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La terza età. Anziani e società in Italia
Cosa vuol dire essere anziani e quando lo si diventa? Statisticamente a 60-65 anni, ma da tempo gli studiosi hanno mostrato l'esistenza di una costruzione sociale delle età, che in questo caso riguarda le rappresentazioni sociali della vecchiaia e lo status degli anziani nella società. I progressi della medicina, insieme al miglioramento delle condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie, hanno abbattuto le cause di morte precoce, contribuendo all'invecchiamento (in buona salute) della popolazione. La vecchiaia, dunque, non è più quel limbo dove in passato si consumava una morte sociale anticipatrice di quella naturale, ma una ""terza età"""" in cui, sfuggiti alla pesantezza del lavoro, si può tornare padroni attivi del proprio tempo. In Italia, secondo paese al mondo dopo il Giappone per invecchiamento della popolazione, questi temi non hanno ancora ricevuto l'attenzione che meritano."" -
Democrazie
Gli studi recenti sulla democrazia iniziano spesso da un paradosso: mentre cresce il numero dei paesi democratici nel mondo (da 39 nel 1974 a 90 nel 2008), cala la soddisfazione dei cittadini per le ""democrazie realmente esistenti"""". Per sciogliere questo nodo occorre distinguere diverse concezioni di democrazia. Quella """"liberale"""" presuppone identità già formate fuori dal processo democratico, che deve limitarsi a garantire il loro libero gioco. Anche la concezione """"partecipativa"""" presume interessi collettivi esterni al sistema democratico, ma riconoscendone i conflitti propone il coinvolgimento dei cittadini al di là del momento elettorale. Le diverse varianti della concezione """"deliberativa"""", invece, insistono sul modo in cui le preferenze si formano all'interno delle istituzioni democratiche: la democrazia non coincide con il principio della maggioranza che vince sulla minoranza, ma piuttosto con le possibilità di confrontarsi e cambiare opinione, o comunque riconoscere la fondatezza di quella altrui, nel dibattito pubblico."" -
La vita sensibile
La sensibilità marca profondamente la nostra esistenza: piene di forme sensibili sono la vita diurna così come quella che ci regalano i sogni notturni, la musica che ascoltiamo gli affetti che proviamo e i sapori che gustiamo. Ma la sensibilità è anche facoltà attiva: parlando, disegnando, modificando la materia che ci circonda produciamo ogni volta sensibilità. Se la scienza, la filosofia, il diritto ci hanno abituato a scorgere nella razionalità il tratto distintivo della specie umana, e nella ragione la facoltà che rende veramente umana la vita dell'""homo sapiens"""", il libro di Emanuele Coccia infrange questa lunga tradizione di pensiero, riabilitando una modalità negletta eppure onnipresente della nostra esistenza. Ancor prima di essere pubblicato in italiano, """"La vita sensibile"""" è già stato tradotto in francese, spagnolo, portoghese e rumeno, ed è stato recensito su """"Le Monde""""."" -
Città e regioni nel nuovo capitalismo. L'economia sociale delle metropoli
Dopo la crisi della città industriale, assistiamo oggi a una rinascita dei grandi centri. Le città si rinnovano come luoghi dell'economia cognitiva e dell'industria culturale: ricerca, media, design, moda, musica. L'economia delle metropoli è diventata più ""sociale"""" poiché le nuove attività creative si basano su fitte reti di relazioni formali e informali che si sviluppano nell'ambiente urbano. Trasformazioni non prive di risvolti contraddittori. Si rafforza la segregazione delle residenze e si manifesta una frattura sociale sempre più forte tra professionisti ad alto reddito, legati alle nuove attività, e lavoratori dei servizi a basso salario che vedono una forte presenza di immigrati. Tra dinamismo economico e nuove disuguaglianze sociali, il doppio volto della metropoli postmoderna."" -
Machiavelli e la lingua della giurisprudenza. Una letteratura in crisi
Tra i più affermati storici del pensiero giuridico, Diego Quaglioni ha raccolto in questo volume, secondo un tracciato unitario e coerente, le sue indagini intorno a quegli autori che testimoniano, in un lungo sedicesimo secolo che va dalle guerre d'Italia di fine Quattrocento ai primi del Seicento, la crisi del rapporto fra diritto e potere. Il rapporto con la tradizione giuridica costituisce infatti, secondo l'autore, un problema capitale nella storia della cultura e nella storia politica del Cinquecento. In quest'ottica Quaglioni indaga con letture approfondite un'ampia serie di autori, dal Philippe de Commynes che scrive delle guerre d'Italia a Savonarola, Machiavelli e Guicciardini, da Etienne de La Boétie a Jean Bodin, proseguendo fino al processo di Giordano Bruno e alla sua autodifesa. -
Conciliare famiglia e lavoro. Vecchi e nuovi patti tra sessi e generazioni
Le esigenze di conciliazione tra famiglia e lavoro sono sorte quando l'occupazione femminile extra-domestica è non solo aumentata, ma è stata anche incentivata. Ciò ha messo in crisi un equilibrio a lungo basato sulla separazione tra impegni di cura (femminili, non remunerati) e impegni professionali (maschili, remunerati). Un processo ulteriormente aggravato dall'invecchiamento della popolazione, che ha accentuato la fragilità della quota più anziana della parentela. Infine, il modello di sviluppo fondato sul pieno impiego maschile a tempo indeterminato e fortemente protetto è stato sostituito - specie per le generazioni più giovani, alle prese con la formazione della famiglia - da quello della flessibilità, della precarietà, dell'auto-imprenditorialità. Queste trasformazioni gravano soprattutto sulle donne professionalmente occupate, che hanno problemi di conciliazione talvolta drammatici perché sono esse stesse lo strumento principale di conciliazione famiglia/lavoro a disposizione degli uomini. -
Stabilità finanziaria e crisi. Il ruolo dei mercati, delle istituzioni e delle regole
Gli ultimi 30 anni sono stati punteggiati da crisi finanziarie di singoli o più paesi e, dal 2007, da una di natura globale. Nonostante il ripetersi delle crisi, le autorità di governo, gli operatori economici e gli economisti sono stati spesso presi di sorpresa, nella fallace convinzione che gli errori del passato fossero stati compresi e opportunamente corretti e i sistemi finanziari resi più robusti. L'esame delle crisi mostra invece che queste sono state causate da errori e ritardi d'azione della politica e della vigilanza, dalla mancanza di disciplina delle politiche economiche, da eccessi di indebitamento, dall'opacità della finanza, da sistemi di gestione del rischio fallaci e da conflitti d'interesse delle agenzie di rating. Il volume tratta in modo unitario l'insieme di questi temi, in particolare le riforme sulla finanza dopo la crisi subprime, offrendocene un'analisi rigorosa. -
La strana storia dell'obesità
Un miliardo di persone è in sovrappeso, un italiano su dieci risulta obeso, si sente parlare sempre più spesso di ""globesità"""" e di crescita epidemica della malattia. Ma non è cosa di oggi: tutto comincia a metà Ottocento, quando i medici prendono a considerare gli individui grassi come propri pazienti, e a cercare nuovi rimedi - dalle tradizionali diete alle tecniche chirurgiche d'avanguardia - per vincere la guerra all'obesità. Di questa vicenda Gilman ricostruisce qui la storia, sfatando i miti e i luoghi comuni che distorcono l'informazione sul problema, e mostrando come l'attuale allarme sui pericoli connessi con l'eccesso di peso sia in realtà frutto di meccanismi analoghi a quelli che hanno prodotto, negli ultimi anni, le psicosi collettive per la diffusione della Sars e dell'influenza aviaria o suina."" -
Storia delle monache 1450-1700
È stato calcolato che fra Cinque e Ottocento quasi la metà delle figlie della nobiltà fiorentina, e i tre quarti di quella milanese, finirono in convento. Per una famiglia, sposare le figlie femmine era molto più costoso che mandarle in convento. Se la storia della monaca di Monza ci ha consegnato un'immagine nera della monacazione, è anche vero però che nel convento le donne trovavano l'unica alternativa lecita al matrimonio, e una vita non di rado migliore di quella che avrebbero trovato nel mondo. Valutando con equilibrio pro e contro, questo libro racconta con chiarezza, attraverso la voce stessa delle monache, com'era vivere in convento nei secoli di massima espansione di questa fondamentale istituzione dell'Europa cattolica. Luogo protetto, repubblica femminile, occasione di educazione e di fioritura artistica e letteraria, il convento ha potuto essere contemporaneamente una prigione e un'esperienza di emancipazione e libertà. -
Politiche dell'identità nell'«altro Occidente». L'etnicizzazione della politica nell'America indigena (Messico, Ecuador e Bolivia)
"Identità"""", """"riconoscimento"""", """"comunità"""", """"etnia""""; concetti divenuti parte del lessico quotidiano; riferimenti spendibili nell'arena politica dei diversi continenti, che non si sottraggono tuttavia al sospetto di aver disseminato i germi dell'intolleranza. Il volume affronta il tema dei movimenti indigeni e delle politiche di riconoscimento culturale in America Latina con particolare attenzione alle realtà del Messico, dell'Ecuador e della Bolivia, in quanto esemplari di politiche dell'identità rivendicate da soggetti etnici. Comprendere come mai le bandiere identitarie abbiano giustificato in tante parti del mondo egoismi predatori e arroccamenti escludenti, mentre in America Latina hanno contribuito ad elaborare statuti della convivenza più rispettosi della pluralità, è la questione centrale nel volume. L'analisi, attenta ai dati storici, etnografici, politici, mette in evidenza come la questione indigena si coniughi con un passato segnato dall'esperienza traumatica della Conquista ma anche da un meticciamento che ha reso questo continente un """"Altro Occidente"""", al contempo vicino e lontano, attraversato da somiglianze e da alterità incancellabili. La prospettiva antropologica permette di offrire dati puntuali sui tessuti sociali e comunitari sulle politiche etnicistiche di queste ultime decadi, sugli usi pubblici della memoria, sull'invenzione delle tradizioni. La ricerca si snoda lungo un percorso che pone in relazione e intreccia passato storico e mitico, tradizione e modernità, dimensione locale." -
Regolazione e governance nei sistemi sanitari europei
Le riforme sanitarie degli anni Novanta sono state realizzate in un ambiente in cui tutti i modelli di welfare europei si sono trovati a perseguire gli stessi obiettivi e affrontare le stesse sfide. Le preoccupazioni per la crescita dei costi, dovute a fattori tanto demografici quanto tecnico-scientifici, hanno ovunque dato vita ad un processo di ricerca di efficienza che da allora è diventato un fattore permanente di ogni politica sanitaria. Tali sfide e tali obiettivi sono stati nei vari paesi percepiti allo stesso modo? Hanno dato risultati simili? Hanno condotto ad una minore divergenza nei modelli di welfare europei? Se pure la risposta a interrogativi di questo genere non può essere univoca, dai contributi raccolti nel volume nascono suggestioni interessanti - prologo ad osservazioni di sistema - su una ibridazione dei modelli sanitari europei che sembra essersi creata a partire proprio dalle riforme degli anni Novanta. -
Lezioni di politica. Vol. 2: Scienza della politica.
Nel corso del suo lungo magistero all'Università Cattolica di Milano Gianfranco Miglio ha insegnato diverse discipline storiche, giuridiche, politologiche, di cui si serviva per interpretare i fenomeni politici che costituivano il centro dei suoi interessi e del suo lavoro intellettuale. Le ""Lezioni di politica"""" qui presentate comprendono il materiale relativo a due suoi fondamentali insegnamenti in cui si può ben dire che riposa il pensiero di Miglio, votato a un approccio rigorosamente realistico della politica, sfrondata da ogni elemento estraneo alla problematica del potere e della sua realtà effettuale. Miglio ricostruisce il pensiero degli autori usando come criterio di misura la scientificità delle loro asserzioni, cioè la capacità di esprimere le """"regolarità"""" della politica fino a suggerire la possibile esistenza di leggi dell'agire politico umano: la sua """"Storia delle dottrine politiche"""" finisce, infatti, là dove comincia la sua """"Scienza della politica"""", in cui Miglio riversa le sue originali elaborazioni su metodo, caratteri e grandi questioni aperte della disciplina."" -
Le rivoluzioni del libro. L'invenzione della stampa e la nascita dell'età moderna
In questo studio l'autrice fissa la sua attenzione sulle tre grandi rivoluzioni che fra XV e XVII secolo hanno dato forma all'età moderna: il Rinascimento, la Riforma protestante e la Rivoluzione scientifica. Ognuna di queste si dimostra influenzata nel profondo dall'invenzione della tipografia, nel senso che la diffusione dei libri resa possibile dalla scoperta di Gutenberg sta nel cuore stesso di queste tre rivoluzioni: la riscoperta e la diffusione degli autori antichi, base del Rinascimento, presuppone l'esistenza della tipografia; senza l'effetto moltiplicatore della stampa, che disseminò 300.000 copie delle opere di Lutero e infinite edizioni tradotte della Bibbia, la rottura della Cristianità operata dalla Riforma sarebbe stata impensabile. -
Carosello
Carosello è andato in onda tutte le sere per vent'anni, dal 1957 al 1977. La sua struttura, fatta di pezzi unici adatti a tutti, e il coinvolgimento dei migliori nomi dello spettacolo, hanno trasformato quello che era un semplice siparietto pubblicitario in uno dei programmi più significativi della storia della televisione. Carosello ha accompagnato la vita italiana in un periodo di grande trasformazione sociale, economica e culturale: vi sono rispecchiati gli albori del consumismo, la motorizzazione di massa, il mutamento del ruolo sociale delle donne. Ripercorrerne la storia equivale dunque a far rivivere tutti gli aspetti, cruciali o pittoreschi, che hanno contrassegnato l'Italia del miracolo economico. -
La ricchezza della ragione. Denaro, valori, identità
L'economia di mercato fa appello alla libertà, ma quali sono le reali condizioni di una libertà sostanziale che consenta all'economia di non essere iniqua? Contesti storici diversi impongono una comprensione differente del successo economico e del senso di equità, ma anche le identità sociali, le affiliazioni, le nazionalità, le cittadinanze influiscono sul comportamento economico. È importante, dice Sen, non essere succubi dei propri valori e della propria storia, e interrogarsi sempre sulle conseguenze sociali del proprio agire. Esemplare il caso della finanza, dove la ""responsabilità fiduciaria"""" verso gli azionisti coincide spesso con l'impegno per il massimo profitto, trascurando i danni che si arrecano alla collettività."" -
Modernizzare stanca. Perdere tempo, guadagnare tempo
Gli apologeti della modernità consumano voracemente il mondo e pensano di migliorarlo. Ma forse il nostro paese offre altri modelli culturali che vale la pena difendere. La sacertà della pausa e degli intervalli, il gusto della lentezza, il rispetto del limite non sono residui premoderni, ma elementi irrinunciabili di un'idea di ricchezza più matura, non schiacciata sull'unico indicatore del possesso di merci. È troppo chiedere di smettere di guardare a noi stessi come a un popolo attardato, a cui raddrizzare le zampe, da riformare all'infinito, per tentare inutilmente di renderlo uguale ad altri? Contro il mito efficientista e nevrotico della modernizzazione gli italiani non hanno solo da apprendere ma anche qualcosa da insegnare. -
La solitudine del morente
L'isolamento del morente e la rimozione dell'idea della morte sono espressioni di quel controllo delle emozioni che, secondo Norbert Elias, caratterizza la nostra civiltà. Nelle società industriali avanzate si invecchia e si muore sempre più spesso da soli, angosciati dall'evento innominabile che si approssima. Nelle civiltà del passato, invece, in cui fortissimo era il senso di appartenenza a una comunità che trascendeva l'individuo e che gli sarebbe sopravvissuta, anche la morte poteva essere affrontata senza terrore. Scritto a quasi novant'anni, ""La solitudine del morente"""" è nel contempo un lucido testamento spirituale e una coinvolgente riflessione sulla possibilità della """"buona morte"""" nella nostra epoca."" -
I frammenti dell'anima. Storia e racconto nel Canzoniere di Petrarca
Ad un certo punto della sua vita, in un momento di crisi morale e culturale, Petrarca impegna tutte le sue forze in un'impresa ambiziosa: mettere al centro della produzione letteraria la sua persona, il suo ""io"""". Nasce così il grande progetto di un'autobiografia ideale, affidata a più libri, composti coi frammenti di quella sparsa produzione a cui si era dedicato fin dalla giovinezza. Nello stesso giro di anni concepisce dunque le raccolte epistolari in versi e in prosa e i """"Rerum vulgarium fragmenta"""". Passerà un quarto di secolo prima che il Canzoniere trovi, negli estremi mesi di vita del Petrarca, il suo assetto definitivo."" -
Diventare persone. Donne e universalità dei diritti
In molte parti del mondo, soprattutto nel paesi in via di sviluppo, ma anche nelle società più avanzate, le donne sono ancora oggi fortemente svantaggiate rispetto agli uomini: peggio nutrite, più esposte alle malattie, alla violenza fisica e agli abusi sessuali, meno scolarizzate, spesso prive di qualsiasi formazione professionale, non possono contare sugli stessi diritti. Attingendo a un repertorio vivo di storie personali, di testimonianze dirette, di voci finora inascoltate, Martha Nussbaum individua i principi costituzionali fondamentali che dovrebbero essere rispettati e fatti rispettare dai governi di tutte le nazioni per superare tale disparità e dare al concetto di dignità umana un nuovo spessore. Il suo approccio, di matrice liberista e di vocazione universalista, si basa sulle ""capacità"""" e combina le norme multiculturali di giustizia, eguaglianza e diritto con le specificità locali e con i singoli contesti."" -
Regole e finanza. Contemperare libertà e rischi
Con la creazione del mercato unico dei servizi bancari e finanziari tra il 1986 e il 1993 e l'adozione della moneta unica nel 1999, l'Unione europea è diventata un terreno estremamente fertile per il dibattito sui problemi fondamentali della regolamentazione finanziaria. In quella fase si è dovuta progettare e negoziare una normativa del tutto nuova, formulando le definizioni per le componenti essenziali del sistema (banche, mercato, pagamenti) e si è dovuto scrivere lo statuto di una nuova banca centrale. Questo volume è il risultato del coinvolgimento di Tommaso Padoa-Schioppa in quell'evento senza precedenti. Qui troviamo gli sviluppi teorici nati dall'esperienza di quegli anni ed elaborati successivamente, fino alle ultime proposte avanzate come ministro dell'Economia, e tutt'oggi in discussione, per l'introduzione di regole e standard di vigilanza che assicurino piena uguaglianza di trattamento in tutto il Mercato unico. Il volume è introdotto da Andrea Enria, direttore della European Banking Authority.