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Lo sguardo ritratto. Thomas Bernhard tra parola e immagine
Perché da trent'anni un uomo trascorre le sue mattinate, a giorni alterni, nel chiuso di un noto museo di Vienna, dinanzi a un ritratto del Tintoretto alla ricerca ossessiva di un ""errore palese""""? Da questa interrogazione di natura estetica prende le mosse Lo sguardo ritratto, uno studio dedicato a uno dei più significativi romanzi di Thomas Bernhard (1931-1989): Antichi Maestri. Commedia (1985). Le considerazioni portate avanti investono alcuni dei nodi teorici intessuti nella trama del romanzo, da intendersi come riflessione globale sull'arte: la problematica dell'auraticità artistica nel mondo della riproducibilità tecnica; la polarità tra totalità e frammento; la dialettica tra perfezione e fallimento. Soprattutto, al centro del volume è il peculiare dispositivo della visione: una fuga di sguardi che fa da pendant a quell'orchestrazione della scrittura su tre punti che costituisce la sigla più propria della narrazione bernhardiana. Lo sguardo ritratto è il perno di quest'architettura."" -
La sicurezza urbana. Da concetto equivoco a inganno
Il passaggio da concetto equivoco a fonte di inganno la dice lunga sulle ambiguità che ruotano intorno alla questione della sicurezza urbana. Lungi dal rispondere a quesiti inspiegabili, magari tentando strade impervie nella pratica di una competenza istituzionale non sempre contrassegnata da contorni definiti, questo libro mostra la scarsa conoscenza e talvolta l'inattività da parte della politica rispetto al governo della cosa pubblica e alle grandi trasformazioni planetarie, che spesso si ripercuotono sulle realtà locali con conseguenze negative. A partire da una sorta di politica dell'esperienza, intrisa di analisi, ricerche e valutazioni, l'obiettivo è quello di mettere ""nero su bianco"""" le innumerevoli occasioni mancate nel governo delle politiche statali di sicurezza urbana e della governance locale."" -
Supercalifragilistic... Teorie, formule e attrezzi della serialità
La serialità rappresenta la magnifica ""appropriazione debita"""" e la più astratta figurazione concettuale del cinema da parte della televisione. La chiave della fiction seriale è la sua scrittura: saper progettare e realizzare una fiction significa saperla scrivere, saper ridisegnare le carte di sviluppo dell'immaginario collettivo. Supercalifragilistic... riannoda i fili delle teorie, delle tecniche e delle formule della scrittura seriale per metterle a disposizione di chi voglia comprendere, ideare e scrivere la serialità nella sua inesauribile ricchezza. Il volume però racconta qualcosa di più: il portato magico della scrittura seriale, che, doppiando il capo della devolution - ultima grande mutazione della fiction seriale -, trasforma la sospensione dell'incredulità nell'esibizione del trucco quale intreccio affascinante tra effetto e metodo. Postfazione di Alberto Abruzzese."" -
Il sistema educativo nella resistenza zapatista. Storia, memoria, identità
Il volume combina prospettiva accademica ed esperienza militante per analizzare il ruolo del sistema educativo autonomo nella resistenza zapatista, dai suoi albori sino agli sviluppi contemporanei. Mettendo in evidenza la profondità storica delle rivendicazioni zapatiste, si propone una lettura dell'istruzione autonoma quale strumento di resistenza all'interiorizzazione culturale del modello capitalistico neoliberale. Attraverso i dati raccolti nelle interviste e gli incontri con membri dell'organizzazione zapatista, vengono ricostruite le varie fasi dello sviluppo del sistema educativo. Le testimonianze consentono infine di evidenziare il ruolo centrale esercitato dall'educazione autonoma rispetto all'elaborazione delle categorie di storia e memoria, che costituiscono strumenti per articolare le rivendicazioni contemporanee e che garantiscono la continuità della lotta, anche attraverso il ricambio generazionale. -
Social mindscapes. Un invito alla sociologia cognitiva
Perché mangiamo le sardine ma non i pesci rossi? Perché le anatre e non i pappagalli? Perché se aggiungiamo del formaggio a un hamburger diventa un ""cheeseburger"""" mentre se dovessimo aggiungere del ketchup non avremmo un """"ketchupburger""""? In Social Mindscapes, Zerubavel, animatore della Scuola di Sociologia della Rutgers, afferma che la scienza cognitiva non è in grado di rispondere a questi interrogativi, dal momento che tratta la cognizione solamente su due livelli: individuale e universale. Al fine di colmare il divario esistente tra visione romantica del pensatore solitario e fondamento universale della cognizione umana, Zerubavel esplicita una dimensione collettiva e sociale della mente che si concentra sugli aspetti convenzionali e normativi del modo in cui pensiamo."" -
L' onda nera frastagliata. L'estrema destra nell'Italia del nuovo millennio
Dopo le elezioni politiche del 2018 e le europee del 2019, l'attenzione mediatica sull'estrema destra italiana è improvvisamente calata, dando l'impressione che le sonore sconfitte elettorali abbiano decretato anche la fine di alcune esperienze politiche. In realtà, come il fascismo riuscì a sopravvivere alla fine del regime, anche l'estrema destra odierna è stata in grado di superare quelle sconfitte elettorali, rinnovandosi. L'onda nera frastagliata parte da lontano per provare a comprendere come l'estrema destra abbia politicizzato l'emergenza pandemica, andando al di là di quegli eventi eclatanti che spesso la fanno rimbalzare sulle pagine della cronaca politica. È nel lungo periodo, infatti, che le scelte delle tre organizzazioni prese in analisi - CasaPound Italia, Forza Nuova e Lealtà Azione - si delineano con maggiore chiarezza, in quanto frutto di processi di mutazione nel tempo che, se noti, non possono cogliere di sorpresa. -
La morte dei giganti. Il batterio Xylella e la strage degli ulivi millenari
Può la morte di un albero generare una psicosi e un dramma collettivo? È quanto sta accadendo in Salento, nel Sud della Puglia, in seguito all'epidemia del batterio Xylella fastidiosa, che sta distruggendo milioni di piante. Il rapporto tra l'ulivo e la popolazione pugliese si addentra nelle profondità culturali e antropologiche, tanto che la moria degli alberi ha aperto un solco nella popolazione, rivelando isterie collettive e conflitti e creando un mosaico umano in cui si muovono personaggi che incarnano psicosi, rassegnazione, strenui tentativi di salvare le piante e voglia di ricostruzione. Attraverso quest'umanità variegata, La morte dei Giganti ripercorre le fasi che hanno portato alla quasi desertificazione del Salento. Dopo aver sondato le motivazioni che hanno spinto la magistratura a porre sotto inchiesta gli stessi scienziati che hanno scoperto il microrganismo patogeno, il volume mostra come la popolazione si sia divisa in due fazioni contrapposte: chi è convinto che la pianta si possa salvare e chi la reputa spacciata; chi crede nelle tesi della scienza e chi invece che sia stato ordito un complotto diabolico. -
Ombre rosse. Saggi sull'ultimo Lukács e altre eresie
"Ombre rosse"""" costituisce un prezioso commentario a due capolavori del marxismo novecentesco: """"Il principio speranza"""" di Ernst Bloch e """"Ontologia dell'essere sociale"""" di György Lukács. Priva di ogni pretesa di analisi filologica o di esegesi esaustiva, l'opera di Carlo Formenti ha un obiettivo più modesto e sicuramente più utile sul piano politico: selezionare e discutere quei passaggi che più possono aiutarci a capire la realtà contemporanea e a dotarci di strumenti teorici per rilanciare la lotta di classe in un momento storico in cui l'offensiva del capitale ha ridotto ai minimi termini la capacità di resistenza del lavoro. In altre parole, proiettare il marxismo oltre i suoi limiti storici." -
La miseria simbolica. Vol. 2: catastrofe del sensibile, La.
Nell'epoca della più imponente intensificazione dei fenomeni legati alla digitalizzazione e alla comunicazione tecnologica, è ancora alla figura dell'artista che Bernard Stiegler assegna un ruolo di assoluta centralità: quale ""operatore di transindividuazione"""", l'artista sembra essere l'unico in grado di contrastare quella """"miseria simbolica"""" già definita come la progressiva perdita di ogni possibilità di individuazione generata dal vuoto di esperienza del consumatore odierno. La catastrofe del sensibile prosegue la riflessione avviata con il primo volume dell'opera, L'epoca iperindustriale, allo scopo di tracciare un'organologia generale della téchne nella sua funzione di farmaco e non di veleno, così da mettere a punto quelle che possono presentarsi come le """"nuove armi"""" di una guerra estetica ancora da combattere."" -
Architettura forense. La manipolazione delle immagini nelle guerre contemporanee
Com'è possibile far sparire le tracce della violenza dalla scena del crimine servendosi di un'immagine via satellite? Questa è la denuncia di Eyal Weizman a proposito delle nuove tecnologie digitali. Utilizzata nell'investigazione architettonica forense, la fotografia satellitare risente infatti di un grave limite di risoluzione, la cosiddetta ""soglia di percepibilità"""": la risoluzione massima imposta alle immagini satellitari di dominio pubblico non consentirebbe di distinguere nulla di più piccolo di un singolo pixel. Ne deriva che qualsiasi prova di bombardamento e indizio di antropizzazione entro un'area quadrata di mezzo metro possono essere occultati o addirittura contestati in tribunale. Quello di Weizman è un saggio urticante che indaga e approfondisce come sia cambiato, al passo con le nuove tecnologie, il ruolo del testimone degli eventi più crudi, prospettando nuove modalità in cui la prassi dell'architettura forense può rendere testimonianza attendibile delle violenze di Stato perpetrate nei contesti legali e politici più diversi."" -
Storia della Resistenza veronese. Nuova ediz.
Verona, città decorata di medaglia d'oro per l'attività resistenziale, ha trovato in questo volume (che esce in una nuova edizione aggiornata) una storia della Resistenza che va oltre la narrazione agiografica. È una ricostruzione in cui le fonti d'archivio si intersecano con le memorie dei protagonisti, raccolte dall'autore in oltre un decennio di lavoro. Una storia della Resistenza nella quale vengono fortemente privilegiate le motivazioni politiche che mossero l'azione di coloro che si schierarono contro il nazifascismo. Non tanto una ricostruzione delle diverse azioni di combattimento, già affrontata in altre pubblicazioni, quanto piuttosto un affresco che ricostruisce il clima del momento, evidenziando le ragioni e i percorsi che portarono alla scelta partigiana. -
Manufatti in pietra. DVD. Con Libro
I manufatti in pietra che si possono ammirare lungo sentieri ormai poco battuti rappresentano occasioni di conoscenza e di riflessione sul rapporto tra uomo e natura, sul paesaggio, sulla cultura materiale, sulla storia, sull'etnografia e sull'architettura degli ambienti rurali e montani. Il documentario osserva e racconta alcuni di questi manufatti durante il periodo invernale, quando la natura che li avvolge appare spoglia e quasi immobile, rendendoli protagonisti meno invisibili. Nel 2018 l'Unesco ha iscritto ""l'arte dei muri a secco"""" nella lista dei beni immateriali dichiarati Patrimonio dell'Umanità. Il cofanetto contiene il booklet """"L'arte della pietra a secco in Trentino"""" di Antonio Sarzo."" -
A modo mio. La guerra e la Resistenza raccontate ai miei nipoti
L'infanzia durante la seconda guerra mondiale e l'occupazione nazista, la partecipazione dei genitori alla Resistenza, la liberazione di Giovanni Roveda dal carcere degli Scalzi di Verona, la clandestinità, l'arrivo degli americani, la scoperta dell'orrore dei campi di sterminio. Con gli occhi di una bambina sveglia, che cresce veloce in una manciata di mesi. «Questa è la storia di una bambina che dai cinque ai dodici anni cercò di capire quello che le succedeva intorno. Volle farlo da sola, senza mai chiedere spiegazioni, senza desiderare mai niente in più di quello su cui poteva contare. Ma era una bambina molto sveglia e guardava tutto quello che la circondava con grande curiosità e interesse, a volte anche con paura e ansia. Attenta a quello che ascoltava, attentissima alle proprie emozioni e a quelle degli altri, questo la aiutò a capire molte cose, anche difficili, e a decidere che piega dare ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti. Ad esempio, capì che la guerra è il più brutto dei mali. Cari nipoti, quella bambina che ha trascinato con sé e con coscienza la propria vita, assieme al vostro bravissimo nonno, è diventata la vostra nonna.» -
Paese perduto. La cultura dei contadini veneti. Vol. 4: Il pomo doraro. Aneddoti e favole.
L'ultimo volume raccoglie la produzione fantastica e creatrice della cultura contadina, nelle forme registrate da vecchi contafole (fiabe e novelline) e dal parlare comune del vivere quotidiano (caricature e aneddoti). I contafole e gli anziani in genere costituivano la ""memoria"""" del gruppo sociale, delle comunità contadine, di una umanità che non si è mai riconosciuta nella cultura egemone. La fiaba coinvolge persone e cose in un senso comune di vita e lascia intravedere la condizione umana e sociale """"contadina"""", dalla quale non c'è riscatto se non nel """"meraviglioso"""", che trasforma e risolve, al di là delle leggi naturali e sociali, i problemi del vivere quotidiano, che premia e punisce con puntuale precisione tutti gli esseri viventi."" -
Latte nostro. Due film di Michele Trentini. Con 2 DVD video
Le latterie e i caseifici turnari rappresentano una delle più antiche forme di cooperazione agro-alimentare in Italia, adottando una consuetudine di gestione collettiva del latte per trasformarlo in prodotti caseari. Il sistema turnario, abbandonato progressivamente negli ultimi quarant'anni con la diffusione dei grandi allevamenti e delle centrali del latte funzionali alla grande distribuzione, resta il modello di lavorazione del latte più adatto alle esigenze dei piccoli allevatori legati all'agricoltura familiare, da sempre fonte di sostegno nelle comunità rurali e montane. I due film documentari mettono in primo piano allevatori, pastori e casari, anche molto giovani, che contribuiscono alla realizzazione di straordinari formaggi a latte crudo senza utilizzo di fermenti industriali, il formaggio di Turnaria della Latteria Turnaria di Campolessi (Friuli) e il casolét del Caseificio Turnario di Peio (Trentino). Entrambi sono presìdi Slow Food sostenuti da due ecomusei che operano per preservare la cultura e le tradizioni dei territori. -
Ittele della montagna spaccata. Ambienti e simbologie di una fiaba cimbra
«Quell'unica convinzione mia che mi spinge al viaggio tra le fiabe è che io credo questo: le fiabe sono vere» (Italo Calvino). Ittele è un'anguana. Vive nascosta nella Montagna Spaccata con la sua gente, ma sale tra gli umani per sposare il boscaiolo Giordano. Che cosa significa questo amore tra una ninfa e un mortale, e che cosa ci racconta delle genti che nelle sere d'inverno raccontavano questa e altre storie ai loro figli e nipoti? Le fiabe sono vere in quanto parlano degli aspetti più intimi dell'animo dei nostri avi, riflettendone il modo di pensare e di sentire. Esse testimoniano le loro relazioni con l'ambiente in cui hanno vissuto, sia dal punto di vista umano che naturale. Jury Zambon, ispirato dalle creature fiabesche dei ""suoi"""" luoghi, ci guida in un percorso attraverso la narrativa popolare dell'area prealpina veneta. Indaga le caratteristiche di un mondo passato, quello dei Cimbri, per capire in quale modo esse si riflettono nei folletti, nelle fate e negli orchi che popolano le loro fiabe. Il viaggio porta verso la Montagna Spaccata, ambientazione di una fiaba - quella di Ittele - che viene qui analizzata nei suoi significati archetipici."" -
Una valle nell'Antropocene. L'uomo come agente geologico nella Val d'Astico
Negli anni Cinquanta del secolo scorso, all'inizio della ""grande accelerazione"""" (nell'uso dei combustibili fossili e nella crescita economica e demografica), nell'alta Val d'Astico si tentò di costruire una diga ma i lavori furono improvvisamente abbandonati. Poi fu la volta di un ardito progetto di attraversamento autostradale in galleria dello sbarramento montuoso fra Trentino e Vicentino. In anni recenti, il piano è stato rilanciato con un diverso tracciato e l'autore è stato chiamato ad analizzarlo, mettendo in luce una criticità trascurata, cioè un rilevante pericolo geologico. Il progetto definitivo ha forse in qualche modo rimediato alla carenza iniziale, senza tuttavia modificare le scelte operate in assenza di adeguate conoscenze. L'analisi del caso serve a inquadrare l'evoluzione fisica del territorio nel contesto più ampio delle attività che hanno fatto dell'uomo il principale agente geologico di modificazione del pianeta, tanto da posticipare l'inizio di una nuova fase glaciale e da rendere necessaria l'istituzione di una nuova epoca, definita Antropocene. Completano il volume alcune schede sui principali siti di interesse geologico della valle."" -
Appunti di vita universitaria. Diario di una studentessa triestina a Ca' Foscari. Venezia 1936-41
La triestina Titti Petracco, iscrittasi nel 1936 a Ca' Foscari, riversa nella sua nuova vita, libera da costrizioni familiari, le intemperanze e le inquietudini dei suoi diciotto anni. Dalle pagine del diario, che intitola ""Appunti di vita universitaria"""", emerge la Venezia delle bettole e dei caffé studenteschi, delle stanze fatiscenti affittate ai """"fuorisede"""" squattrinati e degli sfolgoranti salotti di ricche compagne veneziane, lo sfondo di una vita studentesca narrata come una bohème effervescente. Con gli amici - in particolare con il gruppo di esuberanti triestine di famiglie ebraiche originarie dall'hinterland danubiano-balcanico - tutti avidi lettori di Dostoevskij e appassionati seguaci del docente di letteratura russa, improvvisa «orge moscovite» bevendo e cantando struggenti melodie slave. Come un «dolore tutto slavo», fatto di inappagamento e fantasticherie, descrive il suo «caos dell'anima» che la porta a vivere problematicamente la sua stessa identità di genere. Con le leggi razziali e lo scoppio della guerra, Titti si sente precipitare in «un mondo nuovo al quale non si è preparati», senza più illusioni né prospettive."" -
Il Veneto di ghiaccio. La produzione del freddo, dalle ghiacciaie ai frigoriferi. Ediz. illustrata
Il freddo rimane tuttora il mezzo di conservazione delle derrate alimentari più efficace e più utilizzato. In passato per poterne usufruire si ricorreva alla raccolta di ghiaccio e neve in speciali costruzioni, chiamate ghiacciaie o conserve, sovente seminterrate e protette da una montagnola di terra. Nel primo Novecento, con l'avvento dell'elettricità, il freddo naturale, accumulato mediante queste labili scorte, venne sostituito da quello artificiale prodotto nelle fabbriche del ghiaccio. Di conseguenza le ghiacciaie in muratura furono abbandonate e nelle abitazioni delle famiglie più abbienti comparvero dei mobili attrezzati a conservare piccole quantità di derrate e di ghiaccio, finché nell'ultimo dopoguerra i frigoriferi presero posto in ogni casa. Così, sia le ghiacciaie mobili che quelle erette nei parchi e nei giardini di ville e palazzi divennero obsolete e caddero nel più assoluto oblio. I manufatti che si sono salvati e quelli di cui si è trovata traccia negli archivi, a seguito di una ricerca compiuta nella pianura veneta, rappresentano una preziosa testimonianza dell'evoluzione tecnologica e possono offrire utili spunti, al fine di ridurre l'abnorme consumo di energia che provoca l'inquinamento dell'aria. -
Vere da pozzo di Venezia
Venezia è la città europea che ebbe la più bella e grande produzione di puteali, o vere da pozzo. Le vere da pozzo costituiscono la parte esterna delle migliaia di cisterne che assicuravano l'approvvigionamento idrico alla città di Venezia tramite la raccolta di acqua piovana. Tali cisterne funzionarono ancora per tutto l'Ottocento, fino all'inaugurazione del nuovo acquedotto nel 1884. Dopo di allora persero la loro funzione pratica, ma adornano ancora oggi campi, campielli e corti della città e spesso costituiscono una traccia importante delle sue vicende storiche e artistiche. Il volume presenta una selezione di circa un centinaio di vere, da quelle archeologiche, ricavate da blocchi lavorati greci e romani, a quelle carolingie dei secoli VIII-X, e poi veneto-bizantine, gotiche, lombardesche, fino alle neoclassiche della fine del Settecento e prima metà dell'Ottocento. Si tratta delle vere più belle e più significative, fortunatamente sfuggite al grave depauperamento di questo patrimonio culturale, artistico e ambientale negli ultimi due secoli.