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Peppino Vignati, intellettuale militante
Se oggi l'Isec rappresenta una realtà di assoluto rilievo in campo storico per la ricchezza dei suoi archivi e della sua biblioteca, lo si deve soprattutto a Giuseppe Vignati, per tutti Peppino. Ma, come ricorda Gianni Cervetti nella sua introduzione, ""Vignati non è stato soltanto un prezioso raccoglitore di archivi; no, egli è stato anche, e direi soprattutto, uno studioso"""" e un """"facilitatore instancabile delle ricerche altrui"""", come ben sanno quanti negli anni hanno frequentato la sala di studio della Fondazione, trovando in Peppino una guida e un insostituibile punto di riferimento. In questo volume sono raccolte le testimonianze di coloro che con Vignati hanno lavorato, gli sono stati amici e ne hanno apprezzato le qualità morali e intellettuali: Alberto De Cristofaro, Luigi Ganapini, Giorgio Oldrini, Gianfranco Petrillo, Antonio Pizzinato, Giuseppe Valota."" -
Zenshin roku. I koan del maestro zen Engaku Taino
Engaku Taino immerge lo Zen nel mondo di oggi: costruisce microstorie prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni e poi le koanizza, ovvero le struttura in modo da imprigionare la mente del praticante nella loro irriducibile dicotomia interna, costringendola a muoversi tra insuperabili contraddizioni intrinseche, spingendola verso la massima tensione e portandola, infine, a quella rottura che spalanca la verità Zen. Lo Zen viene sottoposto alla trazione estrema di due forze che sono, se non opposte, differenti: da un lato, la presa d'atto della dialettica del pensiero, della frattura che segna ogni essere senziente, ferito dalle differenze, dalle contraddizioni, dall'apparente illogicità del Tutto; dall'altro, la realizzazione della natura di Buddha, la visione mistica del vuoto fondamentale dell'universo, del suo essere una commedia scritta e recitata da fantasmi. Grida il Patriarca: ""Nell'intero universo non c'è nemmeno un granello di sabbia!""""."" -
Costruire esistenze. Soggettivazione e tecnologie formative del sé
La domanda sulla soggettivazione, ossia sui percorsi unici e irripetibili per ""diventare ciò che si è"""", non costituisce solo l'oggetto di questo libro collettaneo, ma rappresenta soprattutto quella che, secondo i suoi autori, potrebbe essere individuata come la cifra peculiare di questo tempo di passaggio. Come cambia una visione del mondo al cambiare delle coordinate culturali di una società e delle sue rappresentazioni? Come accade che un immaginario condiviso attecchisca e soppianti quello precedente? Come leggere le improvvise transizioni di valori, di etiche, di modalità relazionali che in pochissimi anni sembrano aver fatto tabula rasa di tutto ciò che era dato per acquisito? A parere degli autori di questo libro (studiosi dei processi educativi e sociali che si interrogano sulle zone liminari delle loro discipline), questi elementi di cambiamento - spesso problematico - hanno in comune una radice innanzitutto formativa, in virtù del fatto che una serie di dispositivi pedagogici si è come allentata o quantomeno trasformata."" -
Divinizzazione dell'umano e pathos conoscitivo nelle lettere di Ficino
È possibile che il raggiungimento della felicità individuale proceda parallelamente al perfezionamento delle facoltà conoscitive umane? Quale nesso unisce la vita contemplativa e la vita attiva? Queste domande, e altre ancora sull'etica, sull'importanza della filosofia platonica e degli ""studia humanitatis"""", sulla formazione dell'equilibrio della coscienza costituiscono la trama della riflessione di Marsilio Ficino nel suo vasto epistolario, che raccoglie centinaia di lettere scritte nell'arco di circa trent'anni. Un epistolario che non è solo viva testimonianza della sua vicenda biografica e intellettuale, ma anche il risultato di un chiaro progetto speculativo, teso a individuare il punto di snodo dalla filosofia come meditazione e sapere dell'uomo alla riflessione sull'etica della filosofia."" -
Il mare della formazione. Dialoghi sulle pratiche di cura
Può il luogo della cura restare eccentrico a qualsiasi paradigma di standardizzazione? Occupare una posizione sufficientemente laica rispetto al Sapere e al tempo stesso risultare rigoroso dal punto di vista teorico? Ancora, può essere in grado di avvicinarsi, per quanto possibile, al soggetto e di dare luogo a una clinica efficace, non normalizzante ma diretta a valorizzare la particolarità del soggetto? Questa serie di interrogativi costituisce la cornice all'interno della quale si articolano le riflessioni dei testi qui contenuti, nati a partire dal saggio di Massimo Recalcati ""Il mare della formazione"""", che interroga il concetto di pulsione securitaria nel suo modo di declinarsi nel campo della clinica. Il volume raccoglie interventi di autori diversi, tutti mossi dallo scritto originario, in alcuni casi con saggi di testimonianza diretti a dare voce alla cura come evento possibile, in altri casi mossi da una spinta euristica sulla dialettica tra soggetto e Sapere."" -
L' esilio della parola. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher
André Neher (1914-1988), pensatore ed esegeta ebreo d'Alsazia trasferitosi poi a Gerusalemme, si è lasciato interrogare a fondo dalle tragedie del Novecento, in primo luogo dalla Shoah. E a sua volta ha interrogato la Bibbia in cerca di risposte. Il libro focalizza l'attenzione sul suo capolavoro, pubblicato per la prima volta in Francia nel 1970: L'esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz. Non si tratta di una semplice fenomenologia del silenzio biblico, bensì dell'illustrazione di una visione filosofica e teologica del rapporto fra l'essere umano, la storia, la presenza (o la lontananza) di Dio, il mondo. Il capolavoro di Neher, attraverso questo volume, si pone in dialogo con altri autori e altre prospettive, tra le quali quelle di Franz Rosenzweig e Philippe Nemo. Come rapportarci al silenzio, dunque? Come continuare a sperare contro ogni speranza, nel fallimento, nonostante tutto, nonostante Auschwitz? Mediante il forse, la possibilità di ricominciare. -
Le ragioni dell'Europa. Habermas e il progetto d'integrazione tra etica e politica
L'Europa, come la modernità, è un progetto incompiuto. È questa la diagnosi di Jürgen Habermas, uno degli intellettuali più in vista del vecchio continente e nel dibattito sulla sua unità politica. Questo libro ripercorre l'evoluzione delle prese di posizione del pensatore tedesco sull'Europa, dagli anni Ottanta del Novecento ai giorni nostri, in costante confronto con la sua più ampia prospettiva teorica e, inevitabilmente, con le tappe più salienti dell'integrazione europea. -
Luigi Bolondi Felicitations Volume. Studies in medicine and its history. Studi medici e di storia della medicina in onore di Luigi Bolondi
Il presente volume raccoglie numerosi contributi offerti in omaggio ad uno dei protagonisti della Scuola di Medicina dell'Ateneo di Bologna, il Prof. Luigi Bolondi. Più di 30 articoli in inglese e italiano coprono differenti campi di studio connessi con la dimensione medica, dalla storia alla ricerca scientifica contemporanea più avanzata, includendo anche altri settori come la letteratura, la giurisprudenza e l'orientalistica. Il Magnifico Rettore dell'Alma Mater Studiorum ed il Rettore Emerito aprono il volume con i loro interventi a significare l'importanza di questa miscellanea accademica, che oltre a celebrare il festeggiato, sottolinea il senso di unione e di condivisione intellettuale maturato nel contesto dello Studium Bononiense. -
L' orca e la regina. Epos, romanzo, parodia in Stefano D'Arrigo
L'opera narrativa di Stefano D'Arrigo - il colossale epos tardonovecentesco di Horcynus Orca e lo smilzo, reticente Cima delle nobildonne - ha intrattenuto un rapporto ambiguo con il canone della letteratura contemporanea. L'insieme degli scritti raccolti in questo volume affronta da varie prospettive (antropologiche, socioculturali, traduttologiche) lo scrittore di Alì, nell'intenzione di mostrare quanto il suo lavoro di artista orgogliosamente autosegregato - o ""culo di pietra"""", secondo una sua colorita definizione - intersecasse i dibattiti culturali più vivi del secondo Novecento, tuffandosi nella materia traumatica del secolo, ovvero il combinato di guerra totale e tecnica invasiva. La nomea di romanziere bizzarro e inavvicinabile che per molto tempo ha accompagnato D'Arrigo, già a più riprese revocata in dubbio dall'ultimo ventennio di studi, qui si conferma una volta per tutte frutto di un equivoco. Di cui l'appendice iconografica e bibliografica esibisce la dinamica di formazione, tra letture frettolose e pregiudiziali ideologiche e estetiche legate alla stagione che vide uscire l'Orca. Doppiato il capo del centenario della nascita (1919), bisogna continuare a leggere D'Arrigo come una figura cruciale che ha interpretato in profondità il nostro tempo con i soli mezzi della letteratura."" -
Al confine tra scienza e religione. Genetica e neuroscienze di fronte alle questioni ultime
La tesi dell'eterno conflitto tra scienza e religione ha contribuito a offuscare un'affinità tra questi due mondi: entrambi sono interessati alle questioni ultime riguardanti la natura umana, il problema del male, il senso della vita e altre ancora. È questo il tema del presente saggio, basato su un'analisi di testi di comunicazione pubblica della scienza scritti da eminenti genetisti e neuroscienziati. Il volume offre una panoramica delle questioni ultime più affrontate dagli scienziati, come il male associato alla malattia genetica, o l'esistenza di Dio connessa ai meccanismi neurali. I risultati dell'indagine mostrano che parte degli scienziati adotta una ""visione estesa"""" sulle questioni ultime, conciliando la prospettiva scientifica con una sensibilità spirituale o religiosa che assume spesso forme originali. Si apre così una serie di interrogativi sui rapporti tra scienza, religione e spiritualità e sul ruolo che queste sfere rivestono nella società contemporanea."" -
Oltre Mauthausen. Sulle strade della giustizia. La globalizzazione dei diritti
Nel centenario dalla nascita di Gianfranco Maris, presidente di Aned e di Fondazione Memoria della Deportazione, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, Mimesis ripropone in una nuova edizione la sua testimonianza Per ogni pidocchio cinque bastonate. I miei giorni a Mauthausen e i suoi Scritti e discorsi contro l'oblio, a cura di Emanuele Edallo e con una nuova prefazione di Enzo Collotti. L'opera completa rappresenta in modo compiuto la stretta contiguità tra la memoria individuale dell'orrore dell'esperienza concentrazionaria, della necessità di resistere per se stessi e per tutti i compagni morti nel campo, e la volontà di costruire su questa immedicabile tragedia un futuro diverso, una società democratica, fondata sul rifiuto della guerra, sulla solidarietà tra i popoli e sulla condivisione globale dei diritti. -
Sociologia generale. Vol. 2: Sistema, habitus, campo.
Questo secondo volume dei quattro previsti per l'edizione italiana, ""Sistema, habitus, campo"""", raccoglie le lezioni tenute da novembre 1982 a gennaio 1983, dedicate alla delicata fase di passaggio dalla logica della ricerca sociologica, con un costante esercizio di autoanalisi della propria pratica, alla messa in opera dei concetti fondamentali di habitus e campo, mostrando la grande forza della Sociologia come presa di libertà rispetto ai determinismi della propria posizione, con una defezione dallo spirito del corpo per spingere avanti la ricerca scientifica. Questa ricerca viene presentata qui come una costante azione collettiva che aiuta a modificare i campi e gli habitus e ad affrontare in maniera consapevole le resistenze dei detentori del monopolio dell'ordine costituito."" -
Il maestro dell'apocalisse. Eredità e posterità di Gioacchino da Fiore (XIII-XX secolo)
I temi dei singoli interventi che compongono questo volume si concentrano sulla ricezione della tradizione gioachimita a partire dal XIII secolo fino ai nostri giorni. I contributi spaziano dalla rilettura critica di Tommaso d'Aquino fino alla penetrazione e alla riformulazione degli ideali gioachimiti presenti nel dibattito contemporaneo, in Europa e non solo, visto che la riflessione di Gioacchino non rimase confinata nelle aspre montagne della Sila, ma attraversò in lungo e in largo il continente europeo, fino a giungere nel Nuovo Mondo. Ciò che accomuna tutti gli interventi qui raccolti è l'attenzione riservata alla centralità del pensiero gioachimita e all'importanza della sua influenza nel quadro della cultura occidentale. -
Il cantante della luce. La teoria dei cinque elementi applicata al canto lirico
Il saggio consiste in un'analisi su più livelli dello strumento con cui il cantante lirico si esprime, cioè egli stesso. Al di là del lavoro tecnico-vocale, in genere il cantante affronta il canto con un approccio prettamente psichico, basato su vecchi parametri di valutazione di natura istintiva e sentimentale, ignaro delle leggi più ampie che regolano il linguaggio della sua espressione artistica. Crediamo invece sia fondamentale conoscere le coordinate di questo linguaggio per potere esprimere totalmente il potere ""magico"""" del mezzo canoro, capace, come ci racconta da secoli il mito del cantore Orfeo, di disperdere le oscurità del regno delle ombre. La lingua della musica è ben diversa da quella della drammaturgia, sulla quale il compositore costruisce la sua creazione. La drammaturgia tratta di vicende umane e terrene, mentre la musica si pone a un livello superiore, di natura sovra-umana e universale, cioè spirituale. Essa racconta un mondo di luce di cui la condizione umana è un pallido riflesso; abbassare il canto a quel livello, significa zavorrarne le qualità elevate e ridurre enormemente il suo effetto risanante sugli ascoltatori. Il saggio vuole analizzare la dinamica interpretativa dell'interprete lirico affinché egli sia in grado di estrapolare le qualità animiche della partitura, specificando così il suo lavoro nella direzione di un'Opera interiore. In questo modo potrà valersi dell'appellativo di """"Cantante della Luce"""", ovvero di colui che è in grado di trasmettere quei valori spirituali di cui la musica è ponte e, come un Orfeo contemporaneo, alleviare le precarietà della condizione umana."" -
La peste: il male? Leggere Tucidide e Lucrezio ai tempi del covid
Questo libro, muovendo dalla descrizione della peste di Atene narrata da Tucidide e Lucrezio, tratta il tema del male e della fede. Fede nell'uomo, nella meravigliosa infinita fortuna che tutti gli uomini hanno. Esseri senzienti in questo universo che è un miracolo esista e ci permetta ogni giorno di agire per il bene. Analizzare un ""Male"""" così pervasivo come la peste, tuttavia, aiuta a comprendere questo infinito bene (l'esistenza dell'universo, della vita, della nostra umanità) in definitiva aiuta a dare la giusta dimensione al male stesso: elemento necessario per la comprensione del bene, elemento minimo, rispetto alla positività dell'esistenza, elemento da combattere ogniqualvolta lo si incontri, con l'atto e con l'intenzione. Questo per noi è resilienza. Prefazione di Carlo Angelino."" -
Acuto intendere. Studi su Vico e il barocco
Il volume raccoglie saggi di studiosi italiani e stranieri focalizzati intorno al problema della relazione fra Vico e la cultura barocca, verso cui è sempre più viva l'attenzione della critica. A partire dal suggerimento già adombrato dal titolo, i differenti autori studiano la relazione fra il filosofo napoletano e la cultura del XVII secolo, alcuni discutendo con particolare attenzione il legame fra Vico e la trattatistica dell'acutezza, altri percorrendo strade diverse, che vanno dalla relazione col concetto di storia al rapporto con l'estetica, fino alla lunga durata del pensiero vichiano nella modernità. La differente provenienza degli studiosi (Italia, Spagna, Russia e Brasile), unita all'armonica varietà dei punti di vista e degli approcci, testimoniano non solo la validità ma anche il fascino della figura e del pensiero di Giambattista Vico nella cultura contemporanea, della quale, a buon diritto, può essere considerato uno dei padri. -
Arrigo Polillo. Un maestro internazionale della critica jazz
Avvocato e dirigente editoriale ma soprattutto acuto storico e brillante cronista della musica afro-americana dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta, nonché attivissimo organizzatore di concerti e festival, Arrigo Polillo (1919-1984) è stato uno dei maggiori protagonisti, a livello internazionale, dell'opera di diffusione culturale del jazz e indimenticabile direttore della rivista Musica jazz. Dopo un approfondito studio che colloca Arrigo Polillo nel contesto internazionale della critica jazz, il volume offre le riflessioni personali e professionali del figlio Roberto, che per anni ha seguito il padre come fotografo, numerose testimonianze di musicisti, esperti e organizzatori (Ambrosetti, Biriaco, Buono, Castelli, Cogno, D'Andrea, Fasoli, Federighi, Linzi, Pagnotta, Patruno, Piacentino, Rava, Salvatore, Sessa) e alcuni scritti dello stesso Polillo su grandi del jazz come Louis Armstrong, Duke Ellington, Thelonious Monk e John Coltrane. Infine, in appendice, una serie di documenti inediti, tra i quali le corrispondenze epistolari del critico con i maggiori musicisti, organizzatori, produttori e studiosi americani ed europei. -
Trilogia del colore. Vol. 1-3: Giulia Manfredi-Maria Cristina Carlini-Giovanna Giachetti.
«Da qualche anno lo Studio Museo Francesco Messina, casa della collezione permanente donata dallo scultore Francesco Messina alla Civiche Raccolte d'Arte, ospita progetti espositivi dedicati ai linguaggi della contemporaneità. Molteplici sono le figure di artiste e artisti che sono entrati in dialogo, attraverso allestimenti e progetti site-specific, con le opere dello scultore siciliano che dimorano nella struttura della ex chiesa di San Sisto. Questa pubblicazione, che segue le precedenti - Naturofanie Plastiche e Perimetri - dedicate rispettivamente all'uso del materiale naturale e alla scultura come forma disegnata da linee nello spazio, presenta tre di questi progetti, riuniti dall'unità tematica del colore, denominatore comune che accoglie differenze di linguaggio e di cifra stilistica nelle opere realizzate da Giulia Manfredi, Maria Cristina Carini e Giovanna Giachetti. Tre punti di vista molto diversi tra loro sono quelli esplorati da questa trilogia al femminile, dove il colore della materia o il colore sulla materia presentano accostamenti originali, in dialogo con le sculture colorate di Francesco Messina: Giulia Manfredi con il contrasto cromatico tra il bianco di geometrie di marmo attraversate dal colore vivo di piante che le abitano come parte stessa dell'opera; Maria Cristina Carini nelle sculture monumentali attraverso smalti o colore di materiali naturali; Giovanna Giachetti con trame colorate di punti su ara77i di teli di plastica. Questa nuova pubblicazione testimonia la continua attività dello Studio Museo nell'offrire alla nostra città occasioni di riflessione sul ruolo e l'evoluzione della scultura e dell'arte ai giorni nostri, attraverso l'approfondimento di linguaggi e pratiche che rappresentano la molteplicità di scelte che caratterizzano la scena artistica contemporanea.» (Filippo Del Corno) -
Rimontaggi del tempo sofferto. L'occhio della storia. Nuova ediz.. Vol. 2
Quali rappresentazioni del disastro hanno contribuito a creare le prime immagini arrivate dall'apertura di Auschwitz? Sulla scia delle riflessioni contenute in ""Immagini malgrado tutto"""", Georges Didi-Huberman prosegue la sua analisi della memoria visuale della Shoah attraverso quattro studi. Nel primo l'autore cerca di ricostruire le condizioni di visibilità e leggibilità al momento dell'apertura del campo di concentramento. Attraverso le immagini filmate da Samuel Fuller nel 1945 nel campo di Falkenau e alla luce del tentativo di fare un montaggio dotato di senso di queste immagini quarant'anni più tardi, l'autore rintraccia le condizioni antropologiche di questa costruzione visuale. Nel secondo studio identifica, invece, le differenti procedure grazie alle quali il cineasta e artista Harun Farocki rivisita, e rimonta, alcuni documenti attestanti la violenza politica, nel tentativo di rendere conto di una possibile restituzione della storia tramite il lavoro sulle immagini. Gli ultimi due saggi, più brevi, aggiungono un'ulteriore focalizzazione sulla questione per mezzo dell'analisi dell'attività fotografica di Agustí Centelles nel campo di Bram nel 1939 e del lavoro artistico di Christian Boltanski sull'immagine in quanto mezzo di riconoscimento, trasmissione e attestazione di dignità."" -
Il sentimento paralizzante del possibile. La vertigine della libertà in Kierkegaard e Sartre
Che cosa significa essere liberi? Esiste una determinazione filosofica capace di definire in modo inequivocabile questo principio? Questo breve saggio ripercorre con un linguaggio accessibile a tutti le formulazioni dei concetti di scelta, libertà, autenticità e responsabilità, facendo luce sul contesto filosofico e culturale che le ha declinate, con particolare riferimento al pensiero di Kierkegaard e Sartre.