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Scrivere a destra. Vite narrate e vite perdute nel ventennio nero
Antonio Di Grado racconta la letteratura di destra, i suoi astratti furori e le illusioni perdute.Vite vendute? Prigionieri di un sogno? Certo non è un'improvvisa cecità, oppure un bieco opportunismo, a giustificare l'adesione al fascismo di gran parte del nostro ceto intellettuale, e in particolare dei numerosi scrittori di cui questo libro si occupa, alcuni ben noti e altri invece da sottrarre all'oblio o alla condanna, alcuni testardi nell'inseguire fino alla fine (e talvolta alla morte) l'illusione della ""rivoluzione"""" fascista e altri invece disposti ad affrontare il trauma del ripensamento, della ricerca di nuovi approdi. Da questa galleria di ritratti, da questo regesto di opere, emergono la necessità di difendere una """"coscienza divisa"""", salda nel confronto fra idealità e valori incompatibili, e al tempo stesso l'attenzione doverosa e partecipe per opere letterarie di rilievo scritte """"dall'altra parte"""" e per vicende umane tristemente segnate dalla disdetta."" -
Il maestro
Un inquieto monaco diciottenne, Zencho Bo Rencho peregrina di tempio in tempio nel Giappone medievale, spinto da una divorante sete di conoscenza e con in mente un unico pensiero: salvare gli esseri umani dall'angoscia della morte. Nulla lo soddisfa e ogni insegnamento viene messo in discussione, fino a che non incontra e approfondisce l'ultimo Sutra lasciato in eredità ai suoi discepoli dal Budda storico, Shakyamuni: il Sutra del Loto, creato molti secoli prima per rendere uguali e liberi tutti gli uomini e tutte le donne. Zencho chiarisce così lo scopo della sua vita: bisogna tornare alla purezza dell'insegnamento buddista e ripartire proprio da quel testo. Da quel momento sarà Nichiren Daishonin, il Sole del Giappone, e avrà inizio la sua odissea: perseguitato, affamato, esiliato e condannato a morte dal potere secolare in combutta con il potere religioso. Nel suo cuore sa che il suo insegnamento. espressione dell'eterna Legge che governa l'Universo, si diffonderà nei secoli futuri, per l'eternità. Il maestro racconta la straordinaria vita di Nichiren Daishonin e ci trasmette i suoi preziosi insegnamenti. -
Jeanne Moreau
Icona del cinema francese e attrice dal talento riconosciuto mondialmente, Jeanne Moreau ha attraversato la vita con interezza e lucidità assolute e speciali. Il suo asse centrale è stato recitare, il suo lavoro: fiamma e combustibile lungo un arco lunghissimo di anni, e la sua identità professionale un fiume di cui le altre parti della vita sono state gli affluenti, costellati di amori e di incontri, di seduzioni e di decisioni. Risalendo gli affluenti, si arriva così al fiume in piena della vita di una donna generosa e rigorosa nei confronti di sé stessa anzitutto, e subito dopo dei molti che l'hanno amata e del suo sconfinato pubblico. La sua esistenza è la storia di un grande amore per la vita, di un talento naturale per stare ""dentro"""" alle cose. Ma è anche la storia di una vita in cui i chiaroscuri della sua forza femminile si rifrangono su dinamiche più lente e meno visibili: è una Jeanne Moreau sfaccettata e umanissima, donna che custodisce, dietro la grande professionalità, silenzi vulnerabili e sogni di altre vite."" -
Lisa Morpurgo
Lisa Morpurgo, la più grande astrologa italiana di tutti i tempi, figura rivoluzionaria capace di rimodellare la tradizione astrologica che l'ha preceduta, di ricostruirla per trarne le lezioni di purezza che cercava. Traduttrice, scrittrice e astrologa per vocazione, Morpurgo si avvicina tardi all'astrologia, ma diventa presto padrona di quest'arte, l'unica in grado di illuminare gli anfratti bui che la mente razionale non riesce né vuole esplorare. Ha due anime la ricerca di Lisa Morpurgo: da un lato il fascino per il cielo, la tensione verso ciò che è invisibile e misterioso, dall'altro il pensiero matematico e razionale, ancorato alla materia e al tangibile. La scrittrice sperimenta coi temi natali: i primi che calcola sono quelli di Gabriel García Márquez e di Dino Buzzati, poi continua con tutti i suoi amici scrittori ed editori. Per lei sono un modo di scandagliare e razionalizzare la natura delle persone, applicando la sua mente precisa e ispirata. Melissa Panarello esplora il lavoro e l'estro di Lisa Morpurgo, accompagnando il lettore nella scoperta di un modo nuovo di leggere le persone e la realtà, in una felice armonia di potente magia e puntuale razionalità. -
Poer nano e altre storie
Con Poer nano, Dario e Jacopo Fo rinnovano la satira,rndimostrandosi giullari d’altri tempi, eppure d’avanguardia,rnche ridanno dignità agli oppressi.rnIl premio Nobel Dario Fo, attivista, teatrante, uomo dirnspettacolo satirico e spregiudicato, è stato un maestrornnell’usare quest’arma per denudare e deridere il potere ernl’oppressione, servendosi di ogni strumento di scherno,rndal frizzo osceno al lazzo dialettale, dallo spettacolo teatralernalla scrittura. In Poer nano, arricchito dalle illustrazionirndel figlio Jacopo Fo, artista affine ed erede dello spiritorndi Dario, i due autori mettono in scena delle storie,rnsovversive nella loro leggerezza, in cui la religione, ilrnpatriottismo, i padroni vengono dileggiati senza remore,rnmostrati nella loro piccolezza e così sdrammatizzati. Sono le immagini a parlare, in Poer nano, unica e ineditarngraphic novel firmata da Dario e Jacopo Fo, che sirnsono uniti per dare alla luce una felice sintesi di testo ernillustrazione. Gli operai di una fabbrica che trovanornsfogo alle ingiustizie subite prendendosela col manichinorndel direttore, papa Paolo VI che dirige la grottescarnorchestra del potere e delle istituzioni e Caino e Abelernche affrontano il loro conflitto fraterno, con tragichernconseguenze. -
Glitch feminism. Ediz. italiana
L'opposizione tra mondo reale e mondo digitale non esiste più: siamo sempre connessi. Come facciamo a definire noi stessi? Come possiamo trovare uno spazio in cui crescere e opporci a un sistema che ci opprime? -
A Milano con Luciano Bianciardi. Alla scoperta della città romantica
A Luciano Bianciardi sempre stette a cuore la vita dei minatori. Quando nel 1954 esplose la miniera della Montecatini, quarantatré persone morirono, in quarantatré dal sottosuolo riemersero senza vita, quarantatré compaesani a cui Bianciardi si sentiva legato visceralmente. A ricostruirne la vita, si ha l'impressione che lo scrittore fosse andato da Grosseto a Milano solo per vendicare quei morti. Il viaggio di Gaia Manzini sui passi di Bianciardi inizia da questo sentimento di rivalsa, e quindi dalla ricerca del torracchione, che sempre assillò lo scrittore. Secondo lui, la verticalità del capoluogo lombardo rappresentava il potere: su sta chi comanda, giù chi muore; su chi è responsabile, giù chi paga. Luciano Bianciardi è nato ossimoro: un nome luminoso per un dinamitardo, sempre in protesta. Contro il lavoro impiegatizio, la vacuità, e pure contro Milano. La città detestata ma mai abbandonata: come molti altri all'epoca, anche Bianciardi si muoveva per Milano come fosse casa sua, le vie come corridoi, le piazze come camere. Tutti con la smania di diventare artisti, scrittori, giornalisti, fotoreporter, tutti a darsi una mano perché qualcuno riuscisse: minatori che s'immergevano in una vita inesplorata, ignorando come ne sarebbero emersi. Gaia Manzini interroga la vita di Bianciardi per cercare un senso al proprio itinerario milanese, per cercare un maestro. L'autrice dialoga anche con Milano e traccia la storia di un'epoca, dell'impresa Feltrinelli, della Scapigliatura di Brera, di Jannacci, di Cochi e Renato, in una passeggiata che comincia dai torracchioni e finisce al Bosco Verticale. Perché, in queste pagine, chiarissimo emerge il cambiamento continuo di una città frenetica, ma anche la sua immutata tendenza a puntare in alto e a non guardare cosa, chi, resta in basso. -
A Los Angeles con Bukowski
Un viaggio on the road dentro un labirinto d'asfalto, per scoprire che anche a Los Angeles c'è qualcosa da vedere e accorgersi che, dietro lo stereotipo dello scrittore ubriacone e sporcaccione, c'è un grande poeta dell'animo umano.«Franceschini tesse abilmente storie parallele, tenendo alto il ritmo e la curiosità del lettore: la sua storia si intreccia a quella di Buk, a quella di Fante, mito di Bukowski, a quella di Miller, degli scrittori americani passati e contemporanei, dei divi Hollywoodiani e della Los Angeles di oggi.» – Maremosso«Perché più che bere, fornicare, scommettere, questa è la cosa che Hank ha fatto meglio e di più, per tutta la vita: scrivere.»Dici Roma e pensi al Colosseo, dici Parigi e pensialla Torre Eiffel, dici NewYork e pensi alla statua della Libertà, dici Los Angeles e cosa pensi? Spiagge, palme, motel, freeways: che altro offre una città il cui simbolo più noto è il cartellone pubblicitario di un'agenzia immobiliare sulla collina di Hollywood? Eppure Charles Bukowski affermava di poter vivere soltanto lì, perché la dimensione antituristica per eccellenza della megalopoli californiana gli dava materia per le sue storie di ordinaria follia. «La mattina dormo»,dice Bukowski a Enrico Franceschini in un memorabile pomeriggio passato a bere birra insieme nella sua casa vicino al porto, «il pomeriggio vado alle corse, la notte scrivo, e mi va bene così». Uno dei pochissimi italiani ad avere incontrato l'autore di Factotum, Post Office e Compagno di sbronze, Franceschini ripercorre itinerari e passioni del Nobel dei bassifondi, come lo chiamò la rivista «Time», portandoci su Sunset Boulevard e a Venice Beach, all'ippodromo di Santa Anita e sulle autostrade perennemente intasate di traffico, al ristorante prediletto dai romanzieri e nella fabbrica dei sogni hollywoodiana. Un viaggio on the road dentro un labirinto d'asfalto, per scoprire che anche a Los Angeles c'è qualcosa da vedere e accorgersi che, dietro lo stereotipo dello scrittore ubriacone e sporcaccione, c'è un grande poeta dell'animo umano. -
Judo
La sconfitta è una delle tappe formative di ogni individuo: non possiamo diventare chi siamo senza conoscere ciò che sappiamo fare, e ancora meno senza conoscere ciò che non sappiamo fare e che in noi ha dei limiti. È per questo che una delle prime cose che impara un judoka è cadere, assecondare il flusso degli eventi in attesa di rialzarsi. La pratica del judo somiglia al Giappone, che ha vissuto cambiamenti, virate e grandi cadute. Salvatore La Porta inizia da lì, tratteggia il Giappone di fine Ottocento, sferzato da venti nuovi e violenti: è arrivato lo straniero che ha scompaginato il vecchio ordine e le sue antiche tradizioni, aprendo una frattura nel Paese del Sol Levante che lo fa piombare in uno stato di crisi e incertezza. In questo periodo il maestro Jigorò Kanò dà vita a una disciplina inedita e fonda il Kódókan, attorno al quale si raccolgono i migliori lottatori, da Shirò Saigó a Tsunejirei Tomita. Judo non è un manuale, non insegna le migliori tecniche di lotta, al contrario racconta come sia possibile accogliere la propria feconda fragilità. In periodi traballanti, l'unica salvezza è una disciplina che si occupi di mente e corpo, che sia educazione di sé e apprendistato alla vita, come lo è il judo: con tale allenamento, si può allora essere in grado di attraversare invasioni, terremoti, pandemie, eruzioni e tutte le tragedie che la storia può presentare, accettando Io squilibrio, l'unico stato in cui è possibile imboccare una nuova direzione. -
Gli amici di Brusuglio
Sono passati tre giorni dalla Morte del padre, il Consigliere Imperiale Antonio Salvotti, quando Scipio torna alla villa di San Giorgio a Trento in cerca di alcuni libri. Tra le carte accuratamente riposte nello studio, trova un fascicolo rivestito il cui esergo non lascia dubbi: è dedicato a lui; non solo, si tratta di un romanzo. Il rapporto tra il padre e il figlio è sempre stato burrascoso: conservatore e persecutore dei carbonari il primo, insofferente alla disciplina paterna e seguace delle idee repubblicane di Mazzini il secondo. Questa scoperta, però, infonde nuova linfa all'immagine che Scipio ha di Antonio. Tanto più che il manoscritto inizia con una lettera di denuncia di tradimento nei confronti di un personaggio d'eccezione: Alessandro Manzoni. Numerose domande tormentano il giovane Scipio durante la lettura e un'ombra improvvisa deturpa la ricostruzione di una vita che appare agli occhi di tutti privilegiata, con i suoi drammi, le sue gioie e i clamorosi successi. I salotti, la scrittura, la conversione, la vita privata e pubblica, come oppositore al regime degli austriaci in Italia. L'ombra si allarga a comprendere un gruppo di fedeli sostenitori delle dottrine romantiche: furono condannati o si salvarono? E se sì, con quali mezzi riuscirono a sgusciare via dalla rete della sorveglianza instaurata da Francesco I contro la nuova generazione di intellettuali milanesi? Infine, chi è l'autore del romanzo? -
Dive del cinema
La diva, nata insieme al cinema, è l'oggetto del desiderio di milioni di persone in tutto il mondo. In una carrellata che percorre tutto il Novecento si susseguono settanta ritratti di dive, scritti come avvincenti racconti e corredati di filmografia parziale: si passa dalle dive del cinema muto italiano alle leonesse di Hollywood degli anni Trenta, dalle dive del regime fascista in Italia alle sirene del cinema nazista in Germania, dalle star del dopoguerra a Hollywood e in Europa, fino all'antidiva del Sessantotto e alle muse dei grandi registi, per finire con le dive di oggi, in un libro che è soprattutto un appassionato tributo alla forza delle donne che, contribuendo in misura rilevante all'emancipazione femminile, riuscirono in contesti mai facili a scolpire il proprio nome, per dirla con Virginia Woolf, ""nella volta del cielo""""."" -
Tempi morti
Roma è un'arena dove i personaggi, dalla periferia al centro storico, si aggirano vitali e senza pace tra lucidità e allucinazioni. Eleonora Danco con una scrittura ipnotica, che esprime la tensione contemporanea in una chiave universale e onirica ci racconta una sintesi espressiva dai ritmi spiazzanti e poetici della metropoli contemporanea. Tempi Morti mette insieme una produzione ventennale di Eleonora Danco dal suo esordio nel 2005 fino al 2017. ""Alcuni di questi lavori sono su nati su commissione, altri dai No che ho ricevuto. Senza i No, non avrei avuto la tenacia di insistere. Ogni volta m'ispiro ad un pittore. L'impatto materico dell'arte è stata una guida nel trovare linguaggi e ritmi """"."" -
La linea del fronte
Sofía si stabilisce a Laredo, nella residenza estiva della sua famiglia, per lavorare alla sua tesi di dottorato su Mikel Areilza, uno scrittore attivo nell'ETA e suicidatosi in esilio. Dalla sua terrazza si può vedere la prigione di El Dueso, dove sta scontando una pena Jokin, un ex fidanzato di cui si è innamorata di nuovo per corrispondenza. -
Maria Giudice
Chi era Maria Giudice? Per molte è semplicemente la madre di una scrittrice, Goliarda Sapienza. Capita purtroppo che le donne vengano schiacciate e compresse dentro un ruolo prestabilito, nonostante siano protagoniste della storia del loro tempo. Come Maria Giudice, per l'appunto, una delle figure più significative del ""socialismo umanitario"""" del primo Novecento. Fu la prima donna a capo della Camera del Lavoro di Torino, direttrice di giornali, dirigente del partito socialista. Conobbe l'esilio e la galera per motivi politici, prima e dopo l'avvento del fascismo. Conobbe anche diverse cliniche per malattie mentali. Ebbe dieci figli e un rapporto complicato con la maternità. Basta seguire i fili della sua vita per ricostruire gran parte della storia del Novecento. Ma questo libro non è solo il racconto del """"secolo breve"""" visto attraverso gli occhi di una donna irriducibile, è anche, per Maria Rosa Cutrufelli, un atto di riconoscenza personale nei confronti di Maria Giudice e, insieme, un atto d'amore per un'amica perduta: l'ultima figlia di Maria, Goliarda Sapienza. Cosa significa oggi cercare le tracce di Bachmann a Berlino, la città che conserva l'impronta della divisione, e indagarla attraverso la scissione dell'io della scrittrice che nella sua autobiografia onirica si sdoppia, anzi si fa in tre, come la psiche della teoria freudiana, incarnando un intero triangolo di amore e distruzione?"" -
A New York con Patti Smith. La sciamana del Chelsea Hotel
Patricia Lee Smith era una bambina magrissima, figlia di due genitori della working class cresciuta nel New Jersey, con la testa piena di preghiere inventate e un amore sacro per le parole. New York è da sempre il suo grande amore, incubatrice dei sogni sin da quando, un lunedì di luglio del 1967, scende da un autobus alla stazione di Port Authority fino a oggi, mentre ripercorre gli stessi marciapiedi, trasfigurati, del Greenwich Village. Una biografia geografica, o una «geobiografia», ripercorre le tappe del «passaggio» newyorkese di Patti Smith: dai primi giorni sulle panchine di Washington Square, alla Brooklyn scoperta grazie al compagno-arcangelo Robert Mapplethorpe, dal famigerato Chelsea Hotel a mecche della musica come il cbgb e gli Electric Lady Studios, dalle prime performance strane e poetiche alla St. Mark's Church all'addio (per seguire il suo sposo Fred a Chicago) diventato poi un ritorno e un rinnovato voto di fedeltà. Un viaggio immersivo sulle tracce di una città che non c'è più ma le cui impronte sono ancora visibili. Una ricerca in absentia che porta l'autrice, anch'essa legata a New York da lacci sotterranei, a inseguire un oggetto che resta sostanzialmente inafferrabile e che culmina con la consegna di una lettera affidata al mondo e alle sue mani invisibili. -
Puoi chiamarmi Emma
Margherita ha diciotto anni, frequenta l'ultimo anno di liceo. Ha bisogno di fantasia, passioni che definiscano e accendano la sua identità. In un periodo di malinconia, scopre di voler recitare. Inseguendo il suo nuovo sogno, si imbatte in una corrispondenza con un misterioso ragazzo. Nelle sue lettere, raccontandosi, sarà spinta a conoscersi davvero e a lasciarsi andare, a modo suo, nel mondo che la circonda. Matilde Fanasca ci trascina nel cortocircuito dell'adolescenza romana in un liceo della città, nel caleidoscopio di emozioni, passioni e sogni di chi si affaccia alla vita. -
A Bologna con Lucio Dalla
La casa dei giochi del “Commendator Domenico Sputo”, la sua vita fra la vera Piazza Grande che non è Piazza Maggiore, le partitelle al mitico torneo di Gaibola, la prime canzoni, Tobia, mamma Jole, il bar dove è nata Anna e Marco, lo studiolo Cagnara Records dei premontaggi, le notti alla Fonoprint, le manie, le visioni apocalittiche, le ispirazioni e le classifiche da aggiornare sui primi dieci imbecilli del momento. Giorgio Comaschi, giornalista e attore, viaggia per Bologna attraverso i luoghi di Lucio Dalla, raccontando la città delle osterie, del “cazzeggio”, delle notti infinite a giocare a carte e a bere vino, dei personaggi strambi, dei soprannomi e delle grandi contraddizioni di una città dal fascino indefinibile. E lo fa, grazie al suo rapporto di lavoro e di amicizia con Lucio, sulle tracce di uno dei cantanti simbolo di Bologna, facendo nascere una curiosa guida letteraria fatta di aneddoti, luoghi da visitare, ristoranti e osterie, bar e angoli segreti con due punti vista: il suo e quello degli occhiali rotondi dell’inimitabile Lucio. -
I re della terra
Appena fuori New York, verso l'entroterra, ai margini di una qualunque Twin Peaks della sterminata provincia americana, ci si imbatte nella fattoria dei fratelli Proctor, dove regna una apparente immobilità: qui, i tre fratelli convivono come creature di un mondo antico e primitivo, selvaggio e inclemente. Cresciuti durante gli anni tragici della Depressione, costretti a uno stato di miseria, finiscono per sviluppare, per ragioni di mera sopravvivenza, una sorta di morbosa dipendenza reciproca, dividendo il lavoro, la casa, la tavola e persino lo stesso letto. Poi un giorno uno di loro non si risveglia dal sonno. Morto per asfissia. ""I re della terra"""", paragonato a """"Mentre morivo"""" di William Faulkner, esamina i legami di parentela e di sangue - retti da fiducia e sospetto -, attraversa i segreti e le alleanze nascoste che legano tra loro non solo i fratelli, ma l'intera comunità che li circonda."" -
Il libro di Joseph
Due romanzi in uno e due bambini protagonisti. Nel primo si racconta la storia di un sarto ebreo e di suo figlio Giuseppe nella Berlino degli anni Trenta. Nel secondo la Palestina di oggi attraverso gli occhi di un bambino. Due storie parallele in un unico romanzo speculare. -
Ischia tra sogni e bisogni. L'isola verde nel cinema e nell'immaginario
Una chiave nuova per parlare di un luogo tanto amato: Ischia. Un'opera che indaga come la cinematografia sia riuscita a mettere in moto la trasformazione dell'isola verde, rurale e povera, in un moderno distretto turistico. Una vicenda storica e sociologica che si arricchisce di storie, anedotti e colori locali attingendo alla memoria collettiva. Un'indagine sul cambiamento sociale e sui fattori economici o culturali rivolta a comprendere la ""dinamica"""" di trasformazione di uno specifico ambito societario.""