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Orazio lirico
Fu un grande autore satirico, il modello a cui guardò ogni classicismo, ma a emergere nella raccolta che qui presentiamo è l'Orazio più intimo, privato, l'«Orazio lirico». La lirica fu l'ambizione suprema del poeta, «la sola passione duratura che si concesse», l'unico ideale capace di dare senso alla sua vita. Sul filo della selezione operata, si delinea un percorso esistenziale oltreché poetico: dall'esordio nel mondo letterario, a partire dalla scoperta ad Atene dei poeti greci, alla svolta del 38 quando, grazie all'incontro con Mecenate, si aprì il periodo più fortunato, quello dell'amicizia con Augusto, e quindi della notorietà e della gloria. Un periodo dorato, quest'ultimo, nel quale però Orazio conservò la tendenza a isolarsi e a indugiare sul pensiero del tempo e della morte, i temi che sentì in misura più acuta e persistente. Di testo in testo, di anno in anno, si rivela la personalità vera del poeta, che dissimula solitudine e malinconia dietro il sorriso e la maschera di sobria virilità che siamo abituati a riconoscergli. -
Tre lezioni sulla dignità della vita umana. Nuova ediz.
Che cosa rende ogni essere umano unico e irripetibile? Che cosa gli appartiene così intrinsecamente che niente e nessuno potrà mai strapparglielo? Che cos'è e come può essere definita la dignità di una persona? Esiste una morte ""dignitosa""""? Intorno a queste e ad altre domande sulla vita umana, la modernità appare lontana dalla religione, quando non in aperto dissidio con la sua morale. Eppure, scrive Spaemann, «la dignità non è una qualità biologica dell'uomo. La dignità è il fondamento dell'uomo, spiega l'esistenza di diritti e doveri, della libertà e della responsabilità. La dignità ha in sé qualcosa di trascendente, di sacro, di religioso, perché solo """"rappresentando"""" l'Assoluto l'essere umano possiede ciò che chiamiamo """"dignità""""». Dal """"diritto"""" di morire all'esistenza dell'anima, dal legame dell'amicizia alla dimensione della felicità, dall'amore alla sessualità, Spaemann sottopone la modernità a una critica paziente, stimolante, costruttiva, andando al fondo della ricerca di senso che tocca tutti noi, con un linguaggio di encomiabile limpidezza."" -
Il piano occulto. La setta segreta delle SS e la ricerca della razza ariana
Nel 1935 Heinrich Himmler, uno degli uomini più potenti del regime nazista, fondò l'Ahnenerbe, un istituto di ricerca che aveva lo scopo di identificare le origini remote della «razza» germanica. Dopo aver reclutato una bizzarra schiera di avventurieri, mistici e studiosi rispettabili, e mentre già la guerra incombeva, Himmler progettò e finanziò lunghe e costose missioni in Paesi come l'Iraq, la Finlandia e il Tibet, per riscrivere la storia del genere umano. Il capo delle SS, l'uomo che aveva architettato i campi di sterminio, era infatti convinto che gli archeologi ignorassero da troppo tempo le doti e le gesta di un antico popolo di conquistatori dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, gli ariani. Riteneva che gli antenati del popolo tedesco fossero comparsi nelle aride terre dell'Artico e lì si fossero evoluti in un'invincibile razza dominatrice. Ed era fermamente persuaso che nel XX secolo restassero tracce del loro sangue solo in alcune parti del mondo: l'identificazione degli ariani autentici e l'annichilimento di tutti gli altri sarebbero diventate le pietre angolari del Reich millenario. Basandosi su ricerche originali di eccezionale ampiezza, Heather Pringle delinea un ritratto rigoroso e completo dell'Ahnenerbe, ne precisa il ruolo in rapporto all'Olocausto e svela l'identità di quegli scienziati e studiosi tedeschi che permisero che la scienza venisse usata per giustificare le più terribili atrocità. -
Sapienza orientale e cultura occidentale
Nei saggi raccolti in questo volume, dato alle stampe per la prima volta nel 1947, l'autore mette in luce da vari punti di vista gli errori della cultura occidentale dominante che ha anteposto il primato dell'azione al primato della contemplazione, il culto del Nuovo all'attenzione alla Verità, l'idolo dell'alfabetismo coatto alla saggezza delle culture orali. Sottolinea pure gli errori e i guasti della colonizzazione che ha imposto ai popoli extraeuropei i modelli culturali e tecnologici dell'Occidente, sgretolando culture civili armoniche ed equilibrate ed esportando i germi di un disordine morale ed ecologico di cui oggi si sopportano le conseguenze. Il suo background privilegiato – da orientale che ha vissuto e scritto a lungo in Occidente – gli permette di evitare i facili stereotipi e di arrivare a una penetrazione critica di rara profondità. La sua visione dei problemi del mondo moderno è lucidissima e se ci fosse bisogno di dimostrare che c'è ancora bisogno di leggere le sue opere, sarà sufficiente osservare che i mali di cui parlava settant'anni fa sono ancora presenti, immutati e in qualche caso incancreniti. Coomaraswamy propone una cura sempre valida, anzi, forse oggi più necessaria che mai: un ritorno consapevole alla saggezza tradizionale, smarrita dagli occidentali ma ancora viva nel ""suo"""" Oriente induista e buddhista."" -
Gli zoccoli nell'erba pesante
Un'immersione in una realtà lontana e insieme prossima. Una vita: la vita di un ragazzo di campagna diventato un adulto consapevole, anche grazie al privilegio degli studi, che ritorna al paese in cui è cresciuto per rintracciarne gli umori, per ripercorrere il transito delle cose profondamente mutate nel passaggio che separa gli anni '50 e i '60. Rituali rimemorati di un mondo piccolo e finito, che tuttavia continua a pulsare e a pretendere un'attenzione che qui si traduce in una scrittura chiara e minuziosa. Attraverso la memoria che scioglie nodi e grovigli interiori, si disegna una trama di fatti, oggetti, personaggi, emozioni, pulsioni, lavori, rituali, affetti, dolori, e dal fondo di questa vita intima a poco a poco emerge un'oggettiva e segreta bellezza. -
Sulle ali della libertà
Questo romanzo parla di un rapimento, di due fanciulle e due uomini che le amano, di coraggio e dolore, di un viaggio nell'azzurro abbacinante del mare che diventa un viaggio dell'anima. Un uomo di terribile avarizia e un uomo di terribile crudeltà sono i due mostri che tengono in pugno la vita delle persone. Le due fanciulle rapite, Isabella e Gertrude, sono all'inizio del libro signora e cameriera, alla fine sorelle. I loro improbabili rapitori sono un gruppo di poveracci che si improvvisano lupi di mare per sfuggire alla miseria. Tutti, rapitori e rapite, riusciranno a ritrovare la libertà, sia quella delle loro vite minacciate dalla schiavitù più terribile, sia quella delle loro anime, che imparano le vie della generosità e del coraggio. Un romanzo perché i ragazzi riscoprano la storia dei loro antenati: uomini forti che hanno combattuto perché la loro terra restasse libera, donne forti che nella loro fede hanno trovato la forza per tenere testa alla storia, per diventarne le artefici, invece che esserne travolte. Età di lettura: da 10 anni. -
Il lato oscuro della storia. L'ossessione del grande complotto
Il corpus di idee politiche che Daniel Pipes chiama ""cospirazionismo"""" si formò oltre due secoli fa, quando alcuni avversari della Rivoluzione francese attribuirono ai propri nemici un'intenzione diabolica di dominio del mondo e una sovrumana capacità di pianificazione. Queste paure, che prendono in particolare di mira le società segrete e gli ebrei, si possono peraltro rintracciare anche in epoche molto lontane. La storia che Pipes racconta risale infatti fino alle Crociate (alla nascita dell'Ordine dei Templari) e mette in scena intellettuali (Spengler, Chomsky), demagoghi (Marr, Farrakhan), dittatori (Hitler, Lenin, Stalin), leader insospettabili (Disraeli, Churchill), misteri insoluti (l'assassinio di Kennedy, di Martin Luther King, di Malcolm X), casi di cronaca (il processo a O. J. Simpson, il pestaggio di Rodney King a Los Angeles), società pseudosegrete (massoneria, Illuminati di Baviera, Ku Klux Klan), grandi famiglie (Rothschild, Rockefeller, Ford). L'""""ossessione del grande complotto"""" è un pericoloso impasto di malessere psicologico e di malafede culturale, ha radici religiose, economiche e ideologiche molto profonde e ha indubbiamente cambiato il corso della Storia. Ma oggi? Secondo Pipes le teorie della cospirazione sono più vive che mai, in Occidente e nel mondo musulmano, come dimostrano molte congetture paranoiche formulate intorno all'11 settembre, alla guerra in Iraq e alla tragedia di Beslan."" -
Amore che viene, amore che va. Racconti vecchi e nuovi
Gli amori vanno e vengono, si sa, e così è la vita, perché tutto alla fine va e viene. Le esperienze si susseguono, gli incontri ci aprono talvolta nuove prospettive, le convinzioni mutano, si raggiunge una maggiore comprensione di sé stessi e degli altri. Nelle storie vecchie e nuove qui riunite è proprio un tratto di questo percorso esistenziale che l'Autrice coglie e fissa, partendo da un momento preciso della vita di ciascuno dei protagonisti - un'infatuazione, un funerale, un'asta di antichi arredi, un congresso e così via. Ogni volta, nella misura contenuta di poche pagine, si snoda il filo dei loro pensieri, insieme a dubbi, emozioni, rimpianti e gioie. «Momenti di essere», li definisce l'Autrice, riprendendo il titolo di una raccolta di scritti autobiografici di Virginia Woolf. In realtà, proprio nel racconto breve Camilla Salvago Raggi trova uno spazio di manovra maggiore rispetto alle storie familiari di cui ha nutrito i suoi romanzi. È nel «momento», fissato «nel suo essere e divenire», che assapora il piacere di scrivere in totale libertà. -
Vita di Oscar Wilde attraverso le lettere
Raffinato cantore del decadentismo, dandy impareggiabile, umanista finissimo, autore di successo, spirito libero e anticonformista, Oscar Wilde è al centro di un'infinita bibliografia, ma non vi è fonte migliore per ricostruirne e ripercorrerne l'intensa vicenda umana della sua ricchissima corrispondenza. Nelle lettere contenute in questo volume, sapientemente selezionate da Masolino d'Amico, vediamo Wilde impegnato con letterati e artisti, nel lavoro, nelle amicizie, nella difesa dei suoi libri e nella critica al perbenismo della società vittoriana e al suo moralismo filisteo; nei rapporti con l'amatissima madre e nella tormentata relazione con Alfred Douglas; nei giorni del successo, quando era conteso dai salotti della buona società inglese e americana, e in quelli del processo e della prigionia; e, infine, nel malinconico «dopo», quando, povero e rassegnato a lasciare la ribalta, non perse tuttavia la voglia di vivere e di confessarsi. ""Vita di Oscar Wilde attraverso le lettere"""" ci restituisce un ritratto davvero a tutto tondo, che dell'originale conserva ombre e sfumature, ricreando il fascino dell'abile conversatore e del narratore raffinato, la forza di una mente originale e trasgressiva e la tenerezza di un uomo di grande sensibilità e privo di malizia, che nella vita, come egli stesso ebbe a dire, mise tutto il suo genio, riservando alle opere solo il proprio talento."" -
Guida (politicamente scorretta) all'islam e alle crociate. Tutto ciò che sapete sull'islam e le crociate è falso. Nuova ediz.
Tutto (o quasi) ciò che sapete sull'islam e le crociate è falso perché la gran parte dei testi scolastici e dei libri di storia più diffusi sono scritti da accademici e da apologeti dell'islam che giustificano le loro teorie e scelte con ""fatti"""" storici mistificati. Ma non temete: Robert Spencer rifiuta i miti popolari e rivela aspetti della storia che non vi insegneranno a scuola né ascolterete mai al telegiornale della sera. L'autore coinvolge i lettori in un viaggio incalzante e politicamente scorretto alla scoperta della dottrina islamica e della storia delle crociate. Un viaggio da cui trarre tutte le informazioni che occorrono per comprendere la reale natura del conflitto globale che l'Occidente, oggi, si trova ad affrontare. «Non ho concepito questo libro né come un'introduzione generale alla religione islamica né come un esaustivo resoconto storico sulle crociate. Piuttosto, mi propongo di analizzare una serie di affermazioni sull'islam e sulle crociate tanto tendenziose quanto popolari. Con la speranza di rendere il discorso pubblico un po' più vicino alla verità» (Robert Spencer)"" -
Conversazione con Ingmar Bergman
"Abbiamo incontrato Bergman tre volte, il 14, 15, e 16 marzo dalle quattordici alle sedici; il rituale era sempre lo stesso: Bergman ci faceva da guida fra i meandri del teatro fino alla piccola anticamera del suo ufficio contrassegnata da una piccola targa in cuoio «Ingmar Bergman - Regissör». Qui, ci sedevamo intorno a un tavolo basso e chiacchieravamo di tutto un po'. Interessato al cinema francese, sondava i nostri punti di vista, ci interrogava su alcuni film recenti, ci parlava dei suoi progetti teatrali. Poi, facevamo partire i registratori, due piccoli mangiacassette antidiluviani che entrambi osservavamo di tanto in tanto con i sudori freddi. Lui distendeva i piedi su uno sgabello, si allungava all'indietro e rispondeva - o evitava di rispondere - con molta attenzione e precisione."""" (Gli autori)" -
Walt Whitman. Testo inglese a fronte
Walt Whitman, poeta americano fra i più celebrati di ogni tempo, non ha certo bisogno di presentazioni. Alla poesia dedicò la sua intera vita continuando a lavorare a una sola opera, Foglie d'erba, dal 1855 fino alla morte. Alla prima edizione che conteneva pochissime poesie, «frutto di una fatica costante e lentissima», accolta da critiche anche feroci e di cui vendette una sola copia, ne seguirono altre dieci, ogni volta aumentate e rivedute. Rigettando le forme e i modi espressivi in uso all'epoca, imboccò una strada personalissima che lo portò a cambiare tutto - dal lessico alla versificazione, con l'adozione del verso libero - e a far assumere alla sua poesia «le stesse dimensioni ideali, lo stesso profilo dell'America». Come scrive Roberto Sanesi, curatore e traduttore di questa selezione, Whitman fu «poeta di un unico libro che gli vegetò e infittì fra le mani per decenni: e la sua voce personale, coscientemente, in uno sforzo che non conobbe pause, si estese al tentativo ambizioso di definire tutta una nazione». -
Camminare. Con un testo di Virginia Woolf
Bisogna tornare a camminare, ci dice Thoreau in questo piccolo saggio. Ma è l'Arte del camminare quella che con ardore appassionato chiede di coltivare, e avendo in mente ben precisi effetti. Anche in ""Walking"""", infatti, l'autore di """"Walden"""" e di """"Disobbedienza civile"""" - del quale Virginia Woolf traccia in appendice un acuto ritratto intellettuale - punta il dito sul vero nemico dell'uomo, la cosiddetta civiltà, che vuole trasformare il mondo in un ordinato mosaico di prati rasati e campi coltivati, tra città e villaggi abitati da docili membri della società. Gli uomini seguono ormai soltanto le strade che altri hanno tracciato, adeguandosi passivamente a quanto viene deciso altrove. Quasi incapaci di pensieri coraggiosi, perché credono di sapere ma di fatto non si avventurano oltre il circolo vizioso di idee trite e preconcette, non conoscono più il piacere che offrono la ricerca e la scoperta e pertanto non riescono a vedere e godere del bello. Perché a nutrire in profondità la vita e gli esseri è proprio il terriccio vergine di boschi e paludi, quello che è divorato dalla avanzata ordinatrice dell'uomo, che rischia di scoprire in punto di morte di non aver mai davvero vissuto. È investendo il proprio tempo nella nobile pratica del fare «anche la camminata più breve pieni di spirito d'avventura, come se partissimo per un viaggio senza ritorno» che più aria e più luce circoleranno tra i nostri pensieri facendo resuscitare speranza e futuro."" -
Taccuino giapponese
I viaggi ci portano ogni giorno più lontano, senza contare la rapidissima circolazione di notizie, immagini, persone e cose in un pianeta che ci appare di conseguenza sempre più piccolo. A questa «visibilità globale» non sfugge neppure il Giappone che ci sembra di conoscere perché possiede un passato importante e una civiltà ricchissima ed è la terza economia mondiale, dopo America e Cina. II rischio, però, è che lo sguardo che posiamo su un mondo così estraneo al nostro sia viziato da luoghi comuni e mezze verità. È proprio questo passo falso che il diario di viaggio di Giangiorgio Pasqualotto ci evita. Ciò che il ""Taccuino giapponese"""" offre al lettore non è infatti il classico percorso di ogni guida turistica con il corredo di descrizioni dettagliate di città, santuari e paesaggi, ma è il racconto di un'immersione dentro la storia, la cultura, l'arte, la religione e la filosofia del Paese del Sol Levante, alla ricerca della sua vera essenza."" -
Le storie di Nutkin Scoiattolo e di Timmy Tiptoes
La vita degli scoiattoli ha i suoi ritmi e le sue complicazioni, proprio come quella degli umani. Peraltro, esattamente come questi ultimi, anche gli animali hanno il loro carattere. È questo il caso di Nutkin, lo scoiattolo rosso protagonista della prima storia, che è proprio uno sfacciato e continua a combinarne di tutti i colori. Non perde occasione per recitare qualche sciocca filastrocca o stuzzicare con un comportamento irrispettoso Old Brown, il vecchio gufo che vive nell'isola vicino al bosco. Poi però anche la pazienza si esaurisce e... be' a Nutkin succede qualcosa che gli farà passare per sempre la voglia di fare il monello. Tempo di provviste invece per i coniugi Tiptoes. Per Timmy e Goody, due scoiattolini grigi, è arrivato il momento di mettere da parte quanto servirà loro a superare senza problemi i lunghi mesi dell'inverno e della primavera. Oltre a raccogliere tante buone nocciole, c'è il problema di trovare un luogo asciutto e sicuro per sistemarle. E la ricerca delle provviste in vista di quando nel bosco non ci sarà granché da mangiare, non riguarda solo loro due, ma tutti gli scoiattoli della comunità che vive nei dintorni. Proprio per colpa delle nocciole il nostro Timmy a un certo punto sembrerà finito nel nulla, ma Goody saprà ritrovarlo. Sano e salvo per fortuna, anche se un po' troppo grassottelle! Età di lettura: da 4 anni. -
Warren Buffett. L'investitore intelligente. Come arricchirsi quando gli altri perdono. Nuova ediz.
Chi è Warren Buffett? Chi è l'uomo più ricco d'America, dopo Bill Gates? È un businessman geniale e atipico, per principi, strategie, stile di vita. Quando tutti si improvvisavano speculatori finanziari, lui continuava sulla sua strada, che è quella di investire i propri soldi in modo sicuro, comprando quando la Borsa scende e solo i titoli di aziende solide come roccia, gestite da manager onesti e capaci, che svolgono un'attività semplice e comprensibile, stabile nel tempo e con prospettive favorevoli a lungo termine. In altre parole Warren Buffett investe, laddove gli altri speculano. Per questo non ha alcuna difficoltà a essere uno dei grandi azionisti della Coca-Cola e della Gillette (per fare solo due nomi) e contemporaneamente il padrone di piccole catene di negozi a conduzione familiare. Warren Buffett è insomma un accanito e instancabile «lavoratore» del capitale, un Re Mida borghese dei nostri tempi e un «uomo qualunque» che dalla pacifica e anonima città di Omaha controlla una delle fortune più grandi al mondo. In questo volume Hélène Constanty ne racconta con ricchezza di dettagli e di aneddoti la vicenda straordinaria, fatta di lavoro, intuizione, spirito di osservazione e... buon senso. -
La parte del colibrì. La specie umana e il suo futuro. Nuova ediz.
Com'è possibile che l'umanità, che ha raggiunto un progresso tecnologico senza precedenti, non riesca a fare in modo che ogni uomo sul pianeta possa disporre di una casa, di cibo, degli indumenti essenziali, di cure adeguate, di un lavoro dignitoso commisurato alle sue possibilità? A questa domanda fondamentale - e sempre più urgente visti il degrado della nostra società e l'acuirsi delle disuguaglianze fra poveri e ricchi - la lettura di questo libro fornisce alcune risposte. Per l'autore la società potrà cambiare soltanto quando un'etica diversa guiderà le nostre azioni, sapremo instaurare un nuovo rapporto con la natura e abbandoneremo l'odierna ""logica della crescita e della produttività"""", che si è rivelata rovinosa e incapace di risolvere i problemi, per una logica economica alternativa, davvero a misura d'uomo (con la creazione di fattorie e di piccoli centri abitati in cui si pratichi un'agricoltura di sussistenza, ad esempio, e una produzione industriale limitata ai beni veramente necessari). Con il suo stile semplice e diretto, Pierre Rabhi trasmette ai lettori una profonda simpatia per la terra e per il suo ideale di una sobrietà felice."" -
Canzoni dell'amore infinito
Poeta, filosofo e mistico del XV secolo, Kabir visse a stretto contatto prima dell'islam e poi dell'induismo, in un periodo di lotte sanguinose che li opponevano e li dilaniavano anche al loro interno. Scelse di imboccare un cammino radicalmente diverso: rigettando gli sterili formalismi, gli inutili riti e i digiuni mortificanti prescritti ai fedeli dei due credi, propose una nuova concezione unitaria e gioiosa di Dio e del mondo. È l'amore universale da cui tutto nasce quello celebrato nelle ""Canzoni dell'amore infinito"""": in esso non c'è separazione tra vita e morte e ha finalmente termine ogni inquietudine umana, perché l'Amore non ha principio né fine, è il Senza Forma, e «per la sua misericordia» insegna a «camminare senza piedi, a vedere senza occhi, a udire senza orecchi, a bere senza labbra e a volare senza ali». Paradossalmente Kabir divenne un punto di riferimento tanto per i credenti dell'islam quanto per gli induisti e quando morì, pare alla veneranda età di 119 anni, gli uni e gli altri si disputarono il corpo del Maestro. La leggenda vuole che al suo posto sia stato trovato un enorme fascio di gladioli selvatici che i due schieramenti si divisero: così una parte di quei fiori fu bruciata e gettata nel Gange, mentre l'altra venne sepolta."" -
Mirtilli o L'importanza delle piccole cose
Ci sono cose tanto piccole, diffuse e banali da sembrare quasi trascurabili. Che ci siano non ci siano, o che qualcosa cambi nei loro riguardi, che importanza può avere? In realtà attraverso di esse si può talvolta cogliere il segno di un cambiamento sostanziale e duraturo, che ha effetti di enorme portata per l’Umanità. Questo è proprio il caso del mirtillo. Dopo un documentato excursus storico e botanico su quelli che erano frutti spontanei di una terra generosa, Thoreau denuncia il processo di «privatizzazione» ormai in corso. Le ampie estensioni di terreni e boschi comuni, regolati solo dall’avvicendarsi dei processi naturali, si stanno riducendo in modo drastico. E non è più possibile raccogliere liberamente quei frutti deliziosi, perché coltivazioni specializzate e rivenditori limitano al massimo la possibilità di procurarseli in modo autonomo. Tutto si è ridotto a una questione di soldi e di «utilità», senza più spazio per la bellezza e il contatto diretto con la Natura. Ma chi non prova amore per la Natura, non prova amore neppure per la propria vita e finisce per ammalarsi e morire. Perché la Natura fa ogni giorno del suo meglio per noi. Anzi esiste proprio per questo. -
La piccola commedia. Nuova ediz.
Anche la vita gaudente dei giovani viennesi, che trascorre in ambienti eleganti e senz'anima, conosce momenti di noia. Allora si sogna un'esistenza diversa, che permetta sentimenti puri e intensi. Così nasce la commedia di Josefine e Alfred: lei sta «recitando» la parte della ragazza di periferia, lui quella dell'artista squattrinato. Senza sapere d'aver avuto entrambi la stessa idea, confondendo la finzione con la realtà, ciascuno vede nell'altro una persona che suscita e merita amore. Due persone che potevano incontrarsi nei salotti finiscono così per condividere la povertà, e in questa condizione sperimentare una sincerità dell'animo sconosciuta alle sale da ballo. Quando poi, già affaticati dai disagi che si sono imposti, si scoprono entrambi attori per gioco e per capriccio, sono subito pronti a tornare alla loro ricca e leggera vita abituale, non senza un filo di rimpianto per aver perso quel sentimento autentico.