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La vasca delle rane. Memorie di un novantenne
La vasca delle rane è una storia ambientata negli anni '40 dello scorso secolo tra la Calabria, Napoli, il Piemonte e la Germania. Il protagonista della vicenda, un giovane laureando calabrese, durante la sua prima esperienza lavorativa da professore, in un istituto privato a Tropea, s'innamora di Luisa, una sua giovane studentessa. L'amore tra i due, per non provocare scandali, deve rimanere segreto, tanto che lo stesso protagonista, chiamato alle armi per partecipare alla Seconda guerra mondiale, non potrà scrivere neppure una lettera alla sua amata per ribadire il suo amore o rivelare le sue sofferenze. A Novara incontra Ileana, una ragazza capace di far dimenticare Luisa, almeno fintanto che le sofferenze della guerra e dei campi di prigionia tedeschi glielo permetteranno. Al suo ritorno in Italia, però, tra crisi e gioie, le incertezze si trasformano in certezze e i dubbi in verità fino al definitivo ""colpo di spugna""""."" -
1888
Odio dover veder i fiori appassire. L'anno che è passato è stato uno dei più belli. Ho fatto volare aquiloni, salvato stelle marine, disotturato cessi, festeggiato Capodanno in anticipo, cercato la salvezza della letteratura e affrontato temibili agenti di polizia... Ho visto la tua paura di amare. Ho sentito storie di diavole e di monumenti sul mare senza un perché. Ho avuto tutto questo, ma so di non poterlo avere per sempre e credo di non averlo mai voluto per sempre. È stato l'anno più meraviglioso che una persona possa immaginare. Scusami se non ti dico questo di persona, ma odio gli addii. Ti ho messo questo messaggio nel posto che più ami, anche se ancora non ne conosci la storia. Adesso non potrai neanche andare a bere: visto che non stavamo insieme non puoi dire di essere mollato o trovare scuse per una bevuta in più. E non potrai neanche aggiornare la tua collezione di diavole, che se non sbaglio si ferma a quattro, anche se non ho mai capito bene chi sia la quarta. Questo è un arrivederci. So che un giorno tornerò da Milano, verrò in spiaggia e ti troverò che dormi sul basamento di 1888 con un libro aperto sulla pancia e con i cani che ti leccano la faccia. -
Una vita per la musica. La biografia ufficiale del maestro Antonio Sirignano
Carmela Nuzzo, in un libro agile e scorrevole nella descrizione, minuzioso nei particolari, molto vincolato dall'affetto, dalla simpatia verso il maestro, ci fa scorrere davanti agli occhi, come in un film in bianco e nero, tutte le varie fasi della vita del cugino e ci fa passare lentamente dal presente attuale al passato dei ricordi. Ci fa ripercorrere per intero la vita del maestro, con tutte le liete vicissitudini e le amarezze che la vita gli ha riservato. Ha evidenziato molto bene il suo carattere forte, aiutato dalla passione per la musica e dall'amore della cara moglie, che gli ha permesso di proseguire il cammino nell'arte e nella composizione con tanta soddisfazione personale e con eccezionali successi. Per ritornare un po' indietro nel tempo, quando la povertà e la miseria facevano da padrone nelle campagne, nei paesi dell'Italia dell'immediato Dopoguerra, e per sottolineare i sacrifici di allora quando, pur di non tralasciare il lavoro, il parto delle donne avveniva in piena campagna, ma anche la volontà di un riscatto sociale delle genti delle terre, di cui a buon diritto Antonio Sirignano può elevarsi ad emblema. -
Chiudete quelle squole! Diario di un prof pentito
Un insegnante, di quelli appassionati che credono nella scuola e nell'onestà intellettuale di chi ne fa parte, si trova a fare i conti con realtà corrotte e intrise di lassismo nelle scuole non statali, veri e propri esamifici in cui è stato commissario e presidente di commissione. Il quadro è ben orchestrato, gli ambienti resi in un dettaglio quasi fotografico, senza per questo abusare della descrizione; le figure dei vari personaggi, delineati con attenzione, ognuno simbolo e rappresentazione di una determinata categoria di insegnanti o di studenti. Nonostante le frequenti battute e le note divertenti, non c'è nulla che provochi un sorriso fine a se stesso: è un sorridere amaro e disilluso, che punta l'attenzione al problema scuola e induce il lettore alla riflessione. È un pamphlet di denuncia, sferzante e sempre puntuale, non solo del sistema scolastico, ma anche dell'intera società in cui viviamo. -
Oltre le cose
"Oltre le cose"""" è una sorta di """"road novel"""", poiché il viaggio è il filo conduttore del romanzo: viaggio nello spazio naturalmente, ma anche nel tempo, e soprattutto nell'animo umano. La storia si apre con la morte del carismatico scultore carrarino Luigi Amati, vista attraverso gli occhi della figlia, Claire. Una confusa richiesta del padre prima di morire, associata a una bizzarra profanazione della tomba dello scultore, convincono l'ingenua Claire dell'esistenza di un segreto intorno alla figura del padre che la donna è decisa a svelare. Così Claire parte con le amiche per un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio che la porterà a conoscere con dolore il lato oscuro dell'uomo da lei tanto amato." -
Sissi in prima pagina. Notizie inedite sull'imperatrice tratte dai giornali dell'epoca
Duecentodue testate giornalistiche in sei lingue diverse, pubblicate nel corso di un quarantennio, sono le principali fonti consultate per approfondire con delle curiosità perdute la figura dell'imperatrice Elisabetta d'Austria. Con questo libro, per la prima volta dopo più di un secolo, è possibile osservare la sovrana ""in diretta"""", con gli occhi dei suoi contemporanei di tutto il mondo. Tornano alla luce fatti di cronaca che la videro coinvolta, quali incidenti in carrozza, in treno e sul piroscafo Greif; si scopre come alcune aziende riuscirono ad utilizzare la sua fama e il suo titolo per promuovere i propri prodotti; la si può seguire sulla tribuna d'onore di una plaza de toros durante una corrida, sulle spiagge francesi in villeggiatura, nelle stanze d'albergo dei suoi soggiorni nordafricani, a Troia sulla tomba dell'amato eroe Achille, nella casa dell'anziana sorella del suo mito letterario Heinrich Heine, in un manicomio mentre assiste a una seduta di ipnosi... Ritornano inoltre alla luce figure affascinanti come quelle della presunta """"rivale"""" Käthchen Renz, dell'amata """"figlioccia"""" Aglaja von Auersperg e quella di Farkas, uno dei suoi tanti cani dalla fedeltà commovente. Inoltre l'autore ha scovato alcune sue dichiarazioni inedite, come questa citazione in linea con la tragica figura della sovrana: """"Non è necessario trovare un modo poetico di morire! È sufficiente che si muoia dentro!""""."" -
Il grande fuoco. 4 agosto 1972. L'attentato all'oleodotto di Trieste
Una notte d'agosto. Quattro boati. Serbatoi da 90.000 tonnellate di greggio che saltano in aria. Un 'fungo atomico' nero sormontato da un candido cappello di anidride solforosa pronta a riversare una pioggia di acido sulla città. Ma in quei giorni non piovve e non soffiò la bora. Una fortuna sfacciata che impedì la reazione a catena da un serbatoio all'altro, come speravano i sabotatori. I triestini non più giovani ancora oggi ricordano, 43 anni dopo, con un misto di inquietudine e timore. Ma pochissimi conoscono la vera storia. Perché l'apocalisse sfiorata al deposito costiero della SIOT, piana di San Dorligo presso Trieste, ore 3 circa del 4 agosto 1972, è stata dimenticata. Messa da parte come uno scherzo della Storia. E invece di Storia ne è passata tanta in quei giorni a Trieste... -
Brividi su Brazi. Zdenko diretore casinò Las Vegas De Buje
"Cari amici de Zdenko e de suo Casinò Las Vegas de Buje, che belissimo momento, go i oceti lucidi come quando nonno Stane me tira alitade de zivola. No posso nasconder che go brividi su brazi come mai prima de oggi. Che bello saver che mia vita diventa libro che tutti pol comprar a bon prezo. Ve farò conoser mio belissimo Casinò itinerante che gira su e zo per Buje a sua discrezion, ve farò conosser mia bela famiglietta che sfrutto con tanto amore e generosità, e tanti personaggi belissimi che frequenta mio Casinò. Ve farò conoser i programi de spetacoli che ogni setimana cambia per offrir a clientela ludico-sporcellina tanto divertimento con i nostri meravigliosi sosia de sosia, con le nostre donette che salta su pal come simie, con le nostre prime visioni esclusive su megalenziol schermo e anche """"I Misteri de Bujager"""". Cari amici de Zdenko, son sicuro che questo libro troverà el suo posto nella vostra vita e son quasi sicuro che sto posto sarà in vostro bagno fronte tazza o sora lavatrice per accompagnar vostra preziosa intimità. A sto punto ve devo solo augurar bona lettura a tutti... tirè l'acqua me raccomando.""""" -
Delitti a 33 giri
Una Trieste cupa e piena di segreti inconfessabili fa da sfondo alle gesta di un misterioso killer. Una catena di delitti che mette allo scoperto il ventre molle di una città tranquilla solo in superficie, gestita da una classe politica e imprenditoriale improbabile. Un borgo talvolta vittima dell'ipocrisia dilagante, di classi sociali più interessate agli affari personali che a quelli della collettività, di rancori stratificati e ormai quasi inscalfibili, imprevedibile sempre. Un bel rebus per il commissario Fierro e la sua squadra, ai quali l'assassino lascia solo dei criptici indizi a 33 giri. Tra un omicidio e l'altro, un'abbuffata e l'altra, facendo sfoggio di sagacia e bonomia, il poliziotto di origini partenopee tira fuori le piccole meschinità e i grandi valori, le storie nascoste e quelle che si vorrebbero nascondere, le persone stimabili e quelle detestabili, la vera anima di Trieste. Vicoli e buffet fanno da coreografia ideale a una storia incalzante, che trova soluzione solo nelle ultimissime righe. -
Trieste e la scienza. Storia e personaggi
Quali sono le basi storiche che hanno portato Trieste a essere nominata ""Capitale europea della scienza"""" nel 2020? Questo libro raccoglie le storie di settanta personaggi che dall'inizio dell'Ottocento hanno lasciato un segno nel mondo scientifico italiano e mondiale, e che con Trieste hanno avuto un legame fondamentale. Un excursus storico-divulgativo spiega inoltre i fattori sociali, economici e politici che hanno determinato a Trieste un terreno così fertile per il pensiero scientifico, senza dimenticare il presente e le nuove sfide che attendono la città della scienza. Raccontando la storia di scienziati e scienziate scopriamo la loro connessione con il territorio, i momenti salienti della loro carriera con particolare attenzione a quelli legati a Trieste, ed anche l'importanza della loro ricerca. Per alcuni la città ha rappresentato il fulcro della loro vita e carriera, per altri un momento determinante e per altri ancora il luogo di nascita o di morte. Una parte del libro, infine, racconta cos'è diventata e com'è cambiata Trieste oggi in ambito scientifico, quali sono le linee di ricerca e in quali istituti si stanno seguendo, ipotizzando le prospettive future."" -
Basabanchi rèpete
Trieste 1969. Da quindici anni la città è tornata all'Italia. Il benessere del dopoguerra è palpabile ma non nel monastero di via Biasoletto: la Madre Superiora infatti, per rilanciare l'istituto religioso, si è cimentata nell'impresa di far affrescare le antiche pareti del convento al noto pittore Duccio da Sgonico. È stato un passo azzardato: il costo dei materiali e il compenso dell'artista portano il convento sull'orlo del fallimento. Le suore, disperate, cercheranno allora una soluzione accettando di diventare protagoniste di un'opera cinematografica del regista jugoslavo Borut Rasnici. È l'inizio di nuove avventure per le Sorelle della Beata Pinza che, pur protette come sempre da Santa Tecla, si troveranno coinvolte negli inganni della Guerra Fredda. -
Monfalcone 1918-2018: cent'anni di storia
Dal podestà Eugenio Valentinis al sindaco Anna Maria Cisint, passando per la nascita del cantiere navale, la città devastata dalla Prima guerra mondiale, la Monfalcone contesa del secondo dopoguerra, gli oceanici scioperi dei cantierini, il rapporto di amore e odio tra i monfalconesi e la grande fabbrica. E poi le più significative vicende politiche: la prima giunta di sinistra con il sindaco Gianni Maiani; il primo sindaco eletto con il sistema maggioritario, Adriano Persi; l'avvento della prima giunta di destra. In questo libro Roberto Covaz ci conduce in un viaggio di oltre un secolo tra cronaca e storia, tra fatti epocali e curiosità. E offre una galleria di tanti personaggi ripescati dall'oblio ai quali è dedicata una meritata memoria. I primi cent'anni di Monfalcone italiana racchiusi in 256 pagine. Un affresco per raccontare una città chiamata un tempo ""dei cantieri"""" e divenuta ora """"del cantiere"""" e delle morti da amianto. Una città stravolta dagli effetti della globalizzazione, che detiene il record regionale di residenti stranieri (22 per cento)."" -
Lacroma, l'isola maledetta degli asburgo
Scritto dall'arciduchessa Stefania del Belgio, moglie sfortunata dell'erede al trono Rodolfo, morto a Mayerling in tragiche circostanze mai del tutto chiarite, molto probabilmente non è mai arrivato nelle librerie, ma è stato usato da Stefania per omaggi ad amici e parenti. Infatti è stato edito nel 1892 da Adolph W. Kunast, Imperialregio Libraio di Camera e di Corte. Accanto al testo ci sono 23 disegni del pittore di camera dell'Imperialregia Marina Anton Perco che illustrano le bellezze dell'isola situata proprio difronte a Ragusa (oggi Dubrovnik). Scrive Dario Fertilio nella prefazione: ""C'è, nelle descrizioni dei luoghi notevoli di Lacroma, nella rievocazione quasi fiabesca degli avvenimenti storici che vi sono accaduti, nelle pennellate sentimentali sui tramonti, le albe, le rocce, la moltitudine delle piante, gli abbandoni spirituali e poetici dell'arciduca Massimiliano, qualcosa di inconfondibile. E cioè il vero gusto del viaggiare nello spazio e nel tempo, inteso come arte di perdersi... Un viaggio all'isola, fuori dalle facili raffigurazioni ad uso dei turisti, dovrebbe essere compiuto sulla scorta di una simile guida. Inattuale, e, proprio per questo, così intrigante"""". Nadia Pastorcich nella postfazione racconta tutte le disgrazie e le morti avvenute dal 1023 al 2007: """"Lacroma è una vera e propria meta turistica per gli appassionati di racconti noir e per i più curiosi, che non temono la presenza di qualche spiritello. Oggi, il castello ospita l'Accademia Croata delle Arti e delle Scienze e il Museo di Scienze Naturali, mentre il complesso del famoso monastero Benedettino si può visitare. Avvolti nella tranquillità - non passano auto - è possibile anche passeggiare per l'isola; nuotare nel """"Mar Morto"""", un piccolo lago salato, alimentato da caverne sotterranee; vivere in simbiosi con la natura nella spiaggia naturistica, o incontrare i pavoni, pronti ad accogliere i turisti e accompagnarli in giro per l'isola. E se Miramare non vi basta, a Lacroma potete immergervi nel museo-parco botanico, voluto da Massimiliano, che racchiude centinaia di tipi di piante e fiori esotici. Forse lì, il paradiso è rimasto""""."" -
Trieste and science. A history and its protagonists
"Trieste e la scienza. Storia e personaggi"""" diventa """"Trieste and Science. A History and its Protagonists"""". Il libro, uscito nel 2018, è stato aggiornato al 2020 e tradotto in inglese per soddisfare le richieste di chi non padroneggia l'italiano, come i tanti ricercatori stranieri che lavorano a Trieste. La traduzione è di Maura Tomasi. Il libro raccoglie le storie di settanta personaggi che dall'inizio dell'Ottocento hanno lasciato un segno nel mondo scientifico italiano e mondiale, e che con Trieste hanno avuto un legame fondamentale. Un excursus storico-divulgativo spiega inoltre i fattori sociali, economici e politici che hanno determinato a Trieste un terreno così fertile per il pensiero scientifico, senza dimenticare il presente e le nuove sfide che attendono la città della scienza. Raccontando la storia di scienziati e scienziate scopriamo la loro connessione con il territorio, i momenti salienti della loro carriera con particolare attenzione a quelli legati a Trieste, ed anche l'importanza della loro ricerca. Per alcuni la città ha rappresentato il fulcro della loro vita e carriera, per altri un momento determinante e per altri ancora il luogo di nascita o di morte. Una parte del libro, infine, racconta cos'è diventata e com'è cambiata Trieste oggi in ambito scientifico, quali sono le linee di ricerca e in quali istituti si stanno seguendo, ipotizzando le prospettive future." -
Ursus & Audax. La grande fuga
2 marzo 2011. Il Golfo di Trieste è sfigurato dalla bora scura con raffiche che arrivano a 173 Km/h. L'Ursus, protagonista di un secolo di storia navale giuliana, rompe gli ormeggi e prende il largo come un mostruoso veliero senza pilota. Accanto al pontone galleggiante c'è l'Audax, che lo segue fin quando le cime si spezzano e il piccolo rimorchiatore punta diretto verso le sabbie isontine. Le due imbarcazioni avrebbero potuto provocare danni ingentissimi alle navi in rada o in navigazione. Gli unici che potevano tentare di catturare i fuggitivi erano gli uomini della Tripmare, erede della storica Tripcovich, nata quando Trieste era ancora territorio dell'impero austro-ungarico. Il dott. Alberto Cattaruzza, figlio di Luigi, fondatore della Tripmare, ha ragione quando osserva che non c'era alcuna certezza che le cose finissero bene. È l'emergenza perfetta: nelle sale operative e a bordo gli animi si fanno tesi, come sartie sotto raffica. Anche il capitano d'armamento Renzo de Visintini, che dalla base comandava i rimorchiatori, ne era consapevole; nessuno tuttavia immaginava quanto sarebbe stato maledettamente difficile riportarli in banchina. ""L'approccio all'Audax"""" - racconta il capitano Vladimiro de Noto - """"è stato ancora più pericoloso a causa delle sue acrobazie nel mare in tempesta e dell'approssimarsi dei bassi fondali e della costa. Che fare? I tempi erano strettissimi e le alternative erano: rischiare e agire, o rinunciare""""."" -
Jane Austen Cuguluf
La Baronessa Sufiarefolo, celebre rampolla di una famiglia della comunità greca, vive nel suo magnifico palazzo sulle Rive con la sorella Ponziana, la sgraziata figliola Morena e il figlio Gian Tandul. A causa delle disperate condizioni economiche in cui versa, la Baronessa decide di affittare parte della sua magione ai turisti e grande è la sorpresa quando si trova davanti Jane Austen, la celebre scrittrice arrivata Trieste per ravvivare la sua fortuna letteraria. Caduta in disgrazia in patria, a causa dei bestseller delle sorelle Brontë, la Austen è decisa a rinverdire la sua fama non più nella lingua inglese ma nell'altrettanto nobile dialetto della Venezia Giulia. Complice dell'impresa il perfido isontino Carlo Giovanella, un editore privo di scrupoli, deciso a spremere come un limone la più importane penna del XVIII secolo. Tra trabocchetti e inganni, svenimenti e rivelazioni, debiti e ricchezze, ecco svolgersi un'altra diabolica matassa di quell'Arianna impertinente che è Alessandro Fullin. -
Il sapore del bosco. Storie di cibo semplice
Sembrerebbe solo un libro di ricette, invece è un libro in cui si raccontano anche storie che hanno a che fare con l'esigenza più essenziale del mondo: nutrirsi. Una raccolta di aneddoti familiari, di vicende curiose e di ricordi che arrivano da dietro l'angolo e da molto lontano. Piatti cucinati all'ombra di una palma e tra i vapori della cucina di un transatlantico, lunghe traversate per raccogliere aglio orsino e antri fumosi di pastori che rimestano latte crudo di pecora. La storia di tante vite che impastano, friggono e infornano elementi semplici per placare l'appetito e offrire un attimo di felicità. I libri di ricette sono tanti, forse troppi. Qui non ci sono tecniche elaborate e piatti stellati, ma il sapere custodito in una dispensa profumata e tramandato per generazioni. C'è la storia materiale, che poi diventa arte, di trasformare un prodotto povero e spontaneo in una favolosa esperienza gustativa, il riscatto di un borgo isolato che elabora il piatto della festa per sfuggire alla miseria, il saper trovare dentro un bosco il necessario per una cena primaverile. Ci sono noia e marachelle, scarpinate in montagna e piatti da ""ultima settimana del mese"""". E soprattutto il ricordo affettuoso di una cucina essenziale e rassicurante. Il piacere di un buon piatto si consuma in poco tempo. Se manca il racconto della sua origine e del piacere infinito di raccogliere, modificare e trasformare, si riduce a poca cosa."" -
Lelio Luttazzi e la settima arte. Musicista, attore e regista
"Lo swing per quelli che lo capiscono è una goduria, ma si tratta sempre di una minoranza, e sarà sempre così. Ma non morirà mai"""". Lelio Luttazzi ha vissuto immerso nella musica, soprattutto nel suo amato swing. Dopo l'incontro fortuito con Ernesto Bonino, con Teddy Reno è partito per Milano. Da lì in poi radio, teatro, cinema e televisione sono entrati a far parte del suo quotidiano, lasciando un segno nella storia culturale italiana del Novecento. Con """"Studio Uno"""" e """"Teatro 10"""" si è fatto conoscere sul piccolo schermo per l'eleganza e l'ironia. Al cinema invece ha scritto vari commenti musicali per importanti film che ancora oggi ricordiamo come """"Totò, Peppino e la... malafemmina"""" di Mastrocinque, """"Souvenir d'Italie"""" di Pietrangeli, """"Venezia, la luna e tu"""" di Risi, """"Risate di gioia"""" di Monicelli. Non solo musicista e compositore, ma anche attore ne """"L'avventura"""" di Antonioni, """"L'ombrellone"""" di Risi e altre pellicole. Questo libro vuole ricordare un grande artista che ha dato un importante contributo anche alla settima arte." -
Memorie d'un estraneo. Autobiografia
Mario Manlio Rossi (1895-1971) è un autore dimenticato tra i letterati del secolo scorso. Ha fatto conoscere in Italia, con prospettive originalissime, l'empirismo inglese, la poesia irlandese e la storia del Regno Unito. Amico di Giovanni Gentile e suo ultimo confidente prima dell'assassinio del 1944, titolare della cattedra di Italianistica a Edimburgo e autore di svariati volumi (nonché di un vasto corpus di inediti), Rossi seppe ritagliarsi una posizione unica di pensatore tra le strettoie dell'idealismo, dello storicismo e dell'esistenzialismo: spirali soffocanti, insieme col marxismo, per la cultura italiana del Novecento. A cinquant'anni dalla morte, questa autobiografia getta una luce definitiva sulla sua tormentata personalità. -
Immagini dal mondo altro. Orizzonti visuali sull'alterità amerindiana
L'incomprensione delle culture amerindie da parte europea ha condizionato l'immaginario iconografico sull'indio americano ed è stata alla base della persistenza, nel corso dell'età moderna, di stereotipi iconografico-immaginifici di matrice medievale. Anche se gli europei tentarono di collocare la diversità antropologica indigena in un contesto protoetnografico, hanno in realtà formulato un giudizio di valore sull'alterità culturale di questi popoli. Il libro di Paola Farinella Grana si pone in una prospettiva nuova, attuando un'analisi del fenomeno che tenga conto non tanto della fenomenologia evenemenziale e stilistica dei manufatti, quanto delle peculiarità iconografiche, iconologiche e simboliche che contribuirono al processo rappresentazionale/iconico alla base della produzione figurativa relativa ai popoli amerindiani. Sulla scia di grandi studiosi di storia culturale, come Mollat du Jourdin o Cabantous, il saggio assume le immagini come documenti sintomatici di manifestazioni socio-culturali, per coglierne, ove possibile, le implicazioni emotive e interrelazionali, sostenendo, in tal modo, l'approccio di Lucien Febvre, che propose di connettere la sensibilité à l'histoire.