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Il cappello e il profeta
In un'aula di tribunale, dove si alternano luce e buio, (innocenza e colpevolezza), due giudici, o quantomeno presunti tali, vogliono condannare a ogni costo il protagonista. Attenzione però: le sbarre in ferro, che dividono il loro tavolo da quello del malcapitato, sono mobili; possono, cioè, spostarsi e andare a ingabbiare i giudici stessi, dimostrando implicitamente la loro nuda responsabilità per una parte delle colpe contestate. Coprotagonista di questo pezzo teatrale, è una misteriosa Cosa, dall'aspetto alieno e dalla voce inumana, caduta dallo Spazio e proprio sul balcone dell'imputato. Questa Cosa, fragile e minuziosa nei suoi dettagli, è portatrice di un messaggio, in apparenza strano e incredibile, ma pure tanto semplice quanto concreto... -
Racconti bigami
Questi dieci più uno racconti hanno due amori o forse sarebbe meglio dire amanti contemporanei, dai quali traggono insieme spunto e giovamento: verità e finzione. Quando è così, non c'è modo di riconoscersi, non c'è offesa ad alcuno perché lo spunto vero ha perso consistenza, il moto narrativo ha succhiato la verità dai fatti diventando esso stesso il mezzo, il fine, e dunque la cosa reale. Alcuni di essi hanno della cattiveria, ma è una cattiveria riposta, altri invece sono malinconici, altri ancora irriverenti a seconda del giorno, dell'umore e dei vezzi meteoropatici che stralunano i pensieri, rendendoli ora acidi ora gioiosi. Ad ogni buon conto, si tratta di dieci più uno racconti bigami, e l'unica cosa che davvero li accomuna è l'essere nati da un amore bigamo e dibattuto tra finzione e verità. -
Ghiriador
Un vecchino spaesato e un buco nero ci trascinano in un altro mondo fatto di città fantasma, lucciole umane, uomini salamandra e draghi. Leggendo il libro però scopriamo insieme a Peter, Drake, Phantir e Ugarbo Lettrig che vizi e virtù sono gli stessi del nostro mondo, dell'essere umani ovunque e comunque. Così, eliminando confini e pregiudizi, l'autore riesce a farci affezionare ai personaggi, confondendo il bene e il male, portandoci in un mondo fantastico popolato soprattutto da noi stessi con i nostri limiti, le nostre paure ma anche con la nostra parte migliore: onestà, caparbietà, amicizia...valori che sembrano superare la ""prova del buco nero...""""."" -
Centro commerciale
Romanzo surreale e cattivo, ambientato nella zona ipermercato di un centro commerciale. La protagonista senza nome di questa breve storia si muove in compagnia dell'amica Niki, fredda e meccanica come un automa dagli occhi sbarrati, in un'atmosfera sovvertita e crudele, tra salsicce zampate e commessi zannuti, uomini-frigo e saponi al salmone, ma anche corchi e parappe, zurelli e arruffosti. Nessuno parla nel centro commerciale, l'umanità ha come perso la facoltà di comunicare, accecata dalla luce bianca dei neon, che illumina tutto, senza lasciare ombre. Solo la protagonista prova a dire qualcosa, ma il suo linguaggio risulta destrutturato e cristallizzato. Così, tra episodi comici, grotteschi e angoscianti, le due ragazze finiscono di riempire il carrello che bela soddisfatto, e si accingono a uscire fuori, dove le aspetta qualcosa di ancor più terrificante. -
Tempo
"Tempo"""" è un romanzo che si svolge in due atti (primo tempo e secondo tempo, appunto). Il primo è ambientato in un passato non troppo lontano della nostra storia. Si tratta di un periodo molto violento in cui, in tutte le città d'Italia, alcuni giovani, con la convinzione di proteggere il proprio ideale, alimentavano un cancro furioso che, da alterco, rissa, pestaggio, si trasformava in lotta armata. Il secondo atto è più vicino ai nostri giorni e vi ritroviamo quegli stessi personaggi, alcuni imborghesiti, altri rimasti fedeli al proprio ideale di vita. Ma non è un periodo meno violento, anzi..." -
Leggimi nei pensieri (In 15. Donne, uomini, ragazzi, vecchi, una bambina: brainstorming in libertà)
Sandra, una mamma giovane che desidererebbe non esserlo mai stata. Fra' Giorgio, un frate semplice che vive nella pace. Franco, poeta finito in strada. Djionis, adolescente albanese nella sua nuova patria. Santiago, violinista estatico ribattezzato ad una nuova fede. Tati, un lungo, doloroso silenzio con il suo fratello gemello. Ramòn, ""furbetto del quartierino"""" in fuga nel circo. Arianna, diciottenne già grande, pronta a iniziare lontano una nuova vita. Matilde, una donna ormai anziana che ha avuto il suo riscatto. Piero, studente fuori corso coca-dipendente. Tommaso, adolescente impazzito per l'hip-hop. Raina, badante bulgara senza più illusioni. Carlotta, una bambina con un segreto. Eugenio, un maturo omosessuale, nato senza coraggio. Nina, la fine della vita con un amore nel cuore. Questa raccolta di """"voci"""" è stata concepita per costituire un racconto corale di storie diverse, còlte, apparentemente a caso, nelle maglie della strada con, a fare da collante, solo l'appartenenza all'umanità più viva e contemporanea."" -
La panchina
Fra gli ultimi giorni del ""Geniul din Carpati"""", ossia Nicolae Ceausescu, e gli anni immediatamente successivi alla sua celebre fucilazione in diretta TV (25 dicembre 1998), la Romania cadde nell'equivoco di una rivoluzione in pratica mai attuata. Specchio di una società spaccata fra la voglia di libertà e l'immobilità latente di un'intera generazione figlia dell'arretratezza del regime ceauseschiano, è Nicu, insegnante di Bucarest. Nicu si trova nel breve volgere di qualche mese disoccupato e dovrà affrontare i disagi di un lavoro che non c'è, i soldi che scarseggiano, il cibo che manca. Mihail, ragazzino del sottosuolo, vive con la sua amica Barbie nella rete fognaria che taglia la città in trasversale. Da sempre popolata da un'umanità fanciulla, la Bucarest delle fogne è una jungla dove esiste solo la legge del più forte, dove ci si sballa sniffando Aurolac dai sacchetti di plastica e ci si prostituisce per mangiare in cambio di una manciata di dollari. Un giorno, sui prati innevati del parco Tineretului, polmone verde di Bucarest e invisibile muro divisorio fra i quartieri bene e la periferia, le storie di Nicu e Mihail s'incrociano."" -
Madrigale
Madrigale è l'impulso originario. L'atto successivo è quello di raccogliere secchiate di memoria, per comunicare il senso profondo dell'essere, della carne, della materia e del vuoto vivo che non si può altrimenti descrivere, per arrivare a comprendere (senza per questo giudicare) i perché di una e di cento esistenze. Ciò che ne scaturisce è un clima dal piglio drastico e indulgente, paradigmatico e svincolato dall'evidenza immediata. L'anima è un vaso. La madre ha occhi verde uva. E Caino è padre. La nonna è semplicemente Lupa. Leone partì innocente e tornò veterano. Paolina corrisponde a una Penelope di serie b. La famiglia, la città di provincia, la storia passata, sono rivisti attraverso molti filtri; uno slittamento di livelli che conferisce all'impatto narrativo valenza di favola predestinata, di eterno cammino per raggiungere strade, cose, persone, verità. Non è un romanzo, né un racconto breve o una filastrocca. E allora cos'è? Valentina Santomo risponde: ""Immagino il madrigale come la parte di un arazzo dal ricamo fitto e coloratissimo. Alcuni fili arrivano da lontano e saranno gli stessi a ricamare l'ultimo elemento."""""" -
Se ti perdi tuo danno
I viaggi non sono mai semplici, nemmeno quando te ne vai in vacanza. C'è sempre una fatica, un ostacolo da superare. Ma quando devi riportare in patria un morto il viaggio è ancora più difficile. Una visione dall'alto, caleidoscopica, per mostrare e dimostrare il cinismo di un Dio ologramma dal nostro punto di vista. E ancora la buffa realtà delle agenzie di pompe funebri, che confidano nell'ineluttabilità della morte, fonte di guadagno, siparietto di condoglianze e poi bonifico vista fattura, ma che dietro nascondono altra vita e altre morti, tutte legate assieme. Se ti perdi tuo danno, nel senso che chi si spinge oltre senza cognizione o senza averne coscienza finisce poi per perdersi e pagarne le conseguenze. Tutta la storia si sposta tra rabbia e compassione, rozzo cinismo e malcelata pietà, ondeggiando scomposta come la grossa tenda di un sipario che si chiude sempre troppo piano. Dal grosso tronco dell'albero che è il viaggio, molti altri rami si aprono a stella per raccontare fino alla punta, fino ad arrivare alla foglia, cos'accade. Se il morto vuole tornare a casa, i vivi se ne vogliono andare e tutto richiede un punto d'incontro a metà strada. -
Pugni chiusi
"Pugni chiusi"""" parla di fuga e di militanza, tempo di vita e di morte, giustizia e ingiustizia, vera e presunta rivoluzione. Molti immaginano le rivoluzioni come una serie di atti eroici, come battaglie straordinarie, ma esserci dentro è un'altra storia. C'è solo il fango e il sudore e la paura. Ci sono i giorni vuoti, passati a fare nulla, e i gesti banali. Ma quando finisce il combattimento, tutto diventa più nitido, e una sensazione di vuoto ti avvolge e ti sazia. Ho deciso io di fare questa vita, non me l'ha imposta nessuna circostanza, né la povertà, né il caso. Ripercorro ogni bivio della mia esistenza, la scelta della violenza è stata nel mio caso dettata soltanto da una insana razionalità. Non vi è mai stata traccia di velleitario nei miei pensieri e nei miei gesti; ho sempre nutrito la convinzione che soltanto le battaglie disperate, inutili, valgano la pena di essere combattute. Quella dell'indipendentismo corso era soltanto una fra le diverse ipotesi che ho preso in considerazione; ma io non sarò mai un terrorista, io sono un combattente." -
Il paese delle ricche acque
Orso è solo un nome convenzionale per indicare quella che nei suffissi internazionali è la MOT; ovvero Murel Talghania Orsiaxi; che più o meno in tutte le antiche lingue prelatine di cui ancora rimangono tracce nei dialetti locali voleva dire all'incirca ""Il paese delle ricche acque"""". E infatti la nazione morsena, che in queste pagine è raccontata e riferita relativamente alla situazione della tarda primavera ed estate dell'anno 1993, è effettivamente una terra dove tutto è giocato nell'armonia con le sue acque. Paese ricco di acque che sorge come uno sgraziato quadrilatero nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico nella parte dell'emisfero settentrionale tra il trentanovesimo ed il quarantottesimo parallelo, le cui terre più a sud est distano appena duecento chilometri dalla più occidentale delle Azzorre; che sulle acque ha fatto la sua storia, la sua fortuna e la sua prosperità. (...)"" -
Drunduljetka
Katia detta kartoski (patata) è una giovane donna incinta che ha vissuto fino a sette anni in un orfanotrofio di Minsk, in Bielorussia. A bordo di Drunduljetka o Tka, la sua ""auto magica"""", la protagonista ripercorre le angosce di un passato ancora sin troppo presente, quando tra """"viaggi"""" fantastici e premonizioni che puntualmente si avveravano, ha imparato a sopportare la dura vita in istituto ma soprattutto a ridere, a sperare e a non avere più paura. Il tutto si mescola alla serena quotidianità di donna cresciuta con amore in una famiglia di genitori adottivi italiani e le speranze che ogni mamma nutre per il futuro della creatura che porta in grembo."" -
Folli ambizioni
Nell'inverno del 1904 Francesco Gramigni, dopo aver vissuto dieci anni in Spagna, decide di fare ritorno in patria perché subissato dai debiti, trascinandosi dietro la cattiva fama di delinquente. Nell'estate del 2004, in un giorno di sole cocente, Alessio Gramigni si ritrova a camminare senza meta per una Prato semideserta e avvolta nella calura. Stimolato da un semplice articolo di giornale, decide di indagare su uno strano rituale satanico manifestatosi in città, e in un preciso luogo di sua conoscenza. E' convinto di non correre alcun pericolo perché in fondo crede che si tratti di una semplice ragazzata. Tuttavia, al contrario, la vicenda si rivelerà ben altro e lo coinvolgerà completamente. Nel pieno delle indagini, assistito anche da Guerra, un anziano docente in pensione, e da Riccardo, esperto informatico, Alessio Gramigni dovrà lottare contro il tempo per contrastare il folle progetto di un assassino che sta ripercorrendo le gesta scritte sul diario di suo nonno, convinto di poter in questo modo mettere fine alla malasorte che imperversa da cento anni sulla propria famiglia. -
Il sentiero dei padri
Tre racconti, tre ferite. Tre storie diverse. Destini che si incrociano come le grandi strade assolate del continente che li racchiude. L'America del sogno che non può essere raggiunto o che non vuole essere vissuto. In questo scenario tre uomini fuggono dai loro padri, raggiungendoli. -
Cocaina & cioccolato
"Una giovane prostituta albanese bella, sfrontata, dalle idee chiare. Un carcere minorile dove entrano droga e armi. Una gang di ragazzini. Un obiettore di coscienza tormentato dal sesso e una città morbida e tesa, in cui tutto è consentito e nulla è sicuro. Sono questi gli ingredienti di un romanzo nero e d'amore, ambientato in una Napoli assolata, torbida e """"verace"""" nella quale i protagonisti si perdono e si ritrovano, e dove lo smarrimento è l'unico orientamento."""" (dalla prefazione di Pietro Treccagnoli)." -
Parole alate
«Dopo che la poesia tanto ha dato e ancora tanto darà alla musica, per una volta ho voluto sperimentare il passaggio inverso. Chiedendo alla musica qualcosa in cambio, sicuro di poterlo restituire con gli interessi per un reciproco arricchimento. Che aggiungere d'altro? Questa canzone di Meg pareva rispondere così perfettamente alla mia richiesta, vuoi per il titolo - ""Parole Alate"""", disponibili quindi a migrare da un campo all'altro senza soffrirne vuoi per gli argomenti trattati - così eterogenei da permettermi di toccare quante più corde emozionali sullo strumento del mio comporre - che non ho potuto non accettare la sua offerta». (Fabio Barcellandi)"" -
Cose sfiziose
Tolentino, cittadina dell'entroterra marchigiano. In un fondo commerciale del condominio di periferia Famiglia Serena viene aperto un sexy shop dall'improbabile nome Cose Sfiziose. In quegli stessi giorni, Emma Latini Bonavoglia, maestra in pensione, poetessa a tempo pieno, vincitrice di centinaia di premi, molto tirchia e con l'alito che puzza di fogna viene trovata uccisa; vicino a lei c'è un bambolo con il pene vibrante in funzione. Di personaggio in personaggio, dai principali ai secondari a quelli abbozzati anche solo di sghimbescio, ognuno caratterizzato dai propri squallidi machiavellismi quotidiani, per una godibile sarabanda di situazioni tanto reali quanto tragicomiche, destinate a mettere alla berlina la vita di condominio, la mentalità di provincia, l'Italia dei concorsi letterari in cui tutti si credono scrittori e poeti, si arriverà, attraverso un piano di trappole, pretesti ed equivoci, all'inevitabile resa dei conti e ad un epilogo tanto inatteso quanto sconvolgente. -
Da un'altra parte
Dalla Napoli dei Quartieri Spagnoli alla Milano dei quartieri alti la strada è lunga e piena d'insidie. Tre voci narranti si combinano tra loro, dando vita a una prosa spaesante, mozzafiato, che ci afferra sin dal primo rigo e ci lascia andare, stremati, solo all'ultimo. Interazioni, slittamenti, movimenti senza tregua da una realtà all'altra, da un luogo mentale all'altro in continua sovrapposizione. Ciò che è vicino si allontana, ciò che è lontano si sta avvicinando. La trama crossover del secondo romanzo di Vieri Tommasi Candidi si compone come un affascinante e misterioso puzzle. Una strada vera e una metaforica s'intrecciano, trasportandoci in una dimensione profonda in cui il fuori e il dentro della realtà non sono poi così distanti. Storia d'amore, di disperazione, di sangue. Sangue del corpo. Sangue dell'anima. Storia di un passato che riemerge in tutta la sua crudezza e di un presente troppo doloroso per essere sopportato. Fino al colpo di scena finale che dona un nuovo senso a tutte le cose. -
Volevo essere Vallanzasca
"Quando ero piccolo ripetevo a chiunque me lo chiedesse che da grande volevo diventare come Vallanzasca, mi andava bene anche Lutring - il solista del mitra - al limite, ma il bel René era il meglio. I miei compagni di scuola ascoltavano i Righeira, io Nanni Svampa che cantava le canzoni della mala. Loro sognavano di diventare pubblicitari, io un bandito, pieno di belle donne e di pistole, che scappava su un'Alfa Romeo GTV 2000 seminando le volanti lungo le vie della Comasina. La carriera del bandito aveva ai miei occhi soltanto un inconveniente, che finiva troppo presto, o con una condanna all'ergastolo o in una pozza di sangue. Quasi sempre i banditi erano presi per colpa di una donna, non c'è nulla di più stupido per un bandito che l'innamorarsi. Molti dei miei compagni di scuola crescendo sono diventati pubblicitari, io invece non sono diventato un bandito, invece sono diventato un poliziotto, strano a dirsi, ma è andata così""""." -
Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore)
«Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore), è una storia vera, è il racconto di una corrispondenza virtuale, sfociata in amore, tra me e uno scrittore affermato. Esistono prove tangibili della veridicità della mia affermazione. Lo scrittore in questione, opportunamente mascherato nel romanzo, è al corrente di questo mio progetto editoriale e, oltre ad aver letto il romanzo che ne ho tratto, ha dato il nulla osta ad una eventuale pubblicazione. Ho deciso di raccontare questa storia servendomi dell'ironia, e ho lasciato che la parte importante la facessero le lettere (mail) che ci siamo scambiati. Per spezzare il ritmo della fitta tessitura della corrispondenza, ho creato la figura del lettore, con il quale intrattengo una conversazione costante, strapazzandolo, sfogandomi o chiedendo consiglio». (Antonella Perilli)