"""", Ricky Gervais di """"Derek"""", Charlie Brooker di """"Black Mirror"""", Bridget Carpenter di """"22.11.63""""."" -
Raccontare a fumetti. Il linguaggio dei comics dall'idea al disegno
«Dai, raccontami una storia!», disse la ragazza primitiva al ragazzo primitivo. E lui, probabilmente, iniziò a disegnare sulle pareti rocciose della caverna dove vivevano accompagnando i disegni con le parole. Ora, non sappiamo se sia andata proprio così, ma è certo che l'esigenza dell'uomo di raccontare storie, e di raccontarsi, si perde nella notte dei tempi. Così come quella di disegnare. Il fumetto è il punto d'incontro di questi due impulsi della natura umana, che nel corso dei millenni si è sviluppato in un linguaggio sempre più raffinato fatto di segni, disegni e parole. Oggi i fumetti possono essere industria, artigianato, arte, divulgazione o semplice intrattenimento e possono trasformarsi in cinema, cartoon, serie televisive oppure viaggiare liberi e indipendenti nel web. Questo manuale vuole essere uno strumento agile, ma al tempo stesso approfondito, per chiunque voglia intraprendere la professione di sceneggiatore di fumetti, sia per le grandi major internazionali, che per esprimersi più autorialmente tramite graphic novel per il mercato indipendente. Il libro analizza le molteplici possibilità espressive e di comunicazione del fumetto, non solo e non tanto da un punto di vista teorico, quanto nella prassi quotidiana del mestiere. Un viaggio che parte dall'idea, passa per la sceneggiatura e approda alla matita e al digitale. Ma come faccio ad avere un'idea se non ho l'ispirazione? Quanto deve essere lungo un soggetto? Come si scrive una sceneggiatura? Che cos'è lo storyboard? Qual è il modo giusto di usare le inquadrature? Queste sono solo alcune delle più frequenti domande che di solito si pongono gli aspiranti autori, cui questo libro tenta di rispondere attraverso esempi concreti, stralci di soggetti e di sceneggiature già edite, studi, disegni e tavole tratte dalle opere dei più importanti autori italiani e stranieri. -
Formattare la sceneggiatura
Un premio Nobel per la letteratura decide di scrivere la sceneggiatura tratta dal suo ultimo libro. La prima scena riguarda un'affollata e accesa conferenza stampa del Presidente, interrotta da una telefonata che preannuncia un attentato. Il premio Nobel passa un'ora immobile davanti al foglio bianco: sa cosa deve scrivere, ma non sa come. Abbandona la sceneggiatura e torna a scrivere un nuovo romanzo. Quando si parla di come scrivere una sceneggiatura si parla quasi sempre di struttura e contenuti, di quello che una sceneggiatura deve avere dal punto di vista della storia. Questo manuale, strutturato come un dizionario di problemi possibili, è diverso da tutti gli altri: si occupa di forma, rispondendo ad alcune domande cruciali che gli aspiranti sceneggiatori, ma spesso anche i professionisti, si pongono: in che ordine si mettono gli elementi nell'intestazione di una scena? Come si impagina una sceneggiatura? E come vanno indicate alcune situazioni particolari come, per esempio, le telefonate, la musica, le canzoni, le scene subacquee, gli ambienti multipli,.le scene di massa, gli effetti speciali o le soluzioni innovative di montaggio? La sceneggiatura è un testo tecnico che deve poter essere letto trasversalmente da tutti i reparti che si occupano di realizzare il film (o la serie), dalla fotografia ai postumi, alla scenografia, al suono. Produrre un documento che sia comprensibile e utilizzabile per tutti è un passaggio necessario, non solo per facilitare il lavoro degli altri, ma anche, e soprattutto, per tutelare le intenzioni stilistiche di chi, per primo, ha visto il film nella sua testa. Perché, quanto più la sceneggiatura sarà formalmente ineccepibile e chiara, tanto più sarà difficile tradirla. -
Tra due silenzi. Domande e risposte sul teatro
A più di vent'anni dalla visita di Peter Brook al campus della Southern Methodist University di Dallas, ""Tra due silenzi"""" offre ai lettori italiani le risposte ai quesiti posti al grande regista teatrale in quella occasione da studenti e colleghi. Le riflessioni racchiuse in queste pagine non risentono in alcun modo del passare del tempo ma, al contrario, conservano forza e vitalità, continuando a ispirare interpretazioni sempre nuove. Durante le dodici ore di intervista Brook, stimolato dalla curiosità degli interlocutori, affronta con passione e chiarezza gli argomenti più disparati, dalle sue produzioni più celebri al rapporto con gli altri grandi del teatro come Grotowski e Artaud, fino all'impronta multiculturale che caratterizza i suoi lavori più recenti. Il lettore non si troverà di fronte a messaggi o verità impartite, bensì a un botta e risposta spontaneo e orientato al continuo scambio di prospettive, in quel rispetto della diversità che, per Brook, è la vera garanzia di un teatro ricco e autentico. Un teatro che può nascere soltanto nello spazio che si crea fra il silenzio della noia e quello della partecipazione."" -
Poetica. Ad uso di sceneggiatori, scrittori e drammaturghi
Da duemilatrecento anni la Poetica di Aristotele costituisce il riferimento base per tutti coloro che si occupano di drammaturgia. Pochi testi antichi hanno avuto sulla cultura occidentale un'influenza paragonabile a quella che questo libro ha esercitato ed esercita ancora oggi. Citato da tutti i manuali di sceneggiatura come antecedente imprescindibile, è in realtà, un,testo poco letto e poco conosciuto oltre la cerchia dei classicisti. Per questo intendiamo proporlo al lettore contemporaneo, nella storica traduzione di Manara Valgimigli, con un commento originale pensato innanzitutto per sceneggiatori, drammaturghi e scrittori, e poi per tutti gli appassionati di cinema, che potranno così entrare nell'officina delle idee di una delle menti più geniali di tutta la cultura occidentale. Nata come promemoria delle lezioni, e redatta quindi in forma di appunti, la Poetica ha una vicenda editoriale complessa e avventurosa che,ha aumentato tanto il suo fascino quanto la sua autorevolezza. Nel Novecento, ha trovato forte consonanza con il pensiero strutturalista e con l'idea di una scienza della letteratura, ma ""soprattutto ha riscosso massimo interesse presso i'creativi che, prima a Broadway e poi a Hollywood, erano alla ricérca dei meccanismi di funzionamento dei grandi-racconti. Alcuni suoi concetti sono, ancora oggi, al centro della teoria letteraria: l'opera d'arte come modello di mondo, la reazione estetica del pubblico, il ruolo centrale della narrativa nell'esperienza umana; e alcune norme orientative, come la struttura in tre atti, sono tuttora principi fondamentali della costruzione di film'e serie televisive. L'elaborazione di racconti appare oggi quanto mai cruciale: l'""""homo sapiens"""" ha ceduto il posto all'""""homo narrans"""". Su queste basi la Poetica di Aristotele è un libro che merita di essere esplorato e compreso dal lettore contemporaneo."" -
Feldenkrais per attori. Guida pratica alla scoperta di un metodo
Il Metodo Feldenkrais si serve del movimento per suscitare nell'attore una maggiore consapevolezza del proprio corpo nello spazio e delle sue diverse-possibilità di adattamento e risposta alle sollecitazioni esterne. Così facendo, l'attore si libera dagli automatismi e dagli schemi dettati dall'abitudine e scopre come sfruttare al meglio il proprio potenziale fisico, emotivo e mentale. Spontaneità, sensibilità, semplicità e flessibilità di fronte a qualsiasi situazione sono qualità essenziali per una buona performance sul palco, e il Metodo Feldenkrais si è rivelato in questo senso un ottimo strumento nella formazione degli attori, ma anche di cantanti, ballerini, musicisti, atleti e ogni genere di performer. Frutto degli oltre trent'anni di pratica dell'autrice con il Metodo Feldenkrais applicato al teatro - sia in qualità di attrice che di insegnante di recitazione - il volume include dozzine di esercizi e sequenze che permettono al lettore di fare un'esperienza diretta del valore del metodo nella pratica. -
Fingere di non fingere
«In cosa consiste dunque il vero talento? Nell'individuare bene i tratti esteriori del personaggio che deve essere rappresentato; nel rivolgersi 'alle sensazioni di' coloro che ci guardano [...] e nel riuscire a ingannarli attraverso l'imitazione di quei tratti [...]». Così scriveva Diderot nel suo celebre ""Il paradosso dell'attore"""", pubblicato postumo nel 1830. Ecco allora la sfida che si pone da sempre a ogni attore: come rendere credibile questo inganno? Come trasformarsi in un altro senza smettere di essere se stessi? O, detto in altre parole, come imparare a fingere di non fingere? Per rispondere a questa domanda Ombretta De Biase delinea, con numerosi esempi ed esercizi, i passi formativi che l'aspirante attore dovrà compiere per diventare un professionista sicuro di sé e delle proprie scelte, assumendo l'abito mentale dell'attore-drammaturgo. Espressione, questa, con la quale il letterato e teorico teatrale settecentesco Gotthold Ephraim Lessing descriveva l'attore che non si limita a essere un passivo esecutore degli ordini del regista ma partecipa attivamente, con la sua esperienza e preparazione, alla messa in scena dell'opera. Tra i passi formativi indicati il manuale propone, oltre allo studio sistematico e integrale del copione, alcuni semplici è divertenti test attitudinali che aiuteranno il principiante a riconoscersi in un tipo caratteriale più razionale o più creativo, aiutandolo così a individuare le tecniche attoriali a lui più congeniali tra quelle illustrate. Il tutto basandosi sulla cosiddetta poetica della formazione, ovvero un approccio pedagogico di derivazione stanislavskiana che, nelle sue tante varianti, insegna a partire da se stessi per creare ex-novo il personaggio."" -
Gli strumenti dello storytelling. Come scrivere narrativa, cinema, teatro, graphic novel, favole utilizzando strutture e modelli della sceneggiatura
Che differenza c'è tra una sceneggiatura, un racconto per bambini, un fumetto, un romanzo giallo o un'opera teatrale? Dal punto di vista dell'intreccio, nessuna. Cambieranno la sintassi, la forma della scrittura, il lessico, ma non gli elementi strutturali di cui ci serviamo per raccontare una storia. Vincenzo Cerami nei suoi ""Consigli a un giovane scrittore"""" dichiara: «Sono usciti libri che parlano della scrittura letteraria o della sceneggiatura cinematografica, altri che studiano la drammaturgia teatrale, ma una visione generale che ponga sótto lo stesso ombrello i diversi modi di scrivere non mi è mai capitata sotto gli occhi. E se penso che i linguaggi creativi (tranne la poesia) hanno come dato comune la narrazione, appare francamente singolare». Ecco, in questo volume si è scelto di dare a quell'ombrello il nome di storytelling e di mostrare come la narrazione sia base comune a più generi e più linguaggi prima di tutto per la struttura del suo intreccio. In autori molto diversi, come Sepùlveda, Pitzorno, Moehringer, Zerocalcare, Alcott, Simenon, Cechov, Pirandello, Steinbeck, vissuti in epoche e contesti molto lontani tra loro, rinsciremo a trovare tante analogie e qualche deviazione dalla norma. Gli intrecci si disegnano su medesimi percorsi e meccanismi. Interiorizzarli è quanto di meglio possiamo fare, da scrittori, per liberarcene e liberare l'ispirazione."" -
Viewpoints. Il libro dei punti di vista scenici
Questo libro costituisce la traduzione italiana del volume ""The viewpoints book"""", scritto da Anne Bogart insieme alla drammaturga Tina Landau nel 2005. Al cuore della pedagogia di Bogart, una delle maggiori teoriche del teatro contemporaneo, c'è la visione dell'attore come autore della propria presenza, capace di vivere attivamente la scena come spazio in cui esercitare la propria libertà. Da questa prospettiva, il lavoro sui punti di vista scenici e sulla composizione si inserisce in quella che può essere considerata come la grande corrente dei registi pedagoghi che, a partire da Stanislavskij passando per Grotowskij per arrivare a Peter Brook, hanno rinnovato il teatro dalle fondamenta. Ma l'approcciò di Bogart raccoglie anche, ed è questa la sua peculiarità, l'eredità della stagione dell'avanguardia americana, con figure come il pittore Robert Rauschenberg e il musicista John Cage, e soprattutto le innovazioni della nuova danza americana. Punti di vista scenici e composizione offrono un vocabolario comune a cui il regista, gli attori e i diversi collaboratori possono fare riferimento per identificare aspetti principi del movimento che esistono da sempre, avvalendosi così di una solida base dialogica per l'analisi del lavoro condotto sulla scena. Come conseguenza e sviluppo di questa premessa dialogica, le procedure dei punti di vista scenici e della composizione, presentate in questo libro sotto forma di esercizi, offrono un efficace strumento di formazione degli interpreti a cui poter tornare quotidianamente nel training. Diviene così possibile lavorare in maniera implicita su quella componente invisibile del lavoro attoriale, indicata di solito con i termini ascolto, apertura e disponibilità, che si traduce nella qualità della presenza scenica dell'attore nell'atto della performance."" -
Cambi di scena. Come affrontare una fase cruciale della scenografia e della scenotecnica teatrale
Quello dei cambi di scena è un momento cruciale della scenografia e della scenotecnica teatrale, poiché è lì che si concentra la gran parte dei problemi connaturati al lavoro dello scenografo. Prima ancora di mettere la matita su carta, infatti, lo scenografo si ritrova spesso bersaglio delle innumerevoli richieste avanzate dal regista e dalla produzione. Possono essere questioni artistiche, ma anche di natura tecnica ed economica: dalla pretesa di contenere i costi all'adattabilità della scenografia a luoghi di destinazione più o meno favorevoli. Lo scenografo dovrà quindi tenere conto delle dimensioni della scena; dei problemi di carico e scarico nei trasporti e dello stivaggio durante i cambiamenti da una scena all'altra; delle limitazioni spesso dettate da edifici teatrali con problemi architettonici particolari. Corredato da numerosi esempi che offrono una panoramica dei diversi modi di affrontare i cambiamenti di scena, questo libro si propone come strumento per affrontare le questioni inerenti a questa fase fondamentale del lavoro dello scenografo, rivolgendosi in particolare agli studenti delle accademie, ma anche a chi ha già cominciato ad approcciarsi alla scenografia in modo professionale. «I cambi di scena [...] sono l'attimo in cui tutte le ""abilità"""" dello scenografo vengono """"rivelate"""", perché tempo, sorpresa, ingegnosità, tecnica, immaginazione, aderenza al testo, al luogo e alla storia devono ottenere un unico effetto: un ricordo che non sia noia, ma l'essere stato, al di là della consuetudine quotidiana, in un mondo e uno spazio diverso da quello in cui. viviamo, cambiando per qualche ora il fondale e la scena della propria vita.» (Dalla Prefazione di Pasqualino Marino)"" -
Ogni più piccolo movimento. François Delsarte e la danza
Pubblicato per la prima volta nel 1954, questo di Ted Shawn è un libro utile per la conoscenza della ""modern dance"""" americana, movimento di cui l'autore è stato uno dei pionieri. L'aspirazione-chiave di questo fenoméno artistico consiste nel superamento di un corpo """"franto"""", ovvero nell'intento di ricostruire un corpo che sia davvero un organismo e non un accostamento di segmenti, rispecchiando così l'intenzione di natura esistenziale di conseguire, mediante il linguaggio coreico, un ambiente interiore integro, privo di scissioni. Rilevante nel saggio è la testimonianza dell'influenza che gli insegnamenti di Frangois Delsarte, celebre teorico francese vissuto nell'Ottocento, hanno avuto su una parte importantissima della danza del XX secolo. Il volume riporta prove determinanti sulla formazione delsartista di Ruth Saint Denis e Isadora Duncan, dello stesso Ted Shawn e di vari esponenti dell'avanguardia storica. «Senza i principi di Delsarte» - sostiene Shawn - «noi pionieri non avremmo potuto fare il nostro laVoro pionieristico, e senza il nostro lavoro pionieristico la modern dance americana non esisterebbe». Sulle teorie di Delsarte gi basa la didattica della Denishawn, la scuola fondata da Ruth Saint Denis e Ted Shawn, presso la quale si formano, fra gli altri, Martha Graham, Doris Humphrey e Charles Weidman.""