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Le strade della teppa. Etnografia sociale e politica delle culture di strada
Teppisti, ultras, writers, vandali, autonomi, coatti, zanza, lumpen, drogati, cavallini, picchiatori del sabato sera, micro-delinquenti, marginali tout court... mille parole per una pluralità di contesti, anche estremamente eterogenei, che, a partire dagli anni Sessanta, continuano a parlare della costante criminalizzazione dei giovani e delle loro sottoculture. Un pregiudizio - in realtà un dispositivo materiale di controllo e repressione - che intreccia la classe sociale con l'età dei soggetti presi di mira dal main stream, rispetto al quale il concetto di «teppa» si rivela essere un prezioso strumento di indagine; una via in grado di restituire la realtà di ciò che si agita nel ventre sempre più esteso della sconosciuta, temuta e vituperata periferia italiana. -
Roma terribile
La Roma patinata da cartolina ci annoia da un pezzo e pure quella del degrado a tutti i costi è diventata stucchevole. Perché, a dire la verità, Roma non è né patinata, né degradata. Roma è terribile! A dimostrarlo i racconti distopici di Eleonora Amianto e Simone Tso dove, tra un Gianicolo che svela finalmente l'origine dei suoi famigerati busti di marmo, una Piramide molto più esoterica di quanto si possa immaginare, un'Ostia in cui il mare non è più propriamente mare e un laghetto dell'Eur in cui i ""cuori solitari"""" fanno una brutta fine, la città eterna appare come un inedito mix di horror da b-movie, ironia grottesca e incubi malamente addomesticati. Un luogo, insomma, in cui tutto quello che può essere pensato di assurdo è disperatamente e mortalmente divertente. Nel vero senso della parola. Intro di Nicola Gerundino."" -
Un sovietico nella cattedrale. Storia politica e sentimentale dell'Athletic Bilbao
Si dice che quando si ripensa al passato, le immagini dei ricordi scorrano davanti agli occhi in bianco e nero. Ma la storia, a Bilbao, è diversa. Perché nella città basca non c'è scampo: si nasce, si vive e si muore dell'Athletic e per questo, andando a ciò che è stato, anche i colori cambiano, tingendo tutto di rojiblanco, esattamente come le maglie del mitico club. Il royo della casacca dell'Athletic, da parte sua, ha anche molto altro da raccontare. E partendo dal San Mamés da Ronda – più che un ""semplice"""" stadio: la cattedrale del calcio basco – mette in fila le gesta di campioni come Fidel Uriarte o José Ángel Iribar e gli scontri tra lavoratori e polizia nel corso degli anni settanta, le vittorie dell'Athletic e le azioni rivendicate da Euskadi Ta Askatasuna, la passione per il calcio e quella per la politica; senza, peraltro, che tra i due campi si senta la necessità di tracciare un confine particolare, essendo che il tifo per l'Athletic Bilbao, esattamente come la militanza nel movimento operaio, implica già la volontà di contrapporsi allo stato di cose presente. Prefazione di Edoardo Molinelli."" -
Nabat. Sopra e sotto i palchi. Ediz. italiana e inglese
Con oltre quarant'anni di carriera sulle spalle, i Nabat si sono affermati come autentica leggenda nel mondo della musica Oi! E se pezzi come ""Scenderemo nelle strade"""" o """"Laida Bologna"""" sono mandati a memoria dai kids che affollano le (peggiori) sale da concerto del pianeta e i pub (più malfamati), la storia del gruppo bolognese capitanato da Steno affonda le radici in un disagio che, nelle periferie metropolitane, non ha mai smesso di essere contemporaneo. Da qui le ragioni di un'incredibile tenuta artistica e di una popolarità sempre crescente: punto di partenza delle immagini inedite firmate da Tiziano Ansaldi, Fabrizio Barile, Enrico Zanza ed Elisa Piatti, a cui si aggiungono i testi dello stesso Barile, di Marco Balestrino e di Filippo Andreani e i disegni di Zerocalcare e Mattia Dossi, per un omaggio utile a ricostruire l'epopea del gruppo, dagli esordi fino ai nostri giorni."" -
Garageland. Suoni, visioni, sottoculture. Vol. 2
«Lo scarso ricambio generazionale delle scene sottoculturali è da tempo oggetto delle attenzioni sia di alcuni sociologi, sia degli individui che ne fanno parte. Fanno sorridere, in quest'ultimo campo, le ipotesi dei più ingenui, che non cogliendo i cambiamenti sociali in corso puntano il dito contro sé stessi - autoaccusandosi di snobismo o addirittura di nonnismo - oppure direttamente contro i giovani, colpevoli di essere sempre più massificati e di interessarsi solo a fenomeni effimeri. Chi ha maggiori capacità di analisi non può invece che concordare con quegli studiosi che individuano, tra i fattori dell'invecchiamento di certi ambiti, la facilità e la rapidità con cui è oggi possibile soddisfare le proprie curiosità stilistiche e musicali, che tolgono fascino alla lenta e faticosa scoperta - mi riferisco, ovviamente, all'era pre-Internet - della storia e delle caratteristiche delle scene verso cui si prova un'istintiva attrazione. Mentre alcuni appaiono rassegnati di fronte alla possibile scomparsa delle sottoculture, altri si interrogano sul da farsi, senza però giungere a conclusioni degne di nota. Dal canto nostro, riteniamo sia forse più utile non lasciarsi sfuggire ciò che hanno da offrire le scene reali, per ciò che sono oggi e non per come sarebbero se la realtà assecondasse i nostri desideri. Il fatto che molte persone formatesi tra gli anni '80 e i 2000 inclusi abbiano mantenuto le loro passioni giovanili, magari approfondendole e interessandosi anche ad altro - ad esempio scrittura, disegno, fotografia, cinematografia - significa che oggi possiamo godere il frutto delle loro esperienze e competenze sotto forma di saggi, racconti, fumetti, raccolte fotografiche e addirittura film. Va bene, insomma, tornare nel garage; va meno bene farlo con l'ottica di non uscirne più.» (Dall'introduzione di Flavio Frezza) -
Il miracolo di Castel di Sangro
Nell’estate del 1996 lo scrittore americano Joe McGinniss si reca in un paese abruzzese di cinquemila anime, Castel di Sangro. Perdutamente innamorato del calcio italiano, McGinniss intende seguire passo per passo il campionato 1996-97 della squadra locale, che è reduce da un’impresa salutata come un “miracolo”: il Castel di Sangro è riuscito a conquistare la promozione in Serie B e disputerà il nuovo campionato affrontando squadre come il Torino, il Genoa, il Padova, il Venezia e il Bari, nel tentativo di ripetersi e conquistare la permanenza nella serie cadetta. In questo libro McGinniss racconta il suo lungo soggiorno a Castel di Sangro al seguito della squadra e tutte le vicende di cui è stato testimone diretto nel corso di quella memorabile stagione. Vicende calcistiche – in un’altalena di vittorie e sconfitte – intrecciate a retroscena di ogni genere: affarismi, scandali, ambiguità, drammi e italiche furbizie. Scritto con passione e ironia, popolato di personaggi memorabili, avvincente come un thriller, Il miracolo di Castel di Sangro è un capolavoro narrativo. Eletto dalla rivista «FourFourTwo» come il libro di calcio più bello di tutti i tempi, è un’opera capace di trascendere l’aspetto meramente sportivo per disegnare un impietoso e veristico ritratto della realtà italiana. -
Brigata Stella Rossa. Una storia partigiana
Bologna, 9 agosto 1944. I partigiani liberano dal carcere di San Giovanni in Monte i compagni prigionieri. E per creare confusione aprono le celle anche ai detenuti comuni. Paolo è un ragazzo finito in galera per un piccolo furto, si ritrova così libero ma viene condotto a forza sull'Appennino tra i partigiani della Stella Rossa. Entra a far parte della brigata: conosce il Vecchio, si azzuffa con Gallo, che poi diventerà l'amico inseparabile, assaggia la disciplina del comandante Lupo e soprattutto incontra Elena, la ragazza di cui si innamorerà. Ed è a partire dalla storia d'amore tra Paolo ed Elena che Claudio Bolognini scrive Stella Rossa: un omaggio all'incredibile storia di una banda partigiana capace di tenere testa all'esercito nazista sull'appennino tosco-emiliano. Ma anche destinata a subire, a Marzabotto e nei comuni limitrofi, il terrificante eccidio di Monte Sole: una delle pagine più buie dell'intera seconda guerra mondiale. -
Mia sorella è figlia unica. Storie di donne, di lotte, di vita, di libertà
Quale era, in Iran, il grido di libertà che danzava al vento insieme ai capelli di Masha Amini? E, al largo della Turchia, non risuona ancora il respiro della nuotatrice siriana Yusra Mardini? Luana D'Orazio, 19 anni, ha smesso di respirare, ma non per colpa del mare. Come lei, anche Luciana Romoli, a Roma, faceva l'operaia: quando le camicie nere vollero allungare le loro mani sulla città seppe bene da che parte stare. Ilary Swank, da parte sua, era solo una bambina di fronte a una roulotte, nel Nebraska. Ma aveva un sogno. Come Safi Frozan, in Afghanistan. O Paola Egonu, a Cittadella: a cui si è chiesto di nascere tre volte per affermare una cosa ovvia come il fatto di essere italiana. Franca Rame, seviziata e stuprata per ore, nel 1973 a Milano, continuò a ridicolizzare fascisti e sfruttatori per tutta la vita. E così, nella cella in cui è rinchiusa, non smette di fare Nudem Durak: ""colpevole"""" di fare musica usando la sua lingua, il curdo… Sono solo alcune delle storie vissute dalle donne sulla propria pelle e raccontate da Cecilia Lavatore in """"Mia sorella è figlia unica"""". Dedicate a «un mondo che non ci merita ma ci spetta, come un diritto, come un dovere, come una fatalità»."" -
Nonostante febbraio. Morire di lavoro
2014. In una Roma cristallizzata nella sua eternità inesistente, Ernesto Mangiafuoco, un giornalista annoiato, passa le sue giornate tra consigli comunali e inaugurazioni di centri commerciali. Un cadavere viene ritrovato sul greto del fiume Aniene, è la sua occasione per entrare in cronaca nera. Ma qualcosa va storto: una donna racconta una terribile verità. Negli abissi della speculazione edilizia e dello sfruttamento delle maestranze Mangiafuoco segue un caso che nasconde scenari oscuri, vivendo sul proprio corpo la violenza del caporalato. Nulla sarà come prima. Per arrivare alla verità si fa aiutare da un improbabile informatore e da uno scapestrato trio formato da un vecchio giornalista ex fumatore, una granitica sindacalista e da un professore con un passato nel movimento studentesco. A ostacolarli e ad anticipare ogni loro mossa c’è un maresciallo del Nucleo Investigativo che invoca il fantasma di Pasolini. Fanno da sfondo alla storia le azioni speculative della OZRA S.P.A., azienda con cantieri in Italia e all’estero e le cui fortune, nel libro di Alessandro Bernardini, equivalgono al come e al perché lavorare può voler dire rischiare ogni giorno la propria vita. -
In cammino con gli ultimi. Dino Frisullo, storia di un militante avido di conoscenza e d’amore, vissuto e morto povero e curioso
Nato a Foggia il 5 giugno del 1952, Dino Frisullo ha salutato il mondo a Perugia, il 5 giugno del 2003. Osservando lo scorrere del tempo, sono appena 51 anni. Eppure, guardando quella che è stata la vita di un compagno instancabile come Dino Frisullo, sembra di precipitare in un'avventura lunga secoli. Dagli anni della gioventù, in Puglia, in prima fila nelle organizzazioni della nuova sinistra per passare all'instancabile impegno profuso nella causa dell'antirazzismo. Come non parlare, inoltre, della lunga amicizia con il popolo kurdo? Di tutto questo, e di tanto altro ancora i tutto questo, e di tanto altro ancora, parla ""In cammino con gli ultimi"""": un libro prezioso come la vita e le lotte di Dino Frisullo, militante comunista."" -
Livio Maitan e il trotskismo italiano
Livio Maitan (1 aprile 1923 — 16 settembre 2004) è stato uno dei principali dirigenti della Quarta Internazionale, l'organizzazione marxista rivoluzionaria fondata nel 1938 da Leon Trotsky. Fu tra i principali artefici della costruzione dei Gruppi comunisti rivoluzionari (GCR), sezione italiana dell'internazionale trotskista, un partito che, dopo avere assunto nel 1979 la denominazione di Lega comunista rivoluzionaria, finì per sciogliersi nel 1989 in Democrazia proletaria. Nel 1991 Democrazia proletaria confluì nel nascente Partito della Rifondazione comunista (Prc), formazione all'interno della quale Maitan svolse gli ultimi anni di militanza politica, guidando un'area di minoranza interna, prima della morte avvenuta nel 2004. Il lavoro di ricerca di Mauro Buccheri costituisce il primo tentativo di ricostruire sistematicamente il lunghissimo percorso politico di Livio Maitan, dalla Resistenza fino ai primi anni Duemila: sessant'anni decisivi di storia del movimento operaio analizzati in un contesto internazionale. Rifuggendo da ogni sorta di faziosità, e puntando sul rigore metodologico, l'autore esplora gli innegabili meriti di Livio Maitan, a partire dal lavoro di cura e traduzione degli scritti trotskiani, senza omettere di affrontarne contraddizioni, limiti ed errori. Nel suo lavoro Buccheri si avvale di molteplici fonti, incluse quelle tratte dall'Archivio Livio Maitan di Roma, seguendo l'evoluzione del pensiero e della formazione politica di Maitan e cercando allo stesso tempo di fare emergere quella sfera privata di cui, nei suoi scritti, il dirigente trotskista faceva trapelare ben poco ma che contribuisce a restituire più compiutamente l'immagine di una personalità straordinaria. Prefazione di Marco Maitan. -
Arcella n. 13. Una storia degli anni Settanta
Padova, mentre gli anni Ottanta sembrano stentare a decollare, gli anni Settanta hanno ancora molto da dire. E, insieme a loro, ad avere molto da dire e da fare c'è un nutrito gruppo di ragazze e ragazzi, protagonisti di un nugolo indistricabile di lotte e di sogni, di notti brave e di manifestazioni niente affatto autorizzate, di iniziative che mettono il quartiere di origine al centro del mondo e di aspirazioni a cui persino il mondo sembra andare troppo stretto. Tra di loro, la voce narrante di Arcella n. 13 ha la ventura di ritrovarsi al centro della famigerata inchiesta dell'11 marzo 1980: uno dei vari ""teoremi"""" con cui la magistratura rispondeva a una generazione in grado di mettere in difficoltà l'ordine prestabilito delle cose. Il prezzo da pagare, dopo una serie di arresti eseguiti alle prime luci dell'alba, coincide con il carcere e, quindi, con la rinuncia alla propria libertà. Ma dietro e dentro il racconto di questa esperienza emblematica, si agita l'amarezza di un prezzo ancora più alto: una sconfitta, a detta di molti osservatori niente affatto disinteressati. In ogni caso un luogo da cui ripartire, verso la necessità di nuovi cambiamenti e di appuntamenti con la storia impossibili da rimandare ancora."" -
Leningrado: la congiura dei ricordi
Rivivere sempre lo stesso ricordo, trovarsi prigionieri di un singolo giorno della propria infanzia: è uno strano caso di amnesia quello che affligge Ivan Volkov, illustre astrofisico internato dal regime sovietico in un manicomio di Leningrado riservato a dissidenti e alienati mentali. E sono ancora più strane le insistenze degli apparati di Stato perché a occuparsi del suo caso sia Kristina Danilova, brillante psichiatra, specializzata però nello studio dei neonati. Per quale ragione è stata scelta proprio lei? C'entra forse suo padre, anche lui medico conosciuto e influente, con il quale Kristina ha interrotto da anni i rapporti? Cercando di scoprire di più su Volkov e affrontando l'atmosfera plumbea e velenosa dell'Unione Sovietica, dove tutti nascondono un segreto e dietro le facciate della propaganda si intrecciano giochi di potere che disprezzano la vita umana, Kristina si ritroverà catapultata in un intrigo che coinvolge spie, dottori e criminali, e in cui al centro sembra esserci un passato misterioso ma ancora troppo vicino, che non cessa di allungare le proprie ombre sul presente... -
Quelle del quarantanove
Roma, 1849. Vincenza Diotaiuti porta il nome e il cognome che le hanno dato le suore dell'orfanotrofio in cui è cresciuta. Per gli amici è Cencia, e di «amici» ne ha parecchi, visto che fa la prostituta in una via del centro della capitale. Ma basta qualche mese di carcere per scoprire, appena uscita, una città diversa: confusa, turbolenta, irriconoscibile. È Peppe, il suo protettore, a spiegarle cos'è accaduto mentre lei era in prigione. A Roma è arrivato un certo Mazzini che ha instaurato la repubblica, e perfino il papa è scappato. Nel clima euforico della neonata repubblica romana, Cencia incontra una donna diversa da tutte quelle che ha conosciuto fino a quel momento. Si chiama Cristina Trivulzio di Belgioioso, è affascinante e colta ed è, soprattutto, una principessa. Le offre un lavoro in ospedale, dove sono ricoverati i rivoltosi feriti. Tra loro uno in particolare colpisce Cencia, un giovane soldato dallo sguardo azzurro e puro, che sembra molto legato alla principessa... Una storia di amore e rivoluzione, di ideali e delusioni, eroismo e spionaggio raccontata attraverso la voce di una donna semplice ma arguta. Un omaggio alle donne protagoniste del Risorgimento e sempre dimenticate dalla storia ufficiale. -
La bambina che parlava alla luna
Un romanzo corale forte e commovente, che ci restituisce appieno la vita del mondo contadino prima che la catastrofe della Seconda Guerra mondiale ne sconvolgesse per sempre la pacifica esistenza. Un romanzo che chiede di non dimenticare mai l'essenza dell'uomo: quel qualcosa di imprescindibile e di eterno che anche di fronte alla violenza e alla crudeltà degli eventi ci permette di non abbandonare la luce della speranza. -
La terra dei liberi sognatori
La terra di Sicilia è dura, ma bella, quando si confonde con il cielo e con il mare. La terra dà da vivere, ma chiede anche tanto agli uomini. La terra è passione, dolore e fatica. Lo sa bene Carmelo, che ha gli occhi azzurri e guarda il cielo, così come lo sa il suo amico Saro, che è furbo e guarda dove tira il vento. Lo sa ancora meglio Don Alvaro, per il quale la terra è danaro e sfruttamento dei lavoranti, che buttano il sangue sulle zolle della Noce, la sua tenuta. Lo sanno anche Ninetta e sua cugina Letizia, donne senza diritti in un mondo di individui senza diritti, eppure capaci di tanta dignità... E lo sa la mite Donna Maria, china sotto il peso degli errori del marito. Insieme a loro, sullo sfondo di un'isola bellissima e difficile, si muovono altri personaggi, ricchi e poveri, notabili e braccianti, e tra vigneti e campi di grano si consumano amori, odi e faide, battaglie vinte e perse. E come, ultima, estrema soluzione, l'emigrazione in una terra lontana dove si parla una lingua tanto diversa dal dialetto di casa e dove forse, per alcuni, si apre la speranza di un futuro diverso, migliore... Un romanzo corale calato in una Sicilia insieme arcaica e senza tempo, che racconta il passato per spiegare il presente e ci conduce in un mondo lontano ma sempre vicino. -
Inganno diabolico
Che cosa lega un bravissimo e famoso fotografo irlandese che nasconde nel suo passato un terribile segreto a uno smaliziato poliziotto di New Orleans, distrutto dal dolore per l'abbandono della moglie? Marvin, il fotografo, e Tony, il poliziotto, non si conoscono, ma le loro strade sono destinate a incrociarsi, perché li unirà Monica, una donna dalla bellezza... è il caso di dire diabolica. Marvin infatti, per salvarsi l'anima destinata alla dannazione eterna, ha stretto con un orribile rappresentante della Infer S.p.T (Si Può Tutto) uno di quei patti che, si sa, sarebbe meglio non stringere mai. Tony, dal canto suo, è disposto a tutto pur di riconquistare l'amata moglie che sembra scomparsa nel nulla, anche a farla pagare cara a un fotografo che cerca di ingannare il diavolo... -
Un prosciutto e dieci ducati
Circello, provincia di Capitanata, 1798. Il vento della rivoluzione che sta scuotendo l'Europa sembra soffiare anche su questo sperduto paesino del Regno di Napoli. Vittima della confusa voglia di nuovo don Giovanni, l'amministratore dei possedimenti di don Nicolò di Somma, principe del Colle, marchese di Circello e signore della Terra di Reino. Filo-borbonico o giacobino? Don Giovanni viene accusato dai suoi nemici di essere prima l'uno, poi l'altro, ma gli attentati e il processo che subisce sono lo specchio di un'epoca tumultuosa di stravolgimenti sociali e politici... Sullo sfondo si agitano prelati e briganti, notabili e donne accorte, garzoni, soldati e braccianti, in una grandiosa commedia umana, che unisce la Storia e le storie dei singoli. Basato su una cronaca inedita dell'epoca, un romanzo storico che restituisce l'epopea di un uomo e della sua famiglia tra il 1792 e il 1815 e ci racconta un'Italia tanto lontana, ma sempre e comunque tanto simile a quella di oggi. -
L' equilibrio instabile
Trentacinque anni, una bella casa in cui sta poco o niente, un buon lavoro di cui non capisce l'utilità, un'attraente moglie attenta alla carriera e angosciata dall'idea di un figlio che non capisce se volere o meno. Assomiglia a tanti, l'anonimo protagonista di questo romanzo, assomiglia ai tanti che ogni giorno ci passano accanto invisibili, in viaggio sulla Ferrovia Subumana, ansiosi di raggiungere il loro posto di lavoro a Terziaropoli. Per sopportare tutto questo, il nostro eroe si costruisce un mondo virtuale, di cui è regista e protagonista unico. Un mondo in cui si può stilare una lista dinamica indegni vita e liberarsi di chi gli dà fastidio, un mondo dove immergersi nei giochi di ruolo online invece che lavorare. Un universo fittizio che piano piano si confonde con quello reale, fino a sovrapporsi... Dove finisce la realtà e dove comincia l'illusione? Si può davvero essere protagonisti della propria vita? Oppure il senso dello spettacolo dell'esistenza che insceniamo ogni giorno è destinato a sfuggirci per sempre? Una storia, che racconta la difficoltà, o forse l'impossibilità, dell'equilibrio quotidiano nella sempre più illogica realtà che ci circonda. -
Tutti liberi
Napoli, oggi. Qualcuno ha deciso di fare giustizia, anche se in modo un po' discutibile. Le prime vittime sono un onesto parrucchiere, un broker d'assalto, una maga televisiva... Tutte persone dall'apparenza irreprensibile che nascondono però dietro la facciata rispettabile il marcio di una società in piena decadenza. C.A.O.S., con questa sigla si firmano i misteriosi aggressori, denuda le sue vittime e le abbandona al pubblico ludibrio con un cartello che svela le loro malefatte. La città ha paura, e nessuno si sente al sicuro. Nessuno tranne Davide, giovane affidato ai servizi sociali per una piccola faccenda di droga, che ha ben altro da pensare che al C.A.O.S., anche perché la sua vita è nel caos, quello senza puntini e tutto minuscolo. La ragazza lo ha lasciato e gira con un tipo orrendo tutto muscoli, e Davide nel tentativo di riconquistarla passa da un disastro all'altro. Non va meglio nel convento di suore dove lavora per scontare la sua pena, tra barboni e colleghi poco svegli. Eppure la strada di Davide è destinata a incrociarsi molto presto con quella del C.A.O.S. In una Napoli caotica e surreale, tratteggiata con veridicità e ironia, una storia rocambolesca, che racconta un sogno di giustizia che finisce per diventare l'inizio di una nuova realtà, magari non migliore della precedente, ma sicuramente più matura e consapevole.