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La crisi capitalistica, la barbarie che avanza
Nell'attuale dibattito sulla crisi due sono i filoni interpretativi principali che si richiamano a Marx e che proclamano una sua rinnovata attualità. Il primo, proposto da quegli autori che si vogliono marxisti ""ortodossi"""", è quello che legge la finanziarizzazione come conseguenza della caduta tendenziale del saggio del profitto, e in quest'ottica individua una lunga tendenza alla stagnazione che comincia negli anni Sessanta/Settanta del Novecento. L'altra interpretazione, prevalente per lo più in quei marxisti influenzati dal keynesismo e dal neoricardismo, fa riferimento alla tendenza alla crisi da realizzazione, ovvero da insufficienza da domanda. Questo secondo filone evidenzia come, dopo la controrivoluzione monetarista degli anni Ottanta del Novecento, siano avvenuti profondi mutamenti nella distribuzione del reddito con la caduta della quota dei salari, e sostiene che in un mondo di bassi salari la ragione di fondo della crisi sia l'insufficienza della domanda di consumi. In entrambi i casi, la crisi attuale coverebbe da molto tempo, e sarebbe la crisi di un capitalismo che si può ben definire asfittico. Ritengo che un'interpretazione marxiana della crisi non possa essere sganciata dalla caduta tendenziale del saggio del profitto, ma che questa vada interpretata come una sorta di meta-teoria della crisi, che ingloba al suo interno le altre e diverse teorie della crisi quali si possono trovare o derivare dal Capitale."" -
L'Illiade o il poema della forza
"La forza trasforma chiunque da essa venga toccato"""". Questa è per Simone Weil l'essenza del contenuto dell'Iliade. Nel poema omerico non si narra tanto l'eroismo nella battaglia o le fantastiche ingerenze degli dei nei casi umani. L'Iliade è piuttosto il poema della Forza e del potere che essa ha da una parte di portare alla rovina chi la esercita e dall'altra di pietrificare e ridurre a cosa chi la subisce. Allo stesso tempo, nel dispiegarsi tragico della forza e nella dismisura della volontà che l'accompagna, la violenza e la sopraffazione trovano il loro pareggio nella pietà e nell'amore, ma non nel perdono: il greco non conosce infatti questa ambigua categoria propria della cristianità. Ed è grazie a questa cruda verità, in cui l'uomo viene riportato alla sua finitezza, che la grande narrazione fondativa dell'occidente, si mantiene nella luce del mito. L'occhio di Omero guarda e narra con imparzialità quasi divina le violenze e le alterne sventure tanto degli Achei quanto dei Troiani. Lo stesso occhio, attraverso lo sguardo di Simone Weil, osserva, in un processo di attualizzazione del mito, tanto lucido quanto partecipe, l'avvicinarsi della tempesta europea." -
Filosofie della paura. Verso la condizione post-postmoderna
La paura è un sentimento spiacevole, una passione che fa parte integrante dell'essere dell'uomo e degli animali con una sua specifica funzione biologica. Ma la paura è anche un momento strategico all'interno del cosiddetto tardocapitalismo. Da un lato quest'ultimo non farebbe che enunciare l'esigenza della sicurezza, del benessere e di una tranquillità anestetica che rasenta l'accidia e l'indolenza. Dall'altro, invece, sembrerebbe alimentare la stessa paura, diffondendola ovunque e anzi alimentandola: catastrofi, default, superbatteri, violenza, ma anche sedentarietà, obesità, dipendenza da droghe, ricerca spasmodica del pericolo, il tutto mixato in una sorta di decadente cupio dissolvi. Tutto ""deve"""" far paura e la paura """"deve"""" essere controllata e addomesticata. Bazzanella investiga questo strano paradosso correlandolo a quell'epoca cosiddetta postmoderna e all'imminente affacciarsi di un ancora indistinto post-postmoderno. Egli intercetta così autori come Deleuze e Guattari, Zizek, Derrida, Foucault, Sloterdijk, Gehlen, Heidegger e Lacan per rintracciare i primi annunci di una strategia ben precisa che ha come suoi referenti il mercato, il consumo, la società dello spettacolo."" -
Variazioni Wagner
I due saggi di Slavoj Zizek con il titolo ""Variazioni Wagner"""" sono il frutto di una lunga riflessione dell'autore sulla storia della musica moderna e sul ruolo centrale svolto in essa da Richard Wagner. Il titolo del primo saggio """"Perché dobbiamo salvare Wagner"""" - indica già il fine che Zizek si propone in queste pagine. Bisogna """"salvare"""" Wagner da una condanna che a partire dalla metà del secolo XX sembrava aver definitivamente sepolto l'autore sotto l'accusa di aver preparato la strada all'avvento del nazismo e al trionfo dell'antisemitismo. Una lunga riflessione che per tanti aspetti lo accomuna ad Alain Badiou, l'altro pensatore """"comunista"""" che ha dedicato tante pagine alla """"salvezza"""" del discusso musicista tedesco. In un quadro di riferimento legato principalmente alla lezione di Lacan e dello strutturalismo, in particolare di Claude Lévi-Strauss, Zizek cerca di svuotare dall'interno l'immagine tradizionale che ancora oggi si associa alla figura di Wagner, la cui musica va al di là di ogni sua teorizzazione scritta o di ogni sua dichiarazione ideologica. La riscoperta del """"vero"""" Wagner ci permette così di restituire a Bayreuth quella immagine di """"canone insuperabile, comparabile soltanto con le tragedie greche e con Shakespeare"""", ultimo grande """"antidoto al nuovo ordine mondiale americanizzato""""."" -
Confessioni di un marxista irregolare nel mezzo di una ripugnante crisi economica europea
Nel 2008, il capitalismo ha subito la sua seconda grande contrazione a livello mondiale, causando una reazione a catena che ha sprofondato l'Europa in una spirale recessiva che sta tuttora minacciando gli europei con un vortice di depressione permanente, cinismo, disintegrazione e misantropia. L'attuale crisi europea non è solamente una minaccia per i lavoratori, per gli spossessati, per i banchieri, per gruppi particolari, classi sociali o persino nazioni. No, l'attuale atteggiamento dell'Europa pone una seria minaccia alla civiltà così come noi oggi la conosciamo. Se la mia prognosi è corretta, e la crisi europea non è solamente un'altra caduta ciclica che verrà presto superata nel momento in cui i tassi di profitto aumenteranno in seguito all'inevitabile caduta dei salari, la questione all'ordine del giorno per i pensatori radicali è questa: dovremmo accogliere questo stallo totale del capitalismo europeo come un'opportunità per rimpiazzarlo con un sistema migliore? O dovremmo esserne talmente preoccupati da intraprendere una campagna per stabilizzare il capitalismo europeo? La crisi europea è, per come la vedo, gravida non di potenziali alternative progressiste, ma di forze radicalmente regressive che avrebbero la capacità di causare un bagno di sangue umanitario estinguendo la speranza di qualsiasi azione progressista per generazioni a venire. -
Conoscere nel non conoscere. Appunti di dogmatica patristica
Una pretesa ha questo libro: contribuire, pur con tutti i suoi limiti, ad arricchire di Cristo. Perché ""quanti sono diventati ricchi di Cristo vedono senza vedere la bellezza indicibile di Dio stesso; ne afferrano senza toccare e ne comprendono senza comprendere l'immagine senza immagine, la forma senza forma, la figura senza figura, varia senza varietà, in una visione senza visione e in una bellezza senza composizione"""" (Simeone il Nuovo Teologo). Chi dunque si arricchisce di Cristo """"conosce, nel non conoscere"""", Dio stesso. Per essere ciò che vuol essere, il volume offre alcuni materiali per la fede: anzitutto e fondamentalmente, gli appunti di dogmatica che il protopresbitero G.S. Romanidis scrisse nel 1972, appunti - sul mondo e sulla Trinità, su Cristo e sulla chiesa - che rappresentano una sintesi dell'esperienza cristiana, così come è stata pensata e insegnata dal grande e scomodo teologo greco morto nel 2001; ma anche una serie di fitte note, curate dai traduttori, con cui essi intendono in qualche modo fondare o illustrare quegli appunti; un'appendice, infine, redatta dai monaci del monastero athonita di Koutloumousiou, che focalizza il nodo teologico centrale della trasfigurazione, che ha visto, nel XIV secolo, l'oriente e l'occidente ecclesiali schierati su fronti contrapposti."" -
Le Elegie duinesi di R. M. Rilke. Ediz. italiana e tedesca
In questo scritto del 1930 Arendt e Anders rilevano una tensione teorica irrisolta nelle elegie rilkiane. Da una parte l'esistenza è ritenuta autentica solo se non è legata a un destino personale, se si dipana libera nel puro corso del presente priva di ogni coscienza dei propri limiti, come avviene nell'animale, nel bambino, nel morente, nell'amante e nell'eroe. D'altra parte il destino è condizione per essere poeta perché per ""dire"""" le cose - e così salvarle dal nulla - occorre porsi di fronte a esse. Trasformando il percepibile in impercepibile nello spazio interiore dell'anima, la parola poetica dona alle cose un senso, per quanto fragile. In questa tensione si svolge drammaticamente la vicenda dell'umano."" -
Dietro al filo spinato. Racconto di un sopravvissuto all'inferno nazista in Lettonia e in Polonia
"Romanzo-documento"""", incentrato sulla figura di un uomo ormai anziano che, narrando al suo psicanalista le drammatiche vicende della sua giovinezza, rievoca il suo passato nel ghetto di Riga, prima della guerra, e poi nei campi di concentramento di Kaiserwald e Stutthof. """"Dietro al filo spinato"""" è anche il resoconto fedele e accuratamente documentato del clima sociale e politico della Germania prebellica, del disfacimento e della caduta rovinosa di un popolo soggiogato dalla malia di Hitler. L'indagine approfondita dei ghetti e dei campi di sterminio dell'Europa orientale, dei quali ancora oggi si conosce molto poco, fanno dell'opera della Chabrier un unicum storico-letterario." -
Il giudice di quartiere
Il giudice drammaturgo Gennaro Francione, creatore del Movimento per il Neorinascimento della Giustizia (MOV.RIN.GIU.), ha escogitato una nuova figura: IL giudice di quartiere con annesso difensore civico di quartiere. La chiave per il successo di questo magistrato locale è il bassissimo costo, unito alla rapidità e all'efficienza. Doti rarissime nella cosiddetta Patria del Diritto, invece macchina di burocrazia, costosa e inefficiente. Il successo in una sana strategia di giustizia sta nell'agire e cercare la soluzione di un conflitto, prima che lo stesso insorga. Giustizia sociale e nello specifico giudice di quartiere sono le vie indicate da Francione per prevenire la devianza da qualunque parte provenga, soprattutto dolorosamente presente tra le mura domestiche, i condomini e i luoghi di presunta civile convivenza. Ad adiuvandum il difensore civico di quartiere permetterà al cittadino una reale e gratuita difesa contro il prepotere dell'amministrazione statale. -
Cinema primo amore. Storia del regista Antonio Marchi. Con DVD
Il libro narra l'interessante e ancor poco conosciuta vicenda artistica di un regista di Parma, Antonio Marchi (1923-2003), che opera tra il 1946 e il 1957. Marchi realizza numerosi documentari, fonda una rivista di cinema di rilevanza nazionale, partecipa alle vicende di un nucleo di produzione cinematografica a Parma. Nel 1954 realizza il suo unico lungometraggio, Donne e soldati, diretto con l'amico Luigi Malerba e che annovera la partecipazione di Marco Ferreri nel ruolo di protagonista. La sua esperienza culturale si intreccia in maniera affascinante a quella di grandi scrittori e intellettuali, registi e critici: Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Cesare Zavattini, Francesco Maselli, Giorgio Bassani, Attilio Bertolucci, Giuseppe Ungaretti, Mario Verdone, Mario Soldati, Alberto Moravia e altri. Tramite i documenti provenienti dal Fondo ""Antonio Marchi"""", depositato presso l'Istituto Storico Parri Emilia-Romagna, è stato possibile ricostruire numerosi progetti cinematografici sconosciuti o poco noti. Il volume pubblica per la prima volta documenti inediti, carteggi, testimonianze intorno a Marchi, alla sua parabola artistica, al cinema italiano di quegli anni. Il dvd allegato al volume contiene due documentari. Il primo, La liberazione di Montechiarugolo, filma la liberazione di un piccolo centro dell'Appennino emiliano. Il secondo, Come un canto. Appunti e immagini di un regista dimenticato, è invece la ricostruzione del rapporto tra Marchi e il cinema."" -
Gli atteggiamenti si possono misurare
Alla fine degli anni '20, si faceva strada l'idea che anche le proprietà psichiche quali i valori, le opinioni e gli atteggiamenti potevano essere concepite come dei continua, lungo i quali ogni individuo poteva occupare una precisa posizione, rilevabile attraverso una serie di stimoli-domande. In questo saggio l'Autore si sofferma non solo sulla proposta di strumenti di rilevazione e di ""misurazione"""" degli atteggiamenti (tecniche di scaling), ma anche sullo stesso concetto di atteggiamento, differenziandolo soprattutto dalla opinione. Le considerazioni di Thurstone sul concetto di atteggiamento rivestono un ruolo fondamentale nella storia delle scienze sociali, punto d'incontro tra psicoanalisi, psicologia e sociologia. I suoi contributi sono rilevanti nell'ambito della psicometria e delle tecniche di misurazione degli atteggiamenti, dell'analisi statistica dei dati, si considerino i suoi lavori sull'analisi fattoriale."" -
Medicina e controllo sociale
Il rapporto tra medicina e controllo sociale è tema che ha una rilevanza e attualità in tutto il mondo, e che accentua la sua dimensione in un'epoca nella quale spesso l'individuo delega e deresponsabilizza se stesso da alcuni problemi, chiedendo ad altri di prendersene cura. Il testo affronta come sia rilevante nella modernità la dimensione del controllo sociale medico, in concomitanza con lo sviluppo della medicina e dei gruppi professionali ad essa associata. Inoltre pone in evidenza quali sono le due branche della medicina particolarmente adatte a sviluppare e sorvegliare la salute dei cittadini: la psichiatria e la salute pubblica. Il libro fornisce una visione complessiva della natura del controllo medico, iniziando con lo spiegare, mediante le categorie della sociologia classica, la forma del controllo sociale esercitato da una varietà di attori sociali: medici e non medici, all'interno di varie sfere istituzionali quali la famiglia, la scuola, la comunità e così via. Medicina e controllo sociale è parte di un lavoro più ampio dedicato al controllo sociale (Social control. An Introduction), scritto da J. Chriss nel 2007. -
All'ombra delle pupazze in fiore. Antropologia di un rito nella Calabria grecanica
In area grecanica una forte tendenza a fare rete tra istituzioni, associazioni culturali e singoli imprenditori, sta dando vita a un rilancio del territorio [...]. È in questo quadro di attenzione ai luoghi e alle culture locali (nel senso alto del termine), che coinvolge diversamente abitanti, forestieri e studiosi, che si inserisce il lavoro di Alfonsina Bellio sul rito delle pupazze che si svolge domenica delle Palme a Bova. Grazie a un'osservazione diretta, a un'etnografia attenta e partecipe, la studiosa ricostruisce attesa, preparazione, andamento di un rito festivo che si presenta con una pluralità di valenze: religiose, sociali, estetiche, artistiche. Da grande conoscitrice della storia e dell'antropologia religiosa del Mezzogiorno d'Italia e del Mediterraneo, come attestano le sue ricerche sui culti mariani, sul mito della Sibilla, ""sulle donne veggenti"""", Alfonsina Bellio non si limita a una pure apprezzabile descrizione del rito, ma va alla ricerca di somiglianze e analogie, ne esplora l'orizzonte culturale con escursioni nelle credenze religiose del mondo antico e con viaggi nell'orizzonte folklorico euromediterraneo."" -
Viaggio nel Salento
Maria Brandon Albini, una delle protagoniste di maggior rilievo della letteratura meridionalista del secondo dopoguerra, ci racconta il suo ""Viaggio"""" nel Salento con una scrittura dall'andamento leggero e brioso, tanto che si ha quasi l'impressione di leggere degli appunti, delle notazioni di viaggio prese giorno per giorno. L'autrice s'immerge in un universo composito dove convivono antiche credenze e istanze della contemporaneità, dove le leggende s'incrociano con storie di santi e il mondo magico e rituale della cultura contadina non è in contraddizione con il sindacalismo e le leggi di difesa operaia. L'Albini si sofferma sulla condizione delle donne nel Sud, registra il persistere di tradizioni popolari che sopravvivono agli assalti della modernità, la pratica della lamentazione funebre, la lingua grika e il tarantismo, pagine queste ultime di estremo interesse da un punto di vista della documentazione storica: scopriamo infatti che un anno prima del suo viaggio in Salento, era stata proprio l'Albini a inviare nell'Italia del sud un amico francese, il fotografo Andrè Martin. In questa realtà variegata e complessa l'autrice si lascia orientare da guide sapienti, giovani studiosi, intellettuali e non solo: la sua, quindi, non è una conoscenza libresca, ma è un approccio critico che tiene conto delle situazioni e dei problemi reali. Questo breve resoconto di viaggio è redatto con uno stile a metà strada tra reportage e cronaca, storia e antropologia, politica e religione."" -
Morso d'amore. Viaggio nel tarantismo salentino
L'autore presenta lo svolgersi del suo lavoro sul tarantismo, dalle prime inchieste, alla collaborazione con la regista Annabella Miscuglio per la realizzazione del film documentario Morso d'amore (1981), alle ultime interviste e verifiche degli anni Novanta. Racconta la propria esperienza di ricercatore, nato e cresciuto nei luoghi e nella cultura su cui indaga, che si ferma sulla soglia del rito nel timore di esserne catturato e di non potersene allontanare. L'autore quindi, più dei suonatori terapeuti, più delle tarantate stesse, si offre come protagonista di una ricerca a ritroso dei simboli e dei luoghi magico-rituali frequentati da bambino: quasi un esorcizzare razionalizzante per poter unificare le due anime, quella di portatore conoscitore dei fenomeni della propria etnia e quella di ricercatore e studioso degli stessi. -
Scirocchi barocchi. Racconti meridiani di amore e rancore
Bozzetti, istantanee, schizzi, novelle, documentari, registrazioni e cartoline non illustrate provenienti dal profondo sud-est della penisola. Un viaggio nel presente e nel recente passato, tra personaggi e interpreti del Salento di ieri e di oggi. I racconti, alternandosi tra commedia e tragedia, si sviluppano intorno a quella pulitica intesa dai vecchi salentini come dignità civica, come rigore etico, presentabilità sociale. Un ritratto ironicamente impietoso, e senza infingimenti, su di una realtà sociologica sciroccata. Da un rapporto d'amore contrastato con questa terra, la riflessione su come eravamo e come siamo diventati, così da ripartire per migliorarci. -
Oltre la coscienza ordinaria. Riti miti sostanze terapie
"Una cartografia degli stati di coscienza non ordinari, quasi un diario di viaggio, un resoconto di esplorazioni in territori sconosciuti. Le regioni del viaggio sono quelle della mente. L'immaginazione che si apre a spazi di realtà e a forme di coscienza che combattono il pensiero unico, producendo numerose linee di fuga che rompono gli stereotipi che imprigionano il pensiero. Gli stati modificati di coscienza sono risorse per ritrovare strade, aprire varchi, allargare la coscienza che poi diventa conoscenza.""""" -
Di bellezza non si pecca eppure. Trilogia di Idrusa
Sembra fatta di pura voce, questa novella Idrusa. Nuovo ritratto in versi di Marthia Carrozzo, di quella che fu, nella penna della Corti, la più bella donna di Otranto, capace di calamitare, al suo passaggio, ogni singolo sguardo, diviene, in questa ""Trilogia di Idrusa"""", appunto, un purissimo richiamo all'acqua che ne computa il nome, senza dimenticare il sale, stemperando in suoni, in echi di quel mare da cui nasce e a cui torna e vuol tornare, la forza d'un canto di guerra e d'amore, che ingaggia un corpo a corpo col mondo intorno, col mondo tutto con cui vuole e sa dialogare, ricercando in esso, come in un unico grande banchetto totemico, la pelle amata."" -
Lo spirito dei giovani e le strade della città
Ne ""Lo spirito dei giovani e le strade della città"""" (1909) Jane Addams critica la miopia sociale e politica dei governi municipali, incapaci, nell'amministrazione delle città, di dare risposta alla sovrastimolazione emotiva presente nei giovani, al loro bisogno di divertimento e avventura, alla ricerca di senso che è tanta parte della loro esistenza. L'assenza di questo intervento accentua la crisi di identità provocata dalla monotonia del lavoro di fabbrica, dalla scissione tra sviluppo tecnologico e suoi effetti sugli individui, dalla frantumazione di ogni ipotesi formativa utile. L'universo giovanile mantiene così un carattere di """"estraneità"""", nella segregazione dei comportamenti delinquenziali e nella subordinazione del proprio desiderio di divertimento alle forme indotte dal mercato, nei teatri a poco prezzo e nelle sale da ballo, in assenza di qualunque contributo alla trasformazione sociale."" -
Osservazioni sul tarantismo di Puglia
Nell'Ottocento il tarantismo fu al centro di un articolato dibattito medico scientifico. Il saggio di Salvatore De Renzi, apparso nel 1832,è uno dei contributi più stimolanti in un panorama ricchissimo di dissertazioni, memorie, articoli e monografie. Con una prosa forbita ed elegante che si apre con un suggestivo quadro corografico sulla penisola salentina, il medico napoletano ne descrive la sintomatologia, la diagnosi, la terapia, raccogliendo e annotando importanti informazioni desunte dal suo dialogo con gli informatori locali.