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L' antro del Corchia o Buca d'Eolo. La storia e gli avvenimenti
Il monte Corchia ospita attualmente una delle più lunghe e profonde grotte italiane, ma in realtà è molto di più di questo. L'Antro del Corchia, infatti, da ben oltre un secolo ha rappresentato il ""nume tutelare"""" della speleologia italiana nel suo complesso, accompagnandola passo passo in tutta la sua evoluzione, di cui in realtà ha indirizzato e controllato quasi totalmente le principali modificazioni, che in alcuni casi sono state vere e proprie rivoluzioni. Per questo, a volte, viene addirittura da domandarsi se, senza il Sistema Carsico del Monte Corchia, la speleologia italiana sarebbe effettivamente quella che noi oggi conosciamo."" -
Grosseto visibile. Guida alla città e alla sua arte pubblica
"Questo libro ha uno scopo. Vuole descrivere la città 'visibile', cioè quella che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno ma che spesso non riusciamo a vedere. Una città che presenta monumenti storici ed edifici di grande interesse, ma anche opere d'arte allestite negli spazi pubblici, ad esempio statue, dipinti murali o istallazioni, che sono diventate invisibili a causa della nostra distrazione. Questo libro ha anche delle ambizioni e, forse, alcuni meriti e molti limiti. L'ambizione è quella di provare a realizzare un ibrido tra la pubblicazione scientifica, ordinata per schede, e la guida divulgativa che suggerisce percorsi urbani operando una selezione critica nel materiale da presentare. Tra i meriti, a nostro avviso il principale è che, per la prima volta, quasi tutte le opere d'arte pubblica di Grosseto, a prescindere dalla loro qualità estetica o dalla data di esecuzione, trovano spazio e visibilità in una visione organica e dettagliata.""""" -
La mia vita è cominciata dalla fine
Questo libro nasce da un progetto di traduzione che Fabio Cicaloni, docente di tedesco presso il Liceo Statale ""Antonio Rosmini"""" di Grosseto, ha svolto con i suoi studenti dell'ultimo anno fra il 2012 e il 2013. La scelta di tradurre Halina Birenbaum è stata dettata dal fatto che le sue opere non sono mai state pubblicate in Italia, mentre la poetessa è conosciutissima in tutto il mondo per il suo impegno e la sua missione a ricordare gli orrori della Shoah, affinché non si ripetano più. Il titolo della raccolta, che è anche il titolo della prima lirica, rappresenta in modo profondo e chiaro il percorso della poetessa: una vita che è cominciata conoscendo la morte e che solo dopo la liberazione del 1945 ha potuto conoscere la vita. Halina stessa definisce questa esperienza una resurrezione, una rinascita completa che la rende consapevole di essere scampata alla morte per uno scopo: essere memoria vivente dell'Olocausto. Per questa ragione i componimenti sono una rappresentazione sinestetica del dolore: una miscela di sensazioni olfattive, tattili, gustative, visive e uditive che Halina non può dimenticare e che sono impresse nella sua anima, come il numero di Auschwitz è impresso indelebile sul suo braccio. Un numero che non è sbiadito, che non ha perso la sua leggibilità, così come la sua memoria non ha lasciato neanche un secondo della sua esperienza."" -
La miss e le altre commedie. Dieci anni di teatro a Casole d'Elsa
"Uno degli interventi che negli anni scorsi ha avuto un particolare significato per la Comunità casolese è stato il recupero del complesso monumentale dello storico """"Asilo Bargagli"""". Un luogo simbolo dove intere generazioni di casolesi avevano trascorso l'infanzia nella struttura gestita dalla suore e centinaia di donne avevano lavorato nelle maglierie. Con la chiusura del Convento il degrado dell'immobile era progressivamente aumentato e quando nella seconda metà degli anni '90 abbiamo, prima acquisito l'immobile, e poi finanziato il suo recupero ci siamo subito posti l'obiettivo di individuare quali funzioni avrebbero potuto ridare a questo luogo una prospettiva e un ruolo di rilievo. Insieme proprio a Beppe Ciani abbiamo pensato al 'teatro', un luogo cioè che a Casole non c'era ed anche a come portare avanti un lavoro che potesse continuare nel tempo. È quindi con grande soddisfazione che oggi possiamo ripercorrere gli anni passati anche attraverso le 'commedie' che si sono susseguite e che hanno appassionato 'attrici e attori' e 'spettatrici e spettatori' non solo casolesi. Un risultato importante che ha portato il """"Gruppo teatrale di Casole anche fuori dei nostri confini dando a tante persone la possibilità di esprimere, con grande dignità, la propria personalità."""" (Piero Pii)" -
Per noi il tempo s'è fermato all'alba. Storia dei martiri d'Istia
In questo volume è rivisitata attraverso un gran numero di fonti inedite la storia degli undici ""martiri d'Istia"""", giovanissime vittime fucilate con speciale ferocia il 22 marzo 1944, a Maiano Lavacchio (Grosseto) in quello che fu definito dalle autorità fasciste """"brillante fatto d'armi"""", in realtà una delle stragi di civili, che attraversarono gli ultimi nove mesi del tempo di guerra nel grossetano. Molte furono volute ed eseguite dalle SS o dalla Wehrmacht, l'alleato occupante; di alcune, come questa, la responsabilità fu esclusivamente fascista. Risposta brutale al precipitare del consenso al governo della Repubblica Sociale Italiana, al crescere della resistenza militare e civile e al rifiuto dei giovani di rispondere alle chiamate alle armi, nell'inverno del '44, ha lasciato tracce nella memoria della collettività come poche altre vicende del passato recente. Pur nella loro singolarità, i procedimenti giudiziari che seguirono danno un contributo alla comprensione dei meccanismi e degli esiti della giustizia postfascista. Ha prodotto memorialistica, pièces teatrali, opere di letteratura, tra cui il racconto di Guido Gianni, Nell'ombra delle stelle, pubblicato in appendice."" -
La nostra controrivoluzione
"Ho riunito alcune riflessioni degli ultimi vent'anni, presentando una personale analisi sulla società civile italiana, della sua evoluzione dal secondo dopoguerra a oggi e dei tanti gravi problemi che la affliggono. Credo e spero di averlo fatto nel modo più spontaneo, semplice e diretto. Questo breve testo non nasce come una relazione accademica, ma come conversazione aperta con il popolo italiano. Non so se riuscirò a smuovere qualcosa nel lettore, nel cittadino, ma il suggerimento che mi permetto di offrire, è di chiudere con il passato, recente e lontano, ma da quel passato prendere quanto di buono esisteva ed era stato realizzato, per costruire, con energie fresche, un futuro per i nostri figli."""" (Guido Fineschi Sergardi)" -
Spighe di grano
Un disegno del profondo mutamento culturale, economico e sociale che ha attraversato anche il territorio amiatino negli ultimi cinquanta anni e di cui l'autore è stato testimone. Con un contributo di Andrea Camilleri. -
Travel guide to Maremma Tuscany
Dimenticate le luci scintillanti di Siena, Firenze e Pisa e avventuratevi alla scoperta di un luogo ancora inesplorato. La Maremma Toscana si trova decisamente fuori dai sentieri battuti; conserva tutto il fascino dell'Italia prima dell'invasione dei ristoranti dagli scialbi menu turistici e dei negozi di souvenir di cattivo gusto; è, insomma, una di quelle destinazioni semplici e sincere che stanno lentamente scomparendo. Se volete rilassarvi nelle paradisiache acque termali di Saturnia, percorrere in lungo e in largo lo spettacolare Parco della Maremma o esplorare la figlia nobilissima che è la città medievale di Massa Marittima, potrete farlo con l'aiuto di questa guida, che copre in modo dettagliato tutta la Provincia di Grosseto, ed è l'unica ad avere anche una versione in lingua inglese. Il testo vi accompagnerà al di là dei luoghi della Toscana classica, fino ad un angolo d'Italia dove il paesaggio è incontaminato, le città sono mozzafiato e il cibo è genuino e abbondante. La guida tratta ogni angolo della Maremma, dai suoi parchi naturali alle sue isole, dai centri più grandi alle cime montuose e ai villaggi più pittoreschi, con itinerari dettagliati, mappe e foto. Raccoglie la storia, le tradizioni, i racconti e gli aneddoti che colorano la Maremma e la rendono una destinazione unica; in più ci sono i nostri suggerimenti e consigli di viaggio, e le principali attrazioni. Fornisce anche un elenco dei migliori hotel, negozi e ristoranti consigliati dagli stessi Maremmani. -
Un motivo per resistere. Racconti e storie
Il punto di vista di chi racconta è partigiano di natura; e la lotta vera, ora che le armi sono state deposte, sta nel mantenere viva la memoria e al contempo dare voce all'attualità del resistere. -
Come gattini ciechi
"Adelina arrivò a Montenero Bardi una sera di novembre del '53, col postale delle sette dalla città, portando con sé Carlo, il figlioletto di tre anni"""". Quella stessa sera, la ragazza prese alloggio in canonica, ospite temporanea di don Attilio, il parroco del paese, e di donna Elvira, sua madre, in attesa che le venisse trovata una sistemazione da domestica presso una delle famiglie benestanti del paese. Ma quella convivenza durò più del previsto e molto più del plausibile. Quando infine, dopo mormorii e lazzi, la gente smise di interessarsene, la vicenda volse improvvisamente in dramma, svelando la verità di parallele solitudini." -
Lettere al mondo
"Muzzi ha una tematica frontale: quella della fine della tradizione di fronte alla contemporaneità, e per questo guarda da Siena al resto del mondo. C'è una forza d'emozione tesa e subito smorzata, contenuta, di energia etico-religiosa e di resistenza nauseata e tenace... ha versi potenti - quali solo un erede di Tozzi potrebbe avere - definizioni fulminee, applicate ad una rovinosa materia quotidiana: una città scuoiata, la sua, e virilmente subita."""" (Franco Fortini)" -
Il castagno dei cento cavalli e altri frammenti di memoria tra Etna, Prealpi e Valdichiana
"Qui provo a mettere insieme alcuni di questi pezzettini di vita, come se, essendosi la mia vita frantumata come una lastra di vetro, volessi rimettere insieme le tante schegge, incollandole con pazienza fino a riavere una parte, almeno, dello specchio originale"""". Mariano Fresta racconta la sua esperienza dentro la vita. Racconta per brevi quadri, per frammenti. Ma questi frammenti, di scrittura chiara e classica, contengono mondi, aprono sguardi su orizzonti del tempo, della storia comune, di quella familiare. Sguardi dal Sus e dal Nord dell'Italia del dopoguerra, che si fermano poi nel Centr'Italia. Ricordi attenti a impronte lontane di memoria: il Natale da bambini, il giro dei pulcini per la festa del patrono, le elezioni e lo scambio di voti per piaceri. E poi della politica che insieme all'emigrazione porta al Nord, nelle zone dell'industria e delle lotte sociali. E infine Montepulciano, la Toscana, dove si stabiliscono relazioni, figli, allievi, lavoro nella Scuola, collaborazioni con l'Università, ma anche delusioni e conflitti. In questo orizzonte si definisce anche il racconto di persone conosciute e incontrate, piccole storie di intellettuali. Con la cifra del narrare brevemente, Mariano Fresta, senza nulla togliere alla sua storia personale, fa immaginare per frammenti le vicende e i luoghi della storia comune." -
Calisto
"Calisto"""" è ambientato alla fine di un Millennio, in una grande città inglese, notturna, sulfurea. Le persone che affollano la storia stanno lavorando per mettere in scena, in un famoso teatro (il Covent Garden?), una misteriosa opera lirica del '600 italiano. È """"La Calisto"""" di Francesco Cavalli. Un'opera che racconta - tra tante altre cose - le magiche invenzioni create da Giove per portare a letto la ninfa di cui si è follemente, ed improvvisamente, innamorato, Calisto. I protagonisti della storia sono coinvolti in molte avventure, ma una soprattutto è quella che li blocca in un fermo immagine: la festa nella villa di Sir Arthur, alla corte del quale si trovano, di fatto, quotidianamente tutti. Perché non ci si riesce più ad innamorare? E qual è il filtro d'amore? Metteranno in scena """"La Calisto?"""" E cosa accadrà dopo? Cambierà tutto?" -
Il fascino di Capalbio. Dalla malaria alla piccola Atene
Uno dei territori più suggestivi della Toscana è protagonista di questo piccolo libro, che ci guida in un intenso viaggio nel tempo e nello spazio della Maremma: spiagge ancora incontaminate, sentieri silenziosi, borghi antichi, stelle e vento. È una dichiarazione d'amore alla Maremma e un appello per salvaguardarne l'ambiente e diffonderne la magia. -
La nostra parte di cinema chiamata Vietnam
La guerra del Vietnam occupa uno spazio grande all'interno dell'AAMOD: per la quantità di pellicole da noi conservate (probabilmente il più ampio archivio europeo) su quella tragedia infinita; e soprattutto per quello che il Vietnam ha rappresentato nel cuore e nella testa di migliaia di uomini e donne di tutto il mondo, di tutta una generazione. Da quella mobilitazione è nato un altro modo di fare cinema, un'onda di immagini in movimento che ha investito anche l'Italia, a cominciare proprio dai film dell'Archivio. Per questo ci è sembrato importante, 40 anni dopo, tornare in Vietnam, con una rassegna che ha messo insieme più di 30 film, e con questo volume degli Annali che su quell'esperienza straordinaria vuole proporre una nuova riflessione. -
Noi non saremo mai come loro
Questa storia di vita è dedicata ai ragazzi di oggi. Quelli che non hanno vissuto sulla propria pelle la realtà della guerra e non hanno neanche la testimonianza diretta dei racconti dei genitori o dei nonni. Li vuole aiutare a comprendere perché tante persone, ma soprattutto i giovani di settant'anni fa, abbiano deciso di opporsi alla dittatura fascista, passando nelle fila della Resistenza e pagando, in molti, con la vita questa loro scelta. Vogliamo dare un futuro alla memoria. Gli autori, si sono conosciuti all'Università di Siena dove si sono laureati in discipline demoetnoantropologiche. La loro vita, si è arricchita sia con la ricerca sul campo e la riproposta di documenti dell'oralità popolare, ma soprattutto attraverso la frequentazione di persone speciali come Aristeo Biancolini. I due campi di interesse che possono sembrare lontani sono in realtà due facce della stessa medaglia: la memoria. -
A tavola con gli Sforza di S. Fiora
L'Expo 2015 rappresenta un'occasione straordinaria per conoscere e valorizzare un'eccellenza italiana: l'ottimo cibo. La tavola della famiglia Sforza costituisce in questo ambito un'esperienza esemplare: i rami della casata sono storicamente presenti in varie regioni italiane e presso le corti europee, in una rete culturale, politica e di qualità di vita straordinaria, strettamente connessa. Tuttavia, mentre i celebri Sforza di Milano e di Pesaro sono estinti da secoli, la tradizione anche gastronomica degli Sforza di Santa Fiora è ancora viva nell'antica contea sul Monte Amiata, luogo suggestivo che coniuga un affascinante contesto ambientale e importanti testimonianze artistiche ed architettoniche ai piaceri della tavola. Dalle ricerche d'archivio, relative a vari secoli della nostra storia, emerge costantemente una dieta particolarmente variegata, attenta alla qualità. Questo è il motivo per cui in Casa Sforza non si soffriva di ""gotta"""", a differenza di altre nobili casate dell'epoca. A Santa Fiora era (ed è tuttora) particolarmente gradito coniugare cibi di carne ed affettati, molte verdure, pesce (le ottime trote del Fiume Fiora), funghi e tartufi, frutta in grande quantità e varietà."" -
Eleonora Duse e le donne di cultura fiorentine
"Questo volume è significativo per le ricerche sul ruolo non solo strettamente culturale ma anche storico-politico di un'elite femminile che sostenne la conduzione della storia a cavallo tra i due secoli XIX e XX. Mia nonna Maria Ponti e la zia Angelica Pasolini hanno vissuto momenti intensi della loro vita con Eleonora Duse, e qui rivivono nella mia memoria di giovinetta personaggi come Vernon Lee, cui dedicai la mia tesi di laurea, ed altri che appartengono ad un mondo ormai passato ma che ha avuto un'importanza fondamentale per la cultura delle generazioni successive, ritessuto dall'autore attraverso una ricostruzione filologica attenta alla sensibilità delle protagoniste."""" (Desideria Pasolini dall'Onda)" -
Tu es Petra
"C'è un punto ove tutto ha inizio. A Oriente, dove sorge il sole. Mentre l'alba si dischiude, nella luce soffusa emergono dagli abissi le parole che Euripide pone sulle labbra della vergine Ifigenia. Parole che toccano il profondo: il perché di un tale sacrificio appare oscuro 'e l'impensabile diviene racconto', citando Loraux. Vibra in queste parole la passione che logora l'uomo dinanzi la morte... e poi nulla. Il desiderio di conoscenza, seppure ardente, non sempre consente di giungere al fondo della questione. E dopo l'ultimo rintocco resta solo il grido afono del dolore che lentamente uccide, nel silenzio i corpi sviliti hanno il colore della morte e il rosso dei tramonti si confonde col sangue del presente indicibile, inimmaginabile. Gli antichi usavano esorcizzare il male, le brutture del mondo sullo spazio scenico teatrale che diveniva """"sacro"""". Taluni contestano il mutamento d'animo della fanciulla nell'Ifigenia in Aulide, troppo repentino e radicale il passaggio dall'antieroico attaccamento alla vita, da quel sole che tutto scalda e crea, al patriottico desiderio di immolarsi. Al drammaturgo, profondo conoscitore dell'animo umano, va il plauso di aver plasmato la generosità e l'entusiasmo di Ifigenia. Euripide, nella sua vecchiaia, aveva stretto ancora nel cuore il ricordo di un punto a Oriente riflesso negli occhi di una donna, gonfi di mare e d'infinito""""." -
Un Cristo dei nostri giorni
Emil Rasmussen dette alle stampe il suo ""En Kristus fra vore dage: italiensk kulturbillede"""" nel 1904. Pur costituendo uno dei primi studi organici sulla vicenda di Lazzaretti e sulla comunità di Monte Labbro, la conoscenza di quest'opera è sempre stata frammentaria e questo principalmente a causa della lingua in cui venne originariamente pubblicata, il danese, che non rientra tradizionalmente nello strumentario degli studiosi italiani. Il libro, infatti, a partire dal commento di Gramsci nei """"Quaderni del carcere"""", è stato quasi sempre citato in modo tralatizio, spesso - se non unicamente riportando la tesi dell'autore secondo cui David avrebbe tratto l'ispirazione della rivelazione ricevuta nel 1868 nella grotta del Beato Amedeo in Sabina dalla lettura del """"Manfredo Pallavicino"""", romanzo storico dello scrittore milanese Giuseppe Rovani pubblicato tra il 1845 e il 1846. Rimaneva in tal modo alquanto oscuro l'impianto metodologico della ricerca, l'inquadramento problematico della vicenda, i termini della polemica col Barzellotti, il confronto con le tesi del Lombroso, nonché, in definitiva, il giudizio dell'autore sulla figura di Lazzaretti. Quella di tradurre e pubblicare in lingua italiana il libro di Emil Rasmussen è stata, dunque, un' esigenza da sempre avvertita dalla comunità scientifica e più volte rappresentata ai responsabili del Centro Studi.""