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Invenzione della tradizione. L'esperienza dell'architettura. Ediz. multilingue
L'idea che la tradizione non sia una nozione statica ma un concetto che viene ""inventato"""" di volta in volta fu introdotta nel 1983 da Eric J. Hobsbawm e Terence Ranger nel volume The Invention of Tradition - ma già E.N. Rogers aveva posto la questione della tradizione nell'esperienza dell'architettura, esplorando il rapporto tra invenzione e memoria al di là delle contrapposizioni ideologiche fra tradizionalismo e internazionalismo architettonico. Non è un tema astratto: la prima implicazione connessa al concetto di """"invenzione"""" è che la nozione intrinsecamente statica della tradizione viene a cadere e con essa la netta distinzione fra tradizione e modernità. La seconda è che il concetto di """"identità"""" può essere rivisto non più come radicamento da ritrovare e difendere ma come costruzione da realizzare. Considerando che è nella forma che l'architettura trova il suo principale veicolo di espressione, il concetto di """"invenzione della tradizione"""" fa emergere il problema della costruzione del linguaggio dell'architettura come espressione di una cultura e come operazione di simbolizzazione di significati culturali. I saggi di questo volume vanno in quella direzione."" -
Maestro e pioniere. L'eredità storica di Mario Volpato (1915-2000) tra incognito e nuove frontiere
Mario Volpato è stato senza dubbio uno dei protagonisti del boom economico degli anni Cinquanta: anche grazie a lui l'Italia è uscita dalla condizione di paese a prevalenza agricolo per inserirsi tra le potenze industriali del mondo. Matematico brillante, Volpato ha fondato, tra le altre cose, la CERVED Spa (Centro Elettronico Reteconnesso Valutazione ed Elaborazione Dati - ancora oggi considerato la più grande banca dati online in Europa) e l'interporto di Padova, e si è fatto portavoce e interprete di una volontà di rinnovamento i cui effetti sono visibili ancora oggi. Oltre a ripercorrerne la sua carriera - dagli esordi fino alla nomina di presidente della Camera di Commercio di Padova - questo volume mette in luce quell'impegno lavorativo e sociale che contraddistingue tutte le avventure informatiche di Volpato. Creatività, curiosità intellettuale, capacità di superare gli ostacoli, forte responsabilità civile e accademica sono le qualità che emergono dalle testimonianze volte a tratteggiare la sua figura attraverso ricordi, aneddoti, memorie. Ne risulta il ritratto appassionato di un sorprendete ""Steve Jobs"""" alla veneta: un innovatore visionario con radici ben piantante nel territorio."" -
Klaus Theo Brenner. Stadtarchitektur-Città architettura. Ediz. bilingue
L'opera di Klaus Theo Brenner si colloca all'interno del panorama europeo contemporaneo per l'attualità della sua riflessione sulla trasformazione dei sistemi urbani e sul ruolo dell'architetto moderno. L'architettura della città va concepita con uno sguardo al futuro ma in continuità con il passato, attraverso l'ideazione di episodi urbani che si distanziano dalla storia per evoluzione e non per rottura. I progetti qui presentati, edifici e quartieri cittadini, sono frutto di una progressiva sedimentazione culturale: l'architetto è colui che crea il progetto e lo pone in relazione alla dimensione storica di una tradizione plurimillenaria e internazionale. La personale ricerca progettuale di Brenner emerge nel carattere intrinseco delle sue ideazioni, che acquistano di senso solo se collocate con l'esistente, in un continuum scenografico armonico e innovativo allo stesso tempo, che definisce il mutevole volto della città futura. -
Design e immaginario. Oggetti, immagini e visioni fra rappresentazione e progetto
Gli oggetti sono strutture immaginarie. Lo sono non soltanto perché producono significati simbolici e culturali, aprendo mondi impensati, ma anche perché l'immaginario è insito nella formulazione e nella progettazione di nuovi oggetti. Si potrebbe dire che l'immaginario è un produttore di oggetti, tanto quanto gli oggetti sono produttori di immaginario. E in questa circolarità il design ha fissato un punto storicamente essenziale facendo, di questa circolarità, la sua caratteristica peculiare, il suo connotato saliente: dar forma agli artefatti e, attraverso la forma, dar vita a immaginari. Grazie alle voci di autori di diverse discipline, il volume analizza il ruolo che gli oggetti hanno nella costruzione sociale dell'immaginario, con contributi provenienti da ambiti produttori di potenti immaginari, come il cinema, la letteratura, la fotografia, l'editoria, l'arte. Ma si interroga anche su come si forma l'immaginario nel mondo della progettazione, scandagliando le dinamiche che governano l'iter immaginativo. -
Palazzo Treves dei Bonfili e il suo giardino
Sino a poco più di un secolo fa Padova era una città straordinariamente ricca di aree verdi. Edifici pubblici e privati, conventi e palazzi dominicali di grandi e piccole dimensioni erano tutti dotati di magnifici giardini, mentre vaste aree erano ancora destinate alla coltivazione. Nel corso dell'Ottocento molte di queste residenze vengono riammodernate secondo le nuove esigenze abitative, e così i parchi e i giardini. Da qui nascono il palazzo e il giardino Treves dei Bonfili a Ponte Corvo, proprietà di una famiglia di ricchi mercanti e banchieri ebrei trapiantati da Venezia a Padova. Si può dunque scrivere di un palazzo che non esiste più? Sì, perché ne rimane il magnifico giardino a suggerirci la bellezza dell'edificio progettato da Giuseppe Jappelli e perché possiamo entrare nella storia dei suoi committenti. La ricorrenza del nome di questi munifici mecenati nelle cronache dell'epoca e la fitta rete di relazioni e connessioni che sistematicamente riconducono alla loro influenza in contesti diversi offrono un vivace spaccato di storia cittadina ottocentesca. -
Peccato originale. Alla ricerca dell'umanità perduta
In bilico sugli ""orli della vita"""", l'uomo contemporaneo ha sempre di fronte a sé la consapevolezza del male, il peccato originale che continuamente apre all'invisibile, fa """"vaporare i fantasmi"""" (Pirandello). Ma è proprio da tale condizione precaria che si innalzano lo sciame dei pensieri dove albergano le possibilità di salvezza: il sogno, la poesia, la visione. Questo lavoro di Giuliana Fabris - saggio e narrazione allo stesso tempo - si muove tra l'universalità del male e la concretezza del dolore, con la certezza che affrontare il peccato originale significhi porsi la domanda, il perché dell'esistenza, cui ognuno deve rispondere individualmente. Non abbiamo che le parole per ordinare il mondo e provare a capirlo, per questo motivo """"Peccato originale"""" cerca di trovare un varco a partire dalle parole degli altri: dalla ragazza costretta a vendersi per strada che si """"sentiva un animale"""", al """"cosa mi avete fatto"""" della principessina Lise di Tolstoj, assieme al """"non torna conto far così male ad una povera creatura"""" della Lucia manzoniana, fino all'help me di Regan, la ragazzina posseduta dell'Esorcista."" -
Ore immense. L'arte, la mia vita
Solo lo sguardo di chi ha vissuto veramente può soffermarsi sui frammenti della vita trascorsa e illuminarne luoghi, volti ed esperienze così da ordinarli e dar loro un senso, una nuova vita. Dalla pittura alle recenti opere di carta, passando per la ricerca fotografica, Riccarda Pagnozzato, artista veneziana di fama internazionale, attraversa il secondo Novecento con una caparbia originalità, riuscendo a frequentare il mondo dell'arte sia dai suoi centri - la Biennale di Venezia - sia dai suoi margini, discosta, nella posizione privilegiata di chi osserva con curiosità, e osservando schiva le facili mode, rimanendo se stessa. È in questa coerenza che si trova il senso di un'autobiografia in cui il racconto della vita e dell'origine di una vocazione sono intrecciate a persone e avvenimenti che ne hanno plasmato la personalità. Quello che è chiaro da queste pagine non è tanto la celebrazione di un'opera, quanto l'evocazione di un percorso, di uno sguardo, ma soprattutto di una ""compagnia"""", perché per Riccarda Pagnozzato, parafrasando Alfieri, il parlare, e molto più lo scrivere di se stessi, nasce senza alcun dubbio dal molto amore per gli altri."" -
Ugo Ojetti critica, azione, ideologia. Dalle Biennali d'arte antica al Premio Cremona
Ugo Ojetti (Roma 1871 - Firenze 1946) fu collezionista e opinionista sagace, ma fu, soprattutto, un raffinato censore del sistema delle arti italiano e, ancor più, un manager delle esposizioni, sorta di curatore ante litteram, teso fra passione antiquaria e ricerca di nuove qualità espressive, possibilmente connotate da un alto potenziale identitario ed economico. L'amore per i canoni visivi del nostro passato - avvertiti come necessaria consolazione al presente - lo spinse a promuoverne largamente il recupero, in una perenne ricerca di alleanze intellettuali, politiche e finanziarie. Opzione rischiosa, che lo portò - fra vittorie e delusioni - a incrociare i nodi più oscuri della programmazione culturale fascista. Questo volume indaga l'intensità del personaggio sotto il segno del fare. Segue il filo rosso della sua esperienza, affiancando scritti pubblici e carte private, così da individuare non soltanto il legame ch'egli seppe attivare fra indirizzo critico e attività organizzativa, ma anche la sua appassionata battaglia per avvicinare ""la bellezza"""" a un pubblico esteso."" -
Norberto Bobbio: un «illuminista pessimista». Con un inedito su «Filosofia del diritto e scienza del diritto in Italia»
Nel generale clima di bilanci politici e culturali del primo decennio di vita della Repubblica, si sente forte la necessità di una nuova figura di intellettuale laico, che prenda le distanze da quello di stampo storicista. Per dare voce a questa esigenza, agli inizi degli anni Cinquanta il filosofo Nicola Abbagnano promuove a Torino la nascita del ""movimento neoilluministico"""", ugualmente critico verso idealismo e marxismo. A dare fondamento etico-politico al movimento sarà uno dei suoi protagonisti, Norberto Bobbio, con il saggio Politica e cultura del 1955. Per Bobbio, l'intellettuale è la """"coscienza critica delle forme di esercizio del potere"""" e il suo ruolo è quello di stabilire un rapporto prolifico con la società. In questo volume appassionato Mario Quaranta analizza diversi aspetti del pensiero di Norberto Bobbio, a partire dall'influenza degli scritti di Carlo Cattaneo, da lui ritenuto il maggiore rappresentante della nostra tradizione illuminista, fino al rapporto con il filosofo analitico Ferruccio Rossi-Landi con cui ha intrattenuto a lungo un serrato dialogo su problemi politici, culturali, filosofici di grande attualità e importanza. Postfazione di Dino Cofrancesco."" -
Fare ricerca in design. Forum nazionale dei dottorati di ricerca in design
Il volume offre un panorama sulla ricerca più avanzata nel design e sulle sue possibili applicazioni nei campi dell'innovazione, dell'ambiente, del benessere e della cultura, argomenti al centro del dibattito contemporaneo. Frutto del lavoro di una rete di giovani ricercatori, il volume illustra il costante impegno del design nei confronti delle sfide di oggi, che spaziano dai materiali innovativi, ai prodotti digitali e robotici, agli strumenti per la salute, ai servizi per il territorio e per i beni culturali, alla memoria in archivi e musei, al ruolo cruciale del progetto di comunicazione, alla moda e ai suoi immaginari, fino a problematiche sociali come le questioni di genere e la società multietnica. I saggi, che riportano i risultati del secondo degli incontri nazionali che si svolgono a Venezia tra i dottorati italiani di Design, hanno il pregio di restituire questo paesaggio complesso anche a un pubblico più ampio, non sempre consapevole che la convergenza fra design e ricerca può offrire importanti risposte alle trasformazioni economiche, tecnologiche, culturali e sociali della contemporaneità. -
Ancora una volta «piccolo principe». L'essenziale diventa «visibile» agli occhi
Ancora un volo per quell'ometto dal mantello e dai capelli color del grano: il piccolo principe festeggia settant'anni di vita da supereroe del mercato editoriale. Diventato un fenomeno virale, il protagonista di questo classico della letteratura ormai pervade ogni canale mediatico e prosegue il suo cammino planetario nelle traduzioni più strabilianti. Una miriade di principini, con vesti diverse, migrano da un mezzo al'altro: ecco come una storia può percorrere lunghi viaggi, arrivare così a farsi leggere, ascoltare, vedere, toccare e vivere, saltellando attraverso media diversi. In queste pagine l'autrice ci consegna una documentata riflessione, una sorta di guida per potersi orientare tra i diversi codici narrativi del medesimo racconto e personaggio, secondo un approccio ""crossmediale"""" che, oggi, interessa in particolare una letteratura per l'infanzia e l'adolescenza sempre più contaminata, non soltanto nei generi."" -
Paolo Zermani. Architettura, la luce del sacro
Protagonista dell'attuale scena architettonica internazionale, Paolo Zermani pone al centro della propria ricerca il rapporto tra spiritualità e paesaggio. Collocandosi all'interno della plurisecolare tradizione italiana dell'architettura sacra, i progetti qui presentati-tra i quali Cappella sul mare a Malta (1989), la Chiesa di San Giovanni a Perugia (1997-2006), la Cappella-museo della Madonna del parto di Piero della Francesca a Monterchi (Arezzo, 2000-2015), la riforma architettonica della Basilica di Sant'Andrea a Mantova (2016)-rivelano la sensibilità dell'architetto che, nell'ambito di una rilettura identitaria della quotidianità, riflette sulle connessioni tra edificio di culto e paesaggio. La valenza degli aspetti spirituali dell'architettura può essere considerata come il punto di partenza da cui matura una rilettura sacrale della natura, dell'ambiente costruito e dei luoghi. Forma, luce e simbolo sono gli elementi chiave di un'architettura sacra atemporale, che perde ogni legame con il contingente per rimanere segno, per consentire l'accesso alla contemplazione del Mistero. -
OMA. Office for Metropolitan Architecture
Lo studio di progettazione OMA (Office for Metropolitan Architecture), fondatoda Rem Koolhaas nel 1976, ha tracciato e continua a tracciare in tutto il mondo una strada nuova, radicalmente innovativa.Koolhaas non esita ad applicare sperimentazioni azzardate sia sul piano tecnicoche formale. Da grande eclettico mostra però di farsi ""contagiare"""" dai luoghiche ogni volta """"riorganizza"""", mostrando contemporaneamente grandeinteresse per le sedimentazioni e le emergenze. La nuova sede della Fondazione Prada a Milano, a cui questo numero di «Anfionee Zeto» è dedicato, si sviluppa in un ex complesso industriale, caratterizzatoperò da un'eccezionale pluralità di ambienti. Questo repertorio èstato integrato da tre nuove costruzioni - un'ampia struttura espositiva, unatorre e un cinema - in modo tale che la Fondazione si presenti come unacollezione di spazi architettonici originale quanto la sua proposta artistica. Vecchio e nuovo, orizzontale e verticale, ampio e stretto, bianco e nero, apertoe chiuso: questi contrasti stabiliscono la varietà di opposizioni che descrivela natura della nuova Fondazione."" -
La mela e altri peccati poco originali
Un giornalista dalla scrittura ben poco giornalistica; una famiglia dove ognuno accudisce il proprio segreto come se fosse un tesoro; un grande magazzino in cui si vende un unico prodotto, perturbante e rassicurante allo stesso tempo. E ancora: bambine divorate; medici alle prese con incomunicabilità intergenerazionale; immigrati lettori di Dumas... Sempre in bilico tra vita e letteratura, i racconti di Massimiliano Colucci mostrano un raro caso di telepatia: il pensiero dello scrittore si fa idea e l'idea si incarna in una lingua dallo stile talmente puntuale e coerente che si incide nell'immaginazione del lettore, tornando a essere pensiero attivo. I piccoli, banali, corrosivi peccati che ogni giorno sfuggono agli esseri umani, i peccati di tutti i giorni, che commettiamo senza farci caso, sono descritti in questo libro con uno spirito chirurgico ma non spietato, ironico ma non crudele, attraverso uno sguardo che ci abbraccia tutti, senza lasciar fuori nessuno. -
Tracce
Valeriano Pastor, architetto e docente, inizia la propria carriera nel 1955 laureandosi in Architettura presso lo IUAV. Il legame con l'Istituto lo porta a diventare prima assistente di Franco Albini e Giuseppe Samonà, poi docente di ruolo e infine rettore nel corso degli anni Ottanta. All'attività accademica affianca da subito la progettazione architettonica. La progettazione di nuovi edifici e gli interventi di restauro occupano gran parte della sua produzione architettonica. Numerosi anche i progetti riservati all'architettura degli interni e ai piani urbanistici che comprendono specifici studi sui caratteri del paesaggio. Ripercorrere la genesi e lo sviluppo di queste opere aiuta a comprendere quello che per Pastor è l'architettura. Non solo carta, non solo pietra e mattoni: l'architettura è una scienza, un'arte completa dalla funzione sociale e culturale. A questi temi sono dedicati i quattro volumi che riuniscono i maggiori momenti di riflessione elaborati da Pastor su alcuni dei suoi più famosi lavori: l'intervento alla Querini Stampalia, i progetti per l'Arsenale, l'Ospedale di Larino, il proprio atelier veneziano. -
Angelica e Bradamante le donne del design
"D"""" come design, ma anche come donna: designer, artiste, artigiane e imprenditrici hanno avuto un ruolo chiave nella ricca e densa storia del design italiano dal dopoguerra ai nostri giorni, stando al centro della scena come dietro le quinte. Negli anni in cui la cultura del progetto si stava affermando, l'apporto dell'universo femminile è stato essenziale sotto il profilo della creatività e dell'innovazione. Donne che si sono distinte nei settori più diversi, indicando nuove possibili strade: non solo disegno industriale e grafica, ma editoria, formazione, imprenditoria, fino al mondo delle tecnologie informatico-digitali. Progettiste che hanno saputo fare la differenza, lavorando in studi di progettazione, nelle redazioni e nelle università. La ricognizione sulle loro carriere ne sancisce autorialità e protagonismo, riconoscendone il coraggio di scelte spesso difficili e controcorrente. Attraverso il racconto delle loro vicende viene arricchita e completata la storia del design novecentesco, con nuove prospettive nei modi di leggere il ruolo della donna." -
Hestia. Come sopravvivere alla fine del mondo (o quantomeno del proprio)
Hai vent'anni e una vita davanti. Studi filosofia, sogni il tuo futuro, hai la testa piena di progetti, idee, desideri. Poi, di colpo, tutto si ferma. Il tuo sangue ha deciso di abbandonarti. Lo scopri per caso, un giorno che hai deciso di andare a donarlo. Ma è grazie a questo caso che sei ancora vivo. Debole, ma vivo. Aplasia midollare idiopatica, la chiamano: è una malattia degenerativa del midollo osseo. I medici ti danno dieci anni di vita, a meno di non trovare un donatore compatibile. Una possibilità su 100.000. Disteso sul tuo letto d'ospedale, ogni gesto è difficile, anche solo aprire gli occhi la mattina. Nessuno avrebbe da ridire se ti lasciassi andare. Ma tu cosa fai? Scrivi. Scrivi, per far sapere a tutti che il mondo si è rotto. Scrivi, perché hai sempre pensato che i problemi si possono risolvere solo affrontandoli. Scrivi, perché sei disperatamente convinto che se ognuno facesse la sua parte, anche piccola, il mondo si potrebbe aggiustare. A metà tra il diario e il saggio filosofico, questo secondo libro di Giovanni Spitale è un invito all'azione, che ci ricordi come l'umanità non sarà perduta finché non avremo perduto la nostra umanità. -
Manuale di coltivazione pratica e poetica. Per la cura dei luoghi storici e archeologici nel Mediterraneo
"La theorica niente senza la pratica"""": dando voce a figure che, nella storia e nel nostro tempo, hanno sentito la necessità di coniugare l'esperienza pratica della coltivazione con la scrittura e il pensiero teorico, questo libro riflette sul valore del progetto paesaggistico visto come sintesi e scambio tra queste due dimensioni integrate, frutto di un unico processo interpretativo che si sviluppa coltivando i luoghi. Formato da una raccolta di esplorazioni teoriche e da un repertorio di esperienze nel campo del paesaggio e del giardino, il manuale si propone come strumento di lavoro e di ricerca rivolto a chiunque si avvicini a questo ambito di lavoro e di studio con una attitudine progettuale, con una particolare attenzione per coloro che si muovono nel campo della formazione, secondo quei principi che anche la Convenzione Europea del Paesaggio promuove e sancisce." -
La Padova del sindaco Crescente (1947-1970)
Assumendosi il delicato compito di traghettare Padova dalla fase della ricostruzione post-bellica fino agli inizi degli anni Settanta, l'avvocato Cesare Crescente (1886-1983), entrato in politica nelle fila del Partito Popolare Italiano e poi della Democrazia Cristiana, diventa sindaco nel 1947. In queste pagine sono messi a fuoco i ventitré anni che lo videro alla guida della città, attraverso una doppia narrazione, dentro e fuori dell'aula consiliare, che restituisce tanto la personalità del sindaco, quanto il clima che si respirava in una città trasformata, che vede mutati valori, condizioni materiali e aspettative. Tracciare l'attività di Crescente e le decisioni prese in materia di sviluppo e rinnovamento urbanistico e viario offre l'occasione di ritornare con nuove considerazioni su alcune delle operazioni più controverse della storia di Padova. Decisioni quali l'abbattimento di edifici storici e l'interramento delle riviere che, se condannate oggi, all'epoca sono apparse come la risposta agli stimoli e alle ambizioni degli abitanti di una città che voleva creare una propria fisionomia identitaria e raggiungere una posizione di rilievo. -
Sole sotto il ghiaccio
In una quotidianità sofferente e malinconica, ghiacciata dall'abitudine dei piccoli gesti, dalle ripetizioni che rendono la vita sopportabile, ma allo stesso tempo rischiano di privarla di senso, le poesie di Olga Gazzetto Bernardello si muovono alla ricerca di quei segnali, quegli sprazzi di calore che rivelano la realtà delle cose ultime, i segni di una divinità che ci cammina sempre a fianco e che ci salva. È una poesia che vive di tensioni, in punta di piedi, come a tentare uno sguardo ""più alto"""", che riesca a vedere oltre al muro dell'individualità per abbracciare tutto, nella fiducia che il senso del Creato, la sua ragione, sia conoscibile a chiunque abbia la volontà di immergervisi.""