Sfoglia il Catalogo feltrinelli007
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 4461-4480 di 10000 Articoli:
-
La gerarchia ecclesiastica
Composta di sette capitoli, l'opera illustra l'ordine sacro della Chiesa, corrispondente all'ordine angelico. Essa descrive allegoricamente le funzioni liturgiche dell'ingresso di un nuovo adepto nella religione cristiana, della messa e del sacramento dell'eucaristia, della consacrazione dell'unguento e dei vari riti funebri e soprattutto prende in esame la struttura gerarchica della Chiesa, immagine di quella celeste. Il capo sensibile della gerarchia ecclesiastica è il vescovo, che trasmette l'iniziazione agli ordini inferiori; ma il vero capo di ogni gerarchia, celeste o umana, è Dio. -
Come muoiono i persecutori
Con l'editto di Milano (313), che poneva fine alle persecuzioni dei cristiani e ristabiliva la pace religiosa, Lattanzio si accinge alla composizione del ""De mortibus persecutorum"""". L'opera, che inaugura il genere della storiografia ecclesiastica e delle persecuzioni, racconta il periodo che va dal 303 al 313. Lattanzio ne ripercorre le vicende soffermandosi sulle persecuzioni anticristiane, la restaurazione della pace, la rinascita della Chiesa e la punizione degli imperatori persecutori attraverso il loro crollo politico, le sofferenze fisiche e morali e, il più delle volte, una morte dolorosa e infamante. L'intento è di mostrare che tutto si compie secondo il disegno di Dio affinchè """"i posteri imparassero che c'è un unico Dio""""."" -
Il pedagogo
Tra i più significativi mediatori del Cristianesimo con il mondo dell'alta cultura tra la fine del II secolo e l'inizio del III, Tito Flavio Clemente Alessandrino compone intorno al 190 il ""Pedagogo"""". Un documento fondamentale per conoscere la Chiesa delle origini; poiché inoltre affronta argomenti di grande attualità, è a noi particolarmente vicino. Pensando ad un pubblico laico, di uomini e donne appartenenti alla classe agiata di Alessandria d'Egitto, Clemente si propone di offrire un manuale di condotta cristiana con precise indicazioni per ogni circostanza della vita: l'abbigliamento, l'alimentazione, la frequentazione dei bagni pubblici, la sessualità, gli spettacoli teatrali; il tutto in un'ottica genuinamente cristiana."" -
Oltre il nulla. Nietzsche, nichilismo e cristianesimo
L'epoca in cui viviamo, al di là del progresso scientifico, tecnico ed economico, svela sempre più l'assenza di un proprio fondamento. Tutto è divenire e relativo, è opinione, tutto è fragile, debole e provvisorio. È il nichilismo. L'autore del volume indaga questa situazione di profonda e drammatica crisi culturale ed esistenziale, individuandone in Nietzsche un lucido profeta. La sua filosofia rappresenta infatti il culmine e la manifestazione piena del nichilismo, cioè l'evidenziarsi più radicale di dove porti l'affermazione del nulla. Nietzsche stesso tenta di uscire da questa situazione, ma senza successo. -
La libertà oltre il male. Discussione con Piero Coda ed Emanuele Severino
La filosofia e la teologia hanno sempre dialogato, anche là dove la loro distanza poteva sembrare insormontabile. Già Aristotele, infatti, aveva compreso che ogni vera metafisica e ogni vera ontologia sono, in quanto tali, ""teo-logia"""". Di più: teologia e filosofia non possono evitare il dialogo, neppure oggi, pur con statuti e categorie mutate, pur in contesti sempre più complessi. Nei frequenti e interessanti confronti tra filosofi e teologi è però incombente il rischio di un equivoco radicale, frutto di una reciproca richiesta """"impossibile"""": che il teologo si trovi a dover giustificare la propria fede e il proprio Dio, e il filosofo a riconoscere l'insufficiente credibilità del proprio Assoluto. Come fare? La via scelta dal filosofo Emanuele Severino e dal teologo Piero Coda (via il """"terzo"""", Massimo Donà) è quella in cui la filosofia e la teologia sono condotte alle loro ultime possibilità, e così messe in gioco in una reale dinamica dialogica, senza che nessuno dei dialoganti debba rinunciare allo specifico della propria inclinazione riflessiva."" -
Il pensiero umile. In ascolto della rivelazione
A oltre vent' anni dalla sua pubblicazione, il titolo del fortunato saggio di Gianni Vattimo e Pier Aldo Rovatti Il pensiero debole continua a essere considerato, in senso lato, la cifra di molto pensiero contemporaneo. Il depotenziamento della razionalità, l'indietreggiamento verso la ""zona d'ombra"""", si sono imposti in diversi strati della cultura e, con il tempo, hanno finito per incrociare lo stesso cristianesimo: per ritrovarlo, ma depotenziato; per riaccostarlo, nell'atto stesso di indebolirlo. Si è preso così a parlare non solo di """"pensiero debole"""", ma anche di cristianesimo debole, di Dio e di Chiesa deboli; con la pretesa, spesso, di dire la realtà stessa del cristianesimo, di Dio, della Chiesa. A distanza di qualche decennio, è tuttavia possibile porsi qualche domanda, e tentare di dare qualche risposta: è davvero, meno totalizzante e impositiva la cultura del """"pensiero debole""""? E veramente pietoso e rispettoso della differenza altrui un pensiero che finisce per costringere nelle sue categorie il cristianesimo, con la sua storia millenaria? Il presente saggio intende mostrare, a fronte della rigida alternativa tra un """"pensiero forte"""" e un """"pensiero debole"""", ..."" -
Sul luogo della Trinità. Rileggendo il «De Trinitate» di Agostino
Nella riflessione teoretica sul mistero della Trinità, il contributo di Agostino, attraverso il suo De Trinitate, riveste un ruolo per tanti versi centrale. Si tratta di un'opera che, ieri come oggi, si trova al crocevia delle strade che conducono dalla rivelazione trinitaria alla sua intelligenza e dall'intelligenza al suo incontro col mistero della Trinità. Tanto che è stato definito, in una visione ampia che abbraccia l'intero sviluppo del pensiero filosofico, il Grundtext del pensiero occidentale. Bisogna riconoscere infatti che Agostino ha disegnato nell'ambito della teologia trinitaria la scacchiera quasi esaustiva per tutte le grandi opzioni del ""gioco"""" trinitario. Ma - si chiede l'Autore - questo è vero solo, e indubitabilmente, per il passato o lo è anche, presumibilmente, per il presente e il futuro della teologia trinitaria? È partendo da questo interrogativo che Piero Coda rilegge il De Trinitate, nel tentativo di individuare le ragioni profonde del vasto e significativo influsso esercitato da quest'opera nella storia della dottrina trinitaria e insieme i motivi d'incisiva attualità per una ripresa e uno sviluppo delle sue più feconde linee ispiratrici."" -
Fenomenologia della sequela
In un passaggio epocale per la storia della Chiesa, il presbiterato sfugge ad analisi facili e scontate. Oscillando tra tradizione e innovamento, immerso in una società secolarizzata, appare evidente che se il presbitero non resta innestato in Cristo - origine, fonte, guida del suo stesso esistere - e alla Chiesa in missione, la sua vocazione gli apparirà sempre più assurda, banale, solitaria. La riflessione teologico-fenomenologica condotta in queste pagine rilegge e ripensa la vocazione del presbitero alla sequela, a partire da un contesto comunionale: solo nella dimensione ecclesiale infatti la missione del prete - il suo essere al servizio dell'Altro, degli altri - può esprimere appieno il suo profondo significato. -
La metafora ritrovata. Miti e simboli nella filosofia di Simone Weil
Dalla formazione alla piena maturità intellettuale, l'intera vicenda culturale di Simone Weil appare caratterizzata da un vivo e profondo interesse per i miti. Creatore dell'universo, Dio manifesta attraverso i miti l'origine trascendente del cosmo e pertanto, secondo la Weil, questi, pur nell'appartenenza a tradizioni, culture, civiltà diverse, sono intermediari della relazione tra Dio e l'uomo. Il presente saggio opera una classificazione delle figure mitiche - in particolare di Antigone ed Elettra - presenti nell'universo filosofico di Simone Weil e formulando una compiuta teoria sulla sua dimensione mitica. -
L'estasi del bello nella sofiologia di S.N. Bulgakov
Arte e teologia, metodo teologico e creazione artistica: sono i due termini attorno ai quali ruota la riflessione del presente volume. Luigi Razzano rilegge il pensiero di Sergej Bulgakov, uno dei maggiori teologi del Novecento, mettendone in luce l'intrinseca valenza estetica. Nella prima parte si delinea il contesto culturale in cui è sbocciata e si è diffusa la primavera del pensiero filosofico, teologico, artistico e letterario russo. L'analisi delle opere dei maggiori interpreti di questo pensiero permetterà di cogliere le radici, gli intrecci e gli influssi che hanno stimolato la nascita del pensiero artistico di Bulgakov. Nella seconda parte si affronta più direttamente l'opera del pensatore russo mettendo in evidenza come in Bulgakov la categoria della Bellezza sia al tempo stesso teologica ed estetica. -
Il ritmo trinitario della verità. La teologia di Ireneo di Lione
Negli ultimi decenni è apparso un numero consistente di studi sul pensiero di Ireneo di Lione, vescovo attivo nella seconda metà del II secolo, quando i cristiani sono sfidati a esplicitare la loro fede di fronte alle deviazioni delle dottrine gnostiche; il Padre della Chiesa risponde cercando di offrire una comprensione della fede vissuta e facendo così nascere, di fatto, la teologia cristiana. La presente ricerca, collocandosi con una sicura nota di originalità nel contesto degli studi consacrati a questa figura di teologo, mette in luce l'intuizione di Ireneo del ritmo intrinsecamente trinitario della rivelazione cristiana e, di conseguenza, della forma specifica della fede e della teologia che da essa nasce e di essa si nutre. La verità cristiana, nella prospettiva di Ireneo, è trinitaria in ogni sua dimensione: non solo la rivelazione di Dio, ma anche la storia dell'uomo è segnata dal dinamismo del rapporto fra Padre, Figlio e Spirito. Nella sua impostazione teologica, i due poli della rivelazione di Dio da una parte, e dell'uomo che progressivamente realizza il disegno originario secondo il quale è stato creato dall'altra, si richiamano continuamente. Ireneo ci riporta alle origini della teologia e del pensare cristiano, indicando loro la verità e la misura del suo accogliere ed esprimere in forma trinitaria la verità trinitaria, e dischiudendo così l'orizzonte teologico decisivo. -
Per un discernimento cristiano sull'Islam. Storia e teologia
La teologia delle religioni si configura sempre di più come l'articolazione strutturata della riflessione credente dei cristiani sul fronte delle religioni, che cerca di rispondere alle domande che la presenza di esse pone alla fede nella sua militanza critica. A ciò concorre il procedimento di comparazione, che non si ferma a una fenomenologia puramente descrittiva, ma cerca un'intelligenza credente delle omologie e delle differenze. A tale svolgimento tuttavia manca un passo ulteriore, ovvero la considerazione formalmente ""teologica"""" di ogni singola religione: una sfida e al tempo stesso un inestricabile nodo teologico. Si tratta quindi di intraprendere un'opera di """"discernimento"""" volta a verificare le condizioni di approccio teologico alla religione presa di volta in volta in considerazione. In riferimento all'islam - ma ciò può essere detto analogamente in rapporto ad altre religioni - il discernimento cristiano chiede se """"ci sono categorialità bibliche o biblioco-teologiche capaci di tradurre per il cristiano la realtà e il senso religioso del fenomeno islamico """"; temi, questi, oggi più che mai di stringente attualità. Gli studi raccolti nel presente volume delineano la questione delle condizioni di discernimento cristiano dell'islam sviluppando un percorso che va da un inquadramento ermeneutico generale ad un tentativo di sistemazione del rapporto tra teologia e islam."" -
Sant'Agostino e la teologia trinitaria del XX secolo
La teologia trinitaria, in seguito al Concilio Vaticano II e al dibattito teologico che questo evento ha suscitato, ha conosciuto nel XX secolo sviluppi significativi. Tale rinnovamento si è soprattutto delineato in corrispondenza del ripristino o della riconsiderazione delle fonti bibliche e patristiche. In questo ambito un posto di rilievo spetta sicuramente al ""De Trinitate"""" di sant'Agostino. Il presente lavoro intende valutare il rapporto tra l'opera agostiniana e la teologia del XX secolo. Nella prima parte si evidenziano le diverse interpretazioni che sono state date del pensiero trinitario dell'Ipponate. Nella seconda parte l'Autore dimostra come i contenuti agostiniani, se correttamente compresi, rappresentino un sicuro riferimento nell'approfondimento di quelle tematiche che sono proprie dell'attuale ricerca teologica e conservino un valore e un'attualità perenni."" -
Primato e collegialità «Partecipi della sollecitudine per tutte le chiese»
Gli interventi che compongono questo studio riguardano un tema di eccezionale importanza: la partecipazione alla sollecitudine per tutte le Chiese come dimensione insieme nativa e ultima del rapporto primato-collegialità. Da angolazioni diverse essi intendono contribuire sia alla promozione dell'impegno al discernimento richiesto dall'enciclica Ut unum sint di Giovanni Paolo II, sia alla valorizzazione del dono del primato, realtà costitutiva dell'ecclesiologia cattolica. -
I nostri sensi illumina. Coscienza, affetti e sensi spirituali
La riduzione del sapere a tecnica, delle relazioni a scambio economico e della ragione a freddo distacco calcolatorio ha gettato l'uomo contemporaneo in un mondo estraneo, inospitale, nel quale i sensi sono come anestetizzati, atrofizzati. La via d'uscita sta in una nuova ""spiritualità del sensibile"""" nella quale il cristianesimo - che è annuncio della vicenda storica del Figlio che si fa compimento del legame tra la trascendenza di Dio e la concretezza della sua creazione - mostra come il mondo può tornare a essere percepito e riconosciuto come lo spazio abitabile di un Logos comune."" -
Tutto il Vangelo in quel grido. Gesù abbandonato nei testi di Chiara Lubich
Come si può, oggi, parlare della Croce, che è scandalo e stoltezza (cf. 1 Cor 1, 23), del suo significato salvifico, e proporla come verità che riguarda l'uomo e la sua esistenza? A partire da questa domanda essenziale per la teologia, l'autore interroga, dal punto di vista della teologia evangelica, l'esperienza spirituale di Chiara Lubich, che ha nell'amore a/di Gesù in Croce, Abbandonato da Dio, il suo fondamento. Analizzando i suoi testi, si coglie nell'Abbandono il centro del Vangelo e del cristianesimo, e la chiave che, attraverso il dolore, porta Dio nel mondo e il mondo in Dio. -
L' autocoscienza di Gesù. In tutto simile a noi eccetto il peccato
La riflessione teologica moderna è attraversata da un costante interrogativo: come si rapporta, nell'unica persona umano-divina di Gesù Cristo, la coscienza dell'uomo Gesù con la coscienza della sua figliolanza divina? Di fronte al problema, lo studio di Salvadori non raccoglie e non combina insieme le singole asserzioni o gli argomenti attinenti al tema, piuttosto illustra, fin nelle loro ultime conseguenze, alcuni grandi progetti cristologici d'insieme. Uno studio che propone una sintesi nuova della questione. -
Nella Trinità come Chiesa. In dialogo con Heribert Muehlen
Di fronte alla crisi che ha investito la società e in modo specifico le relazioni personali, caratterizzate oggi da una grave frammentarietà, ha senso parlare ancora di noi? E cosa significa noi in ambito ecclesiale? È la domanda di fondo della presente ricerca che trova nella proposta teologica di Mühlen nella quale il noi ecclesiale trova la sua origine strutturante e la sua forma vitae nel Noi trinitario - uno stimolante e originale punto di partenza e di riferimento, con particolare attenzione al contesto storico-culturale contemporaneo. -
Il logos teandrico. La «cristologia asimmetrica» nella teologia bizantino-ortodossa
Tra alcuni esponenti della teologia cattolica (Grillmeier e Moeller) e della teologia ortodossa (Florovskij e Meyendorff) si è sviluppato negli anni un vivace dibattito in merito alla diversa prospettiva nei due contesti ecclesiali sul costituirsi di Cristo come ""vero Dio e vero uomo"""". Secondo la teologia cattolica, nel pensare il rapporto tra natura divina e natura umana in Cristo, l'Oriente tenderebbe a rimarcare il ruolo della prima a discapito della seconda. Bernardi analizza l'insorgere dell'asimmetria cristologica nella patristica greca e latina, prendendo quindi in esame il profilarsi della sua declinazione nella teologia bizantina e la recezione di essa nella recente cristologia ortodossa."" -
Essere e relazione. L'ontologia trinitaria di Gregorio di Nissa
L'autore prende in esame l'opera di Gregorio di Nissa nell'ottica di uno studio di teologia trinitaria. Il pensiero ontologico del Padre Cappadoce centrato sul riconoscimento che la relazione è coprincipio originario dell'essere insieme alla sostanza - ha svolto infatti un ruolo essenziale nella formazione del dogma trinitario e nella preparazione e nello svolgimento del I Concilio di Costantinopoli del 381. Maspero rilegge il pensiero di Gregorio cogliendone rispetto agli autori precedenti gli elementi di novità che aprono la strada alla riflessione teologica successiva, con interessanti riflessi nell'ambito degli studi antropologici.